È Lui! |
A chi appartengono? Per farne cosa? |
Questo apre preliminarmente una riflessione sul ruolo della media della carta stampata (o “carta straccia”, secondo un’espressione usata da Giampaolo Pansa) in particolare. Io consiglierei a un Movimento 5S al governo una legge che non solo abolisce ogni finanziamento pubblico, ma che pone anche un tetto alla pubblicità nei giornali in modo da non far risultare gli introiti pubblicitari oltre a quelli ottenuti dalle vendite... È noto infatti come il peso degli inserzionisti condizioni la libertà e la qualità della stampa, a danno dei lettori e della democrazia nella misura in cui essa ha bisogno di un’informazione libera e indipendente. In un Forum londinese sull’informazione John Pilger ebbe di essa una definizione pregnante. Disse: “l’informazione è una emanazione del potere”. Non stiamo qui a fare delle esemplificazione perché ognuno può metterci da solo i nomi e i volti che vuole.
L’attacco sionista (ebraico, israeliano) lo si può datare ad alcuni anni fa, quando un giornalista israeliano andò a Genova, nella casa di Grillo, per saggiarne gli orientamenti verso Israele. E poiché non vi fu immediato inchino e prosternazione, allora si capì che il Movimento non poteva essere allineato alla stampa e alla politica corrente, bipartisan. Se i parlamentari Cinque Stelle dipendessero dai finanziamenti della lobby ebraica come negli Stati Uniti, dove tutto il ceto politico è a libro paga, da Truman in poi, non vi è dubbio che avrebbero già sottoscritto tutte le dichiarazioni e posizioni che da Israele fossero state inoltrate: questo lobbismo sfacciato non me lo invento io, ma lo si legge nel libro di Alan Hart, appena uscito in italiano. Da noi, un esempio eclatante di questa prosternazione della politica ad Israele è dato da una parlamentare che per tutta la durata del suo mandato, pagato dal popolo italiano, non ha fatto altro che curare gli interessi dello Stato di Israele. E come se ciò non fosse abbastanza probante, terminato il mandato, questa Signora se ne è andata in Israele, assumendone la cittadinanza e con il rischio per noi di vedercela in Italia come ambasciatrice di Israele, magari percependo pure un vitalizio dalla Repubblica italiana.
Quanta al ruolo della stampa, tutta schiacciata su Israele, merita di essere ricordato l’episodio per il quale Gianni Vattimo è continuamente additato come “antisemita”: avendo notato il pressoché totale schiacciamento della stampa su Israele, il filosofo torinese ebbe a dire che a questo riguardo gli sembravano verosimili le pagine dei “Protocolli” che già un secolo fa denunciavano il totale controllo della stampa da parte dell’ebraismo. Apriti cielo! Da allora Vattimo è sempre accompagnato da una cattiva fama, che i media alimentano costantemente. Altra sua battuta fu sulle brigate internazionali, come nella guerra di Spagna, ma questa volta per andare a combattere in Palestina. Qui l’obiezione sarebbe che queste brigate, se mai, le si dovrebbero fare in Italia, per conquistare una vera libertà e indipendenza, ad incominciare dalle menzogne del giornalismo nostrano.
Queste nostre considerazione a margine del testo de “l’Unità”, per mano di Rondolino, si giustificano per il fatto che non avrebbe nessun senso prestare attenzione a un commento e a interpretazioni dello stesso Rondolino ad un convegno al quale non ha partecipato, ma che si è visto comodamente a casa dal video di Libera-tv: lo stesso può fare chiunque andando su Libera-tv! All’albergo di Piazza di Porta Maggiore Rondolino proprio non ci ha messo piede e si è scritto l’articolo standosene a casa o al giornale: un grande giornalismo di inchiesta sul campo! I temi del convegno non sono per nulla nuovi per chi segue questi eventi, o meglio si sono date notizie vere e aggiornate sul conflitto in corso, che invano si possono sentire da Rondolino, magari trasformato in giornalista di guerra, quella vera in Siria, ma che compaiono in riviste specialistiche, come Limes, ripresa da Maurizio Blondet... Ciò che vi era di nuovo, inedito, è stata proprio la presenza di un parlamentare Cinque Stelle: esattamente ciò che rode a Rondolino! Chissà che non vadano prossimamente al governo! L’intervento di Luca Frusone direi è stato abbastanza ampio e sulle generali: riconoscimento della Palestina, ipocrisia occidentale... Niente di particolarmente sconvolgente, se non per Rondolino.
Ma io, fossi in Luca, uno scherzo a Rondolino lo farei, uno scherzo da fargli venire l’itterizia. Organizzerei una bella presentazione alla Camera sul libro di Alan Hart, contro il quale esiste un divieto mediatico di fare qualsiasi recensione: non si deve sapere che il libro esiste in modo che a nessuno venga la tentazione di leggerlo. E non leggendolo si può tranquillamente continuare a ripetere le scempiaggine di un Rondolino, che dimostra di non sapere come lo Stato di Israele è sorto e su quali fondamenti di legittimità si regga ovvero quanto grande è il suo deficit di legittimità democratica, occultato proprio da un giornalismo come quello di Rondolino. È stata impedita, per richiesta della comunità ebraico-sionista-israeliana una presentazione presso l’ANPI, ma non li si è potuto fare presso la Fiera del Libro, che ha emesso una sorta di suo Comunicato (a fronte di quello dell’ANPI) per dire che il libro non ha niente di “razzista” e lo si può tranquillamente leggere e discutere.
Fossi io al posto di Luca, inviterei proprio Rondolino a dibattere sul libro, che dovrebbe prima necessariamente leggersi: tutte le sue trite banalità propagandistiche sullo Stato di Israele cadrebbero come castelli di carte e qualsiasi modesto conoscitore della questione palestinese avrebbe facile gioco con lui... il cui sorriso televisivo lascia tutte le sere perplessi quanti lo osservano e lo ascoltano da questa parte dello schermo. Peccato che la televisione non sia interattiva... o almeno non ancora! Probabilmente, molti si asterrebbero dal mostrarsi sullo schermo.
Queste nostre considerazione a margine del testo de “l’Unità”, per mano di Rondolino, si giustificano per il fatto che non avrebbe nessun senso prestare attenzione a un commento e a interpretazioni dello stesso Rondolino ad un convegno al quale non ha partecipato, ma che si è visto comodamente a casa dal video di Libera-tv: lo stesso può fare chiunque andando su Libera-tv! All’albergo di Piazza di Porta Maggiore Rondolino proprio non ci ha messo piede e si è scritto l’articolo standosene a casa o al giornale: un grande giornalismo di inchiesta sul campo! I temi del convegno non sono per nulla nuovi per chi segue questi eventi, o meglio si sono date notizie vere e aggiornate sul conflitto in corso, che invano si possono sentire da Rondolino, magari trasformato in giornalista di guerra, quella vera in Siria, ma che compaiono in riviste specialistiche, come Limes, ripresa da Maurizio Blondet... Ciò che vi era di nuovo, inedito, è stata proprio la presenza di un parlamentare Cinque Stelle: esattamente ciò che rode a Rondolino! Chissà che non vadano prossimamente al governo! L’intervento di Luca Frusone direi è stato abbastanza ampio e sulle generali: riconoscimento della Palestina, ipocrisia occidentale... Niente di particolarmente sconvolgente, se non per Rondolino.
Ma io, fossi in Luca, uno scherzo a Rondolino lo farei, uno scherzo da fargli venire l’itterizia. Organizzerei una bella presentazione alla Camera sul libro di Alan Hart, contro il quale esiste un divieto mediatico di fare qualsiasi recensione: non si deve sapere che il libro esiste in modo che a nessuno venga la tentazione di leggerlo. E non leggendolo si può tranquillamente continuare a ripetere le scempiaggine di un Rondolino, che dimostra di non sapere come lo Stato di Israele è sorto e su quali fondamenti di legittimità si regga ovvero quanto grande è il suo deficit di legittimità democratica, occultato proprio da un giornalismo come quello di Rondolino. È stata impedita, per richiesta della comunità ebraico-sionista-israeliana una presentazione presso l’ANPI, ma non li si è potuto fare presso la Fiera del Libro, che ha emesso una sorta di suo Comunicato (a fronte di quello dell’ANPI) per dire che il libro non ha niente di “razzista” e lo si può tranquillamente leggere e discutere.
Luca Frusone |
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