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…Tra queste istituzioni andiamo ora a considera la sigla CDEC che sta per “Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea” che gestisce anche un “Osservatorio”, nel quale ahimé sono finito anche io giorno in cui quelli di “Repubblica”, associati con altri di cui vado allo ricerca, avevano pensato di “farmi il servizio”. Ho avuto momenti di celebrità nera per alcun giorni, prima che la prima pagina passasse a Marrazzo, il quale anche lui si era unito al pasto comune, volto a cibarsi delle mie carni. Aveva incautamente dichiarato che “avrebbe voluto guardarmi negli occhi”, salvo subito poi a dover nascondere lui il volto davanti agli stessi giornalisti. E che dire poi della ministra Gelmini che diceva al mio Rettore di “allibire”, proprio lei che in questi giorni si trova esser oggetto di inedite contestazioni da parte degli studenti. E potrei continuare, ma poco per volta. Non dimentico e cerco giustizia.
In questo primo post inizio, secondo uno schema collaudato, a reimpostare in forma più fruibile la ricerca che avevo avviato e che probabilmente mi era costato il “servizio” da parte di una primaria ditta giornalistica, seguita a ruota da tutte le altre che ne avevano riportato il dileggio. Tutti i post saranno poi uniti da comodi link interni e da una Homepage che li riporta tutti esattamente come l’indice di un libro. Ci sembra questa la forma migliore per sistemare un materiale abbondante ormai raccolto e facile da raccogliere e ordinare in tempo reale, battendo così il libro tradizionale e per la sua lenta e annosa preparazione e per le maggiori possibilità di aggiornamento e revisione.
Sommario: 1. Il CDEC e la Flottila IIª. – 2. “Monitoraggio” o “licenza di delazione”?. – 3. In tempo reale: la guerra dei monitoraggi. –
1. Il CDEC e la Flottilla IIª. – È accettabile? Cosa? Se si va a leggere l’incredibile testo dell’incredibile giornalista dell’incredibile quotidiano usi a questo genere di “servizi” ci si accorge che da una parte vi è una popolazione di un milione e mezzo di persone, stretta sotto assedio e strangolata da almeno quattro anni, e dall’altra parte vi sono pacifici cittadini di ogni parte del mondo che salgono su navi per rompere l’assedio e portare viveri e medicinali alla popolazione stremata. Non si tratta di “guerriglieri”, addestrati in campi segreti, che vanno a contrastare l’esercito israeliano, che pretende di essere “il più morale esercito del mondo”, ma si tratta di pacifici cittadini, giovani e anziani, che mosso da spirito etico ed umanitario non ritengono di dover assistere inerti al più aperto e sfacciato “genocidio” del nostro tempo. Che si tratti di genocidio, termine equivalente ed intercambile con quello di “pulizia etnica”, non lo dico io, ma lo dicono in tanti, in moltissimi, di cui via via daremo l’elenco nel nostro di “Osservatorio”, sperando che “L’osservatorio” del CDEC, accetti di buon grado di essere a sua volta “osservato” in un regime di trasparenza secondo il messaggio di “giornalismo scientifico” che proprio in questi giorni Wikileaks ci sta proponendo.
2. «Monitoraggio» o “licenza di delazione”? – Ogni giorno leggiamo le cose più incredibili, che nella normalità dei loro canali di diffusione dovrebbero produrre un senso di assuefazione, accettazione e mancanza di scandalo e reazione. Ma se appena un poco esercitiamo il nostro senso critico, finché ce lo consentono, vengono fuori cose allucinanti, come in questa agenzia APCOM ripresa da un sito cristiano-sionista:
3. In tempo reale: la guerra dei monitoraggi. – Non riesco a considerare casuale un attacco partito nelle stesse ore in cui io scrivevo da una serie di testate che sono specializzate, in pratica, nel dare ad altri degli “antisemita” o “negazionista”, contando chiaramente che queste qualificazioni possano avere un risvolto penale per quelli cui sono rivolte. Sarebbe ingenuo credere che bastasse una semplice disamina confutatorie delle loro assurdità. Sono organi di propaganda e la loro efficiacia si basa sulla ripetizione costante priva di contraddittorio, contando sul fatto che si tratta spesso di soggetti marginali che non possono opporre un valido contraddittorio. Oppure sul fatto che una notizia, infondata e manipolatoria se non peggio, data dai grandi media non potrà avere lo stesso impatto di un’argomentazione non gridata o letta solo da pochi. Ormai, il nostro monitoraggio ci ha resi ben consapevoli di questa loro tecnica ed in un certo senso bisogna farci il callo e non guastarsi il sangue. Andando al link del paragrafo si trova comunque una bozza di quella risposta, immediata, che si poteva e doveva dare.
(segue)
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…Tra queste istituzioni andiamo ora a considera la sigla CDEC che sta per “Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea” che gestisce anche un “Osservatorio”, nel quale ahimé sono finito anche io giorno in cui quelli di “Repubblica”, associati con altri di cui vado allo ricerca, avevano pensato di “farmi il servizio”. Ho avuto momenti di celebrità nera per alcun giorni, prima che la prima pagina passasse a Marrazzo, il quale anche lui si era unito al pasto comune, volto a cibarsi delle mie carni. Aveva incautamente dichiarato che “avrebbe voluto guardarmi negli occhi”, salvo subito poi a dover nascondere lui il volto davanti agli stessi giornalisti. E che dire poi della ministra Gelmini che diceva al mio Rettore di “allibire”, proprio lei che in questi giorni si trova esser oggetto di inedite contestazioni da parte degli studenti. E potrei continuare, ma poco per volta. Non dimentico e cerco giustizia.
In questo primo post inizio, secondo uno schema collaudato, a reimpostare in forma più fruibile la ricerca che avevo avviato e che probabilmente mi era costato il “servizio” da parte di una primaria ditta giornalistica, seguita a ruota da tutte le altre che ne avevano riportato il dileggio. Tutti i post saranno poi uniti da comodi link interni e da una Homepage che li riporta tutti esattamente come l’indice di un libro. Ci sembra questa la forma migliore per sistemare un materiale abbondante ormai raccolto e facile da raccogliere e ordinare in tempo reale, battendo così il libro tradizionale e per la sua lenta e annosa preparazione e per le maggiori possibilità di aggiornamento e revisione.
Sommario: 1. Il CDEC e la Flottila IIª. – 2. “Monitoraggio” o “licenza di delazione”?. – 3. In tempo reale: la guerra dei monitoraggi. –
1. Il CDEC e la Flottilla IIª. – È accettabile? Cosa? Se si va a leggere l’incredibile testo dell’incredibile giornalista dell’incredibile quotidiano usi a questo genere di “servizi” ci si accorge che da una parte vi è una popolazione di un milione e mezzo di persone, stretta sotto assedio e strangolata da almeno quattro anni, e dall’altra parte vi sono pacifici cittadini di ogni parte del mondo che salgono su navi per rompere l’assedio e portare viveri e medicinali alla popolazione stremata. Non si tratta di “guerriglieri”, addestrati in campi segreti, che vanno a contrastare l’esercito israeliano, che pretende di essere “il più morale esercito del mondo”, ma si tratta di pacifici cittadini, giovani e anziani, che mosso da spirito etico ed umanitario non ritengono di dover assistere inerti al più aperto e sfacciato “genocidio” del nostro tempo. Che si tratti di genocidio, termine equivalente ed intercambile con quello di “pulizia etnica”, non lo dico io, ma lo dicono in tanti, in moltissimi, di cui via via daremo l’elenco nel nostro di “Osservatorio”, sperando che “L’osservatorio” del CDEC, accetti di buon grado di essere a sua volta “osservato” in un regime di trasparenza secondo il messaggio di “giornalismo scientifico” che proprio in questi giorni Wikileaks ci sta proponendo.
2. «Monitoraggio» o “licenza di delazione”? – Ogni giorno leggiamo le cose più incredibili, che nella normalità dei loro canali di diffusione dovrebbero produrre un senso di assuefazione, accettazione e mancanza di scandalo e reazione. Ma se appena un poco esercitiamo il nostro senso critico, finché ce lo consentono, vengono fuori cose allucinanti, come in questa agenzia APCOM ripresa da un sito cristiano-sionista:
«Ebrei: Cresce la xenofobia anche in certe amministrazioniA ben riflettere, è da chiedersi la natura giuridica del numero telefonico e di chi lo gestisce. Sappiamo tutti del 113, 112 e servizi pubblici delegati. Ma che un’associazione privata, di parte, si arroghi il diritto di gestire un numero per segnalare titoli di reato quanto mai evanescenti e generici, è come affidare in gestione licenze di delazione e vere e proprie cacce all’uomo, magari a mezzo stampa. È di pochi giorni fa la notizia del marocchino che era stato senza scrupoli incolpato di omicidio. Si è fortunatamente scoperto che era innocente, ma la presunzione di innocenza che dovrebbe garantire ognuno di noi è un pallido ricordo. Questo paese piomba di giorno in giorno in una crescente incertezza del diritto. I giornali che in altre remote epoche venivano definiti come gli organi della pubblica opinione sono ora in realtà strumenti quotidiani di diffamazione e manipolazione. Essendoci per fortuna, strumenti alternativi come internet ed i blogs personali, è questo il vero motivo per il quale si cerca di chiuderli: per mantenere il monopolio della denigrazione, della diffamazione, della delazione, delle manipolazione.
Congresso a Roma, ipotesi di numero verde nazionale anti-razzismo
ROMA, 8 dic. - Il congresso degli ebrei italiani, che si conclude oggi a Roma, esprime la propria preoccupazione per la crescita della xenofobia in Italia e in Europa e, per quanto rigarda il nostro paese, rileva, senza entrare nei dettagli, che gli atti di intolleranza crescono anche in alcune amministrazioni.
In una mozione approvata dalla commissione che si occupa di Israele, della diaspora e della società italiana, i delegati hanno rilevato la crescente presenza nel sociale e in alcune amministrazioni di atti di intolleranza sia individuale che organizzata. Il Congresso ha poi sottolineato che la recrudescenza della xenofobia, del neofascismo, del neonazismo e del fondamentalismo islamico in Italia e in tutta Europa impone agli ebrei italiani di elevare il livello di attenzione. Il Congresso, in questo senso, propone al Consiglio di creare uno strumento di monitoraggio e ipotizza la creazione di un numero telefonico 'ad hoc' per le denunce di qualsiasi atto di razzismo nel territorio nazionale.(Apcom, 8 dicembre 2010) » (Fonte)
3. In tempo reale: la guerra dei monitoraggi. – Non riesco a considerare casuale un attacco partito nelle stesse ore in cui io scrivevo da una serie di testate che sono specializzate, in pratica, nel dare ad altri degli “antisemita” o “negazionista”, contando chiaramente che queste qualificazioni possano avere un risvolto penale per quelli cui sono rivolte. Sarebbe ingenuo credere che bastasse una semplice disamina confutatorie delle loro assurdità. Sono organi di propaganda e la loro efficiacia si basa sulla ripetizione costante priva di contraddittorio, contando sul fatto che si tratta spesso di soggetti marginali che non possono opporre un valido contraddittorio. Oppure sul fatto che una notizia, infondata e manipolatoria se non peggio, data dai grandi media non potrà avere lo stesso impatto di un’argomentazione non gridata o letta solo da pochi. Ormai, il nostro monitoraggio ci ha resi ben consapevoli di questa loro tecnica ed in un certo senso bisogna farci il callo e non guastarsi il sangue. Andando al link del paragrafo si trova comunque una bozza di quella risposta, immediata, che si poteva e doveva dare.
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