domenica 14 dicembre 2008

Neppure i bambini vengono risparmiati nei “disonesti rapporti” della Israel lobby

Home
Ver. 1.3
del 16.12.08
Reports intercettati: 1. Attacco alla didattica: contro l’uso di cartine geografiche non aggiornate. – 2. Orient House: no alla sua riapertura! – 3. Neppure i bambini vengono risparmiati nei “disonesti rapporti” della Israel lobby.

L’ora tarda e la stanchezza non ci consente di dedicare subito lo stesso tempo e la stessa analisi all’ultimo dei disonesti rapporti di chi compila queste vere e proprie campagne di genocidio dell’intelligenza e della buona fede. È chiaro però il modulo industriale di una propaganda che è vera e propria produzione industriale di odio, menzogna, inganno. L’idea olocaustica base è che gli ebrei hanno nel mondo il monopolio del dolore. I bambini di Gaza, quelli iracheni, gli innumerevoli bambini vittime delle bombe a grappolo israeliane in Libano, che mettono in pericolo anche la vita dei nostri soldati al lavoro per individuarle e farle brillare, non hanno neppure il diritto di soffrire e di piangere. Se poi piangono la colpa è dei loro stessi genitori che non si sottomettono agli inviati di Geova nella persona di ogni singolo Angelo della Morte israeliano, cioè ogni soldato armato di tutto punto con i mezzi sofisticatissimi di cui sono dotati. Altro che rudimentali sigari Kassam fatti in casa! La loro funzione in fondo è di far sapere a noi altri, che malgrado tutto resistono e non si arrendono: una dignità di cui noi ormai non siamo più capaci, avendo perfino perso il coraggio della verità che contrasta la menzogna arrogante e prepotente. E meno che mai noi dobbiamo avere pietà per i bambini palestinesi: proibito giacché avendo pietà per loro si sottrae qualcosa ai figli dei coloni ebrei! Prima di loro esistono infatti i bambini israeliani che si spaventano per i rumori fatti dagli armamenti dei loro genitori mentre sparano verso Gaza uccidendo una madre con i suoi quattro figli, cosa che è solo un episodio emblematico di un massacro sulle cui vittime non si fa certo un censimento Istat, quasi che subito dopo i massacri ed i genocidi debbano passare insieme con i becchini anche gli statistici a fare la conta. In realtà i numero del genocidio arabo e palestinese possono essere solo stime al ribasso. Figuriamoci se il controllo dell’informazione da parte della Lobby si limiti ai qutodiana, alla rete, agli istituti educativi: la rilevazione statistica dei dati non ne è certo escluso, pertanto i dati che ci arrivano sono sempre e solo per difetto, quando arrivano. Se fosse per gli occupanti israeliani non si saprebbe nulla delle vittime, allo stesso modo di cui poco o nulla si sa degli indiani d’America sterminati da stretti parenti degli ebrei sionisti, cioè i cristiani puritani. È veramente vomitevole l’opporre gli spaventi dei bimbi israeliani al massacro vero e proprio, anzi programmato, dei bimbi palestinesi: meno né nascono e meglio è, più ne muoiono e più siamo sicuri che da adulti non incrementeranno il numero dei nostri nemici. È questa la filosofia sionista. In fondo, dietro gli attacchi ad Ariel Toaff sull’omicidio rituale nel medioevo si nascondeva la prassi di un ben altro e più massiccio omicidio rituale nel presente e su scala industriale, come ormai si addice ai nostri tempi. Genocidio è anche l’opera di distruzione delle classi dirigenti di popolazioni organiche con lo scopo di ridurle a moltitudini disorganizzate. Infame e ignobile il cliché secondo cui le “sofferenze dei palestinesi”, ed in specie dei bambini palestinesi o libanesi, non sono concretamente dovute, ad esempio, alle bombe a grappolo israeliane, ma ai loro dirigenti che non si rassegnano a dichiararsi una buona volta vinti, a consegnarsi alla misericordia degli ebrei, che ne possiedono tanta, ad accettare le condizioni che i loro invasori stabiliscono magnanimanete per loro. E così via. Tutto ciò ciene ripetuto con la stessa intensità industriale con cui vengono prodotte le bombe a grappolo specificamente rivolte all’infanzia araba. Infatti, saggiamente, gli strateghi israeliani attribuiscono eguale importanza alla guerra in senso senso proprio ed alla guerra mediatica. Le menzogne a furia di essere ripetute, confidano in Israele, alla fine verranno percepiti dagli sconfitti europei come assolute verità. Il disonesto rapporto non merita neppure un commento, ma solo il più aperto disprezzo verso chi lo ha scritto e verso chi lo condivide.

* * *

Il testo in tondo è dei «disonesti Reporter». Il testo il corsivo è la mia critica. Non sono riportate le abituali istruzioni con cui i destinatari della mailing-list, da noi intercettati, vengono edotti sulla forma subdola in cui inviare le loro missive contro i bersagli di volta in volta indicati. Per conoscerne la struttura basta andare ai primi due numeri del sommario, dedicati rispettivamente ad una innocentissima cartina geografica e alla ventilata riapertura della Orient House.

Che i palestinesi sono quasi tutti buoni e vittime innocenti
[fino a prova contrario e fino a quando uno storico sionista non riuscira a convincerci i palestinesi sono gli aggrediti nella loro terra e i coloni occupanti sono gli aggressori: è una differenza che ogni testa “non eletta” è perfettamente in grado di ricordare e comprendere. Quanto poi alle caratteristiche personali di ogni bambino palestinese, queste sono diverse come sono diverse per ogni essere umano. Che siano “vittime” è un dato oggettivo, non un’opinione umorale.]
e gli israeliani tutti cattivi,

[Gli israeliani sono tutti aggressori per il fatto di aver occupato terre e case altrui, espellendone i legittimi abitanti. Questo è un dato che nessun martellamento mediatico di Disonest Reporting Italia potrà mai confutare. Naturalmente, sul piano strettamente personale e nell’ambito della privata esistenza ci saranno pure gli “israeliani” buoni e quelli cattivi. Ma di ciò è competente a giudicare il buon Dio, se vede e provvede come dicono. Noi qui possiamo solo sapere di posizioni politiche collettive, giudicabile secondo i canoni della politica e del diritto.]
lo sapevamo già, naturalmente, ma forse non sapevamo esattamente QUANTO sono buoni e innocenti i palestinesi e cattivi gli israeliani.

A sfottere non ci si guadagna perché il quanto, senza bisogno di Televideo, io ve lo dimostro con le immagini di questo post, tutti di bambini dilaniate dalle sofisticatissime armi dell’Esercito Eletto e foraggiato dalla Nazione Puritana già sterminatrice di indiani]
A riempire le nostre lacune provvede questa pagina di Televideo, che non possiamo riprodurre qui, in quanto il sito non consente di copiare i testi. Dobbiamo pertanto invitare i nostri lettori
[Chi sono i vostri lettori? Quel centinaio di manifestanti di piazza del Campidoglio, convocati da Polito e Pacifici? I firmatari pirineschi di un appello bipartisan con cui tutti gli italiani diventano israeliani clusteriani? I Lapidatori che ripetono come pappagali le idiotesche imbeccate dei vostri disonesti rapporti? Sono quelli che applaudono ai massacri telecomandati con computer? Quelli che insultano servendosi dell’anonimato? E cosa leggono oltre i vostri “rapporti”? Ho qui qualcosa per loro! Sarebbe interessante averne la sociologia!]
a recarsi direttamente alla pagina in questione, mentre qui ci accontenteremo di qualche citazione. E iniziamo dal titolo: PALESTINA: I BAMBINI LE PRIME VITTIME. Perché in Israele invece no, evidentemente, di vittime non ce ne sono, e meno che mai fra i bambini.

[E allora, razza di idioti, cosa credete di aver dimostrato? Ammesso e non concesso che la dimensione del fenomeno sia comparabile forse che i nazisti, quelli da voi giudicati più efferrati, non avevano forse figli che sono ancora oggi destinati a soffrire per il marchio di infamia impresso nella loro fronte? Il loro dolore è una giusta e divina punizione, stabilita da chi? No, luridi imbroglioni, la distinzione fondamentale che mantiene la sua validità anche nel decorso dei decenni e dei secoli è quella fra invasori occupanti ed aggrediti occupati ed espropriati della loro vità, della loro libertà, della loro dignità, della loro terra, dei lori diritti, del loro futuro, della loro salute, della loro istruzione. Gli “israeliani” non sono a «caaasaaaa lorooooo» – come canta una vostra invasata – ma sono a casa di altri, come rivela la retta ragione. La «Memoria» non è solo qualla che l’on. Furio Colombo, agente della Lobby, pensa di averci imposto. La mente è capricciosa ed è capace di riscoprire quella Verità che la Menzogna aveva cercato di cancellare.]
Alla pagina 191 leggiamo delle paure dei bambini palestinesi, delle loro difficoltà, dei loro incubi: nessun accenno al fatto che tutto ciò è dovuto unicamente alla scelta palestinese di perseguire la guerra invece che la pace.

[Infami elevati al cubo! Quale pace e su quali basi? La pace della pulizia etnica e dell’aparthed? Può il prepotente dettare lui la pace? Oltre 70 condanne da parte dell’ONU sono state disattese da Israele, che ritiene di avere il mondo in pugno. La morte può essere perfino preferibile alla pax ebraica. Forse così la pensano in Medio Oriente. Qui l’errore strategico di fondo, a mio avviso, è di credere che gli arabi possano essere trattati come gli indiani sterminati nel corso del XVIII e XIX dalla democrazia esemplare degli Usa o come gli europei che, vinti nel 1945, si sono lasciati docilmente “rieducare” fino ad accettare l’infamia sistematica dei loro padri, colpevoli a loro di essere stati figli del loro tempo. Degli europei si è potuto far carne di porco, imponedogli di tutto. Si pensa di poter fare la stessa cosa con i musulmani o gli arabi, usando il bastone dei superiori armamenti e la carota della corruzione, come la “pace” con Egitto e Giordania, semplicemente comprata con “aiuti” americani condizionati in funzione filosiareliana. Ma il sentimento dei popoli può essere qui ben diverso dalla soggezione servile a cui i loro governi vengono costretti. In fondo il cosiddetto “antisemismo” arabo o il cosidddetto “fondamentalismo” non sono altro che le nuove forme assunte dalla contrapposizione esistenziale di amico e nemico.]
E meno che mai si parla dei bambini israeliani vittime da sempre di un bestiale terrorismo.

[Di bestiale vi è qui la testa contorta dell’autore di simili affermazioni. Intanto, sarebbe tutto da discutere e controbattere il concetto di terrorismo, se non avessimo a che fare con teste a gettoni: da Israele è arrivato il modulo propagandistico del terrorismo e costoro ripetono come un disco lo slogan pretendendo di persuare chissà chi! In realta, come già avvertiva Said nella metà degli anni settanta, qui si tratta di una manovra per delegittimare la sacrosanta resistenza degli aggrediti che hanno solo ragioni e nessun torto: sono loro la parte lesa, non gli aggressori che magari si fanno del male inciampando sulle loro stesse armi. Di terrorismo è più corretto parlare, richiamando le azioni terroristiche di cui si sono macchiati gli ebrei sionisti, coloni e occupanti nel corso della loro cosiddetta “guerra di indipendenza”? Indipendenza da chi? Dai palestinesi che vivevano in pace nella loro terra prima che degli invasori venissero a massacrarli ed a cacciarli dalla loro casa? Dagli inglesi? Ma una simile “guerra di indipendenza” avrebbero avuto il diritto di farlo i palestinesi, non gli ebrei che erano ospiti non invitati in casa loro! Anzi, gli inglesi fino all’ultimo si erano opposti alle 100.000 ultime autorizzazioni di immigrazione in terre palestinesi. Si erano perfino opposti all’ingiustizia della spartizione. Solo per l’azione di Truman, pressato già allora dalla Israel lobby, si passò a quella ingiustizia storica del 1948, per la quale i morti gridono ancora vendetta al cospetto di Dio, non importa di quale razza o religione]. Le vostre frottole, razza di infami, raccontatele fra di voi, ma non pensate di poter infinocchiare quanti hanno ancora autonomia di giudizio e capacità di leggere e decifrare documenti e libri di storia]
Vengono poi sparate alcune cifre sul presunto numero di vittime, naturalmente senza fornire alcuna fonte.

[Un crescendo di infamia in pieno stile farisaico-talmudico, quale abbiamo appreso a conoscere dai racconti evangelici. Da allora poco o nulla è mutato nella contorta morale del Popolo Eletto. Se si osserva la foto di un bambino libanese o palestinese sopravvissuto alle bombe a grappolo ha poco senso per lui sapere che è solo uno su mille, centomila nessun altro! Ha lui continueranno a mancare gambe o braccia. Ed anche per il nostro giudizio morale il dato quantitativo ha poco senso. Ogni bambino colpito non lo è uti singulus bensì uti universus. A leggere fonti dagli stessi esecutori materiali del crimine commesso non si potrà mai conoscere il dato quantitativo esatto, anche perché le bombe sparse con prava intenzione genocida possono agire a distanza di parecchi decenni. Quindi i disonesti ed infami reporter dimostrano qui di essere degni discendenti di quei farisei con i quali quotidianamente si scontrava il Cristo dei Vangeli. ]
Alla pagina 192 ci viene raccontata l'esilarante storiella che a causa delle incursioni israeliane nel corso dell'anno scolastico 2007-2008 sono state perse 256 giornate di lezioni.

[All’“esilarante storiella” qui ve ne è un’altra meno esilarante da opporre: quella dei mitici sei milioni di vittime cui ormai non credono più neppure le istituzioni preposte al Mito. Il guaio è che a chi appena si azzarda a chiedere una contabilità certificata delle vittime vengono subito fatte scattare le manette in Germania, Austria, Francia e altrove, mentre in Italia si si limita per ora a sottoporre a visite psichiatriche o a comminare sospensioni ai docenti che hanno osato chiedere le “prove”. I disonesti Reporter che pensano di essere anche dei ragionatori oltre che dei diffamatori fanno qui pena e schifo al tempo stesso, pena e schifo perché in nessun caso si sciala sguaitamente sulla sofferenza umana di vittime. Andrò comunque io stesso a verificare le condizioni dell’educazione scolastica in Gaza, se ne verrò espressamente incaricato dalla mia università. Ci risentimeno allora. ]
Ora, considerando che in Italia i giorni di lezione in un anno sono poco più di 200 e uguali o poco di più in altri Paesi europei; considerando che anche i bambini palestinesi, si presume, faranno un giorno di riposo la settimana e avranno vacanze estive e festività religiose, la domanda è: se i soldati israeliani sono riusciti a fargli perdere 256 giorni di scuola in un anno, di quanti giorni saranno fatti gli anni palestinesi?

[Appunto, se le cifre sono quelle, vuol semplicemente dire per le mente non Elette che di istruzione scolastica in Gaza e nelle aree soggette ad occupazione non è neppure il caso di parlare. Anche questo fa parte del piano scientifico di genocidio di un popolo: trasformare cioè l’unità organica di una nazione nella dispersione disorganica di una moltitudine senza trasmissione di generazione e generazione e senza classe politica e dirigente. Le persone che vedono scendere e salire dai treni di una stazione come quella Termini in Roma non sono un popolo, ma una moltitudine dispersa. Tutta la politica israeliana, il cosiddetto “processo di pace” mira a dissolvere le popolazioni che sono già state fiaccate dalla Nakba del 1948 e dalla preparazione secolare di un piano di invasione e sterminio. Ragazzi, costoro sono scientifici. Al confronto i nazisti erano dei dilettanti. Dico nazisti ricordano che i sionisti negli anni trenta furono con loro in rapporti di affari per i loro piani di colonizzazione della Palestina. Questa è storia ed esistono i documenti ed i libri che raccontano un fatto su cui non si insiste troppo ma che è assai istruttivo se se messo in relazione con l’attuale demonizzazione propagandistica del nazismo: e perché allora eravate in affari con questi spregevoli individui?]
Alla pagina 193 veniamo informati che "Due terzi dei bambini e adolescenti dei Territori non hanno spazi sicuri dove poter giocare, svolgere attività socio-ricreative e interagire": effettivamente di spazio per giocare non ne deve restare tantissimo, con tutti i campi di addestramento militare e indottrinamento antiisraeliano e antiebraico per bambini

[Effettivamente di spazio sicuri non ne esistono con tutte le bombe a grappolo che sono state disseminate dai Figli di David. Questo è il vero dato. Non la bassezza morale dell’altro modulo propagandistico secondo il quale i bambini palestinesi non verrebbero educati all’amore verso gli invasori occupanti, che magari hanno ucciso entrambi i genitori di cui sono rimasti orfani. È noto come da Israele vengono spediti sussidiari scolastici dentro missili che colpiscono le madri insieme ai figli. Un’ottima istruzione scolastica che certamente i sopravvissuti non dimenticheranno, tramandola nei secoli alla loro discendenza, se mai ne avranno una.]
che sia l'ANP che Hamas continuano a costruire.
[È una disonesta ottusità questa che lascia di stucco ed in un certo senso impotenti. Un’arroganza infinita di chi ti toglie tutto e magari pretende pure gratitudine per averti ancora lasciato in vita, magari solo per poco. Dovrebbero arrossire per i loro misfatti ed invece sfottono le vittime ed offendono i popoli liberi che vedono lo spettacolo ed hanno il dovere di giudicare.]
Ci viene narrato anche delle terribili condizioni del "campo profughi" di Jenin, tralasciando di ricordare che tale "campo" è sotto sovranità palestinese, e non sotto occupazione israeliana, da oltre un decennio: perché non è diventato un posto normale ed è invece rimasto un campo profughi nonché covo di terroristi?
[Quale “normalità” sia pensabilità in una situazione generale che è di gran lunga peggiore di quella dei lager nazisti è qui arduo comprendere. Le migliori intelligenze sioniste, non da oggi, sono impiegate in piani altamente scientifici di sterminio dei palestinesi oggi e domani perlomeno in una “rieducazione” di tutto il mondo arabo secondo il modello ampiamente collaudato in Germania, dove un tedesco medio è ormai stata ammaestrato con successo ad un «odio furibondo verso se stesso». Non poche risorse materaliali, umane e finanziarie vengono impegate a questo scopo. Gli stessi «disonesti Reporter» o i «Corretti Informatori» – quando non siano le stesse persone con targa mutata – sono un anello di questa catena, beninesso al livello più basso, quello dello squadrismo mediatico. Quindi parlare di “normalità” in un contesto mediorientale è quanto di più strano ed ssurdo possa immaginarsi. In Israele, la parte della popolazione palestinese che non fu espulsa nel 1948 e che oggi costituisce il 20 per cento della popolazione, è stata in pratica costretta a vivere prestandosi a fare opera di delazione verso i propri connazionali. Quale normalità di vità possa essere questa è poco meno che allucinante ed è assai difficile da comprendere per noi che in Italia stiamo nelle nostre case, visitate dalla «disonesta propaganda» di questi agenti all’estero del sionismo.]
Altre utili informazioni troviamo alla pagina 194, dove, tranne un rapidissimo accenno di una riga e mezza anche al conflitto interno tra Fatah e Hamas, apprendiamo che le uniche cause dell'impoverimento della popolazione sono l'occupazione e le incursioni israeliane.

[Se si vanno a leggere le pagine inziali del libro di Mearheimer e Walt si apprende come un fiume di danaro a fondo perso scorra dagli Usa verso Israele, il cui elevato benessere dipende tutto da questi fiumi di denaro che scorrono ininterrotti dal 1948 ad oggi. In pratica ogni ebreo di Israele è mantenuto dagli Stati uniti e dai paesi europei in forme assai varie. Si rifletta sui seguenti dati provenienti da un Seminario della Facoltà di Statistica della Sapienza, ancora in corso e dedicato alla crisi economica in atto. Il pil mondiale è di 70 miliardi di dollari. Quello Usa è di 14.000 miliardi. La spesa pubblica media nel mondo è del 40 per cento. Se a questi dati si aggiunge il costo della sola guerra di Bush in Iraq si apprende che qui sono stati bruciati 3.000 miliardi di dollari. Se si compara questa sola cifra (da cui restano esclusi gli aiuti a fondo perso a Israele, il costo delle altre guerre in corso, il mantenimento delle oltre 700 basi americane sparse nel mondo, si può avere una vaga sensazione di un fenomeno al cui vertice si trova proprio Israele, che in nome del “terrorismo” prospera come mai è stato nella storia di tutto l’ebraismo. E mi parlano di terrorismo!]
Il terrorismo no.
[Il terrorismo che? quale? di chi? Che roba è?]
Le scelte palestinesi no.
[Quali scelte? La pretesa di voler ritornare nelle case dalle quali li avete scacciati e nei loro villaggi che avete distrutto e cancellato dalla carta geografica. Altro che Ahmadinejad. Se lui dice, come voi gli attribuite, di voler cancellare Israele dalle carte geografiche, voi in compenso aveva già fatto da molto tempo quello che lui minaccia di fare. Leggetevi pure il libro di Ilan Pappe sulla “pulizia etnica” del 1948, che non è stato per nulla demolito da inesistenti successive ricerche di storici di regime.]
Le politiche nell'Onu e dell'Unrwa no.

[Le politiche dell’Onu sono quelle che in nome di tutti gli stati del mondo, non soggetti a Usa e israele, vi condannano da 60 anni a questa parte. In Durban I hanno già equiparato sionismo e razzismo e poco conta che non si sia giunti ad una deliberazione formale. Per effetto del vostro sabotaggio di Durban II prevista in aprile a Ginevra è già stata in pratica anticipata la sentenza per vostra anticipata ammissione di colpevolezza: temendo giustamente e fondatamente di venire condannati vi state adoprando con tutti i vostri mezzi per orchestrare quel Boicottagio della Conferenza che non era in sé lecito quando si trattava di boicottare Israele in Torino: due differenti concetti e valutazione del boicottaggio. Ma naturalmente resta molto più significativo ed importante il boicottaggio di una Conferenza Onu, che è chiaramente cosa diversa da una conferenza dell’AIPAC]
E naturalmente a nessuna di queste anime belle viene da chiedersi dove siano finiti tutti i miliardi di dollari che gli abbiamo dato noi.

[Voi non avete mai dato niente a nessuno, ma avete solo preso da tutti in una rapina colossale che solo in parte Norman G. Finkelstein ha trattato nel suo libro su “L’industria dell’Olocausto”. Sarebbe quanto mai istruttivo uno studio scientifico sul flusso di denaro che dall’Europa e dagli Usa si è riversato e si continua a riversare su Israele: un’autentica manna del cielo. A pagare siamo noi, italiani, europei, popolo Usa. Non voi che prendete e succhiate soltanto. Pochi aiuti umanitari necessari alla sopravvivenza sono stati da voi bloccati recentemente nel mare di Gaza. Era vostra facoltà di cui vi siete avvalso che nelle navi vi erano soltanto viveri e medicinali. Con infamia eterna che ricadrà su di voi nei secoli voi avete bloccato questi viveri che rischiano di andare in malora, se non sono già deperiti. Quindi voi a quei poveri disgraziati non avete dato altro che morte, dolore, sofferenza, fame, malattia, umiliazione. Se pensavate con Auschwitz di aver accumulato un credito, vivendo sulla presunte colpe degli altri, quel credito è ormai largamente esaurito, e siete voi a dover rispondere al mondo delle inaudite e davvero “uniche” sofferenze che avete causato al popolo palestinese: questo è quello che voi avete dato. Fra di voi potere raccontarvi tutte le frottole che volete: le procucete voi e ve le consumate pure voi. Ma chi in questo storia può dire di essere terzo ha ben altra visione delle cose. Non occorrre qui aspettare Durban II per emettere la giusta condanna morale.]
E a pagina 195 arriva l'immancabile mantra del diritto di Israele alla sicurezza MA rispettando la proporzionalità nella risposta (cioè? Facendosi esplodere in qualche bar, ristorante, pizzeria, locale pubblico palestinese? Facendosi esplodere sugli autobus? Lanciando missili su scuole e asili? Assassinando a sangue freddo neonati in braccio ai genitori o nella culla?) e distinguendo sempre tra civili e combattenti: è noto infatti che i terroristi portano ben visibili le proprie insegne in modo da non rischiare di essere confusi con i non combattenti!

[Razza di bestie che siete! Voi in questo momento cosa siete: civili o combattenti? Io vi percepisco come agenti al soldo di Israele allo scopo di fare propaganda sui media italiani allo scopo di diffamare le vittime e legittimare gli aggressori. Gli attentatori di via Rasella cosa erano? Terroristi? Civili? Comattenti? Al Tribunale di Norimberga chi si intendeva condannare? I tedeschi in quanto popolo di uomini, donnie, bambini o i militari? E può mai essere un militare in quanto tale anche un “criminale”? E se lo è, in virtù di quali legge lo è? Quelle dell’esercito al quale appartiene o quelle dell’esercito del nemico? Si può confondere sul piano del diritto internazionale il “nemico” con il “criminale”? Un popolo invaso ed occupato come quello palestinese, che non ha mai avuto un esercito con le stellette e le carriere militari, ha diritto alla resistenza legittima o deve arrendersi? E se per ipotesi decidere di non arrendersi MAI ha per questo l’invasore diritto al suo sterminio, poco importa se a fil di spada o con mezzi più discreti e sofisticati? No, assolutamente. Il diritto non sta dalla vostra parte. Il diritto alla vostra sicurezza? E non ve lo siete preso ammazzando chi vi pare? In modo scoperto oppure occulto. E con i “danni collaterali”, le vittime non previste, come la mettiamo? Quando voi sparate sapendo che oltre alla vittima designata moriranno molti altri causlamente presenti nei paraggi non fate lo stesso e di più di ciò che fa il kamikaze che in un certo senso si riscatta pagando lui per primo con la sua vita la morte degli altri, civili o soldati? Ha ormai senso la distinzione ottocentesca fra civili e combattenti? Questa distinzione aveva ancora senso quando il “nemico” era appunto un “combattente” sulla base delle leggi di guerra, non un “criminale” secondo il diritto penale interno degli stati. Oggi, parlare di civili e combattenti, è ormai un anacronismo. Lo sapete così bene che avete confezionato le bombe a grappolo, particolarmente destinate all’infanzia, cui in questo modo è preclusa la carrierra militare con stellete e magari maturazione della pensione e gli infiniti privilegi ed onori riservati in Israele alla classe guerriera, Ed ancora i SOFA cosa sono? Le ragazze giapponesi stuprate da soldati yankee ubriachi cosa sono? Vittimi civili o militari? Infinocchiatevi pure fra di voi! Le vostre bufale non sono buone per l’esportazione estera.]
Ammettono infine, bontà loro, che anche i "gruppi armati palestinesi" (non sia mai che ci scappi di chiamarli terroristi!)

[Vi è poco da ironizzare! Voi, infame genia, da sempre li chiamate terroristi, o meglio da quando è stata posta questa nuova strategia di guerra consistente nel chiamare terroristi i legittimi resistenti. Il problema non è come voi li chiamate, ma il fatto che voi pretendiate che noi crediamo alle vostre mezogne. Ci offende il vostro infame tentativo di ingannarci. È in fondo una forma di aggressione che voi fate a noi, che in questo mondo entriamo in una forma di guerra tutta ideoligica. Noi abbiamo diritto alla nostra visione della verità e combattiamo contro le menzogne che voi fate circolare in Italia.] Abbiamo il diritto di resistere alla menzogna e di combattere per la Verità che ancora è difesa dagli artt. 21 e 33 della costituzione. Un baluardo che state tentando di abbattere]
violano il divieto di colpire le popolazioni civili (ma va?) e che, ebbene sì, in una occasione sono stati uccisi anche degli israeliani.

[Uccidere l’aggressore armato fino ai denti è legittima difesa, non un crimine. Questo in linea di principio. Poi la casistica concreta è infinita. Certamente, ben sappiamo che l’aggressore armato continua ad uccidere le sue vittime. La non lieve differenza è questa: se l’aggressore armato uccide la sua vittima, commette omicidio e perfino genocidio. Se la vittima riesce suo malgrado, e per giunta con minore armi, ad uccidere il suo aggressore, essa ha esercitato la sua legittima difesa, non ha commesso un crimine. Poco importa che siano passati 60 da quando Israele crede di aver acquisito il suo “diritto ad esistere”. Nella sua forma la relazione aggressore / aggredito non è soggetta a prescrizione né estintiva nè acquisitiva. La forma permane nell’eternità e fintantoché vi saranno soggetti in grado di impersonare l’uno e l’altro ruolo? Hai capito, bellezza?]
A questa massiccia dose di disinformazione

[Ma non farmi ridere! La tua sarebbe “informazione”? Per i gonzi in famiglia! Capisco che il vostro calcolo possa fondarsi su qualche sprovveduto da poter ingannare. La cosa può però essere controproducenti. Diventando poi le menzogne sempre più grossolane alla fine vengono scoperte per quelle che sono ed il soggetto terzo prende posizione a seconda della sua coscienza morale o del suo istinto politico. A me certamente mi fate indignare, ma le vostre menzogne mi aiutano anche a conoscervi sempre meglio nella vostra pravità. Quanto nei miei confronti ci abbiate guadagnato è facile da valutare. Il mio caso può essere moltiplicato ed alla fine non è più chiaro chi in questa battaglia risulti vincitore o perdente.]
non riteniamo di dover aggiungere altro, se non un ringraziamento a "In difesa di Israele" per la segnalazione della pagina e l'invito a inviare le proprie considerazioni a televideo@rai.it.

[Appunto vie è questo nuovo soggetto mediatico “In difesa di israele” che mi era stato segnalato e di cui avevo appena incominciato ad occuparmi. Avendo ormai scoperto connessioni soggettive fra «Informazione Corretta» e «Disonesto Reporting Italia», non mi stupirei se si trattasse degli stesse persone fisiche con mutamento di targa e con strategie differenziate di assalto della stessa opinione pubblica italiana. Vedremo.]

[La cultura dell’«odio» infantile antisemita. Immagini di bambini iracheni con lancio ideale e simbolico di scarpe sulla faccia di Geoge W. Bush, nonché dei principali esponenti della Israel lobby americana ed italiana, degli estensori anonimi di «(Dis)onest Reporting Italia», «(S)corretta Informazione», «In difesa di Israele» e di tutti i blog sionisti operanti sul web in lingua italiana.]
* * *

Giusto ieri, ad un matrimonio, stavamo ragionando che in Roma poco più di 10-15 mila ebrei tengono in pugno la città e fanno vivere gli altri nel terrore di leggi liberticide. Ho fatto l’esempio dell’episodio occorso in un liceo di via Ripetta, spiegando che in questo clima nessun insegnante privo di libertà darà il meglio di sé per educare i suoi studenti ad un atteggiamento critico di fronte ad un mondo in continua evoluzione. Abbiamo naturalmente fugato qualsiasi ombra su possibili accuse di antisemitismo ai quali la Lobby è sempre pronta contro chiunque osi appena un poco criticarla. Ho fatto l’esempio di un episodio della scorsa edizione del Tevere Expo, dove vi erano state espressioni offensive verso i calabresi. Ho osservato che se oggetto ne fossero stati gli ebrei, vi sarebbero state reazioni nazionali. Riguardando la cosa forse 400.000 calabresi che vivono in Roma lo stesso fatto non ha avuto impatto, se non le scuse a me personalmente fatte dalla ditta responsabile per un suo scriteriato dipendente che non riusciva a destreggiarsi con l’impianto elettrico necessario per lo spettacolo musicale in programma. Per non dire di un oscuro episodio in fatto di pensioni “a titolo di benemerenza”, laddove la mia povera madre aveva il torto di non essere stata perseguitata e pertanto dovette restituire quanto non gli competeva secondo l’INPS. Sono piccoli esempi che danno la misura di ciò che significa essere una Lobby organizzata di 10.000 persone ed una comunità disorganizzata di 400.000 persone. L’infame e disonesto comunicato di cui sopra pretende di discriminare negativamente di fronte alla nostra pietà di terzi non coinvolti nel conflitto i bambini dei palestinesi assediati, massacrati, espropriati delle loro case e dei loro villaggi, derisi ed offesi in ogni modo con i paffuti figli dei coloni occupanti idealmente disturbati e spaventati dalle grida di dolore dei bambini massacrati dalle “bombe a grappolo”, di cui Israele continua a far uso, essendosi rifiutata di metterle al bando, ben sapendo ognuno che le principali vittime di queste bombe lasciate inesplose sul terreno sono i bambini non ebrei.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Ti riferisci all'ultimo comunicato Honest Reporting Italia? Inseriscilo per intero, compreso il ringraziamento alla lobby "In Difesa di Israele", della quale ti ho già parlato.
Cordiali saluti

Anonimo ha detto...

http://www.rosanelpugno.it/rosanelpugno/node/1259

arial ha detto...

1 quale cartina israeliana ha lo stato palestinese'

2 SUI LIBRI DI TESTO :
http://zope.gush-shalom.org/home/en/channels/avnery/1174777631

sintesi
http://frammentivocalimo.blogspot.com/2007/04/uri-avnery-il-solito-problema-dei-libri.html

Antonio Caracciolo ha detto...

È stato fatto! Ieri sera ero stanco per occuparmente. Restano ora da correggere i refusi. Da integrare qualcosa. Passerò poi a monitorare “In difesa di Israele”. Avevo cominciato a farlo. Il lavoro qui è tanto.

Anonimo ha detto...

Caro Antonio, hai ragione, il lavoro è decisamente tanto, comunque ti segnalo che In Difesa di Israele ha aperto i battenti il 5 Dicembre 2007(ufficialmente)e sembra essere molto più potente di Disonest Reporting ed Informazione (s)Corretta, intanto ti segnalo una notizia che nei media passerà sicuramente sotto silenzio:

Beni da salvare 2 - Impegno bipartisan
dei parlamentari italiani

I tagli della Finanziaria non risparmieranno i beni culturali ebraici, che nel 2009 vedranno decurtati del 25 per cento i fondi destinati a restauri e recuperi. Ma la riduzione delle risorse, pari a circa 450 mila euro, potrebbe rivelarsi meno allarmante di quanto paventato. A mettere in sicurezza il prezioso patrimonio dell’ebraismo italiano ha provveduto infatti un Ordine del giorno che ha impegnato il Governo a intervenire in casi di particolare urgenza anche al di là degli stanziamenti previsti.
“In situazioni particolari il Ministero dei beni culturali valuterà, su richiesta dell’Ucei - Unione delle comunità ebraiche italiane, la possibilità di accordare ulteriori finanziamenti”, spiega l'onorevole Alessandro Ruben, parlamentare Pdl, presidente dell’Antidefamation league italiana e Consigliere dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, primo firmatario dell’atto d’indirizzo che sulla tematica del patrimonio ebraico ha aggregato - accanto ai parlamentari ebrei Emanuele Fiano (Pd), Isabella Bertolini e Fiamma Nirenstein (Pdl) - uno schieramento bipartisan che spazia da Gabriella Carlucci a Olga D’Antona, da Luca Barbareschi a Walter Tocci.
In una situazione di tagli generalizzati per i beni ebraici rimane dunque aperta una porta. “La contrazione delle risorse legata alla crisi economica – spiega infatti Alessandro Ruben – non ha risparmiato nessun ministero”. “Nei confronti dell’Ucei e del patrimonio culturale ebraico – prosegue - il Governo ha però mostrato una particolare sensibilità e facendo propria la nostra richiesta di un’attenzione specifica alle problematiche che possono mettere a rischio il patrimonio e richiedono fondi aggiuntivi e procedure semplificate per agire con tempestività”.
La sensazione, tra gli addetti ai lavori, è che attraverso questo spiraglio si possa davvero riuscire a garantire, almeno per il 2009, la tutela dei beni ebraici. Anche perché in una prospettiva d’interventi edilizi di lungo termine il taglio potrebbe trovare una sorta di ammortizzazione o comunque non rivelarsi troppo disastroso.
Si tratterà ora di lavorare in sede parlamentare per tamponare le falle ed evitare che le situazioni architettoniche più a rischio siano compromesse. Puntando al contempo a un adeguato rifinanziamento della legge 175 anche per gli anni a venire.
Intanto la palla passa all’Ucei. Spetterà infatti all’apposita Commissione il difficile compito di vagliare le sempre numerose richieste di restauri e recuperi di beni ebraici pervenute dalle singole comunità italiane e stabilire delle priorità decidendo quali devono essere esaudite subito e quali possono invece restare in attesa.
L'impianto di questi provvedimenti legislativi resta, e questo è un fatto fondamentale. Bisognerà ora impegnarsi perché gli stessi provvedimenti continuino a essere finanziati anno dopo anno al massimo livello possibile, al fine di portare in salvo beni culturali di inestimabile valore che testimoniano della vita della più antica realtà della Diaspora, ma che appartengono al tempo stesso al patrimonio nazionale di tutti gli italiani.

Daniela Gross

Cari saluti

arial ha detto...

io trovo splendido quest'articolo, una risposta israeliana alla politica attuata dal governo israeliano che ha rafforzato solo hamas alimentando odio, dolore per tutti i due popoli
http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-3638973,00.html

sintetizzata in italiano nel mio blog
E imperterrita continua la destra israeliana nel suo fallimentare odio e ghetto mentale,

Antonio Caracciolo ha detto...

Riporto qui il testo del link segnalato su “rosa nel pugno”: un testo davvero gustoso:
-----------------------
l Giornale - Ariela Piattelli - Il sindaco anti-Nassirya: farei a meno d’Israele

«Lo Stato d'Israele è ovviamente ancora un pesante pugno nello stomaco dell'umanità», con questa frase pronunciata ai microfoni di Radio 24 Mauro Bertini, il sindaco di Marano del Pdci (già famoso per aver cancellato via martiri di Nassirya intitolandola a Yasser Arafat), ha gettato nello sconcerto gli ascoltatori ed il conduttore Alessandro Milan: «Sono rimasto di sasso di fronte a tale affermazione - dice Milan -. Dopo avere rettificato le infauste dichiarazioni a proposito delle bandiere date al rogo ("dopo un po' che stai in Palestina ti viene proprio la voglia di dare fuoco alla bandiera con la stella di David"), il sindaco ha detto in trasmissione che sull'esistenza di Israele "non possiamo far altro che prenderne atto". Alla mia domanda "lei ne farebbe a meno di Israele?" lui ha risposto "con molto piacere"».

Dure le reazioni del mondo ebraico che insorge contro l'ennesimo affronto e chiede risposte chiare ai leader politici dell'Unione. La crisi è profonda e le bandiere bruciate sabato non sembrano un'azione sconsiderata di gruppuscoli sciolti, ma solo la punta dell'iceberg: «Sono sconcertato e avvilito - racconta Victor Magiar, responsabile della cultura della comunità ebraica di Roma-. Questo signore è un mostro, andrebbe cacciato da un partito democratico. Mi chiedo dove abbia imparato la storia».

Anche l'ambasciatore dello stato d'Israele in Italia Ehud Gol esprime il suo sconcerto: «Questo sindaco è una persona ignorante. Le sue esternazioni sono inqualificabili e indegne di un qualsiasi commento». Amos Luzzatto, presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane ha chiesto al sindaco di dimettersi. Al coro delle condanne si uniscono le voci di Mario Landolfi, Maurizio Gasparri e Piero Fassino che ha chiesto in serata le dimissioni del sindaco.
Mauro Bertini ha cercato di rettificare la sua posizione, ed invece di sanare la crisi l'ha peggiorata: «Landolfi e Gasparri chiedono le mie dimissioni? Rispondo che fino a quando ci sono loro posso esserci anche io. Agli amici delle comunità ebraiche che si sentono offesi per un'errata interpretazione delle mie parole chiedo sinceramente scusa». Amici? Il vicepresidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici risponde stupito al sindaco: «Bertini dovrebbe scusarsi in primo luogo con gli italiani, visto che lui prima di tutto rappresenta un problema della società civile, di cui certamente non fa parte».

Pacifici crede che il sindaco abbia smentito per pura opportunità politica ciò che ha poi ripetuto ai microfoni di Radio 24: «Ciò che ha espresso Bertini per ingenuità politica rappresenta purtroppo un sentimento diffuso nell'estrema sinistra del nostro Paese. Noi ribadiamo di rilanciare un patto per la democrazia: rinnoviamo l'invito al presidente del Consiglio Berlusconi di rinunciare all'accordo con Alternativa sociale, quindi con Forza nuova. Nello stesso tempo chiediamo al leader dell'Unione Prodi di rompere l'accordo con i Comunisti italiani. Entrambe le realtà politiche ci preoccupano».

Dai Comunisti italiani arriva la condanna, anche se tardiva, alle gravi dichiarazioni di Bertini: «Non condivido nella maniera più assoluta le dichiarazioni del sindaco di Marano - dice Oliviero Diliberto -. La posizione del Pdci è chiara. Israele ha il sacrosanto diritto di esistere in pace e sicurezza, e questa sicurezza sarà garantita tanto più quando vi sarà uno Stato palestinese libero e indipendente».

La dichiarazione di Diliberto sembra a Pacifici tutt'altro che credibili: «Sono esternazioni di facciata. Un segretario di partito che è andato a stringere la mano a un leader degli hezbollah è responsabile di posizioni del genere. Diliberto faccia piuttosto dichiarazioni di condanna sul terrorismo, su chi ha come progetto politico la cancellazione dello stato d'Israele, come Hamas, o il presidente iraniano Ahmadinejad».
--------------

Quello che è invece davvero sconcertante è che un signor Nessuno quale Riccardo Pacifici pone ostracismo verso chiunque popoli un paese che si chiama ancora Italia e non Israele: questi non ha il diritto di insegnare, altri non può fare il sindaco e così via. Questo è immensamente scandaloso ed intollerante. Solo una classe politica servile ed abietta consente ciò. Poveri noi, quanto siamo caduti in basso! Altro che liberati! Qui il servaggio non è mai stato tanto soffocante ed umiliante.

Anonimo ha detto...

"BUON ANNO A TUTTI... meno che a uno, anzi mezzo"!

Come sarà il 2009? Non c’è nessuno - ma per chi ci crede ci sono i soliti oroscopi - che abbia le carte in regola per formulare previsioni attendibili circa il nostro futuro prossimo. Non sappiamo se ci sarà un collasso dell’economia. Non sappiamo se la crisi durerà uno o più anni. Non sappiamo se il prezzo del petrolio salirà o scenderà. Non sappiamo se ci sarà inflazione o deflazione, se l’euro si rafforzerà o si indebolirà. Non sappiamo se gli Usa del nuovo-Presidente saranno diversi da quelli del Presidente-guerrafondaio. Non sappiamo se Istraele e Palestina continueranno a scannarsi per tutta la vita. Non sappiamo nada de nada! La stampa, i politici, i sindacati, tacciono! Stra-parlano soltanto di federalismo, riforma della giustizia, cambiamento della forma dello Stato, grandi temi utopici che vengono quotidianamente gettati ad una stampa famelica di pseudo-notizie, mentre i veri cambiamenti si stanno preparando, silenziosamente, nelle segrete stanze. Comunque, anche se i prossimi anni non ci riservassero scenari drammatici, e la crisi dovesse riassorbirsi nel giro di un paio d’anni, non è detto che l’Italia cambierà davvero sotto la spinta delle tre riforme di cui, peraltro, si fa fino ad oggi solo un gran parlare. Del resto, non ci vuole certo la palla di vetro per intuire che alla fine la riforma presidenzialista non si farà (e se si farà, verrà abrogata dall'ennesimo referendario di turno), mentre per quanto riguarda le altre due riforme - federalismo e giustizia - se si faranno, sarà in modo così... all'italiana che porteranno più svantaggi che vantaggi: dal federalismo è purtroppo lecito aspettarsi solo un aumento della pressione fiscale, perché l’aumento della spesa pubblica appare il solo modo per ottenere il consnenso di tutta "la casta", e poi dalla riforma della giustizia verrà soltanto una "comoda" tutela della privacy al prezzo di un'ulteriore aumento della compra-vendita di politici, amministratori e colletti bianchi. Resta difficile capire, infatti, come la magistratura potrà perseguire i reati contro la pubblica amministrazione se "la casta" la priverà del "fastidioso" strumento delle intercettazioni telefoniche. Così, mentre federalismo, giustizia, presidenzialismo, occuperanno le prime pagine, è probabile che altre riforme e altri problemi, certamente più importanti per la gente comune, incidano assai di più sulla nostra vita. Si pensi alla riforma della scuola e dell’università, a quella degli ammortizzatori sociali, a quella della Pubblica Amministrazione. Si tratta di tre riforme di cui si parla poco, ma che, se andranno in porto, avranno effetti molto più importanti di quelli prodotti dalle riforme cosiddette maggiori. Forse non a caso già oggi istruzione, mercato del lavoro e pubblica amministrazione sono i terreni su cui, sia pure sottobanco, l’opposizione sta collaborando più costruttivamente con il governo. Ma il lato nascosto dei processi politici che ci attendono non si limita alle riforme ingiustamente percepite come minori. Ci sono anche temi oggi sottovalutati ma presumibilmente destinati ad esplodere: il controllo dei flussi migratori, il sovraffollamento delle carceri e l'emergenza salari. Sono problemi di cui si parla relativamente poco non perché siano secondari, ma perché nessuno ha interesse a farlo. Il governo non ha interesse a parlarne perché dovrebbe riconoscere un fallimento: gli sbarchi sono raddoppiati, le carceri stanno scoppiando esattamente come ai tempi dell’indulto e gli stipendi degli italiani sono i più bassi d'europa. L'opposizione non può parlarne perché ormai sa che le sue soluzioni-demagogiche - libertà, tolleranza, integrazione, solidarietà - riscuotono consensi solo nei salotti intellettuali. Eppure è molto probabile che con l’aumento estivo degli sbarchi, le carceri stipate di detenuti, i centri di accoglienza saturi, ed il mondo del lavoro dipendente duramente provato da un caro prezzi che non accenna a deflazionare, il governo si trovi ad affrontare una drammatica emergenza. Intanto, in Italia prosegue la propaganda dell'ottimismo a tutti i costi: stampa, sindacati e politica ci fanno sapere solo ciò che fa più comodo ai loro giochi, e "noi"- a forza di guardare solo dove la politica ci chiede di guardare - rischiamo di farci fottere. Buon Anno!