sabato 31 gennaio 2009

Il papa umiliato. Cristo di nuovo nelle mani dei Giudei.


A leggere o ad ascoltare la stampa quotidiana la nostra attitudine mentale deve essere la seguente: quale nuovo inganno mi porta oggi la Fama? ossia la divinità pagana associata alla circolazione delle notizie con ogni mezzo disponibile. Le notizie in sé non sono né vere né false. Diventano l’una o l’altra cosa dopo che siano state vagliate dalla nostra intelligenza critica. Il sistema della stampa e della televisione italiana è però ordinariamente una fabbrica del falso, il cui scopo non è mai quello di informare i cittadini che comprano quel tal giornale o seguono i tg. Scopo principale dell’informazione di regime è quello di coadiuvare le operazioni politiche più o meno occulte di chi tiene le leve di comando o di chi cerca di soppiantarle. Il lettore scaltrito deve faticare non poco a capire cosa e chi si cela dietro la notizia che gli viene fornita. L’opinione pubblicata di un tal Opinionista non è mai l’opinione pubblica della gente o del popolo, che disperato si manifesta a volte come presenza reale nelle pubbliche manifestazioni di piazza o di strada, regolarmente diffamate e vilipese dagli Opinionisti di regime: non amano l’opinione pubblica che si manifesta direttamente. Vogliono avere loro il monopolio di rappresentarla anzi di poterla sostituire.

Il papa, dunque. Non ne ho mai visto così umiliata la figura. L’averlo costretto ad un balletto di dichiarazioni prive di senso logico ha molto appannato quella sua funzione di Guida che le è rimasta dopo la perdita del suo potere temporale. Ha invece conquistato un grande potere temporale proprio l’Ebraismo che servendosi di questo potere è riuscito ad umiliare il Sommo Pontefici dei cattolici, i quali in buona parte non si accorgono o non hanno interesse e volontà ad accorgersene di quanto siano stati ridotto al rango di fratelli non “minori” ma “infimi” al cospetto del fratello maggiore che si chiama Caino e continua a fare ciò che ha sempre fatto e che solo sa fare: uccidere e massacrare. Gaza docet oggi, ma la storia è assai antica e affonda nella notte dei tempi. Di certo, se Benedetto XVI non avesse deciso di far rientrare nella Chiesa i “fratelli” non meno consanguinei ed affini del fratelli “ebrei” l’operazione “piombo fuso contro Williamson” non sarebbe stata scatenata. Ciò che si teme è l’apporto critico, ovvero l’azione profetica, di tanti Williamson all’interno di un cattolicesimo ormai smarrito. Non saranno le adunate mediatiche e spettacolari di un Giovanni Paolo II a ripristinare una Fede che si lascia sempre più evangelazzare dai media ossia dagli strumenti del Maligno.

Posso qui solo accennare ciò che incomincio appena ad intravedere con sufficiente chiarezza ed affidabilità. Che la Shoa non entri in causa come un normale fatto storico, accertabile o meno, è ormai evidente. Nell’apparente abbondanza di informazione quasi nessuno dei bombardati dai media sa neppure distinguere fra “forni crematori” e “camere a gas”. Pensa che siano la stessa cosa. L’ignoranza sul merito è pari al clamore suscitato. La gente è indotta a credere che chi avanza dubbi su come siano andate le cose oltre 60 anni fa intenda negare pietà alle vittime quali che siano e quale sia stata la loro sorte individuale. Su questa montatura si puntano le artiglierie mediatiche ora su questo ora su quello. Quasi sempre, dopo queste operazioni abilmente orchestrate, segue o un provvedimento legislativo di tipo repressivo o emolumenti gratificanti e sostanziosi a beneficio dei direttori di orchestra.

La Shoa appare sempre più come l’elemento mitico fondativo di una nuova religione. I teologi possono spiegare meglio di me come il processo in atto comporti la sostituzione del Cristo crocifisso con il popolo ebraico crocifisso. Gesù Cristo torna ad essere un “impostore” come fu bollato dagli ebrei 2000 anni fa secondo i racconti evangelici, mentre al suo posto come figura sacrificale e salvifica viene collocato il popolo ebraico che in Auschwitz avrebbe avuto la sua crocifissione. Mentre su Gesù Cristo la critica storica e filologica procede senza sosta al punto da contestarne sempre più l’effettiva esistenza storica, è posto invece un assoluto divieto alla ricerca storica su Auschwitz e sui regimi che per legge o nei discorsi dei nostri maggiori rappresentati di regime sono dichiarati manifestazioni del Male Assoluto. È lo stesso ingrediente di un processo di fondazione metafisica di una nuova religione al cui centro è posto l’ebraismo. Giusto qualche giorno fa un ministro ha dichiarato che «siamo tutti ebrei». Non ci resta che aspettare una legge che ad ognuno di noi imponga la circoncisione nelle USL della propria zona.

Gli opportunismi della politica e del potere ci hanno abituato alla vista delle cose più incredibili. Questo processo corrode oggi anche la chiesa cattolica. Per la maggior parte di noi il Concilio Vaticano II ha significato il passaggio dalla messa in latino alla messa in italiano. Per la gente semplice totalmente digiuna di latino non è parso male poter partecipare alla messa di precetto usando un linguaggio a lui più accessibile. Ma questo è solo un fatto esteriore. Vi è dell’altro nel Concilio Vaticano II. Per una normale intelligenza il cristianesimo resta privo di senso e di fondamento senza la sua antiteticità al fariseismo giudaico che è descritto in ogni riga dei Vangeli. La storia sacra di duemila anni ha dimostrato senza ombra di dubbio che Cristo e gli Ebrei sono inconciliabili. Ogni Cristiano sa che Gesù fu messo in croce dagli Ebrei. Negare questo è negare l’ABC del cristianesimo. Significa consegnare Cristo per la seconda volta nelle mani dei Giudei. Non lo tratteranno bene come han dimostrato in Gaza con una nuova strage degli innocenti. Il vescovo Williamson ha rivelato il mondo questa Verità dimenticata dai pastori o meglio avviluppata in “misteri” così fitti da riuscire impenetrabili ai più. Sta al mondo ascoltare quella Verità che ognuno sente nel suo cuore.

Il papa è appoggiato e coadiuvato dalla maggior parte dei politici italiani quando si tratta di sostenere una funzione repressiva della Chiesa nei confronti di minoranze sociali ed emarginate che non si riconoscono spontaneamente nei valori cattolici o nel magistero morale della chiesa, la cui dottrina dovrebbe valere – dicono – per l’umanità tutta in quanto diritto naturale necessariamente evidente ad ognuno, anche non cristiano o non cattolico o non occidentale. In questi casi la repressione è feroce e la Chiesa sembra un potere “forte”, anche se non amato dai più deboli. Il quadro cambia quando interviene il potere temporale ebraico. In questo caso gli stessi politici cattolici, i baciapile di sacrestia, sono i primi a dare addosso a qualche prete che esce fuori dalle righe e pretendono che il papa e le alte gerarchie si uniscano nella condanna del reprobo. Si scopre allora che la Chiesa è un potere “debole” secondo l’antico adagio: forte con i deboli e debole con i forti.

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