sabato 11 maggio 2013

Sullo “ius soli” ed altro - L’attacco mediatico generalizzato contro il Movimento

 Post in elaborazione.

Ormai sono così numerosi i media che ad ogni ora del giorno sparano contro il Movimento Cinque Stelle che sarebbe proprio impossibile controbattere ad ognuno di essi ed ai singoli personaggi, stipendiati, che vengono mobilitati allo scopo. Forse è proprio ciò che vogliono: il singolar tenzone. Ma sarebbe un grande spreco di energia personale: ed è forse proprio questo che vogliono!

L’oscenità istigatrice in TV
Avrei incominciato con un taglio diverso se non avessi appena visto un signore della 7 (credo una Coffee Break), attorniata da diffamatori di professione che parlavano di “violenza verbale”, addossando questa colpa ad un terzo rigorosamente assente. Credo che sappiano quale sia la reazione di non pochi telespettatori nel vedere i loro volti impuniti e rivoltanti. Lo sanno e se ne infischiano allegramente. Il Movimento fa paura e loro ce la mettono tutta nel restringere l’area del consenso almeno in quelle fasce di pubblico che possono da loro venire influenzate... Ma non era di questo che volevamo parlare, bensì di un tema che cercheremo di trattare il più brevemente possibile.

Nella giornata di ieri due sono stati i temi di attacco contro Grillo, temi che vedo continuano ancora oggi. Intanto, mi ha sorpreso vedere in diretta che la giornalista di RaiNews24 che ha fatto la domanda a Letta era la stessa presente al momento della sparatoria di Preiti in piazza Montecitorio. La domanda a Letta nel corso della conferenza stampa congiunta con Schultz mi è parsa del tutto fuori tema. Per Preiti io non arrivo a pensare che fosse qualcosa di organizzato dai servizi segreti. Credo invece nella spontaneità e normalità del tragico fatto: un disoccupato disperato che voleva farla finita in quel modo, anziché con un suicidio anonimo e solitario, magari accompagnato da un dicreto biglietto: "scusate, per il disturbo!”  Così piacciono i suicidi al nostro ceto politico, a vertici delle istituzioni, sempre in prima fila ai funerali.

Non credo ad una montatura di regime sulla pelle di un disperato, mi sembra alquanto improbabile una simile messa in scena, ma credo invece all’uso strumentale di tutto ciò che accade, fosse anche una foglia caduta dall’albero, da parte dei media di regime. Un tempo si diceva per indicare la deontologia giornalistica: “i fatti separati dalle opinioni”. Ed era già abbastanza difficile perché un fatto ha sempre bisogno di essere interpretato da una mente umana e le interpretazioni di uno stesso fatto possono essere mutevoli. Ma qui, ormai, non si tratta più di interpretazione, bensì di forzatura vera e propria di ogni fatto per farlo tornare utile al proprio padrone o datore di lavoro. È come se a ogni notizia un giornalista o un direttore di giornale o di tv dicesse a se stesso: come posso far tornare utile alla mia parte questa notizia? È un riflesso condizionato che si svolge in modo istantaneo. Il cervello funziona secondo questo schema ed è inutile aspettarsi la famosa “oggettività”, che una volta mi è capitato di veder respingere con sdegno dal direttore di una nota radio: lui non era e non voleva essere “oggettivo”, bensì “soggettivo”! Se ne faceva un vanto ed una bandiera.

Sarebbe improbo seguire tutti i talk show o leggere i giornali online o su carta. Basta prenderne a caso pochi e si ha la constatazione di un fuoco quotidiano contro il Movimento. È vera e propria guerra mediatica, guerra ideologica. Ed hanno poi l’incredibile faccia tosta di addossare al Movimento la “violenza verbale”, preludio alla violenza fisica, e la pratica dell’insulto. Vi è da sperare che questa campagna di diffamazione sempre più scoperta si ritorca contro, facendo perdere in credibilità tutto il sistema dei media. I cittadini si potrebbero convincere della giustezza della proposta del movimento di togliere ogni finanziamento pubblico a giornali e televisioni, a disciplinare il budget pubblicitario e quanto altro per ottenere una informazione davvero indipendente, posta al servizio dei cittadini e non complice della loro oppressione e manipolazione. Le stesse risorse così risparmiate potrebbero essere destinate al potenziamento della rete, con effetti benefici sull’economia e l’occupazione. Ma lo sanno e lo temono. Da qui la loro reazione feroce come mai si è visto prima.

Lo ius solis, dicevamo. Cosa dunque? La posizione di Beppe Grillo è quanto mai improntata a buon senso, ma si è attirata l’ostilità di SEL che rimprovera al Movimento di essere sulle stesse posizioni di «Fratelli d’Italia», dove molto mi fa sorridere questa espressione scelta come simbolo e bandiera politica. Si tratta in realtà di tre posizioni distinte su uno stesso argomento.

A SEL e a «Fratelli d’Italia» si può ascrivere una posizione ideologica a fronte di una impostazione pragmatica ed anti-ideologica del Movimento Cinque Stelle. In SEL si trovano i residuo di quel vetero comunismo che aveva la sua categoria concettuale fondamentale nella Classe ovvero nel Proletariato. Per il concetto di «classe» è del tutto inesistente l’idea di «cittadinanza» e comunità nazionale. Sono tutti “operai”, “borghesi”, oppure “capitalisti” e poco importa il colore della pelle, la lingua, le tradizioni, la religione, i costumi... tutti piccoli ed irrilevanti dettagli. Per cui se i mille stupri che ogni giorno pare avvengano nel Congo – patria di origine del neoministro che ha messo all’ordine del giorno la concessione della cittadinanza per ius soli – vengono a partorire in Italia, magari con un ponte aereo disposto allo scopo dalla neoministra, noi avremmo mille nuovi cittadini italiani al giorno.

In una trasmissione della famigerato Zanzara – la stessa che ha teso l’agguato al Prof. Becchi – il più scaltro Roberto Fiore, leader di Forza Nuova, ha proposta alla nuova ministra di ritornarsene in Congo per fare opera di contrasto a questo incredibile numero di stupri quotidiani. Naturalmente, su Fiore sono piovute le prevedibili accuse di razzismo, che poco però hanno turbato il destinatario. Il problema esiste ed è serio, ma per gli accennati pregiudizi ideologici è inutile aspettarsi una soluzione da una forza politica, il SEL, che con il 3 % dei voti ha messo sul seggio di presidente della Camera una Boldrini, che fin dai primi giorni è uscita da ogni riserbo istituzionale per rivestire i panni della Pasionaria. Ma che “pasionaria”! A senso unico diremmo. Di lei si sa, si è detto, che viene dagli uffici ONU di assistenza ai profughi. Ma quali profughi? Nella nostra epoca i «profughi» per antonomasia sono i 750.000 palestinesi che con una operazione di autentica «pulizia etnica» (Ilan Pappe) sono stati espulsi dalla Palestina, consentendo in tal modo la nascita dello «Stato ebraico d’Israele», subito ricevuto dalla Boldrini, senza fare nessuna menzione a quei profughi che malgrado un riconoscimento ONU attendono ancora di poter rientrare nelle loro case di cui conservano le chiavi e gli atti proprietà e nel loro villaggi, ahimé distrutti e di cui Beppe Grillo ha fatto vedere le immagini. Da qui l’ostilità ebraico-israeliana verso Beppe e verso il Movimento, da qui l’azione ostile di una Lobby che ha il controllo dei media, non sono in Italia.

Diverse le matrici ideologiche di «Fratelli d’Italia», che si possono far risalire per grandi alla dottrina fascista della razza, ma soprattutto hanno analogie con lo “ius sanguinis” dei coloni americani che hanno cancellato dal suolo americano la popolazione amerinda per un verso, e per l’altro con i coloni israeliani che in virtù di un loro peculiarissimo “ius sanguinis” vogliono estirpare dal suolo qualsiasi traccia degli autoctoni palestinesi. Si tratta di una ideologia quanto mai miserabile che ha prodotto nove parlamentari, cui i media fanno da cassa di risonanza come fossero 90. A fronte di queste due diverse posizioni ideologiche la posizione del Movimento ha per così dire una connotazione “geografica”. Per usare l’immagine precedente delle donne congolesi quotidianamente stuprate, l’Italia diventerebbe una regione del Congo se con assistenza ministeriale e ponte aereo ogni giorno sbarcassero mille stuprate congolesi per partorire nei nostri ospedali ed in tal modo acquisire la cittadinanza italiana. Lo stupro in Congo potrebbe diventare un passaporto per la cittadinanza italiana. Ci diranno che abbiamo forzato l’immagine, ma pare sia stato lo stesso presidente Grasso – collega della Boldrini – ha parlare di “puerpere”. Che vuol dire? Di quali puerpere si tratta? Giunte in Italia come?

Naturalmente, gli italiani – in buona parte cattolici – possono ben sentirsi “ecumenici” ed aprire le porte d’Italia alle genti di ogni parte del mondo, senza se e senza ma, sulla base di un “diritto universale alla cittadinanza”, che fa parte dell’ideologia politica di SEL, ma è giusto che siano essi stessi con un referendum a deciderlo, e non quattro parlamentari che hanno solo a cuore le loro ristrette vedute e che poco si curano degli effettivi interessi degli italiani. Questo ha detto Beppe Grillo ed sono parole improntate a italico buon senso.


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