mercoledì 17 febbraio 2016

Lettera al Corriere della Sera in merito a un articolo apparso, riguardante la mia persona


Messo al rogo il 17-2-1600
Leggo al link: http://www.corriere.it/cronache/16_febbraio_16/roma-candidato-professore-negazionista-mal-pancia-m5s-823a41f6-d495-11e5-8855-fe9a1275bf2e.shtml, un articolo che mi riguarda personalmente ed al quale qui rispondo in forma integrale, superando il numero di 500 caratteri consentiti nello spazio commenti. Scrivendo in una condizione di stress e in orario notturno, mi riservo ogni perfezionamento formale o sostanziale del testo che segue e che anticipo al Corriere nel breve spazio concesso. Ho ricevuto richieste di interviste ma le ho tutte respinte: preferisco la forma scritta e meditata per respingere ogni addebito o attribuzione infondata mi venga fatta. Risponderò in eguale forma ad articoli che via via appaiono sulla stampa e che giungono a mia conoscenza o mi vengono segnalati da amici e conoscenti. Non ho letto finora la rassegna stampa che mi riguarda e lo farò poco alla volta, se lo riterrò necessario.

Ai sensi della legge sulla stampa invio la presente. Leggo a mio riguardo l’affermazione della deputata Roberta Lombardi che dichiara di aver letto le mie ”dichiarazione di intenti” (che quindi non riporto), ma poi aggiunge testualmente: «Per noi la libertà d’espressione è fondamentale, ma prima viene la condanna assoluta di eventi come il Genocidio». Sono più che lieto del ruolo “fondamentale” della libertà di pensiero, qui asserita e riconosciuta, salvo poi le correlazioni, coniugazioni e subordinazioni che ne vengono fatte. Se così è, il Movimento Cinque Stelle nelle persone dei loro Portavoce dovrebbe assumere una posizione competente e coerente anche con le raccomandazioni agli Stati del Consiglio dei Diritto Umani dell’ONU sul rispetto della libertà di pensiero e di opinione quale fondamentale “diritto umano”: è una materia oggettivamente difficile e delicata che vedo trattata dai nostri parlamentari con grande superficialità e incompetenza.

Evidentemente la deputata (”portavoce”) Roberta Lombardi non ha letto la mia ”Memoria difensiva”, da cinque anni disponibile in rete e che ho spedito allo Staff di Beppe Grillo, dove nel contesto di pagine 17 si dice espressamente che la mia ”pietà”, e dunque “condanna” per le vittime di qualsiasi genocidio, è assolutamente fuori discussione: non era questo l’oggetto dell’addebito per il quale ero chiamato a difendermi, ma il fatto di aver tenuto all’Università o meno Lezioni che mi venivano del tutto falsamente attribuite.

Il virgolettato riportato da giornali come Repubblica, dove mi si attribuiscono interviste inesistenti, facendo credere ciò che si vuol credere è stato da me smentito in ripetute lettere ai quotidiani, rese disponibili anche in rete. Non so cosa fare se la ”portavoce” Lombardi, anziché sentirmi in prima persona, ha preferito dare credito a quegli stessi organi di stampa che denigrano abitualmente il Movimento Cinque Stelle.

Apprendo che le generiche “segnalazioni” che mi sono state comunicate dallo Staff di Beppe Grillo risalirebbero dunque a Lei direttamente. Ho immediatamente inviato allo Staff le controdeduzioni richieste, consistenti a) nello sola ”Memoria difensiva” di pagine 17 (senza i numerosi allegati documentali e probatori), dove vengono anche decostruite le manipolazioni di stampa; b) la delibera di assoluzione con formula piena per inesistenza del fatto e del diritto, pronunciata dal più alto organo disciplinare presso il Consiglio Universitario Nazionale (CUN) il 13 gennaio 2010. Mi dispiace immensamente che la Portavoce Lombardi abbia attinto a fonti di stampa, assolutamente inattendibili e già decostruite nella loro falsità manipolatoria, anziché rivolgersi direttamente a me, che avrei potuto darle qualsiasi chiarimento avesse desiderato.

La presentazione della mia candidatura non corrisponde a nessuna mia ambizione o vanità. Ho ben detto nel video che non intendevo presentare la mia ”candidatura”, termine che non mi appartiene, ma offrire la mia ”disponibilità” per le competenze dichiarate, comparabili con quelle degli altri candidati, ai quali esprimo i più sinceri auguri per il difficile compito che attende chiunque verrà chiamato al governo cittadino. Per le delicate questioni della ”libertà di pensiero”, sulle quali mi ero espresso nella mia qualità di ”filosofo del diritto”, la deputata Lombardi potrà avere ulteriori chiarimenti tecnico-giuridici dallo Staff di legali che si è costituito oggi stesso, non tanto per una mia ”difesa” della quale proprio non sento il bisogno, essendo già stato pienamente assolto nel gennaio 2010, anche sul merito, ma soprattutto per gli aspetti tecnico-legali delle Comunicazioni inviate dallo Staff a me e altri ”esclusi” sulla base di generiche ”segnalazioni” che non consentono in alcun modo di esperire quelle ”controdeduzioni” che la email pure concede nel termine di dieci giorni: in nessun tribunale di qualsiasi sistema giuridico è possibile difendersi se non è esplicitata l’accusa, l’«habeas corpus».

Ahimé manca ancora dentro la democrazia del Movimento un affidabile meccanismo di garanzia per i suoi membri e attivisti.  Ma confido che possa facilmente porsi rimedio. È prevista una apposita conferenza stampa dallo Staff di legali, oggi costituitosi, per dare chiarimenti a giornalisti che mi infastidiscono senza avere e volere avere precisa cognizione delle delicate questioni connesse alla libertà di pensiero: non comprendono e non vogliono comprendere. Cercherò di apparire il meno possibile, salvo casi di urgenza come reputo questa, potendo fare puntuali e tempestive smentite a cose dette e a me giunte, e in attesa che entro dieci giorni si pronunci lo Staff di Beppe Grillo, decorsi i quali renderò pubblica la mia lettera inviata allo Staff ad appena meno di un’ora dal ricevimento della comunicazione insieme agli allegati sopra descritti. A scanso d’equivoci, mi considero parte integrante dei nove milioni di cittadini che hanno reso possibile quel soggetto politico che chiamasi ”Movimento Cinque Stelle” e che considero unica speranza per questa povera Italia, a prescindere da qualsiasi mia candidatura nelle tornate elettorali. Resto fiducioso che il Movimento sappia superare un ”errore” nella formazione delle liste, quale ritengo essere quello che mi riguarda. Considero altresì positiva la trasparenza con la quale il Movimento saprà dimostare di superare momenti incresciosi come questo.

Cordialmente

Antonio Caracciolo

Post Scriptum 

In merito alla qualifica di "negazionista” che mi viene ancora una volta attribuita nel titolo del Corriere della Sera, ricordo che proprio a un giornalista (...) del Corriere che in modo fraudolento mi estorse un articolo che produsse delle conseguenze l'unica cosa che ottenni e fu rispettata fu la mia dichiarazione: «Non sono un negazionista». Né allora né adesso intendevo e intendo che il “non dichiararsi negazionista” possa essere interpretato che persone le quali qualificano se stesse “storici revisionisti” debbano essere solo questo essere messe in galera per null'altro che delle opinioni e del pensiero espresso, fondato o no che sia. Ho in altre occasioni specificato che il termine "negazionista” non ha valore scientifico, ma solo polemico, denigratorio, diffamatorio, demonizzante, discriminatorio, intimidatorio, in netto contrasto con l’art. 3 della costituzione. Non sono in ogni caso nè ”negazionista” né storico “revisionista” con specifiche competenze in materia di campi di concentramento o deportazioni durante la seconda guerra mondiale. Da cattolico battezzato e cresimato, recandomi in chiesa in qualche occasione, non recito il Credo ma solo il Padre Nostro. Non sono stato finora perseguito o infastidito per il fatto di non voler recitare a messa il Credo cattolico. A quel che ho inteso si pretende da me un ben diverso, di una nuova religione che ha sostituito quella cattolica, e che però io non intendo rendere, per problema di coscienza e soprattutto perché in questo modo riconoscerei legittimità alle persone che specialmente in Germania e non soltanto si trovano in galera per quelle che io ritengo legittime opinioni o tesi storiche, che non spetta a me confutare ma agli storici di professione, dopo che questi abbiano chiesto loro l'uscita dal carcere delle persone le cui tesi ritengono di aver confutato: dovrebbe essere con argomentazioni scientifiche e non con il carcere. Considerata la totale mancanza di libertà in questo campo della scienza storica mi è precluso qualsiasi mia analisi delle letteratura in questione, e dunque: non ne so nulla, non posso saperne nulla, non voglio saperne nulla... E non sono uso a credere per atti di fede. Disapprovo la condotta di quegli storici di professione che negli anni passati hanno tenuto una condotta ambigua: per un verso hanno disconosciuto la dignità umana ex art. 3 cost. dei “negazionisti”, ma rivendicano per loro soltanto la libertà di pensiero ecc. A mio avviso, si sono qualificati loro stessi come “storici di regime”. Io al contrario della portavoce Lombardi ritengo che in primo luogo della essere riconosciuta la libertà di pensiero, di ricerca, etc., e poi si possono esprimere tutte le condanne che si ritiene di fare su fatti che dapprima bisogna essere totalmente e incondizionatamente liberi di poter conoscere: altrimenti si è semplicemente dogmatici e dopo oltre 400 anni si condanna nuovamente sul rogo Giordano Bruno, di cui oggi 17 febbraio ricorre l'anniversario della morte, a commemorare il quale mi recherò questo pomeriggio senza curarmi di quale persone vi partecipino.

Nessun commento: