Sulla vicenda del dipendente ATAC, ancora sotto i riflettori dei media, avevo preparato un testo più ampio ed elaborato, rimasto nel cassetto per revisione e controllo, anche legale. È probabile che lo utilizzi in seguito, ma intanto alcune rapide e neutre annotazioni paiono qui possibili. Passo a mente, senza completezza e ricerca organica su una faccenda, che mi resta lontana ed estranea, le notizie viste ed ascoltate casualmente in tv, o lette sulla rete: non certo sulla carta stampata, che difficilmente vado a comprare in edicola. Ma procediamo con ordine, per pochi flash-back, che attraversano la mia mente in questo momento.
Primo flash-back, chiedendo scusa per l’uso del termine inglese, che sta per l’italiano “scena retrospettiva”, tratto dalla tecnica cinematografica. Proprio ieri, o ier l’altro, Enrico Mentana, forse l’unico dei giornalisti televisivi che non mi procura subito una crisi di rigetto, deve essersi reso conto della strumentalità di una campagna messa in moto, ancora una volta, da “Repubblica”, dicendo del malcapitato di turno, con un ricco curriculum, dove risulta di tutto: «viene punito per l’unica cosa che non ha fatto», cioè la dichiarazione antisemita. Essendo un “main-stream” quello da lui diretto, cioè il Tg7 delle ore 20, la cosa deve essere rimbalzata su “Repubblica” – da dove è partita l’operazione, non la prima di questo genere –, la quale poi ritorna sul tema con un nuovo articolo, di un giornalista di cui non voglio fare il nome, ma che va veramente arzigogolando per sostenere che l’insulto “antisemita” ci sarebbe stato e sarebbe il risultato di un gioco di parole, su facebook (!), deliberato e premeditato... Mah! Mi sembra un arrampicarsi sugli specchi per continuare un’operazione, una campagna di stampa decisa a tavolino ed i cui scopi non sono difficili da indovinare. A quel che sento dalle ultime agenzie, in sede amministrativa interna (!), sarebbe stato contestato al dipendente comunale l’uso del computer durante l’orario di servizio. Penso a quel che si fa durante le pause in tutti gli uffici pubblici e privati. Un brivido di terrore credo percorra la schiena di quanti lavorano in uffici ministeriali, comunali, provinciali e in ogni dove, in Italia e nel mondo. Il “terrore che avanza”?
Secondo flash-back. Ricordo il livore con cui Alemanno si scagliò contro il professore di un liceo artististico, che era sbottato in un gesto di insofferenza davanti all’ennesimo viaggio della Memoria. Rimango sul generico perchè non ho seguito direttamente la vicenda e potrei incorrere in inesattezze nei dettagli. Ma ricordo la totale assenza di carità cristiana da parte del sindaco Alemanno, che chiedeva la testa di un indifeso docente, forse solo per compiacere Qualcuno, che neppure lo aveva votato, ma anzi lo aveva apertamente osteggiato... Misteri ingloriosi della politica! Il colpo andò a segno ed il povero docente ebbe sei mesi di sospensione, come richiesti. La stessa operazione fu tentata sulla mia pelle: che mi “cacciassero”, aveva tuonato l’Onnipotente.!Non gli riuscì e ben si guardo l’Eletto (da me!), dal chiedermi pubblicamente scusa, per una faccenda che si rivelò senza ne capo nè cosa. Figuriamoci!
La giustizia del “Cielo”: che di questo si trattase – io che non ci credo – ho subito pensato, quando a poco più o poco meno di 24 ore quel presidente di regione, che partecipando alla “gogna” mediatica, anche allora iniziata da “La Repubblica”, rilasciava dichiarazioni alla televisione, dicendo che “voleva guardarmi negli occhi”, coi suoi “occhi” posti in una faccia, che vedevo nascondersi davanti alle telecamere, per faccende di cui non mi interesso e che tuttavia lo hanno costretto alle dimissioni. Ricordo le altre dichiarazioni che furono fatte a mio riguardo, e che anche adesso, dagli stessi personaggi, vengono nuovamente ripetute, come in un rituale a scadenze fisse. Sono fiducioso che la stessa Giustizia divina seguirà il suo corso, infallibile in confronto alla aleatorietà e fallibilità della Giustizia umana.
È la sua volta? – Valendo lo stesso principio statuito dal Dominus, il poveretto, per il quale provo pena, dovrebbe adesso venire “cacciato” dal Comune, dove ad assumerlo parrebbe sia stato il suo stesso Santo Protettore, alla cui ombra è sempre vissuto. Ed il Santo Protettore dovrà infierire contro il suo protetto, ben sapendo che è innocente della “colpa” (?) ascrittagli, di una “colpa” peraltro giuridicamente impossibile e campata in aria. Il Moloch vuole sempre nuovo sangue fresco e non guarda in faccia a nessuno. Gli stessi meccanismi mediatici – che per fortuna ogni giorno screditano sempre più un giornalismo becero, che produce fango e si alimenta di fango – sembrano impazziti nella loro sete di “gogna”, probabilmente su commissione. Vi è da sperare che fra qualche anno chiudano tutti bottega, essendo la gente sempre più persuasa che siano strumenti di manipolazione. Il loro clamore è simile alle trivella stradali, di cui si aspetta soltanto che cessi quanto prima il fastidio prodotto al nostro udito. Al “falso e tendenzioso” divulgato la mattina mancano quasi sempre le “smentite” e le “rettifiche” che a norma di legge dovrebbero seguire con eguale evidenza e tempestività. In un panorama assai variegato vale la regola: “diffama diffama, denigra denigra, calunnia calunnia, qualcosa resterà”!
Ultimo flash-back. Ho già detto che avevo preparato una bozza più ampia e di lettura certamente più pesante. Ne riassumo un concetto dicendo che mi appaiono in questa vicenda gli stessi identici personaggi, già attivi in altre precedenti occasioni ed i cui nomi ho ben memorizzato: resteranno forse indelebili nella mia memoria. Come ad un segnale convenuto, le stesse dichiarazioni, gli stessi microfoni, le stesse sceneggiate. La vicenda è ricorrente e sembra rivolta a suscitare emozioni e consensi per l’introduzione di una legge, che – lo ripeto con preghiera di smentita da parte di chi sa meglio – nella sola Germania ha prodotto qualcosa come 200.000 incriminazioni penale per episodi assurdi, propri dei tempi in cui la gente credeva alle streghe, o meglio gli si faceva credere che esistessero. La Lobby parlamentare già esiste e si è pronunciata. Ci vuole ancora il fatto di cronaca. Ci vuole un incendio del Reichstag!
Ma davvero credono di poter prendere, all’infinito, per i fondelli la gente? La gente che ha seri problemi di lavoro, di vitto e alloggio e che proprio per questo ha bisogno di poter liberamente parlare e manifestare. Molto mi ha impressionato la notizia dei pastori sardi, arrestati e bloccati in via preventiva nel porto di Civitavecchia, mentre salivano su cinque pullman prenotati per andare a Roma, la Capitale che non ascolta e che reprime. È questa la “democrazia” che ci governa? E pensano di tenerci a bada con sceneggiate capitoline e pasquinate sempre più assurde ed inverosimili? Storicamente, il “popolo” è una “bestia”, un “somaro”, che prende botte e calci dalla mattina alla sera duranto l’anno intero. A tutto vi è però un limite. Ed alla fine i calci e le botte sembrano troppi: la misura colma il limite sopportabile. Cosa successe in passato, lo leggiamo nei libri di storia, finché se ne possono ancora scrivere e leggere. Per il futuro ci auguriamo, per l’anno nuovo che sta per cominciare, una classe politica che ci risparmi il passato.
Primo flash-back, chiedendo scusa per l’uso del termine inglese, che sta per l’italiano “scena retrospettiva”, tratto dalla tecnica cinematografica. Proprio ieri, o ier l’altro, Enrico Mentana, forse l’unico dei giornalisti televisivi che non mi procura subito una crisi di rigetto, deve essersi reso conto della strumentalità di una campagna messa in moto, ancora una volta, da “Repubblica”, dicendo del malcapitato di turno, con un ricco curriculum, dove risulta di tutto: «viene punito per l’unica cosa che non ha fatto», cioè la dichiarazione antisemita. Essendo un “main-stream” quello da lui diretto, cioè il Tg7 delle ore 20, la cosa deve essere rimbalzata su “Repubblica” – da dove è partita l’operazione, non la prima di questo genere –, la quale poi ritorna sul tema con un nuovo articolo, di un giornalista di cui non voglio fare il nome, ma che va veramente arzigogolando per sostenere che l’insulto “antisemita” ci sarebbe stato e sarebbe il risultato di un gioco di parole, su facebook (!), deliberato e premeditato... Mah! Mi sembra un arrampicarsi sugli specchi per continuare un’operazione, una campagna di stampa decisa a tavolino ed i cui scopi non sono difficili da indovinare. A quel che sento dalle ultime agenzie, in sede amministrativa interna (!), sarebbe stato contestato al dipendente comunale l’uso del computer durante l’orario di servizio. Penso a quel che si fa durante le pause in tutti gli uffici pubblici e privati. Un brivido di terrore credo percorra la schiena di quanti lavorano in uffici ministeriali, comunali, provinciali e in ogni dove, in Italia e nel mondo. Il “terrore che avanza”?
Secondo flash-back. Ricordo il livore con cui Alemanno si scagliò contro il professore di un liceo artististico, che era sbottato in un gesto di insofferenza davanti all’ennesimo viaggio della Memoria. Rimango sul generico perchè non ho seguito direttamente la vicenda e potrei incorrere in inesattezze nei dettagli. Ma ricordo la totale assenza di carità cristiana da parte del sindaco Alemanno, che chiedeva la testa di un indifeso docente, forse solo per compiacere Qualcuno, che neppure lo aveva votato, ma anzi lo aveva apertamente osteggiato... Misteri ingloriosi della politica! Il colpo andò a segno ed il povero docente ebbe sei mesi di sospensione, come richiesti. La stessa operazione fu tentata sulla mia pelle: che mi “cacciassero”, aveva tuonato l’Onnipotente.!Non gli riuscì e ben si guardo l’Eletto (da me!), dal chiedermi pubblicamente scusa, per una faccenda che si rivelò senza ne capo nè cosa. Figuriamoci!
La giustizia del “Cielo”: che di questo si trattase – io che non ci credo – ho subito pensato, quando a poco più o poco meno di 24 ore quel presidente di regione, che partecipando alla “gogna” mediatica, anche allora iniziata da “La Repubblica”, rilasciava dichiarazioni alla televisione, dicendo che “voleva guardarmi negli occhi”, coi suoi “occhi” posti in una faccia, che vedevo nascondersi davanti alle telecamere, per faccende di cui non mi interesso e che tuttavia lo hanno costretto alle dimissioni. Ricordo le altre dichiarazioni che furono fatte a mio riguardo, e che anche adesso, dagli stessi personaggi, vengono nuovamente ripetute, come in un rituale a scadenze fisse. Sono fiducioso che la stessa Giustizia divina seguirà il suo corso, infallibile in confronto alla aleatorietà e fallibilità della Giustizia umana.
È la sua volta? – Valendo lo stesso principio statuito dal Dominus, il poveretto, per il quale provo pena, dovrebbe adesso venire “cacciato” dal Comune, dove ad assumerlo parrebbe sia stato il suo stesso Santo Protettore, alla cui ombra è sempre vissuto. Ed il Santo Protettore dovrà infierire contro il suo protetto, ben sapendo che è innocente della “colpa” (?) ascrittagli, di una “colpa” peraltro giuridicamente impossibile e campata in aria. Il Moloch vuole sempre nuovo sangue fresco e non guarda in faccia a nessuno. Gli stessi meccanismi mediatici – che per fortuna ogni giorno screditano sempre più un giornalismo becero, che produce fango e si alimenta di fango – sembrano impazziti nella loro sete di “gogna”, probabilmente su commissione. Vi è da sperare che fra qualche anno chiudano tutti bottega, essendo la gente sempre più persuasa che siano strumenti di manipolazione. Il loro clamore è simile alle trivella stradali, di cui si aspetta soltanto che cessi quanto prima il fastidio prodotto al nostro udito. Al “falso e tendenzioso” divulgato la mattina mancano quasi sempre le “smentite” e le “rettifiche” che a norma di legge dovrebbero seguire con eguale evidenza e tempestività. In un panorama assai variegato vale la regola: “diffama diffama, denigra denigra, calunnia calunnia, qualcosa resterà”!
Ultimo flash-back. Ho già detto che avevo preparato una bozza più ampia e di lettura certamente più pesante. Ne riassumo un concetto dicendo che mi appaiono in questa vicenda gli stessi identici personaggi, già attivi in altre precedenti occasioni ed i cui nomi ho ben memorizzato: resteranno forse indelebili nella mia memoria. Come ad un segnale convenuto, le stesse dichiarazioni, gli stessi microfoni, le stesse sceneggiate. La vicenda è ricorrente e sembra rivolta a suscitare emozioni e consensi per l’introduzione di una legge, che – lo ripeto con preghiera di smentita da parte di chi sa meglio – nella sola Germania ha prodotto qualcosa come 200.000 incriminazioni penale per episodi assurdi, propri dei tempi in cui la gente credeva alle streghe, o meglio gli si faceva credere che esistessero. La Lobby parlamentare già esiste e si è pronunciata. Ci vuole ancora il fatto di cronaca. Ci vuole un incendio del Reichstag!
Ma davvero credono di poter prendere, all’infinito, per i fondelli la gente? La gente che ha seri problemi di lavoro, di vitto e alloggio e che proprio per questo ha bisogno di poter liberamente parlare e manifestare. Molto mi ha impressionato la notizia dei pastori sardi, arrestati e bloccati in via preventiva nel porto di Civitavecchia, mentre salivano su cinque pullman prenotati per andare a Roma, la Capitale che non ascolta e che reprime. È questa la “democrazia” che ci governa? E pensano di tenerci a bada con sceneggiate capitoline e pasquinate sempre più assurde ed inverosimili? Storicamente, il “popolo” è una “bestia”, un “somaro”, che prende botte e calci dalla mattina alla sera duranto l’anno intero. A tutto vi è però un limite. Ed alla fine i calci e le botte sembrano troppi: la misura colma il limite sopportabile. Cosa successe in passato, lo leggiamo nei libri di storia, finché se ne possono ancora scrivere e leggere. Per il futuro ci auguriamo, per l’anno nuovo che sta per cominciare, una classe politica che ci risparmi il passato.