Dico subito che non entro nel merito di un interessante e stimolante articolo di Maurizio Blondet intorno tematiche che l’autore tratta da molto tempo con passione e competenza. Ho letto con interesse e attrazione un suo libro sull’argomento, avuto da lui generosamente in dono. Ho appreso tante cose che non sapevo e da allora, non potendo dire che le mie opinioni di fondo siano mutate, ho però imparato a liberarmi da semplificazioni eccessive e a considerare con rispetto le contestazioni alla teoria dominante dell’evoluzionismo. Già in precedenza, grazie ad altre letture, pure di amici, mi sono anche liberato della opposizione schematica e rudimentale di immanenza / trascendenza. Ma non è di questo che voglio parlare, argomenti peraltro difficili che è meglio lasciare in pace. Basta avere qui solo introdotto il contesto in cui si colloca la risposta di Blondet al commento di un suo lettore:
«Questi commenti vanno pubblicati, perché spiegano benissimo perché la nostra civiltà sta per finire, e in che modo l’uomo-massa (che parla in questi commenti) la sta distruggendo, distruggendo così anche se stesso, segando il ramo su cui l’hanno fatto salire tutti gli uomini migliori di lui che hanno fanno avanzare la civiltà, di cui lui gode senza merito».
Quanti gestiscono un blog con annesso spazio commenti o sono soliti loro stessi partecipare a un Forum conoscono la problematica che si origina in simili contesti e come spesso ci si trovi in croce davanti al dilemma: partecipare o non partecipare alla discussione? Parlare con tutti (e con rispetto) o evitare di intrattenersi con gli interlocutori che si reputano stupidi, in malafede, violenti, ignoranti e presuntuosi? Aver pazienza con tutti? Porgere l’altra guancia quando ci si sente ingiustamente offesi e perfino diffamati? Il senso di questo interrogativi è il seguente: se si ritiene di dover parlare e confrontarsi con tutti perché si ha una fiducia, più o meno cieca, direi illuministica, nel progresso dell’umanità, della conoscenza, della ragione, possono cadere le braccia di fronte allo spettacolo di quelli che – per usare l’espressione di Blondet – sono una copia chissà quante volte replicata dell’«uomo-massa».
È dura. Si può non avere la tradizionale “fede” che è stata dei nostri nonni e che si esercita con atti rituali o con la recita di preghiere e del classico Credo. Ma è abbastanza facile e frequente che una simile fede venga spostata nel suo oggetto e diventi una religione dell’uomo, una fede nel progresso, nella scienza, perfino nei proclami di governi, e addirittura una fede nelle promesse mirabolanti di Matteo Renzi nonché nella nuova concezione del mondo che da lui promana e dalla sua corte di giovin donzelle.
Come ho risolto io il problema? Non voglio andare per le lunghe e semplifico ponendo ai miei Cinque cortesi e pazienti Lettori una domanda la cui risposta è implicita alla domanda stessa: Perché quanti vissero in Italia prima del 1945, anno della fine del fascismo e dell’inizio di ciò che è venuto dopo, erano tutti fascisti prima e divennero subito tutti antifascisti dopo? Il giornalista Buttafuoco intervistò decenni addietro un importante filosofo a cavallo fra il prima e il dopo, e questi consapevolmente e candidamente risposte che lui in quegli anni di passaggio si dichiarava fascista quando si trovava in compagnia di fascisti e si professava antifascista quando si trovava in compagnia di antifascisti. Mi sembra anche, se non ricordo male, che il romanzo di Moravia, Il Conformista, sia impostato su una siffatta condizione esistenziale che doveva essere alquanto comune.
Arrivo lentamente e per gradi alla conclusione che ho in testa. Intanto, non bisogna mai perdere la fiducia nel prossimo, nell’uomo, perché se ciò accade tutto è perso. Poi bisogna chiedersi perché l’«uomo-massa» diventa “uomo-massa”, cioè un soggetto assolutamente privo di individualità ed autonomia critica e soggettiva. Mi vengono qui in mente pagine di Spinoza sulla capacità dell’uomo di rendersi indipendente dalla natura di cui è parte. Non voglio qui addentrami in una materia “spinosa” su cui ancora molto devo studiare e riflettere. Voglio invece additare il ruolo e la responsabilità di tutto il sistema della comunicazione e dell’educazione che produce l’«uomo-massa».
Immaginate di avere a vostra disposizione tutte le televisioni del mondo, tutti i giornali, tutte le scuole e le università, tutti i canali di comunicazione... e non per un breve lasso di tempo, ma per secoli e senza che il vostro possesso di simili mezzi di plasmazione dell’«uomo-massa» venga mai contestato. Non avrete con ciò il potere di forgiare l’«uomo-massa» a vostro piacimento? Di farne tutto quello che volete? Di farlo camminare perfino carponi, su quattro zampe? Quindi, la prima fase del processo di liberazione dell’uomo è quella in cui ci si libera ognuno di noi dai condizionamenti esterni, aiutando poi gli altri (se vogliono) a fare lo stesso cammino. Intendiamoci: non sto dicendo che l’uomo per essere libero deve rigettare tutto ciò che ha ricevuto dalle generazioni precedenti; dico che anche ciò che si riceve, e si ritiene sia vero, buono e giusto, deve necessariamente essere fatto proprio da ogni generazione con un proprio atto di libertà, se ancora esiste un minimo di auto-determinazione.
Veniamo all’oggi. Internet ci rende più liberi? Chi ha i mezzi finanziari per comprarsi e controllare stampa e televisione, a maggior ragione può comprarsi internet. Gli stessi giornali su carta stampata hanno una loro versione online, e così anche le televisioni e le maggiori istituzioni politiche e civili. Vi sono veri e propri eserciti di blogger, alle dipendenze dei servizi segreti, il cui compito è di intervenire nei Forum, di dare un’apparenza di libertà, per spingere gli sprovveduti al gioco delle tre carte e cadere nella rete. Abbiamo messo sul chi va là i nostri Lettori con le “Confessioni di un troll pentito” ed abbiamo scoperto qualcuno di questi troll anche nel web in lingua italiana. E dunque non bisogna mai scoraggiarsi e non si deve mai perdere la pazienza, o altrimenti il Maligno ha già vinto Lui.
Arrivo lentamente e per gradi alla conclusione che ho in testa. Intanto, non bisogna mai perdere la fiducia nel prossimo, nell’uomo, perché se ciò accade tutto è perso. Poi bisogna chiedersi perché l’«uomo-massa» diventa “uomo-massa”, cioè un soggetto assolutamente privo di individualità ed autonomia critica e soggettiva. Mi vengono qui in mente pagine di Spinoza sulla capacità dell’uomo di rendersi indipendente dalla natura di cui è parte. Non voglio qui addentrami in una materia “spinosa” su cui ancora molto devo studiare e riflettere. Voglio invece additare il ruolo e la responsabilità di tutto il sistema della comunicazione e dell’educazione che produce l’«uomo-massa».
Immaginate di avere a vostra disposizione tutte le televisioni del mondo, tutti i giornali, tutte le scuole e le università, tutti i canali di comunicazione... e non per un breve lasso di tempo, ma per secoli e senza che il vostro possesso di simili mezzi di plasmazione dell’«uomo-massa» venga mai contestato. Non avrete con ciò il potere di forgiare l’«uomo-massa» a vostro piacimento? Di farne tutto quello che volete? Di farlo camminare perfino carponi, su quattro zampe? Quindi, la prima fase del processo di liberazione dell’uomo è quella in cui ci si libera ognuno di noi dai condizionamenti esterni, aiutando poi gli altri (se vogliono) a fare lo stesso cammino. Intendiamoci: non sto dicendo che l’uomo per essere libero deve rigettare tutto ciò che ha ricevuto dalle generazioni precedenti; dico che anche ciò che si riceve, e si ritiene sia vero, buono e giusto, deve necessariamente essere fatto proprio da ogni generazione con un proprio atto di libertà, se ancora esiste un minimo di auto-determinazione.
Veniamo all’oggi. Internet ci rende più liberi? Chi ha i mezzi finanziari per comprarsi e controllare stampa e televisione, a maggior ragione può comprarsi internet. Gli stessi giornali su carta stampata hanno una loro versione online, e così anche le televisioni e le maggiori istituzioni politiche e civili. Vi sono veri e propri eserciti di blogger, alle dipendenze dei servizi segreti, il cui compito è di intervenire nei Forum, di dare un’apparenza di libertà, per spingere gli sprovveduti al gioco delle tre carte e cadere nella rete. Abbiamo messo sul chi va là i nostri Lettori con le “Confessioni di un troll pentito” ed abbiamo scoperto qualcuno di questi troll anche nel web in lingua italiana. E dunque non bisogna mai scoraggiarsi e non si deve mai perdere la pazienza, o altrimenti il Maligno ha già vinto Lui.
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