L’Informazione è parte del dominio globale, attraverso il quale si dominano le menti e si controllano i comportamenti politici, inclusi i comportamenti elettorali. Essa è parte integrante delle guerre propriamente dette, combattute da eserciti con l'impiego di mezzi propriamente militari: bombe, cannoni, fucili, aerei e tutte le diavolerie che la tecnica inventa e produce. Questi mezzi propriamente bellici non sarebbero sufficienti o duraturi nei loro effetti se ad essi non si affiancasse il sistema dell'informazione esercitato in prevalenza dai grandi canali di informazione, capaci di diffondere una notizia ovvero una versione e interpretazione dei fatti a milioni e persino miliardi di persone che ne vengono condizionate. Può sempre esserci una voce diversa, che offre una verità diversa e contrastante. Il sistema si è premunito contro questa possibilità di gridare una diversa verità elaborando la teoria del complottismo, per la quale tutti quelli che non si adeguano e conformano alla verità ufficiale dei governi, dei loro servizi segreti, dei giornali e delle televisioni di regime sono appunto dei... “complottisti”, persone fantasiose che si inventano storie fantasiose, poco importa se argomentate e documentate più delle versioni “ufficiali”, spesso imposte alla pubblica fede sotto l'imperio di leggi penali e repressioni poliziesche oltre che con campagne di stampa diffamatorie. Questo il quadro generale con cui segnaliamo ai nostri lettori uno studio di Cinzia Palmacci sul “cibo” che per vivere dobbiamo mangiare ogni giorno: ahimé è avvelenato e le conseguenze di questo avvelenamento si vedranno nel medio e lungo periodo. Del testo della Palmacci, che appare sul sito
Radio Spada, diamo il
link, ma se ci verrà concesso (e ne avremo il tempo) ne faremo una nostra distinta pubblicazione, con nostri propri commenti ed elaborazioni.
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