venerdì 10 dicembre 2010

In tempo reale: Lettera pubblica ex art. 8 legge sulla stampa n. 47/1948 a: Il Velino, Shalom, Cdec.


Quella che segue è una Lettera che ho appena redatto e che consegno alla Rete, prima ancora di un inoltro formale – sentiti i miei legali – ai destinatari indicati nell’intestazione. Il testo definitivo da spedire potrà avere modifiche. La forma insolita qui adottata è in sintonia con la natura della Rete, dove le notizie corrono con tempi incomparabilmente più veloci di quelli postali. Ed è la Rete che questi Signori vogliono colpire, la Rete che ancora sfugge al loro controllo e alla loro Narrazione del mondo. Noto il tempismo con cui da questi Signori mi giunge l’attacco appena dopo aver deciso io, a mia volta, di aprire un “Osservatorio” ed un Monitoraggio sul Cdec, al quale – si è potuto leggere – sono stati concessi 300.000 euro di finanziamento pubblico su una singolare iniziativa parlamentare, i cui atti per loro natura sono pubblici e su cui si invita il popolo della Rete ad andarsi a documentare.

Ripeto qui quanto già detto e quanto risulta sempre più dal mio Monitoraggio: la qualificazione di “antisemitismo” di cui ci si serve da parte dei cennati soggetti non ha carattere “oggettivo”. È cioè fatica vana trovare una definizione conforme a una realtà oggettiva ed evidente. Si tratta invece di una qualificazione “soggettiva”, di una sorta di “lettre de cachet”, concessa in pratica ad alcuni soggetti, che in questo modo hanno in loro potere e discrezione la libertà di tutti i cittadini e possono instaurare un vero e proprio regime di terrore ideologico.
Non meno arbitrario è l’uso del concetto affatto strumentale di «odio», per il quale non mi stanco mai di rinviare al filosofo ebreo Spinoza, che già quattro secoli fa ha potuto smascherare l’imbroglio. Questi Signori mentre si affannano a tacciare gli altri di «odio» – avendolo creato per loro strumento come un apposito titolo di reato – sembrano essere, proprio loro, fino a prova del contrario, i più grandi “odiatori”: lasciando inconsapevolente trapelare di tutto, per suscitarlo negli altri, verso loro stessi, avendone – molto probabilmente - esistenzialmente bisogno. Insomma, per riassumere: come degli esseri che tendono a sbocciare dall’«odio», a vivere nell’«odio», rassegnandosi irragionevolmente ad esistere solo con l’«odio».

Da questi Signori si pretende di mettere a tacere qualsiasi critica a quella costruzione sionista che nasce dalla contrattazione della Dichiarazione Balfour e che durante il Mandato britannico ha avuto modo di costruire il suo edificio, culminato nella “Pulizia etnica della Palestina” nel 1948, fino a “Piombo Fuso” ed alla strage del Mavi Marmara. A darne diretta e qualificata documentazione testimonianza sono non pochi ebrei come Ilan Pappe, Shlomo Sand, Norman G. Finkelstein, Avraham Burg, Jacob Rabkin, Gilad Atzmon, Richard Goldstone e tanti altri. E per tutti costoro, che sono ebrei, Lor Signori coniano il risibile insulto degli «ebrei che odiano se stessi», ma in realtà sono quei «Giusti» che – nel testo biblico - non si riusciva a scovare per scongiurare il destino di Sodoma e Gomorra... È quanto mai evidente l’intenzione e la pretesa di mettere a tacere le montagne di critiche e contestazioni, per nulla episodiche o marginali, con le quali si può ben incrinare l’impianto dello Stato Sionista, pensando di poter precludere ogni critica con l’accusa (penale) di “antisemitismo” e “negazionismo”, tacendo però al grande pubblico come nella sola Germania – su iniziativa e richiesta di Lor Signori – ben 200.000 persone (salvo gradita smentita) sono stati penalmente perseguite per meri reati di opinione, dal 1994 ad oggi.

In conclusione, non se ne può davvero più… Ed una classe politica che non fosse largamente corrotta dovrebbe ben sapere che il suo compito precipuo è la difesa delle libertà costituzionali, principalmente la libertà di pensiero, senza il cui fondamento non è possibile nessuna democrazia che sia davvero degna di questo nome e non invece uno squallido regime, che si fregia del nome di democrazia, come sempre fanno le peggiori tirannie.

Antonio Caracciolo
CIVIUM LIBERTAS

* * *


Roma, 9 dicembre 2010
Anticipata per E-Mail.
Segue Lettera Formale AR

Spett.le Direzioni:
IL VELINO, SHALOM, CDEC

Oggetto: Art. 8 legge sulla stampa n. 47/1948

Poiché in data odierna vedo citato il mio nome nel vostro link:

http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=1256752,

e da qui indicate come fonti “Shalom” e Cdec,

intervengo nuovamente per far sapere, formalmente, che a seguito di una campagna di stampa promossa lo scorso anno dal quotidiano “La Repubblica” del 22.10.09 e prontamente fatta propria dal nominato Cdec, ho dovuto comparire in data 13 gennaio 2010 davanti al Collegio di Disciplina del Consiglio Universitario Nazionale, dove sono stato “assolto” con formula ampia, per inesistenza del fatto e del diritto. La mia difesa davanti al Collegio si trova da tempo in Rete nel mio blog “Civium Libertas”, che si occupa di problematiche relative alla libertà del pensiero, di ricerca ed espressione nonché di monitoraggio di soggetti vari ed enti come il Cdec, i quali pretendono di poter “monitorare” gli altri senza dover essere a loro volta monitorati. Curiosamente, di questa mia “assoluzione” gli stessi media non hanno voluto dare notizia e non mi è stato chiesto scusa, ma essi persistono in una campagna chiaramente distorcente la realtà dei fatti, dei concetti e delle mie posizioni.

Ad assoluzione disciplinare avvenuta ho senza indugio promosso azione civile risarcitoria contro il giornalista Marco Pasqua ed il suo direttore Ezio Mauro, che non si sono presentati in giudizio. Contro lo stesso quotidiano è anche in corso una procedura di urgenza ex art. 700 c.p.c. Non aggiungo altro, per riserbo processuale, ma aspetto in Tribunale con pazienza e serenità i convenuti, salvo che non scelgano per la contumacia. Vedo inoltre che gli stessi media, già promotori, insistono su un’identica linea ideologica, mentre io ribadisco e confermo la mia posizione di sempre: in quanto “filosofo del diritto” non mi occupo di storia dei campi di concentramento, ma non esito a schierarmi pubblicamente in difesa incondizionata della libertà di pensiero di chiunque, nonché di espressione, di ricerca, di insegnamento.

Firmato: Antonio Caracciolo

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