martedì 23 febbraio 2016

Lettera sulla libertà di espressione al neodirettore de “La Stampa”, Maurizio Molinari

Leggo oggi una notizia che non può non procurarmi immediate e attuali associazione di idee. Chi segue le mie vicende non ha bisogno che io mi diffonda nello spiegare le connessioni. Per chi è invece ignaro di fatti e loro contesti dico che in nome della “libertà di pensiero” da anni ormai, forse da sempre, a partire dal 1945 a oggi, si consuma una grande ipocrisia: la “libertà di pensiero” esiste per gli amici e gli amici degli amici, ma non esiste e non deve esistere per quelli che stanno fuori dal giro, dal cerchio magico, dal pregiudizio legalizzato, che non si chinano e non si “inginocchiano”.

Rif.
http://www.informazionecorretta.it/main.php?mediaId=6&sez=120&id=61516
«Duro il rettore dell’Università di Bologna, Francesco Ubertini: «Comportamento in netto contrasto con le più basilari regole della vita democratica. La libertà di espressione è un valore fondamentale per l’idea stessa di università e ogni tentativo di sopprimerla troverà sempre una dura e severa condanna da parte dell’intera comunità universitaria». Per la responsabile scuola del Pd, Francesca Puglisi «zittire non è nè democratico nè di sinistra»; il ministro dell’Ambiente Galletti ha parlato di «professionisti dell’insulto e della prevaricazione».

Egregio Direttore Molinari,

è davvero divertente leggere certe notizie e coglierne la profonda contraddizione e tutta l'ipocrisia: altro che Crozza o Grillo! Qui la comicità è nelle cose stesse!

I Rettori d'Italia, il Ministro in carica e tutte le Autorità di ogni ordine e grado (incluse quelle pentastellari) ben si son guardati nel mio “caso” dal difendere le “più basilari regole della vita democratica” ossia la "libertà di pensiero” che è un "valore fondamentale” da difendere solo quando tocca il prof. Angelo Panebianco, le cui opzioni politiche sono largamente note. La “libertà di pensiero” esiste in questo Paese solo per Lui e per quelli come lui...

Non prendiamoci in giro! I ragazzi di Bologna lo hanno ben capito ed hanno tutto il diritto di riappropriarsi di questo Paese che è il loro, liberandolo... e recuperando effettivi spazi di libertà per tutti, ribadendo che quando un diritto è vilipeso e sacrificato in una situazione marginale, la mia (= non sono un barone come Panebianco), allora quel diritto è perso per tutti i cittadini italiani. Anche loro, i ragazzi, hanno diritto ad esprimere il loro pensiero e le loro posizioni, nelle forme che sono loro possibili... Di certo a loro non consentono di scrivere editoriali sul "Corriere della Sera" o articoli su  “La Stampa”.

La stampa italiana dal 2009 in poi ha contestato essa a me il diritto di tenere mie presunte lezioni, mai tenute, essendo state inventate di sana pianta dal maggiore quotidiano italiano... Repubblica. Per farmi escludere dalle Liste del Movimento Cinque Stelle hanno riesumato una vecchia storia per la quale ero stato assolto, in sede disciplinare, con formula piena per inesistenza del fatto e del diritto...

Mah! Facendo i dovuti raffronti, sui quali non mi dilungo, non può che farmi ridere a crepapelle la contestazione del prof. Panebianco di cui leggo oggi in una rassegna stampa sionista, che le è molto devota.

Distinti Saluti

Antonio Caracciolo

PS - Questa email, destinata al suo cestino, appare nel mio blog Civium Libertas.
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Appendice di links:
1. Repubblica con foto.
2. Pagina FB del CUA: Collettivo Universitario Autonomo Bologna.
3. La farsa continua.
4. Il neo “martire” della Libertà di pensiero Panebianco: non ho finito di leggere.
5. L’“aggressione” infinita: nuova punta, sempre più esilarante. Non aggiungo altro a quanto già detto nella mia Lettera al primo quotidiano (La Stampa), nel quale ho letto una notizia che si ripete. Ho fatto anche un intervento nella pagina FB del CUA e mi astengo rigorosamente dal farne altri.
6. Addirittura i “blindati”! per proteggere la “libertà” di Panebianco. Per me le “minacce di morte”.
7. La Narrazione Volliana: mah! Non vogliamo neppure fare il nome (per non contaminarci) della più fetida testata online di propaganda sionista. Ci limitiamo solo a osservare la faccia tosta con la quale ci si appella alla “libertà di opinione” (per il sionista Panebianco) da parte di una fetidissima testata che ha sempre ripetuto che qualsiasi “opinione” ai loro commenti non gradita è ipso facto un reato!
8. In evidenza: il signor Mesnaghi che si pronuncia in favore di Panebianco, rivendicando per lui quelle stesse libertà che aveva invece a me negate o non riconosciute, nell'ottobre del 2009. Non ho tempo per discettare, ma mi sono segnato il link. Torna il tema Israele.

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