Siamo ormai all’individuazione del «nemico», una parola che nel galateo della politica non dovrebbe apparire, secondo quanto essi stessi dicono: si è e si può essere “avversari” – dicono – ma non si è mai e non si deve essere “nemici”, perché questo termine evoca scenari non consentiti in una repubblica spartitoria, dove tutte le risorse pubbliche sono state depredate, il paese portato alla rovina e gli stessi uomini che ne sono responsabili pretendono di essere ora i medici ed i salvatori della patria. In effetti, per il “Nemico” il problema è nel riconoscerlo, nell’individuarne la presenza e l’ubicazione, ma negarne l’esistenza significa decretarne il trionfo. Tutta la questione ha connotati filosofici e politici di cui non si ha la necessaria comprensione anche per l’influenza deleteria di un giornalismo, che è esso stesso emanazione del potere dominante. Di un Potere che ha i suoi luoghi, i suoi «Palazzi», che non sono i luoghi della «rappresentanza politica» degli Italiani, la cui “sovranità” è stata da gran tempo svenduta allo straniero ed alla Finanza, e che sono nelle piazze, occupandole, possono riconquistare la loro sovranità ed esercitare una democrazia diretta, oggi resa possibile dalla tecnica e dall’organizzazione dell’intelligenza collettiva del popolo italiano. L’istituto della “rappresentanza politica”, con cui un cittadino è costretto ad innalzare un altro al di sopra di se, è ormai chiaramente riconosciuto come la forma dell’oppressione e le negazione stessa di ogni idea di democrazia.
Per almeno venti anni, PD (ultima rinominazione della Sinistra Comunista e Socialista) e il PDL (dal nome pure cangiante, ma Forza Italia) hanno voluto dare agli italiani lo spettacolo di una fittizia contrapposizione, mentre si spartivano le spoglie del paese. Nei talk show recitavano lo spettacolo dei cani e dei gatti, o dei ladri di Pisa che litigano di giorno per andare a rubare insieme la notte. In ultimo hanno infine gettato la maschera, mettendosi insieme in uno stesso governo e continuando a spartire tutto quello che ancora si può spartire. Indecente è stata la costituzione delle Commissioni parlamentari, che potevano essere già formate all’apertura del nuovo parlamento, ma che sono state rinviate fino ad oggi per la sola ragione che dovevano essere spartite le presidenze e quanto altro. Il sistema non riesce a funzionare al di fuori di una logica spartitoria. Sono fatti così ed è ingenuo aspettarsi che questi uomini possano essere diversi da ciò che appaiono.
Ed allora? Non basta il 25 % del Movimento, ma occorre che esso sia almeno il 75 %. È questo che gli italiani dovranno capire nei prossimi mesi. Vi dovranno perciò essere massicci spostamenti di voto dell’elettorato tradizionale dei partiti oltre che una discesa in campo degli astensionisti puri e duri. Solo per questa via vi potrà essere una qualche speranza di salvezza. Ma questo significa anche un grande impegno da parte degli “attivisti” che dovranno essere capaci sempre più di un loro valore aggiunto, rispetto a ciò che Beppe e Casaleggio hanno costruito fino ad oggi: non tutto può gravare sulle loro spalle. Nel 1945 fu programmata la distruzione politica del popolo italiano, della sua sovranità, della sua economia, della sua cultura. Il ceto politico ne fu l’esecutore designato. Non per nulla ogni governante italiano fa viaggi all’estero per avere l’approvazione del Vincitore del 1945. Si parla continuamente di “clausole segrete” nel trattato di pace: un “segreto” assai strano, non si capisce da chi custodito.
I media dunque hanno individuato il “nemico” nel Movimento e l’informazione che danno è tipica della propaganda di guerra, con tutti i suoi attributi e le sue tecniche: omissione, manipolazione, falsificazione, denigrazione, diffamazione. Lo sapevamo e dovevamo aspettarcelo in ragione della nostra radicale diversità ed opposizione. Va perciò costruito un nostro sistema di informazione alternativa e soprattutto una nuova cultura politica in grado di dare risposte e soluzioni a tutti i problemi che la situazione concreta, ogn’ora sempre più grave, richiede. Se oggi siamo “accerchiati” noi, l’avanzare della crisi sociale, economica, politica, etica, morale farà si che ad essere accerchiati siano gli stessi vecchi partiti ed i loro organi di informazione e propaganda.
Per almeno venti anni, PD (ultima rinominazione della Sinistra Comunista e Socialista) e il PDL (dal nome pure cangiante, ma Forza Italia) hanno voluto dare agli italiani lo spettacolo di una fittizia contrapposizione, mentre si spartivano le spoglie del paese. Nei talk show recitavano lo spettacolo dei cani e dei gatti, o dei ladri di Pisa che litigano di giorno per andare a rubare insieme la notte. In ultimo hanno infine gettato la maschera, mettendosi insieme in uno stesso governo e continuando a spartire tutto quello che ancora si può spartire. Indecente è stata la costituzione delle Commissioni parlamentari, che potevano essere già formate all’apertura del nuovo parlamento, ma che sono state rinviate fino ad oggi per la sola ragione che dovevano essere spartite le presidenze e quanto altro. Il sistema non riesce a funzionare al di fuori di una logica spartitoria. Sono fatti così ed è ingenuo aspettarsi che questi uomini possano essere diversi da ciò che appaiono.
Ed allora? Non basta il 25 % del Movimento, ma occorre che esso sia almeno il 75 %. È questo che gli italiani dovranno capire nei prossimi mesi. Vi dovranno perciò essere massicci spostamenti di voto dell’elettorato tradizionale dei partiti oltre che una discesa in campo degli astensionisti puri e duri. Solo per questa via vi potrà essere una qualche speranza di salvezza. Ma questo significa anche un grande impegno da parte degli “attivisti” che dovranno essere capaci sempre più di un loro valore aggiunto, rispetto a ciò che Beppe e Casaleggio hanno costruito fino ad oggi: non tutto può gravare sulle loro spalle. Nel 1945 fu programmata la distruzione politica del popolo italiano, della sua sovranità, della sua economia, della sua cultura. Il ceto politico ne fu l’esecutore designato. Non per nulla ogni governante italiano fa viaggi all’estero per avere l’approvazione del Vincitore del 1945. Si parla continuamente di “clausole segrete” nel trattato di pace: un “segreto” assai strano, non si capisce da chi custodito.
I media dunque hanno individuato il “nemico” nel Movimento e l’informazione che danno è tipica della propaganda di guerra, con tutti i suoi attributi e le sue tecniche: omissione, manipolazione, falsificazione, denigrazione, diffamazione. Lo sapevamo e dovevamo aspettarcelo in ragione della nostra radicale diversità ed opposizione. Va perciò costruito un nostro sistema di informazione alternativa e soprattutto una nuova cultura politica in grado di dare risposte e soluzioni a tutti i problemi che la situazione concreta, ogn’ora sempre più grave, richiede. Se oggi siamo “accerchiati” noi, l’avanzare della crisi sociale, economica, politica, etica, morale farà si che ad essere accerchiati siano gli stessi vecchi partiti ed i loro organi di informazione e propaganda.
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