venerdì 20 marzo 2009

Campagna di boicottaggio contro Israele


La Societas “Civium Libertas” si associa alla campagna di boicottaggio contro Israele nella tradizione e nel ricordo di un’altra campagna di boicotaggio, quella contro il Sud Africa, nelle quale si riconobbe tutto il mondo civile. Quella campagna condusse all’abbattimento dell’apartheid sudafricano. Ci auguriamo che succeda anche con l’aparthei israeliano. Questo tuttavia gode della complicità e della connivenza del governo americano e ci dispiace dirlo anche di quello italiano, nel quale non ci riconosciamo in alcun modo limitamente alla sua politica filoisraeliano, gestita da un pugno di sionisti e da una Lobby che non rappresenta il popolo italiano.
Come ha sostenuto lo storico israelieno Ilan Pappe è del tutto falso lo schema del “conflitto” per spiegare storicamente ciò che è avvenuto in Palestina a partire dal 1882, anno del primo insediamento sionista. La volontà di sterminio e di pulizia etnica è sempre stato presente del disegno della politica sionista. Non vi è stata mai nessuna guerra fra due, ma una sola invasione coloniale perseguita coerentemente fino ad oggi. L’operazione “piombo fuso” non lascia scampo a chi vuol vedere con i suoi occhi, ragionare con il suo cervello e giudicare con la sua coscienza.

«Con la feroce aggressione alla Striscia di Gaza, lo Stato di Israele ha fornito al mondo l’ennesima conferma della volontà di procedere alla pulizia etnica del popolo palestinese. I 1300 morti, le migliaia di feriti, le immani distruzioni provocate da tre settimane di bombardamenti fanno seguito ad un embargo criminale – voluto e praticato da Israele, Stati Uniti ed Unione Europea – che da oltre due anni colpisce una delle popolazioni più povere del mondo, impedendo ogni attività commerciale e bloccando persino il transito degli aiuti umanitari. Al dramma del milione e mezzo di Palestinesi segregati nella Striscia di Gaza fa da riscontro la trasformazione della Cisgiordania in un sistema di prigioni a cielo aperto, con le città e i villaggi isolati gli uni dagli altri dal Muro dell’Apartheid, che Israele ha continuato a costruire nonostante la sentenza della Corte di Giustizia Internazionale del 2004 e le risoluzioni dell’ONU».

«Sta prendendo sempre più piede in questi giorni in Italia la campagna di boicottaggio di prodotti israeliani. Il boicottaggio è una forma di protesta non violenta rivolta a toccare l’avversario nell’unica cosa (per lui) conta, le merci e i soldi. Alcuni boicottaggi hanno avuto un notevole peso politico, sia a livello nazionale sia internazionale: l’indipendenza indiana nacque con il boicottaggio, lanciato da Gandhi, del sale venduto dagli inglesi; il boicottaggio lanciato da Martin Luther King (1956-1957) contro il servizio bus di Montgomery e le leggi segregazioniste; quelli contro la Dow Chemical che produceva napalm usato nella guerra del Vietnam; di livello internazionale sono stati i boicottaggi contro il regime dell’apartheid in Sudafrica che hanno contribuito alla sua caduta».

Con questa ottica, cioè allo scopo di difendere il genocidio del popolo palestinese che è in atto, vengono individuati dai “Comitati di boicottaggio” una serie di prodotti, segnalati davanti ai grandi magazzini con un apposito volantinaggio. «Nel 2005, ispirata dalla battaglia anti-apartheid in Sud Africa, la società civile palestinese invito al boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) contro Israele fino a quando non si fosse conformata alla legge internazionale e riconoscerà i fondamentali diritti umani del popolo palestinese».

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