sabato 3 gennaio 2009

Gaza: Nel giorno dell’ira

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L’Israel lobby di stanza in Italia non ha ancora pensato di mettere al bando l’ira, cioè la collera non la nota organizzazione irlandese, come ha fatto per l’«odio», che in pratica significa l’abbozzo di un quadro normativo volto a reprimere qualsiasi forma di critica e dissenso politico verso una ben determinata politica culturale e pedagogica all’interno ed a favorire un ben determinato orientato di politica estera, il cui approdo fa da sfondo mediatico al discorso presidenziale di fine anno. In altra occasione analoga il presidente Giorgio Napolitano ci ha detto su fantastiche basi dottrinali che indaghiamo altrove che essere antisionisti vuol dire essere antisemiti, ma in occasione della Fiera del Libro di Torino ha poi rettificato dicendo che ciò non significa – presidenziale bontà – non poter criticare il governo di Israele, quasi che tutti i governi israeliani che si sono succeduti nel tempo non siano stati tutti per definizione sionisti, quasi che il sionismo non sia stata e sia l’ideologia giustificativa e fondativa dello stato ebraico. Ma abbiamo avviato una corrispondenza con il Consulente Presidenziale che ha scritto o almeno ispirato i discorsi di Giorgio Napolitano. L’altro ieri sul Riformista, che non compro in edicola per principio, il direttore Politico ha scritto un articolo contro un altro articolo di Tariq Ramadan definendolo un “discorso di odio”. In realtà l’articolo di Polito stesso è un discorso di ipocrisia e di delazione, quando è noto che esiste in Italia una legge Mancino che anche se astutamente tirata da astuti sicofanti tirata è una sorta di legge di censura volta a limitare il contenuto dell’art. 21 della costituzione.

Se non avessi avuto degli ospiti in casa per le feste di Capodanno, avrei trascorso tutto il mio tempo, giorno e notte, per seguire su internet le notizie da Gaza, su cui è stata vergognosa e infame la posizione di tutte le televisioni e di tutti i maggiori media, che riferivano con equidistanza dando in pratica la colpa del genocidio che si svolgeva sotto i loro occhi ad una giusta reazione ai sigari Kassam, la cui inefficacia militare e strategica era a tutti evidente e tale da autorizzare i peggiori sospetti. L’aver avuto degli ospiti in casa è stata un’occasione per sapere come la gente comune, che non analizza la politica estera – come la grande “esperta” madonna Fiammetta, le cui bestialità ci vengono ammannite sul “Giornale” dopo essere state penosamente biascicate in Parlamento – percepisce invece il secolare secolare giudeo-musulmano. Non essendo io laureato all’Hasbara sono sempre particolarmente disposto ad ascoltare le ragioni altrui, certo che l’errore potrebbe annidarsi anche nel mio cervello. Ho ascoltato prima ciò che loro sapevano per averlo sentito. Quando poi ho appena dato una diversa informazione, il parere e la posizione in ordine al massacro di Gaza è cambiato radicalmente e netta è stata la condanna del vero e proprio genocidio che si sta consumando sotto i nostri colpevoli occhi, dove per “nostri” si intende tutto il Parlamento italiano, di maggioranza e di opposizione, nonché i massimi organi di governo che pretendondo di rappresentarci in base ad una legge truffaldina che consegna potere e privilegi a qualche migliaio di persone.

Ho parlato altrove di “guerra ideologica”. Non è un modo di dire, ma una precisa intuizione e realtà fenomenica. Vi è un tempo in cui la guerra è guerra nel senso principale e comune del termine: morti ammazzati, fucili, cannoni, distruzioni e tutto quello che non si vorrebbe mai vedere e sentire. Ma accanto a quella guerra, prima durante e dopo di essa vi è la vera e propria guerra delle idee, che spesso degradano in ideologia ossia nella verità faziosa di parte. La legge Mancino non è estranea alla guerra ideologica. Mi restano da studiare gli atti preparatori e se mai mi sarà possibile andrò ad interrogare lo stesso Mancino per sapere come si è giunti alla legge che porta il suo nome. Per ragioni tecniche quella legge non la si è potuta formulare in modo che colpisca una parte anziché un’altra. La sua applicazione molto dipende dall’astuzia dei sicofanti, dalla bravura degli avvocati, dalla terzietà e dall’equilibrio dei giudici.

Sarebbe però contrario alla natura umana pretendere che lo spettacolo quotidiano di corpi umani sconquassati e proposto alla nostra vista ci lasci indifferenti e non susciti in noi reazioni intellettuali e morali che ove non vi fossero dimostrebbero la nostra natura belluina. È solo l’ipocrisia unita al potere politico e mediatico che pretende di continuare ad infierire sulla vittima chiamandola carnefice ed aggressore mentre inganna sapendo di ingannare facendo passare l’aggressore per aggredito. Per il motto evangelico:
«Ma il vostro parlare sia “sì sì no no”.
Ciò che è in più vien dal maligno» (Mt 5,37),
non vi è più posto nella nostra società giudaizzata, anche se i “cittadini di religione ebraica” (se mai ne hanno una di religione) sono formalmente un’infima minoranza. La nostra guerra ideologica, mossi da santa ira, sarà per il ristabilimento della verità e per la restituzione di senso alle parole: l’omicidio è omicidio, Caino è Caino. È quanto mai ipocrita e farisaico il motto dei giudeo-americani “nessuno tocchi Caino”, mentre plaudono all’uccisione di Abele. La Israel lobby ha esteso i suoi tentatocoli anche all’interno della chiesa cattolica che ha conferito a Caino il titolo di “fratello maggiore”, ricevendone in cambio il pacifico riconoscimento di «stato straniero». Per tutto il 2008 si è rimproverato alla chiesa cattolica il suo presunto “silenzio” nel 1938, ma si vuole invece l’osservanza del suo silenzio nel fine anno del 2008 mentre in Gaza si continua a massacrare Abele sono gli occhi complice del mondo ed in particolare dei baciapiedi parlamentari che invitano il papa a Montecitorio o gridano per i noti fatti della Sapienza, dove io ero idealmente fra gli accusati, colpevole di voler mantenere la distinzione anche in ambito scientifico e filosofico del “si si no no”.

Quello che segue è un estratto da un altro post sistematico. Il brano si riferisce ad un incredibile personaggio che gode di ancora più incredibili protezioni e coperture. A lui è concesso ciò che ad altri italiani “di religione non ebraica” non è neppure lontanamente concesso. È davvero un capovolgimento epocale di 2000 anni di storia l’aver ascoltato un antico abitante del Ghetto dare dello straniero al papa romano, chiamando stato estero il Vaticano e pretendendo che le mura vaticane siano le mura del Ghetto cattolico. Ciò avviene con il plauso di Gianfranco Fini, unito a stretti vincoli di amicizia e tali da consentire la presentazione di private liste di proscrizione per i goym.

* * *

F.
Nel giorno dell’ira

Vai al Sommario.

Credo che si possa accogliere anche in Italia e in Europa la giornata indetta per lasciare alberghare nel proprio animo giusti sentimenti di ira e di sdegno. Vive nel nostro paese una comunità che – secondo quanto mi è stato spiegato – non si può chiamare ebraica, ma di religione ebraica. Vi è altrimenti il rischio di essere accusati di antisemitismo se ad un ebreo si dice che è un ebreo o a qualcuno si chiede se è un ebreo, beninteso senza nessun altra aggettivazione. Orbene gli italiani di “religione ebraica” sono in Italia circa 40.000, di cui 10 o 15 mila concentrati in Roma. Sembrerebbe che nella mattanza di Gaza tutti o la maggior parte degli ebrei, pardon dei cittadini di religione ebraica (ma esiste qualche ebreo ateo o non praticante? mah!) facciano il tifo matto per Israele. Non abbiamo la fortuna di conoscere tutte queste degne persone, ma siamo certo del tifo di Riccardo Pacifici, di Angelo Pezzana (può essere un noto omosessuale un giusto di religione ebraica? esiste anche la “sodomia rituale”? Mah! Misteri ebraici nei quali non siamo versati), Giorgio Israel, Fiamma Nirenstein, Alessandro Ruben e tanti altri che non riusciamo ad elencare. Il problema perà è se gli altri 57 milioni debbano pure obbligatoriamente fare il tifo per Israele, secondo la formula «Israele siamo noi». Ma noi chi? I “cittadini italiani di religione ebraica” e per questo con doppia cittadinanza o si pretende addirittura i 57 milioni di goym che vivono in Italia e dispongono di una sola cittadinanza? Non staremo a dipanare la matassa proprio adesso, oggi, nel giorno dell’ira. Per quanto mi riguarda so bene da che parte stare.

Epolis Critica
02.01.2009 Come altri fogli gratuiti, E-polis si distingue per ignoranza e pregiudizio
in una intervista a Riccardo Pacifici

Testata: Epolis
Data: 02 gennaio 2009
Pagina: 1
Autore: Silvia Zingaropoli
Titolo: «Gelidi venti di guerra tornano ad abbattersi su Gaza»

“Il Bologna”, quotidiano gratuito del gruppo E Polis, di chiaro orientamento antisraeliano pubblica nel numero in edicola il 30 dicembre un’intervista di Silvia Zingaropoli a Riccardo Pacifici, capo della Comunità ebraica di Roma.

L’atteggiamento pregiudiziale nei confronti dello Stato ebraico, già evidente nelle premesse dell’articolo, viene confutato con equilibrio e rigore storico da Pacifici che spiega le ragioni per le quali Israele deve difendersi dai continui lanci di razzi Qassam e pone l’accento sulle intenzioni di Hamas, espresse nel suo statuto, che prevedono non solo la cancellazione di Israele ma anche lo sterminio degli ebrei.

Gelidi venti di guerra tornano ad abbattersi su Gaza. La rappresaglia continua a mietere le sue vittime: non importa se tra loro ci siano donne, vecchi e bambini. La logica dell’eterna vendetta non bada a questi dettagli. Quali saranno le conseguenze politiche dell’offensiva, non è dato saperlo. Le istantanee dei raid sono, invece, sotto gli occhi del mondo intero. Ne parliamo con Riccardo Pacifici, capo della comunità ebraica romana, che difende a spada tratta la “sua” Israele.


D. Nonostante gli appelli internazionali, Israele va avanti con i raid.


R. Rigiro la sua domanda: nonostante gli appelli internazionali continuano i lanci di razzi Qassam nelle cittadine del sud di Israele al confine con Gaza, che sono la causa scatenante dei raid.

[L’uovo o la gallina? Tipica ipocrisia farisaica alla quale poco serve ricordare che la storia incomincia assai lontano. Perchè i coloni ebrei hanno scacciato dai loro 450 villaggi e dalle loro case ben 750.000 palestinesi nel solo 1948? In quale romanzo kafkiano esiste un recinto di 360 kmq dove dentro sono rinchiusi un milione e mezzo di persone, che non possono ne entrare nè uscire che i recentatori non lo permettono? È una prigione, un lager, un mondo irreale di un’altra dimensione? Come se non bastasse i recintatori sparano pure raid aerei armati con razzi dentro il lager? Riccardo vuole insultare l’intelligenza di chi legge, girando la frittata.]
E’ un martellamento continuo: è come se Firenze o Bologna si trovassero costantemente sotto il lancio di razzi da parte di un paese, non so, come l’Austria, e si chiedesse al governo italiano di non fare nulla e di continuare a chiedere il negoziato su non si sa che cosa, visto che il contenzioso sul territorio di Gaza non esiste.
[L’esempio è esattamente al contrario: Gaza ha una superficie complessiva di 360 kmq abbiamo dentro ed ogni cosa che entra o esce da questo territorio è controllato da Israele, che ha una superficie complessiva di 20.000 kmq, ma in più è aperta agli scambi con tutto il resto del mondo. Invece Gaza è letteralmente imprigioniata da Israele, per per la nota perfidia ebraica potrebbe anche aver concesso o favorito l’uso di ridotte e ridicole minaccie da parte dei prigionieri di Gaza per poi scatenare la reazione. Qualcosa di simile, ma a parte rovesciate era successo con la rivolta del ghetto di Varsavia. Se Riccarduccio vuol fare delle similitudini di peggio non poteva trovare: Firenze che bombarda l’Austria! Se mai è il contrario, ma si che gli eletti cervelli, specialmente se hanno fatto corsi di Hasbara, funzionano in modo così eletto da poter essere compresi nella loro profondità solo da altri eletti cervelli]

Parla del ritiro voluto da Sharon?


Ricordiamo tutti le immagini di tre estati fa dello sgombero degli insediamenti israeliani: la risposta è stata l’intensificazione dei missili. Prima c’era una zona cuscinetto, adesso che sono a poche centinaia di metri, bastano 12 secondi per colpire una casa.


E’ vero, ma la portata dell’offensiva israeliana non è paragonabile. Come non lo è il numero delle vittime.


Non stiamo facendo la conta delle vittime,

[quisqulie! Almeno i nazisti in Roma si erano limitati nella loro rappresaglia al rapporto di 1 a 10 ed il povero Priebke è stato condannato, se ben ricordo, per essersi sbagliato nel conteggio ed aver messo 5 vittime in più del calcolo della decimazione. Ma gli Eletti che sono davvero speciali in tutto di vittime fanno non meno del rapporto da 1 a 100 ma senza contare i feriti gravi e gravissimi a morte differita. In questo caso il rapporto potenziale sale da 1 a 1000. Non meno. Ma il calcolo delle vittime potenziali non finisce qui e si estende a 1.500.000 almeno. Come? se si considera che una qualsiasi comunità organica ha bisogno dei suoi capi, così come la comunità ebraica romana ha un suo eccellente capo in Riccardo Pacifici, la decapitazione dei dirigenti equavale ad una forma di genocidio. L’omicidio mirato di tutta la dirigenza di hamas è lo scopo dichiarato e perseguito della guerra in atto. Cosa sarebbe la comunità ebraica romana se venisse orbata di riccardo e di tutti i suoi dirigenti?]
qui si scontrano due modi di ragionare, due modi di intendere la sacralità della vita:
[Caspita! Proprio Riccardo Pacifici. l’uomo delle cinquine che parla di sacralità della vita! Non ce lo saremmo mai aspettati. Ma vediamo. Abbastanza chiaro da quel che segue: le vite sono sacre se sono quelle del “popolo israeliano” che come è noto dalla Bibbia ricevette almeno 3000 anni l’ordine tassativo da parte di Geova di sterminare i Cananei ai quali dovevano sottrarre la terra. Siamo un pochino in ritardo con i tempi, ma per onorare la volontà divina non è mai troppo tardi. Cercano però di attenuare la portare del comando divino. Bisogna dargliene atto. Ce la stanno mettendo tutta ad ammazzare i 17.000 militanti di Hamas in modo che se i sopravvissuti proprio vorranno cercarsi un capo, se non scelgono di fare un poco di turismo all’estero, dovranno scegliersi il buon Abu Mazen, che ha avuto da Israele il certificato di eliggibilità. C’è la stanno mettendo tutta e essendo appena a 400 vittime di cui probabilmente solo una minima parte sono militanti di Hamas ce ne vuole ancora di lavoro prima di arrivare al numero di 17.000. Calcolando poi che per un “omicidio mirato” si abbiano almeno 100 vittime collaterali, incresciosi incidenti, si può fare il seguente calcolo 17.000 x 10 = 1.700.000. Considerato che la popolazione attuale di Gaza è di soli 1.500.000, bisognerà trovare gli altro 200.000 fuori di Gaza. Forse in Cisgiordania o in giro per il mondo. Ma il Mossad ha una luna pratica di missioni all’estero.]
c’è chi in maniera deliberata colpisce i civili esultando alla morte del nemico.
[Riccardo, il teorico della cinquina, non esulta mai, come è noto, sempre pronto come è a chiedere se il tale può continuare a insegnare o magari potrammo aggiungere se può continuare a vivere. Finora non sempre che i prigionieri di Gaza abbiano molte probabilità, stando ai desideri pacifici di Riccardo. Perfino gli alti prelati del Vaticano (uno stato estero creato da Mussolini) non possono più essere di poter entrare in Italia. Gaza è un ottimo modello anche per il Vaticano. Magari ai valichi si manderanno per allietare i turisti i centurioni romani in costume, di cui i “cittadini romani di religione ebraica” hanno il monopolio professionale.]
E c’è chi, come il popolo israeliano, è costretto a difendersi
[tipico ribaltamento semantico: gli aggressori sono quelli che si difendono e gli aggrediti del lager sono in realto gli aggressori dei loro carcerieri. Solo una mente eletta come quella dei “cittadini italiani di religione ebraica” poteva arrivare a simili profondità o bassezze di pensiero: «equilibrio e rigore storico».]
e quindi annientare le zone
[annientare le “zone”? O le persone? «Equilibrio e rigore storico» , ma è stato dimenticato il rigore “geografico”. Invece il “rigore matematico” dell’1 a 100 è solo sottaciuto, come è buona norma non accennare mai all’esistenza dell‘atomica israeliana. I “corretti” giornali lo sanno e non ne parlano mai.]
dalle quali vengono lanciati questi missili. Sappiamo che la forza israeliana può esser ancor più devastante di quella che stiamo vedendo in questi giorni:
[appunto! Fino all’atomica] e potrebbe esserlo se non ci fosse la remora di colpire meno civili possibile.[Commovente amore per l’umanità. Peccato che a Richard Falk appena una settimana prima della Santa Mattanza non gli abbiano consentito di verificare per conto dell’Onu lo spirito umanitario israeliano]

Crede che la rappresaglia porterà a qualche risultato politico?


Prima di tutto porta un risultato politico all’interno di Israele. [Ed è la sola cosa che interessa. Il resto non conta] I governanti israeliani devono rispondere al proprio elettorato,

[Israele è l’«unica democrazia del Medio Oriente». Immaginiamoci cosa potrebbe succedere che ve ne fossero altre simili.]
prima che alla comunità internazionale.
[E ci vogliamo e dobbiamo preoccupare dei goym? Non vale un solo ebreo non meno di 1000 goym. Calcolando i mitici 6.000.000, se si aggiungono tre zero, vengono 6 miliardi da cui tolti almeno un miliardo di islamici, da considerare fuori della specie umana, abbia una “corretta” maggioranza di Eletti sui goym. Dunque prima l’elettorato israeliano, poi la comunità internazionale, come volevasi dimostrare]
Ripeto, nessun politico di buon senso in nessuna parte del mondo potrebbe accettare questo: provi a ricordare cosa accadde in Italia quando un missile venne lanciato a Lampedusa.
[Ci siamo messi a ridere tutti quanti. Io ho forse qualche anno di più di Riccardo e me lo posso ricordare. Non ci furono morti ed il lancio di quel missile resta sepolto nel misteri di quegli anni.]

Cosa vuol dire?


A quel tempo si invocò la rappresaglia, anche se non aveva fatto né morti, né feriti, né danni.

[Nessun italiano di buon senso invocò una guerra contro la Libia: non ricordo nulla del genere. Ma di rappresaglie ne ricordo ben altre. Ed a salvare la vita di Geddafi dalle amorevoli cure degli americani fu proprio Craxi, che per questi non è amato dai “cittadini italiani di religione ebraica”, soprattutto quando osservano il comandamento divino delle sterminio dei cananei /palestinesi]
Questo è il momento in cui la comunità internazionale dovrebbe paradossalmente ascoltare i membri pragmatici del mondo arabo, come Abu Mazen,
[come appunto si diceva prima. Abu mazen è il quisling già pronto, da utilizzare finché il processo di annientamento dei palestinesi come popolo non verrà completato. Dopo anche gli Abi mazen saranno superflui, superato dallo stato dell’opera prevista già almeno 100 anni prima]
che (lui e non noi, fans di Israele) credono che Hamas abbia sbagliato ad annunciare la rottura della tregua con due settimane di anticipo, a sancire quella interruzione col lancio di missili, e quindi aver portato al baratro il popolo palestinese.
[Nella fossa lo stanno mettendo i Figli di Davide nonché Parenti di Riccardo. Che Hamas abbia sbagliato o no le sue strategie politiche, non tocca a noi giudicare, che già fatichiamo a seguire le mirabolanti promesse dei nostri governanti di volta in volta al potere. Che poi proprio Riccardo, dalla carità pelosa, debba fornire lui an noi goym la base per i nostri giudizi è una specie di sacrilegio: è meglio che tutto ciò che appratiene ai “cittadini italiani (e israeliani) di religione ebraica” resti al loro interno]
Forse così potremmo vedere il volto diverso del Medioriente e soprattutto la nascita di un vero Stato palestinese in pace, in democrazia, a fianco di quello israeliano.

[Capirai! Sembra proprio una bella favola di Natale. È infatti questa la “soluzione finale” che il governo israeliano va preparando per i palestinesi. Purtroppo, non sono da soli abbastanza civili per autodeterminarsi. Ed infatti quando è stato concesso loro di votare hanno scelto Hamas anziché la lista che era stata loro indicata. Ma dopo questa abbondante scrematura biologica di capodanno l’albero potrà crescere più rigoglioso che mai e fornire quella popolazione servile che i padri del sionismo avevano previsto.]

In momenti come questo, sale il livello di allerta delle varie comunità ebraiche

[ma come allora si può dire “ebraico” senza la lungaggine “cittadini... di religione ebraica? Se Riccardo non protesta vuol dire che forse si può dire. Meno male! Era così faticoso l’uso di una filastrocca di parole per una cosa tanto semplice da dire]
sparse per il mondo?


Durante l’Intifada, dal 2000 al 2005, la tensione ha provocato una forte emigrazione verso Israele, soprattutto tra gli ebrei francesi.

[Appunto! Emigrazione! La prima di 25.000 unità è del 1882. Dopo di allora ne sono venute altre ed alla fine hanno cacciato di casa i loro ospiti palestinesi, che adesso non possono loro invocare nessun “diritto al ritorno”, quel diritto che invece è stato riconosciuto agli ebrei francesi che in Palestina non avevavno mai messo piede.]
In Italia non esiste un livello di allerta superiore, ma rimane quello standard, che è comunque sempre molto alto.
[Non ero informato, ma mi chiedo cosa debba fare, quando incontro in Roma Riccardo Pacifici. Dovrò cambiar strada? Chiamare il 113? Andare in questura? Chi dovrà aver paura di chi? Io di lui o lui di me? Una bella confusione. Cosa vuol dire poi standard? Che vengono tolti poliziotti e carabinieri da zone dove è presente mafia e ndrangheta per fare gli agenti di rappresentanza davanti a edifici ebraici ed in questo modo non tanto proteggere gli ebrei da minacce inesistenti quanto incutere timore ai comuni cittadini goym che vedranno in ogni ebreo una sorta di don Rodrigo con i suoi bravi, i comuni cittadini che devono vedersela da soli in Calabria e Sicilia con mafia e ndrangheta.]
Vede, lo statuto di Hamas non prevede solo la cancellazione dello Stato di Israele, ma prevede anche lo sterminio degli ebrei.
[Andrò a leggere lo statuto di Hamas, per aumentare la mia cultura politica. Quel che è certo che finora la distruzione e lo stermionio dei palestinesi lo hanno fatto gli ebrei di Palestina. Come anche sono loro che hanno cancellato dalla carta geografica ben 450 villaggi palestinesi. Se gli altri dicono, gli ebrei fanno.]
Non esiste un edificio ebraico che non abbia il presidio delle forze dell’ordine e alcuni di noi vivono sotto scorta. Questo può farle capire il nostro stato d’animo.
[E figuriamoci il mio quando vedo totalmente sprovviste di polizia vaste zone della Calabria mentre li vedo abbondare in tutti gli edifici ebraici. Una volta mi sfogai dicendolo proprio ai poliziotti di piantone davanti ad un centro culturale ebraico, dove l’intolleranza per il resto del mondo si tagliava a fette. Posso testimoniarlo per esperienza diretta. Ma i nostri governati alla Fini e all’Alemanno ci dicono che bisogna soffrir tacendo. Ne sa qualcosa il povero prof. Valvo della cui sorte non mi riesce di saper più nulla.]

Si pensava che Obama avrebbe posto rimedio al conflitto israelo-palestinese. Ma non c’è stato tempo.


Quando Obama andò in visita a Sderot, una delle cittadine che vivono sotto l’incubo dei missili, disse: “se avessi un figlio che vive qui, farei di tutto per difendere la sua incolumità”.

[È questo appunto il messaggio lanciato dall’ADL: un apposita circolare ha diffuso questo aneddotti a tutti i centro regionali dell’Hasbara. Ne abbiamo trattato difusamente in un post dal titolo I bambini di obama e l’uso che che fa l’ADL. Chissà se l’abbronzato Obama abbia mai sospettato l’uso che altri avrebbe fatto di questo sua banalità]
Credo che questa sia la migliore risposta che potesse dare non il guerrafondaio Bush, ma l’uomo della speranza, Barack Obama.
[Speranza per chi? Per quelli che stanno già sottoterra o per quelli che ci andranno prossimamente. Quando avrà assunto servizio il 20 gennaio non dovrò preoccuparsi di quelli ormai seppelliti. Per adesso si gode una bella vacanza alle Hawai. Gli abbronzati per secoli sono stati apprezzati per i loro servigi. È probabile che verranno ancora apprezzati per le loro ataviche virtù. I bianchi non hanno scelto male. Dopo secoli di buona educazione si può aspettare che si comporteranno a dovere. Ma aspettiamo ancora per vedere. Non precipitiamoci con le previsioni. Diamo tempo alle scarpe di stagionare.]

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* * *



Non abbiamo grande considerazione per le capacità di elaborazione hasbarica di Riccardo Pacifici. In definitiva, le sue dichiarazioni sono controproducente per il suo disegno di conquista egemonica della pubblica opinione. Mi auguro che rilasci molte altre interviste come quella qui sopra riprodotta. Questa intervista mi conferma nell’opinione che già avevo del personaggio. Che continui a fare le sue incredibili pubbliche dichiarazioni, la cui più emblematica resta per me quella della “cinquina”, secondo cui un vero e proprio assalto squadristico, da lui coperto se non ispirato, si sarebbe risolto non in un vero e proprio di atto di violenza squadristica, ma in schiaffi innocenti, cioè in “cinquine” allungate sulla faccia di qualcuno. Naturalmente vorrei che fosse così come lui dice, ma in questo caso vorrei che fossero dichiarati innocenti anche le umili scarpe, comprese la loro traiettoria in libera uscita. Ed io so già di tanti possibili percorsi. Il personaggio però da del tu a Fini e a Alemanno, che in pratica fanno tutto ciò che lui chiede loro: dalle pensioni privilegiate per meriti ebraici al prossimo museo della memoria che graverà per 23 milioni di euro sulle dissestate casse comunali e che servirà per nuove campagne della guerra ideologica in atto dal 1945 ad oggi. In ultimo, dietro a così forti e “grandi emozioni” Fini fra la chiesa cattolica e Israele ha scelto quest’ultimo, ovvero i 40.000 cittadini di religione ebraica piuttosto che i 57 milioni di religione cattolica. Un Fini che non è capace di altrettanta emozione e indignazione davanti il genoidio di Gaza. Vede le vergogne del 1938, quando non era ancora nato, e ne incolpa tutti gli italiani compreso il mondo cattolico, ma non vede le vergogne del 2008 in Gaza. Non solo opportunismo politico, ma anche disturbi della vista e della percezione morale e intellettuale.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

sono Silvia Zingaropoli... una domanda: non ho ben afferrato il tono dell'introduzione alla mia intervista, decisamente in contrapposizione con i commenti sottostanti alle dichiarazioni di Pacifici.. ma l'autore è sempre lei? Cordiali saluti.

Antonio Caracciolo ha detto...

Tutto il testo in corsivo è mio, cioè di Antonio Caracciolo, creatore e amministratore di questo blog. Tutto ciò che è in tondo non è invece mio: in parte di chi fa la domanda a Pacifici, cioè lei, e in parte di Pacifici stesso che risponde confermando la sua abituale idiozia. Spero che adesso sia chiaro. Aggiungo ancora che i miei testi sono spesso scritti di getto, ma mi riservo sempre la possibilità di una revisione formale e sostanziale di ciò che scrivo. È una differenza importante rispetto alla carta stampata. Per questo preferisco i blog alla pubblicazione cartacea. Cordiali saluti.