lunedì 12 gennaio 2009

Mezza guerra la si combatte in Israele e l’altra mezza in Italia: il ruolo dell’informazione italiana nella strage di Gaza



In una delle numerose manifestazioni spontanee che le più diverse sigle stanno organizzando nelle diverse città d’Italia è stato nuovamente ribadito il concetto che se in passato la propaganda poteva essere considerato uno strumento di guerra, oggi è essa stessa parte del guerra. Il genocidio di Gaza non avrebbe potuto essere portato a compimento se non fosse stato preceduto e accompagnato dal sistema dell’informazione italiana, di cui fanno parte i discorsi “bipartisan” dei nostri maggiori politici. Contemporamenti compaiono farisaici articolo sull‘«odio» e sul risorgere dell’antisemitismo. Con tanta insistenza sull’«odio» ovviamente da evitare e svalutare sembrerebbe che finalmente si sia instaurato sulla terra il regno evangelico dell’amore per il prossimo. In realtà, non è affatto così. È soltanto un’infame astuzia per provocare applicazioni della legge Mancino e stroncare in questo modo con il terrore ogni tentativo di opposizione concettuale e morale ad un genocidio così evidente da cancellare mezzo secolo di costruzione ideologica dell’«Olocausto». Discorsi da farisei che si illuminano con una notizia che è stata data questo pomeriggio nella manifestazione del Movimento Popolare Nazionale a piazza Nostra Signora di Guadalupe e di cui aspetto conferma tramite links. Un rete televisiva tedesca avrebbe dato notizia di un nuovo business: il turismo di guerra. Sempre che turisti paganti vengano accompagnati protetti dalla bandierina israeliana – quelle stessa che sempre più di frequente viene bruciata nelle piazze italiane – vengono trasportati sui luoghi della guerra per assistere (a pagamento) allo spettacolo della strage... Eccolo giunto dal mio amico Knut il link richiesto, perbacco, già in YouTube con titolo Israelische Kriegstouristen. E chi poteva avere tanto senso degli affari se non il popolo di Madoff? Ma a prescindere dalla notizia in sé, resta lo spettacolo amaro dell’ipocrisia che tiene cattedra di morale.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Professore, legga cosa scrive Giovanardi (sedicente "cattolico") a Berlusconi:

ROMA, 11 GENNAIO 2009 - Espellere o non rinnovare il permesso di soggiorno a chi in questi giorni manifesta a favore di Hamas o brucia bandiere d'Israele, esprimendo così il proprio razzismo antisemita. E' quanto chiede Carlo Giovanardi, sottosegretario alla presidenza del consiglio. in una lettera inviata al premier Silvio Berlusconi. ''In Italia - scrive Giovanardi - assistiamo ad una escalation di azioni vergognose contro la comunità ebraica, che vanno dalle iniziative di boicottaggio dei negozi gestiti da ebrei alla comparsa di scritte minacciose ed insultanti persino all'interno del quartiere ebraico a Roma. Ai cittadini italiani responsabili di questi comportamenti, vanno applicate con grande determinazione le norme che sanzionano penalmente il razzismo''. ''Ma gli italiani - sottolinea Giovanardi - stanno assistendo attoniti in questi giorni a manifestazioni e cortei nelle nostre citta' di immigrati extracomunitari di fede islamica, schierati totalmente dalla parte di Hamas e dell'estremismo piu' fanatico, con tanto di rogo di bandiere israeliane e slogan razzisti e antisemiti. Per questi signori non ci deve essere spazio in Italia. Ti prego pertanto di dare disposizione al ministro degli interni perchè a tutti coloro che si rendono responsabili di tali eccessi, nel caso non emergano più gravi reati, venga decretata l'espulsione dall'Italia o comunque non rinnovato il permesso di soggiorno. Non dobbiamo avere nessuna tolleranza».

Da vomito: come è possibile una tale piaggeria, un tale servilismo, una tale volontà di servire il padrone nazi-sionista senza neanche (si spera) esserne sollecitati?
Che vergogna.

Antonio Caracciolo ha detto...

Da elettore di Forza Italia, Presidente di un Club, coordinatore provinciale già di FI e ora del PdL, insomma da militante ostinato del Popolo delle Libertà, da prima che un Giovanardi o un Capezzone ci si imbarcassero

CONFERMO E MI ASSOCIO

al vomito su Giovanardi ed altri di cui tengo nota.

In questa mia dichiarazione non vi è contraddizione in quanto vado dicendo da anni a squarciagola che i partiti non appartengono agli opportunisti che ne entrano ed escono a seconda dei maggiori o minori vantaggi che possono conseguirne, ma appartengono ai semplici cittadini che ex art. 49 hanno il diritto (= non regalo o graziosa concessione) di iscriversi ad un partito politico per concorrere alla formazione della politica nazionale.
Purtroppo, la realtà è quella che conosciamo. Parla un on. Cazzone Giovanardi ed io dovrei attenermi alle sue onorevoli Cazzate?

Ma quando mai!
- Ahimè! Resta moltissimo lavoro da fare in ambito politico-partitico.

A questo stronzo di Giovanardi se mai leggesse queste mie righe dall’Olimpo di Montecitorio dico che in questi giorni a Gaza si trova un italiano che è lì per prestare soccorso ai feriti. Ebbene, che fanno gli ebrei di lì?
Cercano di individuare il luogo dove dorme per indirizzare un missile!

Amici d’Israele = nemici d’Italia

Il Parlamento italiano, in mano ad un manipolo di sionisti che rappresentano Israele e non l’Italia, dovrebbe riflettere su ciò!

Articolerò meglio quanto sopra in articoli che vado scrivendo, per quel che serve la buona ed elaborata forma.

Sui paventati boicottaggi aggiungo:

- Non ho mai rotto vetrine di negozi in vita mia né lo farò adesso, ma rivendico il mio diritto di spendere i miei pochi quattrini dove cazzo mi pare. Proprio per fare un piacere all’on. Giovanardi affermi che a parità di condizione NON LI SPENDERO' in un negozio ebraico, certo di NON ESSERE obbligato da nessuna della leggere della repubblica a spendere e consumare ebraico.
Avanzo anche il sospetto che nella recente altra sparata e cazzata della Lega circa la fideiussone per aprire esercizi commerciali da parte di islamici vi sia lo zampino ebraico. Come possono integrarsi gli immigrati se non lavorando nel terziario, cioè aprendo esercizi commerciali? E a chi danno fastidio?
È questo il conclamato principio della concorrenza di cui si riempie la bocca quello stronzetto di Capezzone che sa tutto e non sa niente?

Anonimo ha detto...

Purtroppo l'ennesimo editoriale di Panebianco uscito oggi non fa che confermare il totale asservimento della stampa italiana a Sion, con qualche rara encomiabile eccezione.
Così, la battaglia informativa portata avanti da Il Manifesto diventa per Panebianco solo una "strumentalizzazione", una "bega da cortile" tutta italiana. Badate bene, non una lotta per la libera informazione, ma una semplice "rivalsa" politica.
Ha imparato molto delle tecniche dell'Hasbarà, Panebianco, su come sviare ogni volta dal vero argomento di discussione, su come rivoltare le frittate: sarà andato a scuola dal sedicente nouveau-philosofe Henry-Lévy?

Antonio Caracciolo ha detto...

Questa battaglia non credo la si vinca prendendo per il petto Ostellino che è stato sempre quello che è. Confido nei nuovi mezzi espressivi della rete, ma soprattutto nel viso a viso con la gente nella piazze. Ossia, la rete dovrebbe servire per dare conoscenza da parte di chi può produrla e nel recepirla da parte di chi la cerca. Per quelli che restano fuori di questo circuito vale il contatto diretto: dal barbiere, in piazza, per strada, sul pulmann. Vi sono tante occasioni in cui si può parlare con la gente. Occorre saper parlare senza timore e senza arroganza: la Verità è una dea discreta che non ama il clamore.

Anonimo ha detto...

Su Infopal ho trovato questo sarcastico "vademecum" del giornalista in medio-oriente: incredibile, sembra che l'abbia scritto il "nostro" Claudio Pagliara (il quale però non avrebbe inteso infondervi alcun umorismo, intendendolo alla lettera).

LE REGOLE DI INGAGGIO DEI MEDIA
PER LA GUERRA DI GAZA(E PER ALTRE GUERRE)[1]

Osservare le dodici verità, auree e infallibili, che i media sono obbligati ad adottare:
1 - In Medio Oriente, gli arabi attaccanosempreperprimi, e Israele difende sempre séstessa. Questa difesa si chiama “rappresaglia”.
2 - Né arabi, né palestinesi, né libanesi hanno il diritto di uccidere civili. Questo è “terrorismo”.
3 - Israele ha il diritto di uccidere civili. Questa si chiama “legittimadifesa”.
4 - Quando Israele uccide civili in modo massiccio, le Potenze Occidentali le chiedono di farlo con cortesiaoeducazione. Questa si chiama “reazione della comunità internazionale”.
5 - Né i palestinesi né i libanesi hanno il diritto di catturare soldati israeliani all’interno di installazioni militari con sentinelle e postazioni di combattimento. Questo si chiama “rapimentodiciviliindifesi”.
6 - Israele ha il diritto di rapire tutti i palestinesi o i libanesi che vuole, e in ogni momento o luogo. Le cifre correnti sono di circa 10.000 prigionieri, di cui 300 bambini e 1.000 donne. Non c’è bisogno di nessuna prova della loro colpevolezza. Israele ha il diritto di tenere in carcere questi prigionieri sequestrati tutto il tempo che vuole, anche se si tratta di persone elette democraticamente dai palestinesi. Questa deve essere chiamata “incarcerazionediterroristi”.
7 - Ogni volta che viene menzionata la parola “Hezbollah”, è obbligatorio aggiungere, nella stessa frase, “sostenutaefinanziatadaSiriaeIran”.
8 - Quando viene nominata Israele è assolutamente proibito aggiungere “sostenutaefinanziatadagliStatiUniti”. Questo potrebbe dare l’impressione che il conflitto sia disuguale e che l’esistenza di Israele in fondo non è a rischio.
9 - In ogni dichiarazione su Israele, deve essere evitata ogni menzione delle frasi seguenti: “territorioccupati”, “risoluzionidell’Onu”, “violazionideidirittiumani” o “ConvenzionediGinevra”.
10 - I palestinesi, come i libanesi, sono sempre “vigliacchi” che si nascondonodietrolapopolazionecivile, che li odia. Se dormono in alloggi militari insieme alle proprie famiglie, questo ha un nome: “vigliaccheria”. Israele ha il diritto di annientare con bombe e missili gli alloggi dove dormono. Questa deve essere chiamata un’”azione chirurgica, di alta precisione”.
11 - Gli israeliani parlano inglese, francese, spagnolo o portoghese meglio degli arabi. Ecco perché meritano di essere intervistatipiùfrequentemente, e di avere migliori opportunità di spiegare diffusamente al pubblico le regole suddette, da uno a dieci. Questa si chiama “neutralità dei media”.
12 - Chiunque sia in disaccordo con le regole suddette deve essere bollato come un “terroristaantisemitamoltopericoloso”.
[1] Fonte: http://www.fpp.co.uk/online/09/01/media_rules.html

Anonimo ha detto...

E' molto più che mezza guerra. Io la chiamo Narrativa Sionista, ed è questa Narrativa che rende possibile l'altra mezza guerra. Quella uccide, questa (la Narrativa) rende possibile le uccisioni. Se fermassimo la Narrativa potremmo fermare Israele. E questo (secondo me) spiega l'ossessivo impegno dei media nel dispiegare la Narrativa.

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