giovedì 30 giugno 2011

Verso Gaza 36: Una mini-FF2 a Londra per attirare l’attenzione di Media e Parlamento

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Sul web italiano non abbiamo ancora letto nessun rimbalzo della notizia londinese. Ed immediatamente ci siamo detti: e perché non si potrebbe organizzare anche in Roma una navigazione fluviale di sostegno alla FF2 per tutta la durata dell’impresa davanti alle coste di Gaza? Si potrebbe perfino offrire un viaggio turistico gratis sul Tevere a tutti i turisti interessati. Non sono un imprenditore ed un organizzatore di viaggi fluviali.

Fino a pochi anni fa esisteva sul Tevere una “Barca della Libertà”, gestita da una simpatico ed energico vecchietto, che aveva fatto tutti i lavori richiesti dalla legge. Morto lui, chi è subentrato non ha saputo ben ormeggiare la barca e questa è finita ingloriosamente. Ma comunque il Tevere è navigabile e da anni si parla di renderlo pienamente navigabile. Potrebbe essere questa una buona occasione.
CL

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Una mini-FF2 a Londra
per attirare stampa e parlamento!


Bella trovata davvero, quella degli attivisti di Londra – esempio da seguire! In un colpo solo si fa notizia e si costringe la stampa a coprire un evento altrimenti in pratica censurato nei media.

Visto il silenzio assordante dei media di massa in merito alla spedizione della Freedom Flotilla 2 e alle vicende di cronaca di cui è vittima, a Londra le sfere dell’attivismo anti-israele hanno pensato bene di ricorrere ad un espediente per catturare l’attenzione dei media – e del Parlamento!

Uniti in un gruppo unico, le varie associazioni dell’attivismo anti-israeliano hanno preso l’iniziativa di inscenare una mini-FF2 sul Tamigi con l’intenzione di farsi notare pubblicamente.




A bordo di alcune imbarcazioni che mettevano in mostra le inequivocabili insegne e bandiere e i simboli della Palestina e della FF2, gli attivisti hanno percorso in lungo e in largo il tratto del Tamigi che attraversa Londra, facendo di tutto per attirare l’attenzione della popolazione e – obiettivo principale – della stampa e del parlamento.




Sventolando bandiere e recitando slogan con il megafono, si sono garantiti l’attenzione generale, anche quella della polizia portuale, che è prontamente intervenuta avvicinando le imbarcazioni con i gommoni e in realtà prestandosi involontariamente al gioco degli attivisti, che appunto volevano l’attenzione dei media.



Tuttavia, dopo essere saliti a bordo, gli agenti non hanno trovato niente di irregolare e si sono poi allontanati.


Qui il link al video mandato in onda da Press-Tv, poi ripreso da Youtube !


Per mezzo dei megafoni a bordo, gli organizzatori hanno anche fatto suonare a tutto volume il brano “Freedom for Palestine”, composto e interpretato da alcuni degli artisti più noti sulla scena musicale. Appena apparso su YouTube, il video "Freedom for Palestine" aveva fatto il giro del mondo in poche ore. Il ricavato delle vendite del brano è interamente destinato alla Causa Palestinese e l’intenzione degli attivisti della mini-FF2 era promuoverne ascolti e vendite.

In basso: gli attivisti a bordo della mini-FF2 si sono anche fermati all'altezza dell’enorme edificio del Parlamento di Westminster, chiedendo a gran voce - per mezzo dei megafoni – che le autorità britanniche si impegnassero a fare pressione nelle sfere diplomatiche affinché la FF2 possa partire tempestivamente dai porti di Grecia, Turchia e Cipro.




Dichiarava Frank Barat, uno degli attivisti a bordo della mini-FF2, ai microfoni di Press-Tv alla fine della passeggiata sul Tamigi: «Ci siamo fermati per qualche tempo davanti al Parlamento, e abbiamo fatto un chiasso assordante per farci notare.

«Abbiamo chiesto specificamente che il governo britannico si impegni a fornire protezione formale ai passeggeri britannici a bordo della FF2, gridando a voce alta che Israele minaccia l’assalto da parte di squadre addestrate per l’abbordaggio, istruite a liberare i cani sui passeggeri e a catturare gli attivisti con ogni mezzo. Abbiamo anche fatto notare che l’assedio di Gaza è illegale, mentre è del tutto lecito e legale venire in soccorso della popolazione imprigionata nel Ghetto di Gaza. Abbiamo gridato che il governo ha il dovere di proteggere gli attivisti che si impegnano in una missione per sopperire all’inerzia e inattività da parte delle autorità governative.»


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