lunedì 29 dicembre 2008

Fiancheggiatori: la nuova dimensione planetaria della guerra ideologica

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al 30.12.08
Materiali per un’ambientazione moderna dell’Inferno dantesco: assassini - delatori - fiancheggiatori - infami - ipocriti - mentitori - scellerati -

Il post di questa mattina mi viene ispirato dalla lettura di un articolo di Piero Ostellino per bocca di Massimo Bordin che ogni mattina legge pagine di giornali a lui congeniali. Per la nostra ambientazione moderna dell’Inferno dantesco abbiamo bisogno di un girone da dedicare ai «fiancheggiatori». Normalmente, con questo termine si indica secondo il De Mauro «chi appoggia, favorisce, spec. in modo dissimulato l’azione di gruppi politici eversivi o clandestini» e si fa l’esempio: i fiancheggiatori delle BR. Non credo che il Grande dizionario italiano dell’uso, redatto da Tullio De Mauro, esaurisca le possibilità espressive della lingua italiana. Ci sembra appropriato a questo nostro post l’uso del termine “fiancheggiatore”, nel senso di chi fiancheggia altri mettendosi accanto a lui, non importa se al suo fianco destro o sinistro, ma senza che tuttavia nel nostro uso linguistico vi sia nessuna connotazione penalisticamente rilevante ovvero diffamatoria. Infatti, l’azione dell’esercito israeliano non è per nulla clandestina o eversiva. Opera invece alla luce del sole e rivendica il pieno diritto a compiere massacri di essere umani colpevoli di vivere nella loro terra. Chi sulla stampa italiana o in pubblici convegni si associa a tanta gloria non solo non dissimula il suo plauso, ma si esprime apertamente, denigrando invece tutti quegli intellettuali che stanno dalla parte delle vittime, indicandoli per questo all’ignominia e tentando di emarginarli ed isolarli dalla società che conta, che dà il tono. Ma questi intellettuali di regime son loro i veri “pennivendoli” in quanto qualcosa o molto che sia loro guadagnano e lo intascano a fronte di chi, schierandosi con le vittime del massacro, non solo non ci guadagnano nulla in danaro, ma rischiano molto in credito, posizione, carriera, emarginazione all’interno di un regime loro ostile. Uno degli sport preferiti dei «Corretti Informatori» è la delazione presso supposti superiori ai temerari che osano anche fuori d’ufficio dire la loro. Questo sport è diffussimo e per nulla difficile da documentare. Basta farsi un giro nell’archivio di IC, ma sembra essere un costume religiosamente ebraico, risalente addirittura a Gesù di Nazareth.

Pare che Augusto Del Noce, di cui fui allievo, nella ultima fase della sua vita abbia scoperto lui cattolico tradizionalista la dimensione filosofica del conflitto arabo-palestinese. Ce ne occuperemo in altro momento. Molti eminenti filosofi della nostra epoca hanno legato il loro nome ed intitolato le loro opere all’evento Auschwitz. La filosofia non si presta però a venire imprigionata negli angusti confini della contingenza. Quegli stessi filosofi dovranno o dovrebbero considerare che Auschwitz non è Auschwitz ovvero ciò che con questo nome oggi ci si vuol fare intendere, mentre invece questa Auschwitz cambia nome e significato – come spesso nel linguaggio succede – e si chiama invece Gaza. Ma qui concentriamo in poche righe nuove linee di ricerca che andremo via via sviluppando, ancorandole nel presente storico e misurandole con la quotidianità degli eventi.

Posto che lo stato di Israele e con esso il sionismo non hanno fondamento di legittimità, malgrado il riconoscimento internazionale di una legalità basata sugli armamenti americani, su un drenaggio infinito di ricchezza dall’Europa e dall’America verso Tel Aviv, sulla repressione e sul terrorismo ideologico introdotto nelle legislazioni delle libere democrazie occidentali, sulla corruzione di governi e gruppi politici, sono da individuare ed evidenziare come non estranee e non meno rilevanti rispetto al combattimento degli eserciti sul campo tutte quelle posizioni ideologiche o filosofiche di mero sostegno intellettuale (e in questo senso parliamo di fiancheggiamento) ad una guerra di sterminio come quella che l’esercito israeliano sta conducendo in questo preciso momento in cui io sto qui scrivendo.

Questa mattina la stessa radio radicale mi ha dato notizia della distruzione perfino dell’università islamica di Gaza: un covo di terroristi! È quanto mai significativo che sia andata bombardato un’università, l’università del nemico, al quale viene così idealmente preclusa ogni possibilità di espressione. Dagli etruschi, ai cartaginesi, agli indiani d’America sempre il genocidio si è accompagnato alla cancellazione della memoria e di ogni possibilità espressiva della vittima, che dovrebbe tacere per l’eternità, venendo ignorata la sua esistenza ed ogni sua possibilità di interrogazione. Di certo tanti illustri nomi che ho in mente ma che non cito posson ben dire di non avere le mani grondanti di sangue, di non esser loro i militari sul campo. Ma ci dicono che i palestinesi se la son voluta, i quali poveretti da meri civili sono innocenti ed hanno il diritto di essere risparmiati, se si arrendono e si rimettono alla mercé di chi li ha già cacciati dalle loro case. Si tratta però di una moderna versione del fariseismo descritto nei Vangeli. Infatti, in un popolo globalmente oggetto di genocidio, come risulat dal piano Dalet fin dal 1948, questa ipocrita e falsa distinzione ottocentesca fra soldati con divisa combattenti e civili senza divisa abbia ancora senso. Ci dicono che l’occupante invasore israeliano ha il diritto di imporre al popolo soggetto quale debba e possa essere il suo governo. Dunque, non Hamas, liberamente votato, ma l’al-Fatah di Abu Mazen funzionale ai disegni israeliani. Ci dicono queste e altre simili cose, la cui funzione è di lasciar lavorare indisturbato il macellaio sul campo, mentre loro a mani pulite e lontano dal campo del macello, insanguinato dal sangue di donne, uomini, bambini ci dicono che tutto va bene e son salvi diritto, giustizia, civiltà, umanità. E no, miei cari! Noi che non disponiamo della vostra tribuna, dei vostri appannaggi, dei ricchi premi che vi vengono periodicamente conferiti, rivendichiamo il nostro diritto di essere di ben altro avviso, che piano piano verremo argomentando, se ce lo lascerete fare e finché lo potremo fare.

Un’ultima nota per descrivere l’apparato organizzativo ed il funzionamento della Lobby, peraltro già descritto 100 anni fa. Questa sera il noto Pezzana, che già in radio radicale teneva una rubrica omosessuale, riprenderà articoli come quelli di Ostellino o della Nirenstein, che diventano la “dottrina” a cui si atterranno gli squadristi informatici, che scriveranno in quanto Lettori lettere di plauso alle rispettive redazioni, mentre lanceranno sassi, contumelie, minacce contro ogni voce contraria presente nelle stesse redazioni. Si ottiene così, o si tenta almeno, il controllo dei media, quando ancora non basti la proprietà della testata o la corruzione spicciola.

Sommario: A. «Per governare Gaza si deve cooperare con Israele». – B. Il fianco “Occidentale” di Israele. – C. Cum ira et sine studio. – D. Il grande e maramaldesco “coraggio” del ministro Frattini. – E. Propaganda natalizia israeliana. – F. Corrispondenze febbrili: 1. Ok, abbiamo tagliato l’elettricità e il gas. E adesso?… «Le teste”! – 2. La situazione è “tragica” in Palestina, “comica” in Europa. – 3. «L’unica democrazia del medio Oriente»: calendario per immagini 2009. – 4. Anime nere vestite di bianco ovvero dei sepolcri imbiamcati, ma non tanto: appaiono sporchi lo stesso. – G. “Senza se e senza ma” mando Daniele Capezzone al diavolo per l’eternità. –

A
«Per governare Gaza si deve cooperare con Israele»

Riportiamo di seguito in questa sezione un’intervista di Eric Salerno a Ephraim Sneh, uno dei tanti nomi che a me ora non dice nulla, ma includerò nei miei motori di ricerca. Una sola frase di tutto il testo dell’intervista attrae la mia attenzione: «per governare Gaza si deve cooperare con Israele». È qui brutalmente rivelata tutta una politica criminale che trova nei nostri paesi innumerevoli complici intellettuali, che io chiamo “fiancheggiatori” in un senso che ho sopra chiarito.
Intervista/2, l’israeliano. Sneh: Hamas sapeva che avremmo reagito

di Eric Salerno
Il Messaggero, 28 dicembre 2008

ROMA (28 dicembre) - Ephraim Sneh non ha dubbi. «L’operazione non finirà né domani, né dopo». L’ex vice ministro della Difesa arrivato, come altri suoi colleghi, alla politica con i gradi di generale dell’esercito, difende l’attacco sferrato ieri mattina. Le vittime civili, dice, sono un peccato, ma purtroppo fanno parte delle incertezze di un conflitto di questo genere.
Perché un bombardamento così vasto? Si parla di oltre 200 morti e almeno 300 feriti. E non tutti erano uomini in divisa. Ci sono donne e bambini e altri civili.
«Hamas è il colpevole, è l’unico vero responsabile di quello che sta succedendo. Lo dovrebbe capire anche la popolazione civile. Il movimento islamico ha trasformato la Striscia di Gaza, con il suo milione e mezzo di abitanti, in una base avanzata dell’Iran. Quando ha assunto il controllo del territorio rovesciando l’Autorità nazionale palestinese e imponendo un regime terroristico non ha fatto venire dall’estero imprenditori e investitori per costruire un futuro migliore. Ha fatto arrivare istruttori iraniani e armi. Armi che ha usato contro Israele».
Il ministro della Difesa Barak ha annunciato la continuazione delle operazioni.
«L’obiettivo è chiaramente quello di distruggere le strutture militari di Hamas. E’ inconcepibile quello che è stato tollerato in questi mesi. Nessun paese al mondo accetterebbe in silenzio e senza reagire di vedere i suoi centri abitati bombardati quasi ogni giorno da missili. I militanti islamici non hanno bersagliato le basi militari israeliane. Non hanno sparato contro i nostri soldati. Hanno sparato i loro ordigni contro le nostre città, contro i nostri villaggi agricoli. Duecentocinquanta mila abitanti del sud vivono nel terrore. Centomila bambini sono costretti nei rifugi. I leader di Hamas sapevano a cosa andavano incontro quando hanno deciso di annullare la tregua e riprendere la violenza. Sapevano anche che prima o poi il nostro paese avrebbe reagito».
Ma voi avete tentato di strangolare Hamas per costringere il movimento islamico a cedere il potere e non vi siete preoccupati della salute o del benessere degli abitanti della Striscia. Avete imposto un blocco totale a Gaza. Anche se non occupate la "striscia", controllate i suoi accessi. Sono mesi che la comunità internazionale che non nutre particolari simpatie per Hamas vi esorta ad aprire i valichi per consentire il passaggio di prodotti alimentari, di benzina, di medicinali.
«Gli estremisti, la dirigenza di Hamas, non hanno capito una cosa fondamentale. Per governare a Gaza si deve cooperare con Israele non combatterlo. Chi vuole distruggere il nostro paese, e lo dimostra ogni giorno con le sue azioni non soltanto a parole, non può pensare di poter gestire in pace il territorio di Gaza. E di poter dare alla sua popolazione ciò che merita».
Nella sua brutale violenza il testo è sconcertante. Sono questi gli uomini di fronte ai quali dobbiamo noi assumere una nostra posizione: o con loro o contro di loro. Noi scegliamo di essere contro di loro, ma le nostre armi non saranno fucili, bombe, aerei. Sarà la nostra capacitare di ricercare i fondamenti della verità e della giustizia, certi che stiano dalla nostra e non dall’altra parte. Ma se anche esistessero diversi modi di intendere la verità e la giustizia, noi scegliamo quei modi in cui si collocano le vittime che in questi istanti muoiono in Gaza. Sarà una posizione filosofica che supera gli angusti limiti della nostra esistenza fisica e si colloca in un tempo metastorico, quello del conflitto fra Caino e Abele, dove per noi Caino è Israele ed Abele le sue vittime gazesi.

Vi sono diversi modi per consumare un genocidio. Nel caso di Gaza si possono fisicamente uccidere singolarmente e in modo programmato una ad una 1.500.000 persone. È il modello Auschwitz che viene imputato ai nazisti ma su cui è preclusa una libera ricerca storica che possa confermare o smentire questo tipo di genocidio. Sono possibili e riccamente finanziate solo le pubblicazioni che danno conferma, mentre vengono imprigionati gli storici ed i ricercatori che credono di poter sostenere una diversa verità. In ogni caso, da parte israeliana viene applicato verso i palestinesi sia questo tipo di genocidio, cioè uccisione indiscriminata della popolazione, con la formula degli effetti collaterali o del “colpa di Hamas” sia con una più sofisticata tecnica, di cui una prova è fornita dal criminale di cui sopra. Vale a dire si mira a distruggere la classe dirigente di un popolo, trasformandolo in unità politica organica in una moltitudine disorganica, nel “volgo disperso e senza nome” di manzoniana memoria. È da notare che questa strategia è presente fin dagli inizi della colonizzazione ebraica della Palestina. Gli ebrei che sbarcavano in Palestina dal 1882 in poi non sono esattamente i disperati che oggi sbarcano in Lampedusa, ma miravano fin da allora ad impadronirsi delle terre, scacciandone gli abitanti ed incuranti della loro sorte. Un lungo piano sapientemente elaborato ed eseguito. Le parole del criminale Sneh ne sono una chiara e spudorata conferma.

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B
Il fianco «Occidentale» di Israele

Troppo mi disgusta dovermi occupare dell’on. Fiamma Nirenstein. Mi è in pratica impossibile l’osservanza del principio “sine ira et cum studio”. Non è però possibile ignorare tutto ciò che fa e dice. Tanto più che per una squisita operazione democratica, ascrivibile probabilmente a Gianfranco Fini, costei è stata collocata con una legge elettorale truffaldina addirittura nel parlamento italiano, quando al massimo poteva sedere alla Knesset. In parlamento italiano in questo modo è diventato una succursale della Knesset. La testata “l’Occidentale” è riconducibile a Magna Carta e a Quagliarello, cioè ad un area del centro-destra, di cui faccio parte come...

Dopo l’attacco
Gaza: Israele ridimensiona Hamas e adesso spera nell'Egitto

intervista a Fiamma Nirenstein di
Roberto Santoro
28 Dicembre 2008
l’Occidentale

Gerusalemme ha ridotto Hamas a più miti consigli. L’Egitto trema ma il fronte dei Paesi arabi moderati sembra reggere. Tutti si augurano che l'asse tra Hamas e l'Iran crolli. Ne parliamo con l'onorevole Fiamma Nirenstein di ritorno da Israele.
[L’introduzione dell’intervistatore brilla per il suo cinismo “a più miti consigli” nonché per l’obiettività e neutralità. Non è chiaro chi si trovi in quel “tutti” oltre ad intervistatore e intervistata, ahime per nostra disgrazia “onorevole”. Di onorevoli esattamente simili a Fiamma Nirenstein si trovano esempi in Georgia. L’avventura bellica con la Russia ed il rischio di un conflitto di dimensioni planetarie è stato sventato per un soffio. Gli onn. Georgiani erano contigui ad Israele allo stesso modo in cui lo è l’on. Nirenstein. Speriamo di non dover correre analoghi rischi.]
D. – Due giorni fa Israele ha dato il via alla più massiccia operazione militare contro Gaza degli ultimi anni. Ci sono stati centinaia di morti e feriti. Ma l'infrastruttura terroristica
[Qui la prima obiezione e contestazione. Hamas è il governo legittimo di Gaza e dei palestinesi che ci abitano. Le elezioni che lo hanno legittimato si sono svolte sotto controllo internazionale e sono le più trasparenti e democratiche che si sono mai avute. È curiosa la concezione “occidentale” della democrazia secondo cui le elezioni sono legittime quando sono gradite a Israele o a una potenza straniere. Con queste fisime concettuali da parte dell’intervistatore si può già immaginare cosa ci si può aspettare dall’intervista ancora prima di leggerla, ma la leggeremo fino in fondo vincendo l’avversione che la persona ci ispira.]
di Hamas è stata pesantemente colpita e la maggioranza schiacciante degli israeliani è d'accordo con l'intervento.
[Esattamente l’82 per cento della popolazione ebreo-israeliana secondo un sondaggio, ma ciò non è un dato positivo, come sembra credano intervistatore e intervistata. Un precedente analogo lo si trova nel Vangelo, quando una simile maggiore fra Barabba e Cristo scelse Barabba. Con questo sondaggio l’intera popolazione di occupanti ebrei conferma il suo atto di nascita: invasione coloniale di un territorio altrui con rituali ebraici di sangue, per ammissione di un ebreo compreso fra il restante 18 per cento. Si trovano in fondo qui quei “omicidi rituali” che Fiamma Nirenstein tentava di negare in un dibattito televisico con lo storico Sergio Luzzatto sulle “Pasque di sangue” di Ariel Toaff, che forse sbagliava solo in quanto si trattava non di periodo pasquale, ma natalizio.]
Ne parliamo con l'onorevole del Pdl Fiamma Nirenstein, vicepresidente della Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati.
[E questa qualifica pone il problema di un rischio georgiano, di cui Gianfranco Fini non sembra consapevole o forse è ben lieto di correre un simile rischio]
R. – Centinaia di palestinesi stanno sconfinando in Egitto. Hamas ha definito l’attacco un complotto israelo-egiziano. La crisi di Gaza rischia di destabilizzare il Cairo?
[Ti dispiacerebbe? Ci sarebbe un governo corrotto in meno con cui potersi accordare? In effetti, le migliori relazioni di Israele avvengono con governi corrotti. La pace di Israele con l’Egitto fi comprata con dollari americani, che in pratica fu un ulteriore erogazione di denaro dagli usa verso Israele. Se fosse stata la stessa Israele a comprare la pace con l’Egitto pagando direttamente il denaro, la cosa sarebbe stata imbarazzante da narrare nei libri di scuola, da far poi studiare a studenti da educare “correttamente”. Ma guarda un poco della “corruzione” come metodo della politica, soprattutto sionista se ne parlava già cento anni. Sai dove? Indovinalo! Io non te lo dico. Ma sono certo che lo sai.]
E’ in corso da tempo un tentativo di spodestare l’Egitto nel suo ruolo di mediatore
[Meglio dire di servitore. E c'è forse il rischio che questa sua qualità divenga sempre più chiara al suo popolo, che forse potrà optare per uno scatto di dignita e di orgoglio. In fondo, non è che potete ammazzare un milardo di muslmani. Neppure con l’atomica che avete, perché dovreste gettarla su tutto il mondo e la cosa non riesce molto pratica, anche se il desiderio lo avreste. ma non si può ottenere tutto quel che si desidera. per adesso dovete accontentarvi di massacrare i soli palestinesi di Gaza. Almeno a Roma alle fosse ardeatine, con Priebke che per così poco è stato condannato, il rapporo era di uno a dieci, ma voi pretendete un rapporto di uno a cento. Per tre morti israeliani avete fatto più di 300 morti palestinesi senza contare i feriti spesso mortali]
ed è la ragione per cui Mubarak ha tentato di smascherare Hamas come nient’altro che un emissario di Teheran e Damasco. Hamas è diventata il portabandiera sunnita della pretesa sciita iraniana di egemonizzare il mondo arabo, un tentativo a cui ovviamente l’Egitto si oppone. Hamas è una forza che è stata addestrata dagli ufficiali iraniani e che ha i suoi uffici di rappresentanza in Siria.

Lo scorso novembre l’Egitto aveva cercato di favorire un accordo tra Fatah e Hamas per promuovere l’unità del popolo palestinese – il Cairo lo faceva anche per difendere i propri interessi, certo, perché vuole bloccare la bomba a tempo di Gaza – ma Hamas fece saltare all’ultimo momento l’incontro addossando la responsabilità del fallimento sulle spalle di Abu Mazen.

Ieri mi ha colpito soprattutto la terribile manifestazione con le bandiere verdi di Hamas che è avvenuta sotto l’ambasciata egiziana di Beirut (secondo al Jazeera nel corso della manifestazione ci sarebbero stati dei feriti tra i militanti pro-Gaza e le forze dell'ordine libanesi intervenute per disperderli, ndr), che fa il paio con le parole piene di odio lanciate dal leader di Hezbollah, Nasrallah, che definisce Israele “un mostro che vuole ingoiare tutto il Medio Oriente”.

Dopo l’attacco israeliano, fonti dei servizi sanitari di Gaza hanno parlato di 300 morti e 800 feriti. Che riscontri ci sono su queste cifre?

Nessuno mette in dubbio che i morti ci sono stati. Israele ha colpito i centri del potere di Hamas, ci sono state numerose vittime durante una cerimonia delle forze di sicurezza locali, sono stati presi di mira gli uffici e le infrastrutture dei terroristi, i luoghi da dove i miliziani sparano i missili su Israele. Come al solito, Hamas aveva insediato questi agglomerati militari tra la popolazione civile. I morti dunque ci sono stati ma quanti civili? Forse non ci sono tutte questi vittime tra i civili.

Piuttosto andrebbe evidenziato che Israele ha compiuto una sofisticata operazione di intelligence prima di colpire i suoi obiettivi e un risultato, almeno fino adesso, l'ha ottenuto: ridurre Hamas a più miti consigli. Un obiettivo condiviso dai paesi arabi moderati che vogliono eliminare il potere statuale di Hamas a Gaza.

Israele potrebbe restare isolato dal punto di vista internazionale?

In realtà la risoluzione che si sta votando alle Nazioni Unite e le posizioni assunte dai membri del consiglio di sicurezza non vanno oltre una legittima preoccupazione per la sofferenza della popolazione civile e un rapido cessate il fuoco, senza esplicite condanne di Israele ma lanciando un appello alle parti affinché interrompano le attività militari. Quindi non credo che Israele resterà isolato.

Un caso a parte è quello di Sarkozy. Un atteggiamento, quello del presidente francese, che considero improprio. Sarkozy ha parlato di una “reazione sproporzionata” di Israele ma è una formula inappropriata. Il presidente si è mai domandato cosa vuol dire, per Sderot e le pacifiche città israeliane nella “linea verde”, essere bombardati per 6 o 7 anni di fila? Che significa non poter mandare a scuola i propri bambini? Dov’è, in che cosa consiste la “sproporzione” di cui parla Sarkozy? E' sensato che Hamas abbia diritto a bombardare le città israeliane? O Sarkozy crede che per ottenere la pace un popolo spartano come quello israeliano subisca senza reagire qualunque offesa?

Nel 2002 il presidente Sharon decise di reagire all’ondata di kamikaze palestinesi che aveva fatto un migliaio di morti nei bar e nei caffè israeliani e il mondo si ribellò. Quando Sharon iniziò la costruzione del cosiddetto “muro”, che muro non è, se mai è un recinto, e che in ogni caso è servito a diminuire gli attacchi, il tribunale penale internazionale condannò Israele. Questa pazzia ha cominciato a mitigarsi quando il mondo ha capito cos’è Hamas. Non riescono a togliermi davanti agli occhi l’immagine di quel cameriere di un ufficiale di Fatah che i miliziani di Hamas buttarono giù dal tredicesimo piano di un palazzo. Non ci sono parole per Hamas. Gaza doveva essere la “Piccola Singapore” del Mediterraneo e invece è diventata una rampa di lancio per i missili Qassam.

Un sondaggio israeliano rileva che oltre l'80 per cento della popolazione appoggia l’intervento a Gaza, ma la sinistra pacifista sostiene che Israele si sta rinchiudendo in se stesso e diventa aggressivo verso l’esterno. Come giudica queste voci minoritarie?

Gli israeliani sono stanchi di Hamas. Pensiamo alle dichiarazioni dello scrittore Amos Oz o alle posizioni assunte da alcuni partiti della sinistra israeliana. Ecco perché le idee dei pacifisti col tempo si sono rivelate sbagliate. L’errore fondamentale dei pacifisti sta nella formula “Land for Peace”, terra in cambio di pace. Questa idea è stata un fallimento. Non si scambia “terra in cambio di pace” se mai “pace in cambio di pace”. Quando non c’è reciprocità c'è qualcosa che non va.

Le formule pacifiste sono servite solo a deresponsabilizzare la popolazione palestinese, spingendola verso la pratica del terrorismo, alimentando l’antisemitismo, avvicinando i palestinesi all’integralismo islamico e generando l’attuale egemonia iraniana su Gaza. Tutto questo è passato come se niente fosse ed è anche colpa di slogan come “terra in cambio di pace”. Quello pacifista è stato un messaggio del tutto moralistico e insufficiente.

Quali saranno i riflessi dell’attacco a Gaza sulle prossime elezioni israeliane?

Non saranno fondamentali. Netanyahu è già avanti nei sondaggi. Kadima probabilmente è destinata a pagare alcuni errori che non sono tutti colpa sua, come nel caso dello sfortunato scontro con Hezbollah in Libano. E’ vero che tutto è in gioco. La roulette sta girando. Barak sta crescendo a spese di Kadima anche per le posizioni che ha assunto in merito all'operazione di Gaza. Netanyahu come primo ministro e Barak come primo ministro. Ci spero.
Al testo dell’intervista seguono quasi sempre commenti di sostegno. Avevo già qualche volta mandato dei commenti, ma quelli critici, magari aspramente critici non vengono approvati. Assicuro i miei lettori, buoni e cattivi, amici e nemici, che io non mi regolo allo stesso modo. Pubblico volentieri i commenti ostili e critici verso di me. Non pubblico più insulti, parolacci, contenuti indiscutibilmente illegali, non mi offendo facilmente se mi viene rivolto qualche insulto in un contesto dove però esiste almeno un contenuto apprezzabili. Sono anche in questo un liberale autentico. Non così invece in tutti gli altri siti che pur si richiamano al Popolo delle Libertà. Qui la regola è che il potere non si attacca, non lo si critica, non lo si contesta. Giudicate voi questo commento cazzone che si legge su l‘Occidentale:
vanni* 29/12/08 13:20
We care
Se a Gaza manca qualcosa – a caso: viveri, medicinali, luce, trasporti... - si chiama in causa sempre Israele. Pare viceversa che missili difensivi Kassam non manchino mai. Ci sono responsabilità dei governanti della striscia di Gaza nei confronti delle popolazioni palestinesi che la abitano? Gli aiuti internazionali che integrano le attività economiche autonome della striscia di Gaza a quanto ammontano “pro capite” palestinese? Il governo Abu Mazen – Hamas che iniziative prende per lo sviluppo economico e per il benessere dei cittadini della striscia? Sono domande idiote, da occidentale?
Il commenta termina con un interrogativo a cui la risposta che io do è: si, sono domande idiote. Ed appena avrò un poco di tempo, caro Vanni, cercherò di spiegartelo, supponendo che tu sia persona in buona fede e non un ascaro che si presta a gioco, a fare da spalla. Ne vedo tanti.

C
Cum ira et sine studio

Dico a me stesso e agli amici che non bisogna mai perdere la calama e l’autocontrollo, ma quanto sta succedendo in questo ore con lo spettacolo di vittime e loro parenti in lacrime per un verso e con la copertura mediatica di un vero e proprio genocidio è più forte di me. Ho perso il controllo leggendo un articolo di Fiamma Nirenstein riportato dagli infami di IC. Ho quindi subito spedito a Mario Giordano un concitato email, che non corrisponde al mio normale stile epistolare. La proprietà della lettera originale resta al destinatario, qui mi riservo di modificarne in seguito il testo anche radicalmente in tutto il suo contenuto nonchè nello stile e nella forma. Prego i miei consueti di lettori di considerare la lettera solo come un documento della mia emozione in questi tragici momenti. Tornerò appena possibili ai toni della riflessione e della meditata esposizione.

Il Giornale Informazione che informa

29.12.2008 I fratelli arabi piantano in asso Hamas
l'analisi di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 29 dicembre 2008
Pagina: 1
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «I fratelli arabi piantano in asso Hamas»
Sul GIORNALE di oggi, 29/12/2008, a pag.1-3, il servizio di Fiamma Nirenstein da Israele, che riportiamo integralmente. Sempre sul Giornale, Giuseppe De Bellis, nell'articolo dal titolo " Obama tace ma il messaggio è chiaro: pieno appoggio a Gerusalemme ", fa capire le linee guida della futura politica del prossimo presidente Usa. La cronaca è di Gian Micalessin. Ecco l'articolo di Fiamma Nirenstein:

Le immagini più significative della guerra in corso ieri si sono viste sul confine fra Gaza e l’Egitto, con tutta la tessitura degli arabeschi che il Medio Oriente è in grado di comporre. I soldati egiziani sorvegliano la frontiera col fucile impugnato da Rafiah lungo lo Tzir Philadelphi; dalle ore della tarda mattinata si svolge l’assedio dei palestinesi che vogliono passare di là dal confine mentre i soldati dall’altra parte hanno l’ordine di impedire comunque alla marea integralista di penetrare nel Paese di Mubarak, il moderato; poco più in là, la paradossale scena dei camion pieni di aiuti umanitari e le ambulanze, che sono i palestinesi a non lasciar passare mentre gridano agli egiziani: «Lasciate entrare i vivi invece di occuparvi dei morti».
Verso le cinque del pomeriggio, mentre il sole tramonta sul mare Mediterraneo, entrano in scena gli F16 che sfrecciano veloci e in quattro minuti distruggono 40 tunnel sotto il confine. Pare che fossero i più importanti tra i 600 scavati per trasportare dentro Gaza merci di qualsiasi genere dall’Egitto, quelli che hanno rimpinzato Gaza di missili. Ma ieri di missili, contro ogni previsione, non ne sono piovuti molti, e la popolazione del sud di Israele ha passato una giornata relativamente tranquilla: segno che gli obiettivi colpiti dall’aviazione sono stati scelti con una operazione di intelligence precisa, e che le strutture di Hamas stentano a riaversi da un’operazione paragonata qui in Israele a quella che nel 1967 colpì a terra i Mig egiziani.
L’esercito israeliano sostiene di aver colpito il 50% delle risorse belliche di Hamas, missili, depositi di dinamite e simili. E Hamas preferisce per ora giocare il ruolo della vittima, seguitare a segnalare, almeno per un po’, che Israele seguita ad agire in modo «sproporzionato». Ma è il mondo arabo per primo a essere contraddittorio di fronte alla vittimizzazione di Hamas, e in primis l’Egitto e gli stessi fratelli palestinesi guidati da Abu Mazen: quest’ultimo ha detto dal Cairo di aver avvertito Hamas che le sue azioni avrebbero portato all’attacco di Israele. Insomma, gliene ha attribuito la responsabilità. Aggiungendo le accuse per le decine di miliziani di Fatah prigionieri di Hamas e morti nelle carceri bombardate dagli israeliani: la strage avrebbe potuto essere evitata se fossero stati liberati per tempo. Anche gli egiziani si sono mossi con ambiguità tra la dimostrazione di solidarietà con i palestinesi e la disapprovazione nei confronti della incomprensibile politica di Hamas, che ha portato la sua popolazione alla situazione attuale. Da Sana in Yemen, a molte città e villaggi mediorientali inclusi quelli della West bank e nella stessa Gerusalemme est, fino a Teheran, dove Khamenei ha chiesto a tutti i musulmani di combattere per Gaza «in tutti i modi possibili», fino a Amman dove i Fratelli Mussulmani hanno sfilato con slogan furiosi, fino a Damasco dove Masha’al chiede un’Intifada militare di tutto il mondo arabo, si è manifestata la solita furia antisraeliana ma stavolta anche antiegiziana e anti Fatah. A Beirut i manifestanti convocati dagli Hezbollah gridavano slogan in cui il nome di Mubarak faceva rima con Ehud Barak. Qui Nasrallah, il capo di Hezbollah, ha parlato con i soliti toni di odio, esortando i suoi uomini ad essere pronti a difendersi. Ma, furbescamente, senza invitarli ad attaccare il mostro sionista.
Quanto ai moderati, è la prima volta che non possono sventolare la solita bandiera di odio contro Israele. Hamas li ha inchiodati. Ed è logico vista la crescita verticale dell’estremismo islamico in Medio Oriente. Avevamo già scritto di una segreta richiesta araba «moderata» a Israele di farla finita con Hamas visto come un emissario incendiario dell’Iran, deciso a distruggere ogni equilibrio mediorientale. L’Egitto, che ha a lungo tentato la tregua fra Fatah e Hamas, si è adontato oltre misura che Hamas abbia disertato la riunione di novembre al Cairo, sicuramente su richiesta iraniana. Nel frattempo Hamas cerca nuove sponde: da Gaza City, scavalcando la leadership di Damasco, sono partite molte telefonate da parte di Ismail Haniyeh al re del Bahrein e ai governanti del Qatar. Ma Hamas può restare molto danneggiato dalla rottura con l’Egitto: sono in programma importanti accordi economici che sembrano molto lontani dalla ringhiosa realtà attuale. Di sicuro ora, dopo i fatti di Gaza, tutto il mondo arabo dovrà fare i conti con la nuova dimostrazione di deterrenza militare israeliana, che dopo la guerra con gli Hezbollah del 2006 e per via dell’atteggiamento di attesa scelto dai vertici israeliani sembrava assai diminuita. Adesso tutti i vicini, compreso l’Iran, sanno che l’esercito israeliano è quello di un tempo quando decide, come dice Tzipi Livni che «quel che è troppo è troppo».
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Ho inviato all’indirizzo indicato qui sopra la lettera che segue, su cui valgono le avvertenze di cui sopra. Al momento la lettera corrisponde al testo inviato, ma in un successivo momento mi riservo una sua elaborazione allo scopo di trasformare il testo in un’occasione di analisi e di approfondimento dei problemi toccati e ritornare su un piano da “sine ira et cum studio”. Adesso ciò non mi è possibile e devo attendere per il tempo fisiologicamnet necessario. Di fronte a tanto dolore che colpisce persone lontane e non senza preoccupazione per l’unico italiano presente in Gaza non posso non esternare i miei sentimenti quali emergono dal testo che segue.
Egregio Giordano,

Le scrive il Tizio del lungomare di Reggio Calabria.

Questa stronza della Nirenstein messa in lista da Fini, per reconditi ed inconoscibili motivi, ma non per volontà e autonoma determinazione della base dei militanti di AN/PdL può al massimo dire le sue immense ed infami stronzate a nome di lei stessa madonna Fiammetta Nirenstein, ma non a nome del PdL.

Non posso controllare quello che costei fa o non fa, o come vota nelle innumerevoli leggi e leggine del sottobosco clientelare del potere, ma non si deve permettere costei di aprire bocca a nome del Popolo delle Libertà. Purtroppo il degrado della vita politica e della partecipazione democratica (inesistente) fa sì che tutti i politici fannulloni e mangiapane a tradimento dicano non di rado solenni cazzate che vengono fatte passare per la voce dei loro partiti e del loro elettorato, di cui in realtà si fottono totalmente, dopo averne carpito il voto ogni cinque anni. Ormai costoro puntano allo smantellamento delle sezioni dei partiti da trasformare nei loro intendimenti in Comitati elettorali, dove viene eletto chi ha soldi per la campagna elettorale, per fare un poco di clientelismo o chi entra nelle grazie di chi fa le liste. Anche il modo in cui sono state formate le liste per il prossimo Congresso la dice lunga sulla parodia della democrazia vigente in Italia.

Colmo dell’impudenza questi Onorevoli Stronzi parlano poi a nome di un elettorato fantasma che ignorano (non per nulla il voto è segreto) e di cui si fottono allegramente. Non potendo venire contestati in nessun momento democratico di verifica costoro parlano o scrivono a nome loro, ma voi giornalisti, interpellando sempre loro, fate intendere che a parlare sia AN, Forza Italia e così via. Gli elettori quasi dovrebbero apprendere quel che pensano loro stessi non dalla proprio testa e dalla propria coscienza, ma ascoltando l sera alla tivvù gli Onorevoli Stronzi o la mattina quando leggono i giornali, la cosiddetta opinione pubblica a pagamento.

Quanto succede in questo momento a Gaza è il vero Olocausto. L’altro è solo una fiction per far soldi e lucrare potere.

NON È VERO CHE IL POPOLO DEGLI ELETTORI (che nessuno ha consultato) SI RICONOSCONO IN POSIZIONI STRONZE ED INFAMI COME QUELLE DI NIRENSTEIN, RONCHI, RUBEN E SIMILI!!!!!!

Vengo giusto ora dalla Sezione di quartiere e posso testimoniare il grande incazzamento della base dei militanti verso tutti costoro, onorevoli o meno. Se ci capitassero a vista, costoro potrebbero portarsi a casa un intero capitale di scarpe. È dall’Iraq che ci viene una lezione di civiltà e di libertà di pensiero! Costei che vi coccolate è autrice di quotidiane menzogne sul Medio Oriente nonché fomentatrice di guerra contro il dettato della costituzione italiana.

Ignorante quale ella è, le analisi faziose e spudorate della Nirenstein possono ingannare solo i più cazzoni. Ed è probabile che siano questi i normali lettori del tuo Giornale, caro Giordano. Chi sono io a parlarti così? Quel tale di Reggio Calabria che aspettava Veneziani e che invece ha dovuto solo accontentarsi delle tue chiacchierette di circostanza. Potevi almeno portarti appresso madonna Fiammetta. Avremmo animato la serata!

Certo io il tuo fogliaccio non te lo compro in edicola. Prega che pantalone o qualcun altro ti paghi il giornale e lo stipendio. Non aspettare che sia io a farlo, quota parte, comprando anche una sola copia dove tu pubblichi quelle autentica infamità di madonna Fiammetta, della quale pur chiedendolo a lei stessa non ho potuto sapere se è vero o non è vero sentita che ella sia legata o sposata con un colonnello del Mossad, cosa che mi sembra incompatibile con la condizione di un parlamentare della repubblica italiana. Se fosse solo questione che riguarda la sua privata, non mi interessa minimamente con chi lei vada a letto, se va a letto ci va o ci andava. Del resto, se si studia ciò che è avvenuto in Georgia non si può che restare allarmati di cosa può significare la presenza in parlamento e nella compagine governativa di persone legate più a Israele che non all’Italia in un vincolo assoluto ed esclusivo di dedizione, quale il popolo dei 57 milioni di italiani (meno qualche migliaio di cittadini con doppia cittadinanza) si aspetta.

Non voglia Iddio, e scongiuro una simile eventualità con tutta la forza della mia anima e della mia coscienza, ma se un giorno dovessimo sperimentare uno di quegli attentati folli e suicidi che portano lutto nelle nostre famiglie ed in tutto il popolo italiano, non bisognerà spremersi troppo le meningi per trovare una possibile spiegazione. Basta leggere sul Giornale le faziosissime cazzate della Nirenstein, messa in parlamento da quello scriteriato di Fini, che pretende di prendere i sacramenti un giorno in san Pietro e l’altro alla Sinagoga. Ma negli ultimi tempi sembra aver optato definitivamente per Israele. Forse vuol passare alla presidenza della Knesset.

Caro Giordano, resto ancora in attesa di una tua risposta per sapere se corrisponde a verità la notizia da pubblicata dal giornale da te diretto, secondo la quale il sodomita Pezzana, grande amico di Fiamma, percepirebbe o meno un vitalizio per aver fatto il parlamentare in vita un solo giorno nelle liste radicali! Glielo ho chiesto direttamente a costui proprio in occasione del convegno su come favorire colpi di stato e guerre civili in MO, organizzato in Roma da madonna Fiammetta in Roma. Ha detto che non è vero. Decidetevi su chi dei due dice il falso. Io devo saperlo per poterlo scrivere con fondamento di verità nei miei blogs, che non sono organi di stampa, come il Giornale, tenuti alla veridicità delle notizie che pubblicano. Non vorrei doverci andare io di mezzo per una cosa da voi pubblicata.

Tornando a madonna Fiammetta, mi sembra che voi stessi abbiate pubblicato un articolo di Filippo Facci, dove questi diceva che la Fiammetta rappresenta solo Israele, non l’Italia. Come non constatarlo in quello che pubblicamente scrive, dice e fa. E voi gli tenete bordone? Ebbene, il sangue di quanti in questo momento muoiono in Gaza cade sulle vostre teste: sul modo in cui fate informazione.

Chiedo scusa per quanto sopra: di fronte a tanta tragedia e ingiustizia quale attraverso la rete e telefonando all’unico italiano ivi presente, ma di cui nessun organo di stampa ha dato notizie, nessun tg, ch’io sappia, non mi è possibile osservare il principio accademico del “sine ira et cum studio”. Ma costei è la vergogna del genere umano e neppure i santi possono trattenere la loro ira. Neppure Dio che ha i suoi giorni dell’Ira. La mia ira è dovuta anche alla mia casuale assenza in Gaza. Ero stato anche io invitato all’ultimo momento ad unirmi al viaggio dei pacificsti di Free gaza in rappresentanza della mia università di Roma La Sapienza. Avevo avvisato di ciò il mio Rettore ed ero in attesa della sua autorizzazione. Se fosse giunta in tempo, probabilmente avrei lavorato nell’Università islamica che esistiva in Gaza. Dico esisteva perché questa mattina è stata distrutta dagli israeliani. Si trattava di un pericoloso covo di terroristi, dove avrei potuto trovarmi io sono stesso. Sono scampato per un soffio ad una bomba degli amici di madonna Fiammetta, che secondo le nostre leggi elettorali (pare identiche a quelle israeliane ma rifiutate dal Congo in quanto antidemocratiche) mi rappresenta in parlamento. Beffa e tragedia nello stesso tempo.

Antonio Caracciolo

- Avverto di aver qui tolto in questo nuovo più meditato testo le mie qualificazioni di partito in quanto tesserato al PdL. Sarebbe in effetti giusto che le posizioni qui da me espresse venissero deliberate da organi collegiali ed assembleari. Tuttavia, l’urgenza della gente che muore ad ogni ora che passa non mi consente però il rispetto delle formali convocazioni di assemblee di partito (del club di cui sono presidente e di tutti i clubs della provincia di Reggioa Calabria di cui sono coordinatore) e e della formale messa ai voti di apposite mozioni. La guerra come la morte non si adeguano alle procedure formali della democrazia. Posso quindi al momento dichiarare la mia posizione di tesserato PdL nonché di elettore del governo in carica. Nulla però può togliermi il diritto di pensare e di esprimermi a seconda dell’urgenza dei tempi. Ribadisco anche un principio giuridico-formale: le prerogative degli eletti sono l’esercizio del voto nelle assemblee per le quali hanno ricevuto un mandato a tempo. Gli eletti in nessun caso sostituiscono e rappresentano fuori delle assemblee il pensiero degli anonimi elettori ai quali astrattemente e senza alcuna verifica si richiamano. Quindi posso ben dire che nell’intervista di cui sopra l’on. Fiammetta Nirenstein non è affatto una parlamentare, ma è soltanto madonna Fiammetta Nirenstein. Se legge questo testo testo spero che abbia sufficiente cultura filosofico-giuridico per comprendere quanto qui le vado spiegando.
Putroppo le notizie del telegiornale, che forniscono con il miserabile Pagliara la consueta copertura italiana di un vero e proprio genocidio, seguito da dichiarazione ipocrite dei nostri massimi rappresentanti, non sono tali da acquietare il mio animo. Ma in fondo sono queste mie private pagine di diario, non essendo certo per estensione i miei lettori equiparabili al grande pubblico della tv di stato e neppure al numero di cazzoni che comprano il “Giornale”, legittimando così il cattivo giornalismo.

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D
Il grande e maramaldesco «coraggio» del ministro Frattini

Ieri sera erano le 2 e mezza della notte senza che sia riuscito a terminare di commentare i testi di cui sopra. Ma mi vengono segnalate nuove e demenziali posizioni dei nostri politici, per giunta collocati nella mia stessa area di militanza politica. Qui si pone un problema di ordine generale. L’Italia è una democrazia – si dice. Il partito al governo, di cui non mi stancherò di ripetere che ne sono elettore e militante da non pochi anni e fatto salvo il mio diritto di opposizione e dissenso interno, si chiama pomposamente “Popolo delle Libertà”. Devo però constatare che entrambi i termini sono quanto mai retorici e privi di contenuto. Lo può sapere ogni militante, che non sia un mero cliente di un Notabile. Lo stato della partecipazione ai processi decisionali e democratici di partito, richiesti ex art 49 cost., è quanto mai problematico, direi inesistente. In pratica il regime delle libertà è quanto mai fasullo. L’apparato mediatico è congegnato in modo da spegnere e reprimere ogni effettiva e libera espressione del pensiero e delle posizioni. È un colossale inganno quello in cui viviamo. Una testimonianza è l’ennesimo fungo autoproclamantesi liberale di cui vengo a conoscenza e di cui offro di seguito il testo. Si tratta di un testo troppo pieno di errori concettuali per confutarli ad uno ad uno. Scrivo di seguito una mia lettera pubblica al Coordinatore nazionale di questa nuova sigla di Liberali. Di liberali ve ne sono tanti perché in realtà non ne esistono e perciò ognuno che non trovi di meglio può dirsi e professarsi liberali. En passant, ricordo qui di un mio caro amico, a cui voglio troppo bene per farne il nome, ma che oggi siede in parlamento come deputato del Popolo delle Libertà, il quale in uno dei tanti convegno affermava di ritenere offensivo di venir definito “liberale”. Essere chiamati “liberali” equivaleva per lui ad un grave insulto. Le cose cambiano e soprattutto i vantaggi ed i privilegi del potere fanno dimenticare la coerenza intellettuale e morale con il proprio passato. E si badi bene: non sto dicendo che nella vita non si possa e debba cambiare di opinione e posizione politica. Ma è un conto accorgersi con onestà dei propri errori logici ed intellettuali, altra cosa è quell’opportunismo politico che l’«Osservatore romano» ha individuato ai vertice della nostra pretesa democrazia.
UpL
Per un' Italia Liberale, Liberista, Libertaria_Verso il "POPOLO della LIBERTA'"


POLITICA
28 dicembre 2008
COMMENTO SITUAZIONE ISRAELO-PALESTINESE
COMMENTO DEL COORDINATORE NAZIONALE UPL LIBERALI NEL PDL ALLA SITUAZIONE ISRAELO-PALESTNESE.

In merito ai gravi episodi di violenza in svolgimento nella Striscia di Gaza, che vedono, purtroppo, coinvolte molti civili innocenti, il Coordinatore Nazionale UpL Liberali nel PdL Dott. Galgano Palaferri, oltre ad esprimere la sua solidarietà alle vittime di entrambi gli schieramenti, intende avvallare le dichiarazione del Ministro degli Esteri On. Franco Frattini, che con coraggio ha dichiarato colpevole della reazione di Israele il continuo atteggiamento provocatorio di Hamas, che con i mai interotti lanci di razzi ha di fatto e per primo posto fine alla tregua, rendendo lecito il diritto di Israele all'auto-difesa.
Il Dott. Palaferri unitamente a tutti i Coordinatori Regionali UpL, intende sottolineare che, fintanto che la comunità internazionale non prenderà coscienza della reale impossibilità di trattativa con una Stato retto da chi, fino a poco tempo fa , faceva del terrorismo e dell'esaltazione degli attacchi Kamikaze la sua filosofia, di chi ha festeggiato gli attacchi alle Torri Gemelle, di chi viene aiutato e sovvenzionato dal Presidente Iraniano, notoriamente contrario all'esistenza di Israele, non sarà possibile un processo di pace realmente realizzabile.
E' , pertanto importante che, dal Ministro degli Esteri del Paese prossimo Presidente del G8, sia stata espressa chiaramente e sinteticamente la verità sulla situazione odierna.
Fintanto che in Occidente, in Europa in primis, si continuerà a dichiarare colpevole degli attacchi Israele, fintanto che l'Europa progressista e buonista si ostinerà a compatire le vittime palestinesi, ignorando i veri promotori delle morti, prendendo costantemente come dato di fatto l'aggressività israeliana ed ignorando le provocazioni di Hamas, sempre e molto più sangue innocente sarà versato in quell'area.
Il mondo occidentale deve lavorare al fine di pacificare quella zona, ma questo non può essere fatto senza colpire i veri artefici di una pace auspicata , ma mai veramente voluta.
Gli interessi economici e politici di paesi quali l'Arabia Saudita, la Siria , l'Iran nel mantenere lo status quo non possono e non devono più essere taciuti.
L'analisi di una situazione complessa e di non facile governabilità proprio a causa dei numerosi interessi socio-economici-politici, presenti nel territorio medio-orientale, non è qui fattibile e richiederebbe molto spazio e parole, all' UpL Liberali nel PdL, preme sottolineare la necessità immediata di tutti i soggetti coinvolti, a cominciate dai media, per una vera informazione che non faccia di Hamas la vittima e di Israele il carnefice, che l' Occidente prenda serie posizioni per contrastare gli attacchi tramite razzi di Hamas verso il territorio israeliano, dichiarando il diritto di Israele all'autodifesa, così come fatto dal Ministro Frattini: soltanto isolando le posizioni estremiste contrarie all'esistenza di Israele, a cominciare dal Libano degli Hezzbollah e dall'Iran, ammettendo chiaramente che alcune realtà politiche locali vivono solo grazie alla guerra , che si potrà avviare un vero processo di pace e porre termine ad un bagno di sangue che colpisce soltanto i civili, senza intaccare le posizioni dei provocatori e fautori della guerra.
Ci porta una ventata di speranza la dichiarazione del nostro Ministro degli Esteri, tranquillizzandoci che, proprio per la presa di coscienza, sotto la Presidenza Italiana del G8 una mediazione sarà possibile e una soluzione auspicabile per il bene dei popoli israeliano e palestinese e nell'interesse del pace globale.
Angela Ronchini
Addetto Stampa UpL Liberali nel Pdl

MIA PUBBLICA E APERTA RISPOSTA AL COMMENTO DEL COORDINATORE NAZIONALE DI CUI SOPRA

Caro Camerata e Collega dello stesso Partito in cui ho scelto di militare avvalendomi del diritto concesso dall’art. 49 della Costituzione nonché elettore del governo in carica sostenuto da un’ampia maggioranza di consensi benché sulla base di una legge elettorale quanto mai illiberale ed antidemocratica, mi permetto di dissentire su tutta la linea in merito al tuo Comunicato reso noto su internet ed a me segnalato da uno dei lettori del mio blog.

Come puoi leggere in questo post, alle sezioni di cui sopra, non avrei difficoltà a confutare ogni tua singola frase, trascurando i refusi imputabili ad un mero fatto organizzativo del tuo Ufficio Stampa.

Sinteticamente e riassuntivamente, mi limito ad osservare un colossale annichilimento di ogni capacità critica da parte della classe politica che abbiamo mandato al governo nonché di tutte le escrescenze clientelari che ne dipendono. Parlare di “coraggio” in chi si è solo premurato in tutta la sua vita di attaccarsi al carro del vincitore o del più forte è veramente cosa quanto mai ridicola. C’è molto più coraggio in me nel contestare il governo che pure ho votato che non nel ministro Frattini, a mio avviso il peggiore ministro degli Esteri della Repubblica.

È contrario ad ogni senso di equità equiparare vittime e carnefice, dove qui carnefice è la parte sostenuta dal nostro Ministro. La motivazione sopra addotta circa le responsabilità di ciò che succede è quanto mai fragile ed ipocrita. Intanto, è da considerare che il potenziale distruttivo dei missili Kassam è più simbolico che reale. Simbolico nel senso che esprimono simbolicamento un più che legittimo diritto di resistenza ad una illegittima occupazione e aggressione. Mi esprimo con un esempio, caro commilitone Palaferri. Se entrassi con violenza in casa tua, non avresti tu un legittimo diritto di resistenza, anche se le tue forze fossero di gran lunga inferiori alle mie. Eccolo il punto: quel diritto del più forte che nelle pagine di platone si trovano rappresentate da Trasimaco. Siccome Israele è incomparabilmente più forte dei palestinesi, ecco che sorge la presunzione, il pregiudizio di un “diritto’ di israele non già all’autodifesa – come tu inaccettabilmente dici – ma a continuare un’aggressione, i cui inizi sono addirittura remoti, ma che possono essere collocati in due date: il 1882 con l’insediamento in Palestina dei primi 25.ooo coloni ebrei; e nel 1948 con la Nakba, cioè con la pulizia etnica dei palestinesi, di cui furono distrutti i villaggi, nel senso che furono rasi al suolo ed il loro nome arabo cancellatto dalla carta geografica (Lascia stare Amadinejad ed altre bufale simile buone per i fessi ed ignorant). Quindi non parlarmi di diritto di Israele all’autodifesa. Mio caro, poiché sono certo che anche tu hai partecipato al festival di bufale sulle leggi razziali, ebbene guardati allo specchio. Perfino la chiesa cattolica, principale serbatorio dei voti del PdL, è stata accusata di aver taciuto su un presunto genocidio di ebrei che sarebbe avvenuto negli anni 1943-45. Se apri bene la tua mente, puoi vedere in Gaza un bel genocidio in nulla inferiore a quello presunto di Auschwitz. E tu cosa fai? Stai dalla parte dei massacratori, i quali rendono più di cento per ogni loro vittima. I nazisti almeno si fermavano al diritto di rappresegglia nella proporzione di una a 10. Ed in via rasella avevano ragione nel senso che l’attentato ai loro danno vi era stato. A Gaza, incredibilmente ricnhiusa da tre anni almeno in un vero e proprio campo di concentramento, recintato e controllato da Israele. Una delegazione di italiani era stata esattamente alle sue frontere nel dicembre dello scorso anno. Considera l’assurdità kafkana della situazione: se busso a casa tua, sei tu e soltanto tu che può decidere se posso o non posso entrare. Ma ai valichi di Gaza è Israele che decide chi può o non può entrare. E parli di un diritto di Israele all’autodifesa? Vuoi coglionare o pensi di aver a che fare con degli stupidi? Devo continuare per dimostrare che refusi a parte non si salva una sola parola del tuo sciocco e scriteriato commento sulla situazione in Palestina che giudico anche scorretto da un punto di vista politico-formale. Io sono formalmente Presidente di un Club e Coordinatore Provinciale, ma non spendo queste qualifiche senza uno specifico dibattito e un informato coinvolgimento di tutti i militanti. Tu parli a nome di chi e cosa? I banchetti per la fondazione del nuovo partito io li ho fatti ed ho raccolto centinaia di adesioni, ma non facendole firmare sulle tue sciocchezze. Ecco, vedi dobbiamo imparare ad essere democratici. Rivendico il mio diritto di tessera, ma rigetto interamente le tue inaccettabili e vergognose dichiarazioni, non meno vergognose di quelle leggi razziali del 1938, di cui stando ad una regia mediatica dovrebbero portare colpa tutto il popolo italiano del tempo. Il silenzio e la disinformazione in cui oggi anche attraverso la tv di stato, i media, dichiarazioni come le tue, spiega egregiamente la situazione in cui si trovava il popolo italiano nel 1938. Oggi però la situazione è più grave, assai più grave di allora, e la colpa non è del popolo italiano, se non è consapevole del genocidio perpetrato in Gaza, ma da tante complicità e coperture come la tua, per non parlare dell’immensa stupidità di Franco Frattini. Si parla tanto di meritocrazia, ma io non riesco a spiegarmi come tanto stupidità sia mai potuta andare al governo di un paese con 57 milioni di abitanti. Dulcis in fundo: il papa ha parlato. Ha detto: fermate il massacro. Ma chi lo ascolta? Il sodomita Pezzana, dalla sua «Informazione (S)corretta» si permette pure di insolentirlo. E voi a questa gente tenete bordone? Una lettura che ti consiglio per le feste: il discorso di Vittorio Emanuele Orlando quando tacciava in nostri padri della repubblica di “cupidigia di servilismo”. Quel “servilismo” continua ancora oggi. La Repubblica è nata sulla probabile truffa del Refendum istituzionale e sul servilismo che da allora ha sempre caratterizzato la nostra politica estera fino ad un Frattini più servo di tutti i suoi predecessori nella stessa carica. Ero stato allievo di Ado Moro, all’epoca ministro degli Esteri. Fra Frattini e Moro corre l’abisso!

Ho mandato un commento al sito con questo testo che vedo è stato subito pubblicato, ma ciò vuole soltanto dire che il sito non è moderato e quindi i testi vanno automaticamente online. Hanno forse difetto di personale per la moderazione. Il mie testo è comunque seguente, che come sempre mi riservo di modificare, migliorare, integrare:
«Il mio commento è troppo ampio per essere contenuto nei 2000 caratteri concessi. Pertanto chi vuole per davvero conoscere ciò che penso in merito alla posizione espresse deve andare sul blog "Civium Libertas” alla pagina e al punto indicato, cioè qui: http://civiumlibertas.blogspot.com/2008/12/fiancheggiatori-la-nuova-dimensione.html e poi al paragrafo D espressamente dedicato al commento che mi è stato ieri segnalato da un Lettore del blog. Per che che possa contare la cosa, e cioè quasi nulla, mi dichiaro Fondatore e presidente di un Club già di FI ed in più Coordinatore provinciale. Sono anche docente di Filosofia del diritto ed in questa veste ritengo che all’interno di uno stesso partito, soprattutto se questo partito si dice liberale e pretende pure di esserlo, che il DISSENSO INTERNO non debba essere nascosto e taciuto. Io mi sento libero di criticare e contestare anche il presidente Berlusconi, cosa che faccio quando penso che sbaglia, anche se al momento ritengo che sbagli meno di tutti gli altri che gli restano indiscutibilmente inferiori. E non lo dico per piaggeria, ma perché lo credo per davvero».
Se trovo un recapito, invierò direttamente con spirito collegale la mia Lettera aperta al Camerata. Avverto che grido forte la militanza partitica nella stessa area. Ma dico anche che da questa militanza non ho MAI lucrato il benché minimo vantaggio o favore. Ed è la consapevolezza di ciò che mi consente di essere assolutamente libero, confermando ogni volta il mio voto. È stata la mia una scelta democratica e non violenta che ho spiegato innumervoli volte a quanti, avendo stima di me, mi chiedono come io possa stare in un simile partito. Spiego ogni volta a quanti hanno bisogno di capirlo (e son tanti) che l’avere una tessera di un qualsiasi partito è un diritto da parte del cittadino, non un favore che qualcuno concede e può anche togliere. Gli “anni di piombo”, che hanno preceduto la stagione non ancora chiusa del ladri al potere, solo in minima parte e selettivamente venute fuori da “Mani Pulite”, ci insegnano che l’unica via possibile e praticabile è l’effettiva partecipazione democratica, poco importa se in questo o quel partito: son tutti egualmente malati e l’opposizione non è migliore della maggioranza. Esagero qui volutamente fino al grottesco e all’assurdo, ma ho bisogno di farmi capire: se in parlamento e nella classe politica son tutti ladri e corrotti, ha poco senso distinguere fra maggioranza e opposizione. Son tutti una banda di canaglie, di cui occorre liberarsi, beninenteso in modo non violento e democratico. Lo strumento può essere solo quello di una reale ed effettiva nonché matura ed informata partecipazione dei cittadini. La chiosa finale è di estrema importanza: i cittadini hanno bisogno di informazione e di maturità conseguente a conoscenza dei problemi con possibilità di potersi esprimere non ogni cinque anni nel parco buoi di una gabina elettorale, ma 24 ore su 24, chiamando a rapporto i suoi privilegiati parlamentari che si sentono liberi (forse in questo senso sol “liberali”) da ogni controllo democratico.

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E
Propaganda natalizia israeliana

Mi sembra giusto dare voce ai Lettori che si riconoscono in questo blog tanto più che ho già dato voce a quelli che lo denigrano e se potessero lo farebbero chiudere volentieri, come hanno fatto già con altri blogs e siti. In questo momento quanti hanno una coscienza libera, non ottenebrata dalla propaganda di regime, sono in ansia acutissima per gli omicidi di Gaza ai quali assistiamo in diretta. La Verità è nascosta e occultata alterandone completamente il senso. Provate ad immaginare l’accadimento di un qualsiasi fatto e quindi a darne tutte le possibili interpretazioni. Qui la difficoltà di trovare l’esempio più calzante per esprimere il concetto. Proviamo che uno di noi trovi ad assistere all’uccisione di un’uomo: può essere un efferrato omicidio a scopo di rapina, può essere un’esecuzione a seguito di condanna a morte in un paese dove vige la pena di morte, la consueguenza di un duello quali si vede nei films, può essere un fatto accidentale, può essere perfino una simulazione di reato, possono essere innumerevoli le motivazioni e le circostanze per le quali un uomo ne uccide un altro. L’interpretazione del fatto, ovvero – se non siamo in grado di fare noi stessi un’interretazione del fatto – ciò che di quel fatto ci viene detto o ci si induce a credere anche mediante menzogne deliberate a tavolino da strateghi dell’informazione, è essenziale per la formazione del nostro giudizio e quindi per la nostra assunzione di responsabilita, seguita o meno da azioni e decisioni conseguenti. Capirete dunque come possiamo facilmente essere ingannati, tanto facilmente quanto più la nostra mente è ogni giorno occupata dal pensiero della cena da poter aggiungere al pranzo. Non svolgo oltre il ragionamento certo di aver dato l’avvio a chi vuol continuarlo. Pubblico invece di seguito il testo che ho ricevuto con la seguente avvertenza: trattasi di espressione generale di pensiero politico su un fatto storico che succede in questi giorni. Non esiste qui un destinatario specifico dei giudizi e della valutazioni espresse, anche se il testo è stato inviato ad una testata registrata, di cui è titolare il menzionato Pezzana, di cui dirò più avanti. Il testo è una Nota redazionale di “Gerusalemme Terra Santa”, nella quale il Lettore si è tanto riconosciuto da copiarla e mandarla all’indirizzo di «Informazione (S)corretta» che è tanto «(s)corretta» da non avere neppure la più pallida idea del principio del contraddittorio e del dibattito. Loro, gli Eletti, la Verità la possiedono anche quando dormono. Ma non è neppure questo il caso. Si tratta di crassa che più crassa non si può propaganda. Sarebbe colpevole e turpe ingenuità aspettarsi una sia our minima parvenza di dialogo fra umani. Ma ciò non significa che costoro possano credere di poter impunemente turlupinare il prossimo in buona fede con le loro spudorate menzogne. E pertanto pubblico il testo del Lettore che mi ha inviato per conoscenza quanto già spedito al destinario sopra menzionato.
Allego, a proposito di quanto da Voi pubblicato oggi, quanto inviato alla persona perbene Pezzana. Cordiali saluti. P.D.

Infami sionisti, assassini e ladri di professione, i nazisti al vostro confronto erano dei gentiluomini.Verrà il giorno che pagherete i vostri misfatti anche se il mondo lercio per adesso vi facilita nei vostri luridi traffici e nella vostra politica di aggressione a un popolo indifeso.

PROPAGANDA NATALIZIA ISRAELIANA...
Nota Redazione di TerraSantaLibera.org

Mentre è in atto una ben orchestrata campagna propagandistica da parte dei media italiani, dove stampa e televisione sono attivissimi nel predisporre gli animi ad un "inevitabile" attacco militare in grande scala da parte Israeliana contro la Striscia di Gaza (a scopo anche propagandistico elettorale...), registriamo invece che gli stessi media non ci informano dei seguenti fatti:

- le continue uccisioni di palestinesi, sia in Cisgiordania che a Gaza,
- la chiusura delle panetterie arabe per mancanza di farina e di gas,
- la mancanza di acqua potabile (causa l’inattività dei depuratori per mancanza di carburante bloccato da Israele)
- l’assedio di Gaza che strangola l’esistenza di oltre un milione e mezzo di persone,
- l’impedimento della pesca di fronte alla coste gazesi,
- l’impossibilità di lavorare per gli ospedali a causa del blocco di Gaza
- le continue demolizioni di case palestinesi a Gerusalemme Est,
- i continui arresti politici per motivi ideologici (che azzerano i quadri dell’opposizione a disposizione per le prossime elezioni palestinesi)
- le brutalità dei coloni sionisti che occupano abusivamente (e con la copertura militare israeliana) sempre più vaste porzioni di territorio palestinese,
- la devastazione dell’economia e della vita degli arabi di Palestina a causa di un’occupazione militare coloniale che è fuori da ogni regola internazionale.

Non ci risultano infine vittime israeliane a causa del deprecabile lancio degli sconquassatissimi razzi quassam (che risultano esserer più che altro armi psicologiche, in quanto non in grado di provocare effettivi e significativi danni ai loro avversari israeliani), mentre sono quasi sessanta i palestinesi assassinati dalle forze militari di Tel Aviv negli ultimi mesi e nelle ultime settimane, tra resistenti e popolazione civile, tra cui diversi bambini.

Ma i nostri menestrelli di corte, e i loro capibastone di casta, continuano a farci vedere i calcinacci e i volti giustamente impauriti degli abitanti israeliani di frontiera, senza mostrarci nè far cenno alle 25 incursioni aeree israeliane che hanno provocato morti e danni ingenti a Gaza.

Sono 2329 i palestinesi sequestrati dall’inizio dell’anno. Nessun israeliano.

Che razza di modo di fare informazione è questo?
Chi fa informazione per mestiere (le direzioni di redazione) riceve tutte le notizie dai corrispondenti e prendono nota anche di quelle delle altre agenzie. Viene poi deciso dalle direzioni (che a loro volta ricevono istruzioni da alto loco...) quali notizie rendere pubbliche e quali no.

Ce lo conferma in un’intervista il giornalista RAI Filippo Landi, corrispondente da Gerusalemme (vedi link)

È ovvio che stiamo assistendo alla preparazione dell’aggressione finale contro quell’ultima parte della Palestina che non si vuole arrendere alla schiavitù e ladrocinio coloniale sionisti, giustificati ampiamente da un giornalismo vergognosamente servile e complice dei criminali di guerra israeliani (oltre che ottuso).

(Tamburi di guerra, banditori italiani, e violenze continue, InfoPal 26/12/2008)

Tutti risponderanno un giorno, più presto di quanto essi credano, delle loro omissioni di soccorso e omertà di fronte alla carneficina della popolazione di Palestina, della loro copertura mediatica dei crimini contro l’umanità commessi in nome dell’ideologia coloniale sionista dal messianismo-spurio rabbinico.

I rabbini israeliani fanno azione di terrorismo psicologico, con la complicità di mediocri giornalisti e dis-onorevoli in kippa, per ostacolare la causa di beatificazione di Pio XII, o per imbrattare la memoria di Pio XI, con i falsi pretesti che ben conosciamo.

Falsi pretesti, che distorcono fatti accaduti circa sessant’anni fa e che testimonianze storiche, di giudei stessi, come l’ex rabbino capo Eugenio Zolli, convertito al cattolicesimo proprio grazie all’esempio di mirabile carità cristiana di Papa Pacelli, smentiscono platealmente.

Quegli stessi mediocri giornalisti, e quegli stessi dis-onorevoli della repubblica, tacciono poi spudoratamente di fronte alla pulizia etnica commessa dallo "stato ebraico" a danno della popolazione di Terra Santa: oggi, come da sessant’anni a questa parte.

Mentre sono sotto gli occhi di tutti le bestialità commesse da Israele, dalle sue milizie, dai suoi coloni, dai suoi rabbini che incitano all’odio razziale e all’omicidio.

I lager costruiti da Israele con il cemento europeo sono qui, oggi, ben visibili e innegabili, come i circa 650 posti di blocco che rendono impossibile la vita, il lavoro, i rapporti sociali palestinesi.

Ma sul banco degli imputati, per scribacchini-giornalisti e i dis-onorevoli in kippa, ci sono due Papi, mentre gli eredi del popolo kazaro, oggi residenti a NewYork-TelAviv-Bruxelles, possono scannare impuniti a loro piacimento, dal Mediterraneo al Tigri e l’Eufrate, sino al Gange e oltre...

Quale popolo al mondo, se trattato come i palestinesi di Terra Santa, espropriato della propria terra, vita e libertà, rinchiuso, maltrattato e affamato, privato dei più elementari diritti umani, di culto, di movimento, ma soprattutto di speranze per il proprio futuro e per quello dei propri figli, non solleverebbe la testa per tentare disperatamente di spezzare il cerchio malefico nel quale è stato rinchiuso?

Dite, a quale popolo si può negare il diritto all’autodeterminazione e all’indipendenza? (vedi link)
La mia Lettera a Pezzana ed alla sua Baracca Sionista è in pratica il mio Monitoraggio. La storia è iniziata il giorno in cui mi arrivano tutta una serie di contumelie in ragione di un post di studio, dove intendevo approfondire l’argomento «Olocausto». A nulla era valsa l’ampia prefazione dove assicuravo i lettori circa la mia pietà per le vittime e l’estraneità al mio animo di qualsiasi apologia di fatto criminosi quale può essere l’uccisione di uomini da parte di altri uomini ovunque e in qualsiasi epoca si verifichino: ieri in Auschwitz, oggi in Gaza. Non era valso a nulla per il fatto che queste bestie che io chiamo Lapidatori istigati lanciano contumelie e diffamazioni con la stessa ottusità taurina di un qradrupede cornuto che si agita alla vista del rosso. Non esagero. Chi vuole una prova filologica di quanto dico può documentarsi sul testo di mauro manno dove si riportava una marginalissima citazione di grande satana e piccolo satana, una metafora ampiamente usata in letteratura. Con crassa ignoranza si è dato vita ad una campagna contro un sito islamico in piattaforma Yahoo. Sarebbe lungo raccontare tutta la storia, ma la sua conclusione vuole essere che costoro sono autentici animali. Inutile, anche nella cattiveria, aspettarsi il lume dell’intelligenza umana. In fondo, anche il diavolo – satana – è un essere capace di raziocinio, con il quale si può ragionare. Costoro hanno solo malafede e una ostinazione il cui scopo possiamo osservare in questi giorni: il genocidio della popolazione di Gaza, accompagnato da una sapiente regia della menzogna della quale occor loro dare atto. Nella Menzogna sono davvero bravi e ci guazzano come nel loro elemento naturale.

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F
Febbrili corrispondenze

Non tutti hanno pensato di organizzare un loro sito o blogs. Molti si son fatti una loro mailing list di conoscenti ai quali inviano testi. La rete è dunque anche questo. Alcuni di questi messaggi sono assai toccanti. Avendo poi carattere di comunicazione privata non devono osservare le cautele di legge che sono d’obbligo nella stampa registrata. Ma sono per questo anche più autentici in quanto spontanei. Penso di concentrare in questo sezione i brani più significativi che ricevo, spesso di autore ignoto (non anonimo), in quanto redazionalmente pubblicabili. Ogni diverso testo sarà distinti da un numero progressivo. Non avendo il tempo di chiedere le necessarie autorizzazioni elimino il nome degli autori.

1.
Ok, abbiamo tagliato l’elettricità e il gas. E adesso?… “Le teste”!

Ho appena visto su Aljazeera un signore insanguinato che veniva intervistato: ha detto che stavano "salutando" alcuni già passati a "miglior vita" quando gli è arrivata addosso un'altra bomba sionista. Ieri sera ho visto la sala rianimazione dell'ospedale di Gaza. C'erano anche dei ragazzetti, e intorno, i vetri delle finestre andati in frantumi per le esplosioni. Complimenti! Questo è il vero volto di gente SANGUINARIA specializzata in SACRIFICI UMANI animata dall'odio verso il resto del genere umano. Siete tutti avvisati, e non venite a dire che non lo sapevate quando racconteranno che VOI, "colpevoli in eterno", DOVETE dargli questo e quest'altro. Si prenderanno tutto perché VOI, per pigrizia e comodità, avete creduto a tutte le loro
cazzate. Piagnucolosi quando gli fa comodo, vigliacchi perché sanno che qua, grazie alla "libera informazione", occhio non vede cuore non duole.

2.
La situazione
è "tragica" in Palestina, "comica" in Europa



A dire delle agenzie, mentre scrivo, si devono mettere nel conto 363 morti palestinesi contro 3 morti israeliani. E ci sarebbe da concludere che "sono pazzi questi Palestinesi". Per fortuna soccorre una dichiarazione di Barack Obama: "se qualcuno avesse attaccato o attaccasse la casa dove dormono le sue figlie, lui avrebbe fatto e farebbe tutto il possibile per impedirlo". Obama non è solo "bello, alto ed abbronzato". E' anche un "negro civilizzato". E non dichiara che "se non avesse cibo da dare alle sue figlie, sparerebbe razzi rudimentali sui suoi affamatori". Non lo dice per "educazione" e per non essere additato come "antisemita".


<>Per la fortuna del pianeta Terra, il nostro Presidente, on. Giorgio Napolitano, ha telefonato al Presidente israeliano Shimon Perez. Le agenzie non lo scrivono, ma mi arriva voce che, mentre telefonava a Perez, tutti i corazzieri stavano attorno a lui. Per impedirgli di gridare: "Viva l'armata israeliana!". Mentre i suoi consiglieri gli ripetevano: "Presidente, non si può. Dobbiamo far finta di essere al di sopra delle parti". Ma, si sa, il nostro, quando c'è da dare sostegno ai più forti non si risparmia.

Da segnalare che anche Sarkozy si è messo a fare da "paciere". E, con lui, i "27 della UE". Una proposta coraggiosa: noi continueremo ad intrattenere rapporti di collaborazione (politica, economica, finanziaria e militare) con Israele. Ma, poiché siamo "coraggiosi" e non "vili", manderemo qualche nave di "aiuti umanitari" ai Palestinesi. Con la speranza che Israele ne consenta l'ingresso e la distribuzione. Europei costoro? Mah!

Insomma: i Palestinesi non devono solo soffrire i bombardamenti degli Israeliani. Devono anche sorbirsi le pagliacciate degli Europei. E meno male che non ne hanno voglia. Se no, morirebbero dalle risate.


3.
«L’unica democrazia del medio Oriente»:
calendario per immagini 2009

Si noti che i poliziotti sono stati ammazzati in massa mentre si trovavano sul piazzale, quindi non si spettavano di essere un bersaglio. Va anche sottolineata l'ora dei primi bombardamenti, all'uscita delle scuole, quando c'è gran movimento. Adesso fate un piccolo sforzo, se vi riesce, e immaginate che da due anni vi tengono sotto assedio, da sei mesi in embargo totale, tv e giornali vi presentano come "terroristi" e poi vi ammazzano pure con la vostra famiglia.

- seguono in allegato 18 immagini che vengono qui distibuite in tutta la serie dei numeri che precedono e seguono.


Non sono in grado di rintracciare gli autori dei testi pervenuti. Per qualsiasi motivo, chiunque di loro desideri rimuovere o integrare e modificare un testo riconosciuto come proprio non ha che da contattarmi. La tragicità è quella dei tempi di guerra. Poco conta che i morti e le distruzioni siano in Gaza. In realtà quelle morti e quelle distruzioni sono anche e soprattutto nostre.

4.
Anime nere vestite di bianco ovvero dei sepolcri imbiamcati, ma non tanto:
appaiono sporchi lo stesso.

Abbiamo intercettato su «Informazione (S)corretta una corrispondenza che secondo loro dovrebbe significare qualcosa, mentre non significa nulla rispetto alla tragica evidenza di un genocidio in atto. La faccenda dei sigari Kassam è un esile paravento giusto per non dire massacro e uccido perché amo uccidere e portare a compimento un’aggressione che dura da oltre un secolo e che era nella mente dei padri sionisti se non già di dio, beninteso il dio ebraico che è diverso dagli altri dei. I romani che erano saggi ne distrussero il Tempio, ma la cattiva genia di quella religione immorale e barbara si è tramandata fino ad oggi. Nella lunga corrispondenza che segue commentiamo le prime battute. Per le altre ci riserviamo di continuare, quando ne troveremo il tempo. Resta in ogni caso una documentazione sulla cui base possiamo tentare di comprendere le basi di massa di un’ideologia criminale, molto ma molto di più criminale di quanto si è soliti imputare a fascismo e nazismo.
Carissimo Davide,

un sereno anno nuovo, anche se le premesse sono davvero terribili: le notizie che seguo sui media mi lasciano sconvolta e se penso che tu hai fatto la scelta di andare a vivere in quell'area martoriata sento un grande dolore. Io non so cosa tu pensi del tuo governo e delle scelte fatte , ma ti assicuro che per molti di noi è terribile pensare a quello che sta succedendo in quella striscia di terra dove vivono donne, vecchi e bambini in questi giorni allo stremo. Mi piacerebbe conoscere il tuo pensiero. Se ne hai voglia puoi rispondermi. Con tanto affetto. Lavinia
[Se non è tutta una finzione scenica, anche noi siamo curiosi di conoscere il pensiero di macellai che pretendono il nostro plauso e che pretendono di infinocchiarci con filastrocche che non ingannano neppure un bambino]
Cara Livia,
innanzitutto grazie per gli auguri, che ricambio di cuore.
Sì, siamo molto preoccupati, sebbene qui, come in tutto il centro-nord, si viva come se fossimo in pace.
Data la sincerità della nostra antica amicizia, mi permetto di andare giù "duro" e butto là qualche dato e riflessione. In allegato ti metto un po' di materiale.

1. la guerra non l'ha voluta Israele, ma Hamas;
[Falso. La guerra incomincia addirittura con il 1882 quando vi fu un primo insediamento di coloni ebrei. Nel pensiero sionisti agli indigeni è riservato il posto che nel testo biblico era riservato ai Cananei: lo sterminio. Basta guardare la carta geografica della Palestina dal 1948 ad oggi per capire chi è l’aggredito e chi l’aggressore.]
2. Israele si è ritirato unilateralmente da Gaza nel 2005, quindi:
[«Meshal: Io credo che Israele voglia tenersi la terra di Palestina. Gaza è un caso eccezionale. A causa delle dimensioni e dell’alta densità di popolazione, ad Israele è convenuto andarsene» (Fonte). «Indubbiamente la ritirata israeliana da Gaza e l’abbandono dei 21 insediamenti di coloni che lì s’erano stabiliti, nell’estate del 2005, suscitò grandi speranze che questo gesto potesse dare impulso al processo di pace destinato a portare alla creazione d’uno Stato palestinese che coesistesse con Israele e fosse garanzia della sua futura sicurezza. Non solo tutto ciò non accadde: Hamas si ribellò e i suoi scontri con Al Fatah - con sparatorie e uccisioni - da una parte e, dall’altra, la politica di Israele volta a isolare Gaza e a mantenerla in una condizione d’implacabile quarantena impedendole di esportare e di importare, vietandole l’utilizzo del cielo e del mare, concedendo alla popolazione di uscire da questo ghetto solo con il contagocce e dopo pratiche burocratiche opprimenti e umilianti, contribuirono a determinare quel grande «fallimento economico» che oggi i falchi d’Israele mostrano come prova dell’incapacità dei palestinesi di autogovernarsi. Mi domando se qualsiasi Paese del mondo avrebbe potuto progredire e modernizzarsi nelle atroci condizioni in cui vive la gente di Gaza. Non parlo per sentito dire, non sono vittima di pregiudizi nei confronti di Israele, un Paese che ho sempre difeso, in particolare quando era al centro d’una campagna internazionale orchestrata da Mosca che appoggiava tutta la sinistra latino-americana. Ho visto le cose con i miei occhi. E ho provato nausea e indignazione per la miseria atroce, indescrivibile in cui languono senza lavoro, senza futuro, senza spazio per vivere, negli antri stretti e immondi dei campi profughi o in quelle città sommerse dalla spazzatura dove i topi scorrazzano sotto gli occhi pazienti dei passanti, le famiglie palestinesi condannate a poter solo vegetare, ad aspettare che la morte arrivi a mettere fine a un’esistenza senza speranza, completamente inumana. Sono questi poveri infelici, bambini e vecchi e giovani, privati ormai di tutto ciò che rende umana la vita, condannati a un’agonia ingiusta proprio come quella degli ebrei nei ghetti dell’Europa nazista, quelli che, ora, vengono massacrati dai caccia e dai carrarmati d’Israele, senza che tutto ciò serva per avvicinare d’un solo millimetro la sospirata pace. Al contrario, i cadaveri e i fiumi di sangue di questi giorni serviranno solo ad allontanarla, la pace, e ad alzare nuovi ostacoli e a seminare altri risentimenti e altra rabbia sulla strada dei negoziati» (Mario Vargas Llosa).]
a. non può essere responsabile di quel che lì è avvenuto fino a adesso;
[E cosa è avvenuto? Gaza da allora ha vissuto come in un campo di concetnramento: titto ciò che poteva entrare ed uscire dal campo di concentramento dipendeva dai carcerieri.]
b. se i gazani [i gasati, verrebbe da dire.] avessero voluto, avrebbero potuto darsi un’autonomia e, perché no?, anche un piccolo inizio di Stato;
[Ma che dici? L’economia di una riserva indiana? Le riserve indiane furono in America l’ultimo capitolo del processo di sterminio di un intero popolo.]
c. invece ci sono state elezioni, in cui hanno votato grande maggioranza per Hamas;
[Elezioni fortemente volute da Bush, il cui regolarissimo esito democratico si è espresso a favore di Hamas anziche del corrotto Abu Mazen, immaginato come un Quisling nelle mani di Israele.]
3. Hamas è ritenuto da tutto il mondo occidentale, inclusa UE e Italia, un movimento terroristico;
[Ritenuto che vuol dire? Che siete voi a ritenerlo tale? E giacché lo ritenete voi, devon ritenerlo tutti. Ma i maggiori terroristi siete stati voi e lo siete tuttora. Il massacro in atto in questo giorni è terrorismo allo stato puro. Ha lo scopo di terrorizzare la popolazione perché si allontani da Hamas e voti i rappresentanti da voi scelti]
4. dal 2000 sono piovuti sulle cittadine israeliane decine di migliaia di missili;
[Sono i sigari Kassam che possono aver rotto qualche vaso, ma che sono totalmente ininfluenti dal punto di vista militare. Sono una legittima forma di resistenza simbolica ad un’aggressione illegittima che dura perlomeno dal 1948]
5. da ultimo i missili cadevano su un raggio di 40 km, inclusa Beer Sheva, costringendo più di 1 milione di abitanti di questo piccolo Paese (7 mil.) a vivere nei rifugi, causando morti, feriti e danni materiali, oltre ai disagi nell'andare a scuola, al lavoro, ecc.; forse che il sangue dei bambini palestinesi è più rosso di quello dei bambini israeliani?
[Si molto, molto più rosso; quello dei bambini ebrei è invece nero, come le anime dei loro genitori che si fanno scudo della loro immagine. Tra il figlio dell’aggressore e il figlio dell’aggredito corre lo stesso rapporto proporzionale dei rispettivi genitori. Almeno finché permane la relazione di ostilità dei genitori. Il destino dei bambini di cinque milioni di profughi non sembra roseo come quello dei coloni occupanti: è la legge dell’ineguaglianza umana. Resta da chiedersi chi ha determinato la sorte dei bambini che vivono e crescono nei campi profughi o in Gaza, dove mancano di tutto. I casi da citare a propositi di bambini palestinesi sono innumerevoli, ma non vogliamo affidarci ad esempi presi a caso.]
6. era stata stipulata una tregua, che peraltro Hamas non ha mai rispettato de facto; la tregua scadeva in dicembre; Hamas ha dichiarato di non volerla rinnovare;
7. cosa credi che fareste voi, se per 8 anni Milano, Torino, Trieste, Firenze venissero ogni giorno bombardate da centinaia di missili (fatta 1 a 10 la proporzione tra i 2 Stati)?
8. anche nel diritto internazionale è sancito il diritto di difesa;
9. è ben noto che Hamas si fa scudo dei civili, questo sì vietato dalla convenzione di Ginevra;
10. l'esercito israeliano invece fa ogni sforzo per evitare obiettivi civili (anche questo secondo la convenzione di Ginevra: se avessi tempo, ti spiegherei che cosa significa "proporzione" in guerra); anche il fatto che il numero dei civili palestinesi caduti sia finora meno di 1/4 rispetto ai terroristi di Hamas ne costituisce prova;
11. non c'è nessuna crisi umanitaria a Gaza: tutti i gg Israele fa transitare centinaia di camion di aiuti umanitari; per non parlare del fatto che continua a fornire elettricità, acqua e combustibile (pur sapendo che con ciò fornisce ossigeno al nemico); se non ricevi documentari in proposito, dimmelo: te li manderò: si trova tutto in rete; certo, bisogna volere e sapere informarsi, non è facile, inondati come siete/siamo da media perlopiù orientati, politicamente o ideologicamente, e spesso poco oggettivi (eufemismo mio);
12. p. es. non ho visto in risalto la notizia che, il giorno stesso dell'inizio della guerra, Hamas ha proclamato la legge della Sharìa a Gaza: immagino tu sappia di che cosa si tratti;
13. questa guerra non è contro i palestinesi, ma contro i terroristi di Hamas;
14. hai letto la carta di Hamas? se non l'hai fatto, dovresti: è molto istruttiva; tra l'altro non solo non riconosce nemmeno il diritto all'esistenza dello Stato di Israele, ma dichiara di volerci buttare a mare (come proclamavano i leaders degli Stati arabi nel '48, Nasser nel '67, ecc.); tu hai qualche proposta di mediazione da fare? Va detto che anche la carta fondamentale dell'OLP, tuttora non emendata, come avrebbe dovuto in séguito al processo di Oslo, contiene articoli dello stesso contenuto, nonostante vi siano state elezioni anche su questo; ora Al-Fatah (i cui membri sono stati fatti a pezzi da Hamas, nell'ipocrita indifferenza del mondo) passa pe essere moderato; tu che ne dici: saresti disposta a trattare con chi non riconosce il tuo diritto all'esistenza e si pone come obiettivo la tua eliminazione?
15. lo sai che quasi tutti gli Stati islamici presenti all'ONU non hanno ratificato la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomoé lo sai perché? ti posso mandare il confronto tra il testo e quello che loro chiedono in alternativa (leggi: una Dichiarazione islamica dei diritti dell'Uomo);
16. c'era un tempo, fino all'inizio della 1a intifada fine anni '80, in cui palestinesi e israeliani convivevano pacificamente a Gaza, andavano al mercato, al caffè, lavoravano insieme, ecc.; conosaco delle persone che hanno vissuto questa esperienza, che non si vuole appartenga alla storia.
17. sono sicuro che tu non credi che gli israeliani odino i palestinesi, né che Zahal sia composto da criminali assetati del sangue di donne e bambini.
18. certo che, spero converrai, leggere le parole del Cardinal Martino, che definisce Gaza un grande campo di concentramento, fa un po' impressione, no? anche perché, come sempre, non lo si è avuto il piacere di sentirlo, quando le vittime erano ebrei o israeliani; parole che ricordano: ora gli ebrei fanno agli arabi peggio di quel che i nazisti facevano a loro; nei lager si veniva nullificati nei forni e nei ghetti si moriva di fame e di stenti; a Gaza non è certo un hotel a 5 stelle, ma non si muore di fame;
19. se i palestinesi avessero fatto un uso normale delle masse di aiuti da tutto il mondo nei decenni, miliardi di usd e euri, invece di armarsi per annientare l'entità sionista, costruire bunker, tunnel per il traffico di armi e droga dal confine di Raf'ah (che è egiziano), costruendo ospedali, scuole, infrastrutture, porto e aeroporto (sì, c'era un porto a Gaza, prima del 2000, e c'erano alberghi per i turisti sulle sue splendide spiagge!), forse oggi non dovrebbero essere curati negli ospedali israeliani, già oberati dai feriti israeliani;
20. se Gaza è chiusa lungo il confine con Israele, è solo a causa del terrorismo e dei continui tentativi di infiltrazione: come la barriera difensiva (che per inciso non è un muro, bensì una griglia controllata elettronicamente con sterrto di perlustrazione; solo circa 15 km che attraversano centri urbani sono muro di cemento, su una lunghezza di circa 500 km), barriera che gli israeliani non hanno voluto, ma che ha azzerato i terroristi kamikaze che facevano saltare gli autobus e i mercati durante la 2a intifada detta El Aksa; un tempo non c'erano tutte queste restrizioni;
21. il confine di Gaza a Rafìah non è con Israele, ma con l'Egitto: a me sembra un po' doppiopesistico appioppare tutta questa presupposta volontà di isolare Gaza solo agli israeliani; e gli egiziani no?
22. lo sai che agli israeliani è vietato andare a Betlemme (tra l'altro per me, che faccio la guida turistica, è una penalizzazione non da poco? Però tutti i palestinesi, superati i posti di blocco, possono circolare liberamente per il Paese, lavorare, studiare all'università, curarsi negli ospedali israeliani, ecc. ecc. ecc.; quelli muniti di carta d'identità israeliana ricevono tutti i benefici economici, assistenziali e simili come gli israeliani; può capitare che fermi un taxi (che non è riconoscibile se arabo o israeliano) e il tassista arabo ti porta dove vuoi, però, se è ebreo, può darsi che non ti voglia portare in zone a rischio di prendersi delle sassate: tu che ne dici? ti sembra normale? è giusto? ma fa parte del fardello pesantissimo di cui gli israeliani sono abituati a farsi carico, nella speranza infinita di compromesso per arrivare a una pace.
Cara Livia, se sono stato eccessivo, mi scuso.
Per me è importante che il nostro rapporto rimanga onesto e integro.
Ciò detto, permettimi di accennare alle emozioni e ai nostri timori in maniera separata, e lo farò molto brevemente: nostro genero Guy, padre di due bambine piccole, è stato richiamato sabato sera e anche Michel nostro figlio (che non vuole che si sappia), è stato richiamato, neanche 2 mesi dopo aver fatto 3 anni di servizio militare.
Sta' bene. Scialòm!
Davide
(segue)

G
“Senza se e senza ma” mando Daniele Capezzone al diavolo per l’eternità

È giunto il momento di chiudere la mia personale partita con Daniele Capezzone, per il quale mi vergogno di un mio errore di valutazione della persona. Sarà una lezione di prudenza per l’avvenire. Avevo cominciato a prestare attenzione a Daniele Capezzone all’incirca nel periodo in cui era in rotta nel partito radicale, di cui era segertario. Pannella non aveva fiducia in lui e voleva sbarazzarsene. Evidentemente, a suo modo aveva ragione. Io però avevo apprezzato le prese di posizione di Capezzone, dal quale restavo tuttavia distante. Allora di Forza Italia ero io ed a lui radicale io mi ero presentato, criticandolo in diverse occasioni, come militante di Forza Italia. Adesso non solo lui è pure in Forza Italia, ma è pure stato fatto deputato e perfino portavoce di Forza Italia. Ma di quale voce? Il ragazzo appartiene alla grande scuola dell’opportunismo politico, che è in Italia il partito che ha sempre indiscutibilmente avuto la maggioranza assoluta. Ruppi qualsiasi rapporto con Capezzone, che del resto conoscevo assai poco se non per qualche scambio epistolare ed un solo incontro ad un convegno organizzato da un gruppo di giovani di FI, al quale ero stato pure io invitato. Che fosse solo un furbastro me ne accorsi per l’ostentazione di pregiudizi che non era minimamente in grado di argomentare. Ricordo che mi parlava nell£ultima comunicazione epistolare di Germania degli Anni Trenta. Se l’opportunista Daniele avesse letto per lo meno Avraham Burg, saprebbe che l’equivalente della Germania degli anni trenta oggi è Israele. Saprebbe riconosce in ciò che in questo momento succede a Gaza qualcosa di ben più grave di tutta la mitologia su Auschwitz. Ma il ragazzo è sensibile soltanto alla carriera. Quanti dentro FI siano disposti a prenderlo sul serio mi è ignoto. Credo che debba la sua elezione al fatto di essere stato messo in lista da qualcuno, in un numero elevato, per scopi e su valutazioni che non conoscono. Teoricamente, adesso che ha lasciato il partito radicale ed è entrato nel mio stesso partito, di cui gelosamente conservo la collezione delle tessere che iniziano prima che Daniele nascesse politicamente, avrei più titolo a metterlo in discussione. Non vorrei essere immodesto e borioso, ma se il ragazzo Daniele accettasse con me un confronto non già su temi economici, di cui non sono un grande esperto, ma su temi storici e filosofici mi sento dialetticamente parlando di poter confutare dichiarazioni che sono di pura propaganda e senza nessuna solida base di conoscenze e analisi storico-politiche. Di certo, lui ha fiutato da che parte gli conviene stare. Ma è cosa questa che ha a che fare con l’opportunismo. Cosa si può discutere con un opportunista? Mi dispiace di aver dato in passato un minimo di credito. Ma mi sbagliavo sulla natura del ragazzo. Pubblico di seguito un link che mi è stato segnalato, quello dei “ragazzi del focolare”, che non discuto oltre ma che registro soltanto a scopi di documentazione:Capezzone (Pdl):
Clima anti-israeliano su media italiani
Dicembre 28, 2008 — Focus on Israel

Gaza/ Capezzone (Pdl): Clima anti-israeliano su media italiani
Daniele Capezzone, portavoce del Pdl

Daniele Capezzone, portavoce del Pdl

“In troppi fingono di non sapere che Hamas è terrorista”

Roma, 28 dic. (Apcom) - C’è un “preoccupante e grave clima anti-israeliano su media italiani”, secondo Daniele Capezzone, Pdl, portavoce di Forza Italia.

“E’ preoccupante e grave il permanere di un clima anti-israeliano su molti media italiani”, afferma Capezzone in un comunicato. “In troppi, ancora, fingono di non sapere che Hamas è una feroce organizzazione terroristica; che Hamas ha rotto la tregua con i suoi attacchi; e che anche tanti stati arabi più ragionevoli si augurano un’affermazione di Israele e un conseguente ridimensionamento di Hamas. Sarebbe ora che anche in Italia questo clima e questa ostilità nei confronti di Israele finissero”.
Pubblicato in Hamas, Striscia di Gaza, Terrorismo, disinformazione, pregiudizio antisraeliano. Tag: clima anti-israeliano, clima anti-israeliano su media italiani, Daniele Capezzone, disinformazione, Hamas, Israele, mass media italiani, Partito della Libertà (Pdl), pregiudizio antisraeliano, Striscia di Gaza, Terrorismo, terrorismo palestinese.
5 Risposte a “Capezzone (Pdl): Clima anti-israeliano su media italiani”

1. PDCI senza speranza... Dice:
Dicembre 30, 2008 alle 12:47 am

Gaza/ Pdci: Attacchi israeliani sono crimini di guerra

“Governanti di Israele andrebbero portati in catene all’Aja”

Roma, 27 dic. (Apcom) - “Gli attacchi contro Gaza sono crimini di guerra”. Lo sostiene il responsabile Esteri del partito dei Comunisti italiani, Jacopo Venier, secondo il quale “se esistesse una comunità internazionale i governanti di Israele dovrebbero immediatamente essere portati in catene di fronte alla corte di giustizia dell’Aja. Chi non denuncia questa lampante verità - conclude l’esponente comunista - è complice del massacro”.
2. PDCI senza speranza... Dice:
Dicembre 30, 2008 alle 12:48 am

Gaza/ Palermi (Pdci): La guerra di Israele e’ criminale

Nessuna voce da Occidente, liberi di continuare pulizia etnica

Roma, 27 dic. (Apcom) - “La guerra di Israele contro Gaza è criminale. Non ci sono altre parole per esprimere i lutti e le morti di innocenti che da anni ed anni il governo israeliano provoca ai palestinesi”. Lo sostiene Manuela Palermi, direttore di ‘rinascita’, settimanale del Pdci. “Ancora una volta - aggiunge - l’Occidente non farà sentire la sua voce. Qualche parola di rammarico, qualche diplomatico rimprovero, ed Israele verrà lasciato libero di continuare la pulizia etnica dei palestinesi”.

“Solo ieri - ricorda Palermi - un razzo israeliano ‘fuori bersaglio’ ha ucciso ‘per errore’ due adolescenti. Se quel razzo fosse stato palestinese o iracheno o afgano o altro, sarebbe stato chiamato ‘terrorista’”.
3. Daniel Dice:
Dicembre 30, 2008 alle 12:57 am

Gaza/ Nucara: Israele si difende come meglio crede

Stiamo con lo Stato ebraico senza se e senza ma

Roma, 29 dic. (Apcom) - “Esattamente un anno fa ho guidato una delegazione del partito repubblicano a Sderot, nessuno Stato può accettare a lungo nell’indifferenza dell’opinione pubblica internazionale di vedere la propria popolazione civile bersaglio continuo e costante dei missili Qassam”. Lo dichiara in una nota il segretario del Pri Francesco Nucara.

“La pazienza di Israele - aggiunge - ha un limite e lo stesso Abu Mazen ha evidenziato le responsabilità della fazione palestinese che comanda Gaza. A questo punto Israele si difende come meglio crede. Contiamo che il governo italiano sia vicino allo Stato ebraico in un frangente di questa delicatezza. Noi stiamo con Israele senza se e senza ma. Le soluzioni pilatesche non servono a nessuno”.
4. Daniel Dice:
Dicembre 30, 2008 alle 12:58 am

M.O.: STIFFONI (LN), BENE ISRAELE, HAMAS LANCIAVA RAZZI DURANTE TREGUA

(ASCA) - Roma, 29 dic - ”Durante la missione del gruppo interparlamentare del Senato e della Camera italiani abbiamo ben capito quale era la situazione nella Striscia di Gaza. A Sderot quotidianamente venivano lanciati dei razzi ‘khassam’ ancor prima dello scioglimento unilaterlae della tregua da parte di Hamas. C’e’ solo da immaginare quali sentimenti potrebbero provare i cittadini italiani delle zone di confine da Trieste a Imperia a vedersi arrivare sulla testa tutti i giorni razzi che devastano le proprie abitazioni, che devastano la vita e la persona umana”. Lo ricorda, in una nota, il senatore della Lega Piergiorgio Stiffoni che venti giorni orsono si e’ recato in Israele e ha visitato le citta’ di confine israeliane ”dove tutti i giorni Hamas lancia i suoi razzi”. Per Stiffoni, dunque, ”la reazione di Israele e’ stata sacrosanta. Le controversie israelo-palestinesi si possono solo risolverse con un riconoscimento dello Stato di Israele come lo stato di Israele e’ pronto a riconoscere l’Autorita’ palestinese sovrana nei loro territori. Questa e’ una guerra che non avra’ mai fine finche’ non saranno poste serie basi di un civile confronto”.
5. Daniel Dice:
Dicembre 30, 2008 alle 12:59 am

Gaza/ Cazzola (Pdl): Governo esprima piena solidarieta’a Israele

Scandaloso che sia presentato dai tg come se fosse l’aggressore

Roma, 29 dic. (Apcom) - Chiede al Governo di schierarsi al fianco di Israele “senza se e senza ma” deputato del Pdl Giuliano Cazzola chein una nota scrive: “Israele ha il diritto di difendere la propria esistenza e l’incolumità dei suoi cittadini contro un nemico irriducibile ed implacabile che si annida nella Striscia di Gaza (ormai sottratta al controllo dell’Autorità nazionale palestinese), che ha collegamenti con i Governi canaglia che vorrebbero annientare lo Stato ebraico”

“E’ scandaloso - aggiunge - che Israele sia presentato dai tg come se fosse l’aggressore, che i gerarchi assassini e i terroristi di Hamas siano descritti alla stregua di eroici combattenti che lanciano appelli alle istituzioni internazionali, che la questione umanitaria (Salvate Gaza) sia posta in modo tanto unilaterale, come se i morti fossero solo da una parte e fosse un diritto degli estremisti palestinesi bombardare, quotidianamente e imponemente, le case degli israeliani, i quali dovrebbero restare inermi ed impotenti in attesa di tregue e negoziati con un nemico che vuole solo la guerra. Israele è la prima linea della democrazia in quell’area del mondo. E - conclude Cazzola - merita tutta la nostra solidarietà. Senza ’se’ e senza ‘ma’. Se ne ricordi il Governo italiano”.
Perbacco! È in questo punto andato perso il testo che avevo scritto e di cui non ho copia. Adesso però sono stanco per riscriverlo. Lo farò in una prossima seduta di lavoro

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro dott.Caracciolo, mi permetta di segnalarle questi due blogs che forse può includere nella sua analisi:
http://upl.ilcannocchiale.it/2008/12/28/commento_situazione_israelopal.html
http://www.paologuzzanti.it/?p=890 (legga il primo commento scritto da Paolo Guzzanti, indovini un po' da dove proviene)?
Cari saluti
Luca

Antonio Caracciolo ha detto...

Su Guzzanti non mi dice niente di nuovo. Avevo già notato l’ingegno di costui. Ma spero di avere con lui l’occasione di fare i conti in qalche sede di partito. Purtroppo, ciò non avviene perché costoro non solo hanno carpito i voti degli elettori, ma pensano addirittura di essersi appropriati delle loro anime e dei loro cervelli parlando a loro nome nelle diverse sedi. A pensarci bene costoro al massimo possono solo votare nelle sedi istituzionali, dove beccano stipendio che gli altri italiani non guadagnano neppure in un anno. Se però costoro fuori dal parlamento pretendono di parlare in materia non parlamentare anche a mio nome, lei può può immaginarsi lo spettacolo di un loro elettore che tira loro scarpe in faccia o se proprio non vuol rinunciare a scarpe magari ancora buone che invece li prende a calci nel sedere.

Anonimo ha detto...

Caro dott.Caracciolo, legga qui:
http://focusonisrael.wordpress.com/2008/12/28/capezzone-pdl-clima-anti-israeliano-su-media-italiani/

Anonimo ha detto...

Per saperne di più riguardo il sito ilvangelo-israele.it le consiglio di leggere questo documento:
http://www.ilvangelo-israele.it/news/Text2001/Israele38.doc

Anonimo ha detto...

Caro dott.Caracciolo, per quanto riguarda la campagna contro il sito islamico su Yahoo in cui accenni nel tuo monitoraggio, sono in tanti a pensare che l'obiettivo era chiudere il sito(così come avevano già fatto su Msn)e l'articolo di Mauro Manno è stato soltanto preso a pretesto(se ci si documenta sul sito di Informazione scorretta, il link a cui protestare rimanda ad un form per segnalare abusi a Yahoo, non al gestore del sito).
Cari saluti
Luca

Antonio Caracciolo ha detto...

Io ricordo abbastanza e fui io stesso a scrivere a Yahoo una lettera in cui protestavo per l’ignobile tentativo. Ebbi una corrispondenza, se ben ricordo, anche telefonica. Cercavo di spiegare a qualche responsabile, che era difficile trovare, quanto fosse assurda la cosa. Mi si rispondeva che avrei dovuto rivolgermi ad un legale oltretutto per una cosa che non mi riguardava direttamente e per cui non avevo titolo ad intervenire. In Yahoo io ho creato circa 50 Gruppi di discussione formalmente ancora attivi, anche se io non ho il tempo per curarli tutti ogni giorno. Ne ricavai l’impressione che il personale Yahoo da me contattato fosse superficiale e non in grado di comprendere le semplici cose che cercavo di spiegar loro. Ricevetti comunque una lettera dove mi si informava che si era soppresso il singolo messaggio, non il Gruppo. Non so se il mio intervento a difesa abbia in qualche modo influito. Ne ho tratto la lezione che i gestori di questi siti, concessi gratuitamente, seguono il principio di evitare grane. Come forma di cautela avevo iniziato a salvare i contenuti di questo blog – che certamente è più sgradito – ed a duplicarli su altre piattaforme blog pure gratuite. Un programma di sicurezza che resta sempre valido, ma che comporta un certo lavoro che rinvio a quando potrò avere affidabili collaboratori cui demandarlo. Ne ho tratto la lezione che anche in questo blog è a rischio e che bisogna usare tutte le cautele di legge perché la malafede di costoro è infinita e totalmente priva di scrupoli.