domenica 26 giugno 2016

Per una storia del Movimento Cinque Stelle: 3. Vittorio Ballestrazzi il “diffidato”.

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«Per una storia del Movimento Cinque Stelle» vuole essere una storia in progress di un Movimento costituitosi ufficialmente il 4 ottobre 2009. Nato nel Nord Italia viene alla ribalta con le elezioni comunali di Parma nel maggio 2012, con le elezioni regionali siciliane dell’ottobre 2012, dove il M5s risulta essere il primo partito, lasciando prevedere il risultato delle elezioni politiche nazionali del febbraio 2013. La storia del M5s è costellata di “casi” e da domande sulla sua organizzazione e sul ruolo della Casaleggio Associati. Di certo non è un Movimento che erige barricate e occupa piazze, o partecipa a scontri di strada, ma ha come suo obiettivo principale se non unico la partecipazione alle competizioni elettorali: è dentro il sistema anche se ai suoi inizi amava apparire come anti-sistema, antipolitico, rivoluzionario. Tutto il potere dei vertici si concentra nella inclusione/esclusione dalle liste elettorali. Il suo successo politico ha delle analogie con ciò che seguì a Mani Pulite, fenomeno caratterizzato da una esplosione di scandali. Da allora è un succedersi di sigle politiche,  ma senza che la situazione complessiva del Paese sia andata migliorando, o abbia cambiato di segno. Poiché la Rete è stato il punto di partenza del M5s, è dalla Rete che attingeremo tutte le nostre notizie, cercando di discernere il grano dal loglio.
CL
 

Vittorio Ballestrazzi con BP
Anche Vittorio Ballestrazzi è uno di quei tanti che ricevono la classica lettera con la quale si notifica che il destinatario non è autorizzato a usare il nome di Beppe Grillo e il marchio del Movimento Cinque Stelle. Inutile cercare in simili lettere spiegazioni o tentare repliche e contraddittori. È come una lettera aziendale di licenziamento. Ma è da queste lettere e da questi “casi” che noi partiremo per tentare di scrivere una nostra storia del M5s. Esistono già dei libri, redatti con metodo e secondo un impianto narrativo, ma hanno tutti il limite di poter essere presto superati dagli eventi successivi alla data di uscita dalla stampa. Raccogliamo qui di seguito un gruppo di links su Vittorio Ballestrazzi che fu capogruppo consiliare a Modena e che ebbe uno scontro con Giovanni Favia, che cercheremo di ricostruire non tanto per la vicenda in sé ma in quanto possa gettare luce sull’essere e il divenire del M5s. La controversia iniziale, oggi difficile ed oziosa da seguire, riguarda una candidatura regionale. Giovanni Favia si era candidato a Bologna e a Modena, risultando in entrambi eletto. Dovendo scegliere o per Bologna o per Modena, avrebbe favorito il secondo eletto che veniva dopo di noi o in Bologna (Andrea De Franceschi) o in Modena (Sandra Poppi). Favia poteva scegliere del tutto autonomamente, ma per iper-democraticismo penso di ricorrere a delle “secondarie”, scatenando una diatriba.
A conclusione della quale intervenne direttamente di suo pugno,  con lettera da lui firmata, ed nel vol. cit. di Mauro Carbonaro (pag. 192) e da noi ricevuta da Ballestrazzi tramite FB. Per noi è interessante questa parte: «La facoltà del sottoscritto di pretendere la cessazione di ogni attività politica e propagandistica che si appoggi anche solo indirettamente alla propria notorietà e reputazione,  è già stato riconosciuta dalla magistratura, in duplice istanza, nell'imminenza delle scorse elezioni politiche». La lettera non reca luogo e data, ma si evince che è del 3 giugno 2010, nella risposta dello stesso Ballestrazzi che contesta a Beppe Grillo la “diffida” essendo all’epoca consigliere comunale a Modena, in seguito alle elezioni del giugno 2009 con il contrassegno di una lista civica bensì intitolata a Beppe Grillo, ma senza aver violato nessuno dei requisiti richiesti e previsti per la certificazione della lista stessa. Pertanto, la “diffida” appare carente di motivazione e viene pertanto respinta. Sarebbe interessante conoscere il precedente giurisprudenziale da Beppe Grillo fatto risalire alle “scorse elezioni politiche”, cioè nel 2008, definite «fuorilegge» in un post sul Blog di Beppe Grillo del 29 febbraio 2008.

1. Ballestrazzi a processo. – Dal link che riporta una data del 25 luglio 2014 non si capisce bene la cronologia degli eventi, dove l’espulsione di Ballestrazzi risale egli esordi del M5s. Si parla in sostanza di un’assemblea pubblica che costituiva una sorta di “processo” a una persona. A questa operazione è associato il nome di Giovanni Favia. Si imputa a Ballestrazzi di aver fatto «della disinformazione a mezzo stampa che ha danneggiato molto, e sta ancora danneggiando, il Movimento». Sembra che siano le parole di Giovanni Favia, che subirà poi la stessa sorte di Ballestrazzi, cioè l’espulsione dal M5s con pubblico linciaggio e pericoli di incolumità personale. Viene posto il problema giuridico se il famoso Logo - in cui consiste il sistema di potere del M5s - sia revocabile, una volta assunta una carica pubblica la cui discipline è dettata dalla legge e non sa accordi privati fra eletto e suo sponsor o come altrimenti lo si debba chiamare.

Fatto del 16 aprile 2015
2. In principio furono Poppi, Tavolazzi, Ballestrazzi. – L’articolo è del 16 maggio 2016 ed è chiaramente retrospettivo. Si parla addirittura di mille e più espulsioni: se di ognuna di esse riuscissimo a ricostruire la storia avremmo una sociologia politica del M5s. Ci dobbiamo accontentare dei pochi casi a noi noti. Risale allo studio legale Squassi-Montefusco il meccanismo della “diffida”. Il linguaggio è metaforico e facciamo un poco di fatica a seguirlo nel suo contenuto informativo. Si parla di “scusa risibile” utilizzata in centinaia e forse migliaia di casi di “diffide” e/o “espulsioni”. Evidentemente, si valutava che non potesse esserci reazione efficace da parte dei destinatari. Vengono fatti dei nomi su cui apriremo altrettante schede. Si accenna a un fatto ben noto: molti che avevano approvato l’espulsione di altri si trovano poi a subire la stessa sorte: «Le espulsioni dal movimento hanno origini lontane, spesso chi le ha subite, le ha praticate e favorite a sua volta e, interpellato, ha giustificato la propria decisione affermando che le espulsioni invocate erano giuste e diverse da quelle subite…». Dal link questo estratto storico-ricostruttivo: «In principio furono Poppi, Tavolazzi, Ballestrazzi, attenzione, perché Tavolazzi era in “area Favia”, mentre la signora Sandra Poppi e Ballestrazzi erano in conflitto con Defranceschi, Favia e Tavolazzi, carnefici e vittime sono unite dallo stesso destino, da allora si fa fatica a contare le espulsioni dei semplici iscritti, oppure degli eletti, ricordiamo la prima, in Emilia Romagna, dove tutto era cominciato e dove si manifestò, anche la faccia oscura del movimento, il 22 aprile del 2010  leggemmo sul blog di Beppe Grillo il primo annuncio di una lunga serie:”A seguito delle iniziative intraprese contro il MoVimento 5 Stelle in Emilia Romagna, Vittorio Ballestrazzi è diffidato dal parlare in nome e per conto del MoVimento 5 Stelle e dall’utilizzo dei relativi loghi “Lista Civica 5 Stelle” e “MoVimento 5 Stelle”». È firmato: La Gatta Cassandra.

Comunali Modena 2014
3. Ballestrazzi guida gli ex-grillini. – Siamo in Modena al 16 marzo 2014 e troviamo Vittorio Ballestrazzi candidato sindaco per una lista “Modenasaluteambiente”, ormai del tutto fuori dal M5s e con un diverso percorso politico. Estratto dal link: «Nel manifesto campeggiano anche delle stelle, quelle che spinsero, cinque anni fa, Ballestrazzi a candidarsi quando era ancora nel partito di Grillo: “Poi ha vinto la dittatura e noi siamo usciti. Per fortuna. La gente deve capire che noi siamo gli originali”. Rancori? Non sembra, semplicemente la voglia di dimostrare da dove sono venuti. Il loro primo avversario sarà proprio con la A maiuscola, quel Marco Bortolotti che oggi rappresenta Grillo in città. La lista Modenasaluteambiente.it cercherà di pescare tra gli scontenti. Oltre al candidato sindaco Ballestrazzi, ci sarà ancora Sandra Poppi in qualità di capolista. Poi alcune anime dei comitati e associazioni, come l’Arcigay, ieri presente in delegazione con il presidente Alberto Bignardi e il vice Francesco Donini». Ed ancora: ««Il patto Modena Sicura da attuare senza se e senza ma. Vogliamo cambiare direzione a Modena. Abbiamo iniziato nel 2009 con l'aiuto di Beppe Grillo. Siamo cresciuti, abbiamo fatto esperienza amministrativa e politica, abbiamo cercato di influire sulle decisioni di questa amministrazione comunale e possiamo dire che la semina sta portando i frutti. Tutti i candidati alle primarie hanno detto quello che noi dicevamo nel 2009 per le elezioni comunali e nel 2010 per le elezioni regionali, e prima come esponenti di associazioni soprattutto ambientaliste ma anche di diritti di cittadini. Noi manteniamo la coerenza delle liste civiche a 5 stelle con il valore aggiunto della autonomia da qualsiasi padrone che fa il bello e il cattivo tempo in quanto proprietario assoluto del simbolo. I modenesi con noi hanno la possibilità del cambiamento con trasparenza, partecipazione, indipendenza e la conoscenza della macchina comunale acquisita in questi cinque anni dove abbiamo presentato 500 interrogazioni con cui abbiamo cercato di capire cosa era successo e proponevamo il nostro programma, con delibere per la diretta internet, per la partecipazione, per la tutela del suolo e dell'acqua pubblica ma anche per le buche in strada. Siamo la novità che sa come motivare i dipendenti pubblici al servizio dei modenesi». Questi i risultati elettorali 2014 al comune di Modena: Modenasaluteambiente ottiene l’1,6 % dei voti a fronte del M5s che ottiene il 16,2 e il PD con il 45,5 % dei voti. Sembra confermato che tutti quelli che usciti dal M5s pensano di dare vita a formazione autonome politiche autonome e concorrenziali ottengano risultati minimi. Al ballottaggio vince il candidato PD Giancarlo Muzzarelli con il 63,1 % dei voti superando Marco Bortolotti del M5s con il 36,9 % dei voti.

4. Cronistoria: 7 giugno 2009. - Il link originale al quale rinvio la stessa fonte derivata è questo. Delle 100 puntate del “Grillo parlante”, pur essendo all’epoca (1982) in età, non ricordo di averne all’epoca vista neppure una, allo stesso modo in cui oggi giro canale a ogni trasmissione di Crozza: i comici non mi fanno ridere, e meno che mai quando pretendono di parlare di politica. La biografia e il curriculum artistico di Beppe Grillo non rientra nel mio progetto di una Storia del Movimento Cinque Stelle. La cronologia riporta alla data: 1) «7 Giugno 2009: Alle Comunali di Modena la Lista Civica Grillo capeggiata da Vittorio Ballestrazzi, ottiene il 3,5% Sandra Poppi risulta essere la prima dei non eletti del movimento di Grillo.» 2) «22 Aprile 2010: Con questo post Grillo diffida il consigliere comunale M5S di Modena Vittorio Ballestrazzi all’utilizzo dei loghi del movimento. Di fatto é un’espulsione. Ballestrazzi tuttavia dice di esser intenzionato a continuare a usare i loghi. Giovanni Favia lo accusa duramente». 3) «Luglio 2012: Vittorio Ballestrazzi, consigliere comunale di Modena espulso dal M5S ad Aprile, si dimette dal suo incarico. Le subentra Sandra Poppi. Tra gli attivisti del movimento vi é dello scontento poiché la Poppi sembra non partecipare abbastanza agli incontri del gruppo.»

5. Beppe Grillo espelle Ballestrazzi. - Viene data una cronaca di una delle prime espulsioni, appunto quella di Vittorio Ballestrazzi il 22 liglio 2010. È lite fra varie componenti del Movimento. Il tutto nasce dalla scelta del secondo eletto, essendosi Giovanni Favia candidati in tre diverse circoscrizioni, venendo eletto in due e dovendo optare per una una delle due, favorendo il secondo eletto che gli sarebbe subentrato. A distanza di tempo la questione che ci sembra più interessante è la contestazione fatta da Ballestrazzi e Grillo circo l’uso del Logo e la sua proprietà. Giovanni Favia si pronuncia a favore dell’espulsione di Ballestrazzi, ma nulla obietto sulla licetà della stessa “espulsione” dell’iscritto a un Movimento che si professo “inclusivo” anziché “esclusivo”. Neppure oggi si può dire che vi sia una chiara consapevolezza delle questione e tocca attendendere se mai vi sarà il varo della legge applicativa dell’art. 49 della costituzione.

6. I Quattro delle Espulsioni. – Il testo qui riprodotto è del 25 luglio 2014, ma offre un ricostruzione degli anni precedenti che pare dettata dallo stesso Ballestrazzi. La riproduciamo integralmente, riservandosi di redigere apposite schede per i singoli nomi citati: «Anno 2009. Quattro consiglieri grillini in Comune a Modena (Vittorio Ballestrazzi), Bologna (Giovanni Favia), Ferrara (Valerio Tavolazzi), Reggio Emilia (Matteo Olivi). Oggi del quartetto solo uno, Olivi, è rimasto dentro il movimento a Cinque Stelle. Gli altri hanno cambiato maglia e non, come spesso succede in Italia, per un passaggio di campo, ma perché il leader, Beppe Grillo, ha estratto il cartellino rosso e li ha espulsi dal movimento. A Modena, poi, Vittorio Ballestrazzi si è dimesso dal consiglio comunale per lasciare spazio a Sandra Poppi. Lei non ha avuto neanche il tempo di prendere le misure nell’’assemblea municipale che via blog il leader maximo ha emesso la fatwa: due righe due e la Poppi viene sbalzata fuori dai Cinque Stelle. L’’Emilia che ha dato le prime ed importanti soddisfazioni al movimento, i primi consiglieri e addirittura la presa del Comune a Parma, ha visto crescere i ribelli. Una rivolta ormai dilagata come dimostrano i 4 senatori espulsi dal movimento, la senatrice reggiana Maria Mussini ha presentato le dimissioni, e dal’l’Emilia sono arrivati i no al provvedimento: si tratta delle bolognesi Elisa Bulgarelli e Michela Montevecchi, dell’’imolese Mara Mucci e del ferrarese Paolo Bernini. A favore il modenese Michele Dell’’Orco («in questi palazzi le tentazioni sono tante e qualcuno perde la testa per strada») mentre gli attivisti cittadini si dividono in lunghe discussioni nei social network. Gabriele Grotti si adegua alla maggioranza, era a favore dell’’espulsione di due dei quattro senatori, ma solleva il problema: “Hanno vinto i si. Peccato, mi adeguo alla maggioranza ma ritengo che il tutto sia stato organizzato troppo male e in fretta”. Ovvero una scelta così importante non si può prendere in tempi così stretti e senza avere il giusto tempo per documentarsi. Quasi una condanna sommaria, sicuramente senza i tre gradi di giudizio dei processi. Si va per le spicce tra i grillini, ne sa qualcosa Vittorio Ballestrazzi. Il consigliere che aveva già previsto tutto: “Una scelta normale per persone con la testa sulle spalle. Quando si rendono conto che non sono state portate lì per il fine ufficiale cioè portare le istanze dei cittadini per cambiare il sistema. Ci sono però espulsioni ed espulsioni, quella di Favia era legittima perché voleva prendere il potere. Andava contro le idee del movimento”. Eppure ieri l’’interessato non ha mancato di dire la sua: “Nella pattuglia dei parlamentari emiliano-romagnoli ci sono i talebani, i dissidenti e quelli che prima erano dissidenti ma che con i soldi e la poltrona preferiscono stare nell’ombra. Magari nei loro uffici alla Camera giudicano populiste e fasciste le azioni di Grillo e Casaleggio, ma poi preferiscono tacere per non avere problemi”. Parole a cui non crede Ballestrazzi: “cerca solo di cavalcare la situazione”. L’’onda di malcontento sta comunque travolgendo il movimento, a questo punto c’è da chiedersi se si registreranno delle conseguenze a livello locale, alle elezioni amministrative di maggio: «Prenderanno sicuramente meno voti. Il successo era basato sulla novità e sul basso profilo della politica tradizionale. Ora la novità non c’’è più perché è un partito come gli altri, resta la disaffezione - spiega Ballestrazzi - il fattore decisivo è vedere se la politica tradizionale riuscirà a risolvere qualche problema e riprendere quota» (gbn) ». Pare emerga una divergenza di posizioni fra Ballestrazzi e Favia, sia quando erano entrambi dentro il M5s, sia quando entrambi ne sono stati espulsi.

7. Video e audio registrazioni. – Su YouTube Ballestrazzi consigliere modenese.

8. La diaspora silenziosa. – L’articolo del 2 marzo 2014, è un excursus sulle espuslsioni finora avute. Estraiamo quanto è riferito a Balletrazzi, al quale è dedicato questo capitolo. «…A loro si aggiungono i casi di Vittorio Ballestrazzi, conseigliere comunale di Modenam espulso con una raccomandata per aver denucniato i primi problemi dal punto di vista della deemocrazia. Al suo posto entra in Consiglio Sandra Poppi, ma il risultato non camnia. La consigliera non è ben vista dagli altri attivisti che la accusano di essere troppo assente. Quando rifonda la ec lista di Ballestrazzi la Modena5Stelle, per Grillo è troppo e parte la diffida.» L’articolo ha 808 commenti.

MU Modena e Provincia
9. Dossier esplicativo. – Si tratta di un meetup che ha questo titolo: «Dossier esplicativo sui rapporti fra la base degli attivisti meetup modenesi, Vittorio Ballestrazzi e Sandra Poppi», ed è una sorta di processo pubblico. È curiosa a data di fondazione del meetup: 18 luglio 2005, lo stesso giorno in cui veniva costituito un mu napoletano, che poi in data 9 aprile 2012 avviava una discussione sulla natura giuridica del M5s. La discussione mu è pure dello stesso anno 2012: quella di Napoli è stata postata il 9 aprile 2012 e quella modenese di 30 settembre 2012. Tocca leggerle entrambi per vedere se sono contestuali e trattano gli stessi problemi. Dico subito che la lettura iniziale di quello che dovrebbe essere un chiarimento della questione non solo mi interessa poco, ma mi chiarisce pure poco, essendo il mio angtolo visuale la questione della democrazia interna e della liceitò delle espulsione. Che possano esservi visioni diverse e contrapposizioni di punti di vista mi sembra del tutto fisiologico alla democrazia, non invece l’espulsione del dissenziente. Pertanto, salterò tutte le diatribe modenesi del 2012 per soffermarmi su quelle che mi paiono questioni di principio, se ne trovo.

10. Ballestrazzi critica il comizio di Grillo. - Espulso nell’aprile del 2010, Vittorio Ballestrazzi non ha più nessuna remora nel poter dire ciò che pensa anche su Beppe Grillo e sui suoi comizi ed in particolar uno svoltosi in Piazza Grande il 3 febbraio 2013 a Modena. «Beppe ripete sempre le stesse cose. I candidati sono delle semplici comparse e meno parlano e meglio è». Il reddito di cittadinanza verrà a costare più di quel che si dice: non 14 ma 34 miliardi. «Si appropria senza citarle delle idee altrui». Una frase detta il 4 febbraio 2013 da Ballestrazzi a proposito di Renzi è profetica: «Oggi la fortuna di Grillo la fanno Berlusconi che con le sue trovate (vedi restituzione dell'Imu) distrae la massa votante, Ingroia sembra Robespierre che usa le presunte affermazioni degli eroi morti come le lame della ghigliottina e Bersani che è senza dubbio l'utile idiota infatti ha fatto fuori l'unico candidato del suo partito che poteva sconfiggere Grillo e Berlusconi senza se e senza ma: Renzi». Il cronista che intervista Ballestrazzi aggiunge in chiusura la seguente spiegazione: «Ricordiamo che nei mesi scorsi Beppe Grillo era intervenuto di persona e aveva espulso dal suo movimento il consigliere comunale Vittorio Ballestrazzi: "Lo diffido dall'usare il nome del mio movimento". Lo scontro era nato dalla rivedicazione di Ballestrazzi del diritto di Sandra Poppi, modenese, a sedere in consiglio regionale mentre i Grillini come secondo consigliere avevano indicato un altro candidato nonostante avesse meno preferenze».

11. Altri links e webgrafia.


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