Post in elaborazione.
Sono stato un grande ingenuo e sono caduto nella trappola che io stesso avevo previsto. Ho sperimentato sulla mia pelle che cosa significhi finire nel tritacarne del circo mediatico del nostro paese. Una ragione di più per suggerire a tutti di non partecipare a programmi radiofonici o televisivi. Mi auguro solo che quanto è successo non abbia danneggiato troppo il MoVimento. Il momento non è facile ma non bisogna scoraggiarsi. Giornali e televisioni hanno forse pensato di creare una lacerazione all' interno del MoVimento attaccandomi con una violenza inaudita, dopo avermi presentato come l’«ideologo» del MoVimento. Ma io non mi sono mai attribuito una tale etichetta; ho cercato solo di aiutare come il MoVimento e in questi ultimi ultimi giorni - devo ammetterlo - non ci sono riuscito. Spero nella comprensione di tutti gli attivisti.
Il filosofo Paolo Becchi
Paolo Becchi (Fonte)
Devo
però dire di aver preceduto Paolo Becchi (e lui mi fu allora vicino) in questo «tritacarne del circo
mediatico», quando nell’ottobre del 2009 sempre su iniziativa di
“Repubblica” fui dato in pasto al “circo mediatico” – benché da me non invitato
o sollecitato – che mi attribuiva fantastiche lezioni, mai avvenute, nella
mia università. Fui assolto nell’inchiesta disciplinare che ne seguì ed ho quindi
avviato una causa civile, tuttora in corso, contro “Repubblica”, che -
neppure rispettosa del giudice sotto cui pende la causa - reitera le
stesse menzogne di allora, attribuendomi in soprammercato una intervista mai concessa,
per il solo scopo di danneggiare il Movimento Cinque Stelle ed inibire
ad ogni cittadino l’esercizio dei suoi diritti politici, sanciti
nell’art. 49 della costituzione.
È in atto una
violentissima campagna di diffamazione contro il Movimento Cinque Stelle
ed ogni personalità che abbia reso nota la sua simpatia o la sua
adesione al Movimento. Non sono però invincibili questi signori ed anche
la semplice consapevolezza della loro strategia, delle loro manovre,
della loro disonestà, della loro malafede è un valido antidoto. La grande sfida in atto è nella forma della comunicazione. Il Movimento sta cercando dalla sua nascita (e con successo) di comunicare interagendo con i cittadini, evitando in linea di principio la forma totalitaria della comunicazione televisiva o radiofonica, dove uno solo o pochi parlano a molti che spesso vengono manipolati senza che essi stessi se ne accorgano e finendo di acquisire pregiudizi che poi ripetono come pappagalli: ci si accorge subito nei gazebo quando le persone ripetono le sciocchezze dei talk show, pensando di essere originali. L’informazione, questa informazione è una emanazione del potere, anzi del regime. Internet sfugge per fortuna al controllo esclusivo del potere ed è per questo in atto un tentativo di imbavagliare anche la rete, che è il veicolo privilegiato della comunicazione del Movimento. Purtroppo, non sempre gli elettori che hanno pure dato il loro consenso al Movimeno comprendono le insidie manipolatrici di talk show come quello di Michele Santoro e suoi degni Colleghi.
Nessun commento:
Posta un commento