Ho ritrovato finalmente in internet un articolo che è stato letto questo pomeriggio 10 gennaio 2009 nel sit-in di Largo Goldoni organizzato dalla Comunità di base di San Paolo insieme con numerose altre associazioni. Ho prestato particolare attenzione alla lettura che ne veniva fatta perché trovo la conferma ad una tesi di cui sono convinto e che cerco di illustrare in una forma sempre più persuasiva e documentata. Israele deve non poco della sua fortuna politica ed economica ad un senso di colpa che con abile e tenace propaganda ha saputo e sa instillare ai governi europei, soprattuto ai tedeschi, il cui cervello è cose se fosse lobotomizzato. In Germania è pericolissima qualsiasi accenno ai temi olocaustici. Ne ho avuto conferma in occasione di un recente convegno internazionale. Un relatore tedesco tenne una dottissima ed elegantissima relazione su questioni attinenti diritti umani ed in particolare sui temi della libertà di pensiero che il più importante dei diritti umani. Ebbene, che in Germania qualche problema al riguardo ci fosse era cosa che non riusciva neppure lontanamente a capire. Questo senso abilmente coltivato della colpa altrui è il trucco con cui Israele e le comunità ebraiche tengono in scacco i paesi ospiti, sorretti peraltro da un’ampia dislocazione di basi militari Usa che come lungi da «difendere la nostra libertà» (Sgarbi) sono il più sicuro presidio della nostra servitù perpetua. Ma ciò che succede oggi a Gaza supera di gran lunga tutto l’orrore di Auschwitz. Gli israeliani ed i sionisti della Lobbies lo sanno così bene che reagiscono con estrema ferocia e determinazione ogni volta che si riaffaccia questa verità di evidenza geometrica: basta fare la comparazione degli anni del nazismo e di quelli del sionismo, quindi la conta delle vittime, delle sofferenze inflitte, delle menzogne escogitate per nascondere la verità. Per proteggersi da questa verità che incombe hanno bisogno di leggi sempre più liberticide che reprimono ogni libertà di pensiero e di ricerca sui temi non ammessi. È vietato perfino l’uso metaforico del linguaggio. L’«Olocausto» non può essere comparato con nulla, o meglio nulla può essere comparato con l’Olocausto, l’Assolutamente Incomparabile.
Hai fatto una strage di bambini e hai dato la colpa ai loro genitori dicendo che li hanno usati come scudi. Non so pensare a nulla di più infame. A distanza di una generazione in nome di ciò che hai subito, hai fatto lo stesso ad altri: li hai chiusi ermeticamente in un territorio, e hai iniziato ad ammazzarli con le armi più sofisticate, carri armati indistruttibili, elicotteri avveniristici, rischiarando di notte il cielo come se fosse giorno, per colpirli meglio. Ma 688 morti palestinesi e 4 israeliani non sono una vittoria, sono una sconfitta per te e per l'umanità intera.
Ascolta Israele!
Io non rinnego la mia storia, la storia della mia famiglia, che è passata dalla Shoah. Però rinnego te, lo Stato di Israele, perché hai creduto di poter far valere il credito della Shoah per liberarti del popolo palestinese e occupare la sua terra. Ma non è così che vanno le cose, non è così la vita. Il popolo di Israele deve vivere di vita propria e non vivere della morte altrui.
Ascolta Israele!
Io non rinnego la mia storia, la storia della mia famiglia che è passata dalla Shoah, ma io oggi sono palestinese. Io sto dalla parte del popolo palestinese e della sua eroica resistenza. Io sto con l'eroica resistenza delle donne palestinesi che hanno continuato fare bambine e bambini palestinesi nei campi profughi, nei villaggi tagliati a metà dai muri che tu hai costruito, nei villaggi a cui hai sradicato gli ulivi, rubato la terra. Sto con le migliaia di palestinesi chiusi nelle tue prigioni per aver fatto resistenza al tuo piano di annessione.
Ascolta Israele!
Non ci sarà Israele senza Palestina ma potrà esserci Palestina senza Israele, perché il tuo credito, ormai completamente prosciugato dalla tua folle e suicida politica, non era nei confronti del popolo palestinese che contro di te non aveva alzato un dito, ma era nei confronti del popolo tedesco, italiano, polacco, francese, ungherese e in generale europeo; ed è colpevole la sua inazione.
Ascolta Israele, ascolta questi nomi: Deir Yassin, Tel al-Zaatar, Sabra e Chatila, Gaza. Sono alcuni nomi, iscritti nella Storia, che verranno fuori ogni qualvolta si vedrà alla voce: Israele.
TAGLIO BASSO | di Stefano Sarfati Nahmad
il Manifesto, 9.1.09
GUERRA UMANITARIAAscolta, ascolta Israele!
Hai fatto una strage di bambini e hai dato la colpa ai loro genitori dicendo che li hanno usati come scudi. Non so pensare a nulla di più infame. A distanza di una generazione in nome di ciò che hai subito, hai fatto lo stesso ad altri: li hai chiusi ermeticamente in un territorio, e hai iniziato ad ammazzarli con le armi più sofisticate, carri armati indistruttibili, elicotteri avveniristici, rischiarando di notte il cielo come se fosse giorno, per colpirli meglio. Ma 688 morti palestinesi e 4 israeliani non sono una vittoria, sono una sconfitta per te e per l'umanità intera.
Ascolta Israele!
Io non rinnego la mia storia, la storia della mia famiglia, che è passata dalla Shoah. Però rinnego te, lo Stato di Israele, perché hai creduto di poter far valere il credito della Shoah per liberarti del popolo palestinese e occupare la sua terra. Ma non è così che vanno le cose, non è così la vita. Il popolo di Israele deve vivere di vita propria e non vivere della morte altrui.
Ascolta Israele!
Io non rinnego la mia storia, la storia della mia famiglia che è passata dalla Shoah, ma io oggi sono palestinese. Io sto dalla parte del popolo palestinese e della sua eroica resistenza. Io sto con l'eroica resistenza delle donne palestinesi che hanno continuato fare bambine e bambini palestinesi nei campi profughi, nei villaggi tagliati a metà dai muri che tu hai costruito, nei villaggi a cui hai sradicato gli ulivi, rubato la terra. Sto con le migliaia di palestinesi chiusi nelle tue prigioni per aver fatto resistenza al tuo piano di annessione.
Ascolta Israele!
Non ci sarà Israele senza Palestina ma potrà esserci Palestina senza Israele, perché il tuo credito, ormai completamente prosciugato dalla tua folle e suicida politica, non era nei confronti del popolo palestinese che contro di te non aveva alzato un dito, ma era nei confronti del popolo tedesco, italiano, polacco, francese, ungherese e in generale europeo; ed è colpevole la sua inazione.
Ascolta Israele, ascolta questi nomi: Deir Yassin, Tel al-Zaatar, Sabra e Chatila, Gaza. Sono alcuni nomi, iscritti nella Storia, che verranno fuori ogni qualvolta si vedrà alla voce: Israele.
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