martedì 3 novembre 2015

Il “caso” Tavecchio e le battute sugli ebrei

Carlo Tavecchio, giocatore di pallone
Siamo alle solite, ed io mi chiedo fino a quando. Ad ognuno di noi, in quanto membro di una qualche comunità o una qualsiasi appartenenza o relazione che superi la propria sfera individuale, capita di ricevere qualche battuta, spesso scherzosa, non tanto sulla propria persona quanto sui propri legami, veri o presunti, solidi o labili, con una qualche appartenenza regionale, di campanile, calcistica, sportiva, scolastica... sovra-individuale o perfino tribale. Ricordo personalmente quando, abitando nell’hinterland milanese, mi sentivo dare per strada del “terùn”. Ed ancora di recente, non a Milano, ma a Roma, a Tevere Expò, mi è capitato di dover sentire degli apprezzamenti sui calabresi. Ma non successe e non succede nulla di lontanamente paragonabile se la stessa identica cosa succede per... gli “ebrei”. Ne parlano i telegiornali a reti unificate, appaiono editoriali sul Corriere della Sera* – oggi, a firma di Paolo Mieli, che guarda caso è anche lui un “ebreo” –, il presidente della Repubblica emette dichiarazioni, i politici fanno a gara nel dare esternazioni, vengono fatte e promosse nuovi leggi speciali, concessi ulteriori privilegi a un ceto, uno strato sociale, che non si sa bene cosa sia, se composto di comuni cittadini italiani come tutti gli altri, o una cosa del tutto speciale, con diritti e trattamenti superiori a quelli degli altri... È tutta una gara di chi esterna di aver fatto questo e quest’altro per gli “ebrei” e di chi dichiara di avere “amici ebrei” ai quali potersi raccomandare e dai quali ottenere protezioni... Chi di “amici” non ne ha da quelle parti è un orfano, un uomo perduto, un reietto...Parlano poi i Capi delle associazioni ebraiche e pretendono solenni e pubbliche scuse, atti di ammenda, risarcimenti morali e materiali... Beninteso, io mi allineo perfettamente e totalmente al dettato dell’art. 3 della costituzione, che prevede piena eguaglianza di diritti e doveri fra i cittadini, ma non istituisce aree di privilegio e di superiorità etnica o religiosa. Non sarebbe male se una volta tanto anziché recitare la solita litania di scuse ci si interrogasse sulla “specialità” rispetto ad altri di una ristrettissima stratificazione di cittadini. A Roma sembrerebbe che la comunità dei calabresi, di prima, seconda e terza generazione (dopo si perde qualsiasi traccia di origine e si è romani al 150 %) tocchi le 400.000 persone, pur senza speciali vincoli tribali di solidarietà e copertura, ma in termine di “potere” e di “privilegi”, “onori”, “riguardi” siamo molto al di sotto dei “cittadini italiani di religione ebraica”, come timorosamente li si dovrebbe chiamare, se non si vuol ricorrere in qualche infortunio. Non tocco poi il tema dello «Stato ebraico di Israele» e della speciale relazione che esso ha con i «cittadini italiani di religione ebraica». Resta da capire perché mai e a quale titolo un ambasciatore di uno stato estero (Israele) interviene a tutela di presunte lesioni ai diritti o alla “dignità” di “cittadini italiani...” Quanto al Signor Tavecchio e alle vicende sportive che non ho mai seguito e che non mi hanno mai minimamente interessato trovo penose e deprimenti le sue scuse per nulla... Pare perfino che nell’esercizio della sua carica si sia speso a favore degli israeliani rispetto alle rimostranze dei palestinesi... A poco sembra gli sia valso... Forse sarebbe il caso, Lor Signori permettendo, di aprire un dibattito sulle tesi di Gilad Atzmon circa l’esistenza o meno di un «potere ebraico», beninteso nel massimo rispetto delle persone e senza nessuna offesa per nessuno. In un paese libero, in un regime di libertà effettiva, si dovrebbe poter parlare - nelle dovute forme - di ogni argomento, specialmente se di carattere pubblico e senza invadere la privacy dei singoli.

* Quanto alle vicende, non troppo pubblicizzate, dell’«Ospedale Israelitico», io non ho ancora capito dalle notizie di stampa in quali tasche siano finiti i milioni di euro sottratti alle tasche dei cittadini italiani tutti, 60 milioni di crani, senza particolari  appartenenze religiose, regionali, etniche, tribali... Chi siano stati gli ideatori della frode o come altro la si debba chiamare, chi i beneficiari, dove sono finiti i soldi, chi li ha intascati, chi ha dato le necessarie coperture e i necessari avalli, chi ha firmato le carte... chi sapeva e per tanto tempo ha fatto finta di non sapere, come quando e perché la cosa si è saputa... Se è il solo caso del genere o ve ne sono di altri... L’argomento mi sembra ben più importante delle “battute” in privato di Tavecchio, ma sembra che si voglia distrarre la pubblica attenzione dando più importanza a ciò che è assai meno importante.

Post Scriptum

1) Chi ci si poteva aspettare che sarebbe intervenuto sul “caso” Tavecchio? Ma Piggi Battista!... Non poteva mancare a questo genere di appuntamenti. E non ci dispiace per nulla che lo abbia fatto, non per il merito delle sue elucubrazioni, ma perché consente una facile mappa di quel “potere ebraico” di cui parla Gilad Atzmon. Ci sono già stati altri interventi che non abbiamo registrato, ma si tratta di piccoli siti specificatamente e dichiaratamente votati alla propaganda filoisraeliana.  I tre maggiori quotidiani italiani (Corsera, Repubblica, La Stampa) sono saldamente schierati al modo di Piggi Battista e per le evidenti finalità nel suo testo contenute. Purtroppo, si può solo intuire una realtà di fatti che non si possono conoscere. Si noti poi l’espressione “caso”: ci sembra di essere stati letti e imitati dalla testata sionista sopra ripresa: ci osserviamo a vicenda come si usa tra “nemici”. Ma è un trascurabilissimo dettaglio.

2 commenti:

Legge Mancino n°205 ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Legge Mancino n°205 ha detto...

Sono molto felice che----che può darsi che nei processi Mastrapasqua e i suoi amici vengano assolti o in qualche modo se la cavino riuscendo a dimostrare l’assenza di dolo in materia di conti maggiorati-----