lunedì 27 giugno 2016

Per una storia del Movimento Cinque Stelle: 10. Vito Crimi il delegato permanente.

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«Per una storia del Movimento Cinque Stelle» vuole essere una storia in progress di un Movimento costituitosi ufficialmente il 4 ottobre 2009. Nato nel Nord Italia viene alla ribalta con le elezioni comunali di Parma nel maggio 2012, con le elezioni regionali siciliane dell’ottobre 2012, dove il M5s risulta essere il primo partito, lasciando prevedere il risultato delle elezioni politiche nazionali del febbraio 2013. La storia del M5s è costellata di “casi” e da domande sulla sua organizzazione e sul ruolo della Casaleggio Associati. Di certo non è un Movimento che erige barricate e occupa piazze, o partecipa a scontri di strada, ma ha come suo obiettivo principale se non unico la partecipazione alle competizioni elettorali: è dentro il sistema anche se ai suoi inizi amava apparire come anti-sistema, antipolitico, rivoluzionario. Tutto il potere dei vertici si concentra nella inclusione/esclusione dalle liste elettorali. Il suo successo politico ha delle analogie con ciò che seguì a Mani Pulite, fenomeno caratterizzato da una esplosione di scandali. Da allora è un succedersi di sigle politiche,  ma senza che la situazione complessiva del Paese sia andata migliorando, o abbia cambiato di segno. Poiché la Rete è stato il punto di partenza del M5s, è dalla Rete che attingeremo tutte le nostre notizie, cercando di discernere il grano dal loglio.
CL

 
Vito Crimi
Vito Crimi è oggi un personaggio del M5s a tutti noti. Non è incorso in scomunica o errori a sua insaputa ed è saldamente nelle posizioni apicali del Movimento, persino in quella Commissione di Appello, che ho dovuto diffidare con il termine tassativo di cinque giorni, decorso il quale mi sono rivolto al Giudice ordinario che ha emesso Ordinanza cautelare di reintegro dalla mia precedente espulsione. Se ne parla nel libro di Fausto Carbonaro, che contiene una buona raccolta dati dalla quale abbiamo attinto. Vi sono pagine dove ci si sofferma su una singolarità, stando a quel che ivi si legge. È noto come il militante del M5s si chiama Attivista che diventa certificato una volta che sia stata attivata la sua iscrizione nel Blog nazionale di Beppe Grillo, venendo quindi fornito di chiavi di accesso e password per poter partecipare a votazioni online e quanto altro programmato. I Candidati alle diverse tornate elettorali vengono scelti di norma fra gli attivisti certificati che sono distinti dai semplici cittadini che votano o si fermano nei banchetti. Una volta eletto il candidato è il solo ad essere autorizzato a usare il Logo (non quello dei Vangeli, ma quasi), cioè a dire: io sono il M5s. Tutti gli altri attivisti o cittadini anche elettori del M5s non lo possono fare e possono parlare solo a titolo personale, magari facendo un tifo da sfegatati, soprattutto nella Rete, ma non sono autorizzati all'uso del Logo. Se lo fanno in pubblici convegni, possono ricevere la classica lettera del mitico Avv. Montefusco con diffida all'uso del marchio di proprietà esclusiva del suo cliente Beppe Grillo. Inoltre, l'uso del Logo da parte degli Attivisti eletti a qualche carica comunale, municipale, regionale, nazionale, europea, lo sono solo per la durata della carica elettiva. Possono esserne privati anche durante il mandato. In questo caso interviene il dettato costituzionale del divieto di mandato imperativo che nel nostro contesto assume una nuova luce. Non stiamo qui a ricostruire la ratio di questa norma, da quando essa fu istituita ad oggi. Osserviamo però che non esistendo una siffatta garanzia costituzionale il Portavoce - si chiamano così gli Eletti - potrebbe essere passibile di un sistema di penali, che fino ad oggi - ch'io sappia - non hanno trovato applicazione. Sono state date molte ragioni per abolire il divieto di mandato imperativo. Una buona ragione sarebbe l'istituzione del recall che consente agli stessi elettori di revocare il mandato. Ma alla luce di esperienze recenti nello stesso M5s pare che sia invece opportuno mantenere il divieto di mandato imperativo anche e soprattutto a tutela degli stessi eletti del M5s, che altrimenti verrebbero a dipendere dalla Casaleggio Associati che è un'impresa commerciale privata, non eletta dai cittadini, ed anzi ad essi totalmente sconosciuta sotto l'aspetto propriamente politico-democratico. Ciò premesso, stando alla nostra prima fonte, cioè il citato libro di Mauro Carbonaro, sembra che vi sia stata una eccezione alla regola nel caos di Vito Crimi, al quale sarebbe stato consentito l'uso del Logo, pur non ricoprendo all’epoca, anno 2010, nessuna carica elettiva. Non vogliamo riportare un'ampia citazione del testo del libro di carbonaro, ma si rinvia alle pagine 206-207, sperando di ritrovare in rete la stessa fonte del libro.

1. Esiste o non esiste il M5s? -

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