giovedì 21 aprile 2011

Il ritorno della salma di Vittorio Arrigoni

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Testo in elaborazione.

Ieri sera ho atteso al cargo city terminal di Fiumicino la salma di Vittorio Arrigoni, che sarebbe arrivata dal Cairo alle 19.30. Eravamo in tanti ad attenderlo. Io ci sono arrivato con i mezzi miei e me ne sono andato pure da solo. Non credo che nessuno abbia il diritto di monopolizzare la morte di Arrigoni e di farla propria piuttosto che di altri. Da ieri sera ad oggi la mia mente sta rimuginando una serie di pensieri che avranno bisogno di essere riscritti più volti. Ho anche scatto delle foto originali che metterò qui in rete, appena avrò trovato il cavo che mi consente di scaricarle dalla mia piccola Nikon digitale. I miei pochi ed affezionati lettori sono abituati alla forma della mia scrittura, che è innanzitutto una riflessione pubblica con me stesso in presenza di altri, in pubblico, che vogliono assistere alla loro formazione. Queste premesse non sono mai inutili perché lasciano aperto uno spiraglio su una grande problematica filosofica, quella del parlare e del tacere, della comunicazione e del discorso. Già il discorso. Ed è qui che voglio andare a parare, ma sento la difficoltà interiore di quello che sto per dire.

Sui media, dalla prima notizia dell’assassinio, si va combattendo una vera e propria guerra, volta ad uccidere nuovamente e ripetutamente il giovane Arrigoni. Non era mia “fratello” e l’uso e l’abuso di questa parola mi urta terribilmente. L’Umanità non è una grande famiglia popolata di fratelli e sorelle. Da che esistono gli uomini si sono fatti sempre la guerra e si sono scannate nel modo più orrendo. Non credo esista un equivalente nelle altre specie animali, al loro interno, pur nella ineludibile distinzione fra prede e predatori, fra chi mangia ed è mangiato, in un terribile equilibrio posto dalla natura. Credo che Vittorio Arrigoni non abbia bisogno di nessuna retorica da parte di chi vuol rendersi conto e dare un senso alla sua morte violenta, al suo assassinio.

(segue)

2 commenti:

Ricciardetto ha detto...

Ho una sola parola per gli assassini di arrigoni: Figli di puttana!
!

Antonio Caracciolo ha detto...

Ho pubblicato il commento di Ricciardetto, perchè ne comprendo il valore civile. Tuttavia, colgo occasione per dire che mi è difficile completare il post. E stavo quasi per rinunciarci, ma la reazione emotiva del Lettore mi spinge ora a portare a termine quanto si era affacciato alla mente e che costituisce una lettura dell’evento diversa da quelle che comunemente si leggono.