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Sono da poco tornato dalla presentazione in Roma, nel popolare quartiere di Centocelle, del libro di Fulvio Grimaldi, Di resistenza si vince. Il futuro di Palestina e Medioriente. La riscossa araba. La crisi di Israele, edito da “Malatempora. Contrinformazione” ed è stato proiettato il filmato sempre realizzato da Fulvio Grimaldi, inviato di guerra, documentarista e scrittore, per molti anni giornalista RAI-TG3. Anche se sono piuttosto stanco, non voglio indugiare a dire due parole sulla serata che mi ha impegnato dalle 19 ad oltre le 21. Ho leggiucchiato il libro mentre aspettavo nella sala. Ne ho commentato qualche frase con l’autore stesso che per un attimo ha temuto che gli proponessi un dibattito su tutto il libro. Invece mi sono limitato a fargli notare quanto sono infami idioti quelli di «Informazione Corretta», di cui salubremente Grimaldi non ha mai udito. Senza volerne dare con questo un giudizio riduttivo, il libro mi sembra costruito su fonti primarie secondo una tesi largamente condivisibile. Inizia con una pagina a me ben nota, perché tratta dal libro di Ilan Pappe sulla «Pulizia etnica della Palestina», che uno “squallido” articolista di “Liberal” ha tentato di scongiurare nella sua dirompente portata. Nella “Breve nota storica” che Grimaldi fa seguire alla due del capitolo “La parola a Ilan Pappe” di inizio del libro Grimaldi scrive: «Il libro di Ilan Pappe, uno dei Nuovi Storici israeliani, costretto a lasciare la cattedra di Haifa è a trasferirsi all’Università di Exeter, è eploso come una bomba nell’opinione pubblica israeliana...». Ho spiegato a Grimaldi che secondo i «Corretti Informatori», prefatori di Sfaradi, Pappe avrebbe lasciato Haifa per scarsa qualificazione professionale per passare alle università inglese, rinomato ricettacolo di somari. Abbiamo riso insieme poco prima dell’inizio del filmato.
Il libro è da leggere, ma direi che il pezzo forte è il filmato che lo accompagna. Le immagini di Gaza sconquassata parla da sole. Ad esempio, mentre nel nostro tg fra i graffiti sui muri sventrati di Gaza scritti dai soldati israeliani, autentici criminali di guerra, ho potuto leggere solo “Israel for ever” nel filmato di Grimaldi si poteva leggere ben altro. Evidentemente troppo impresentabile perchè l’ineffabile Pagliara decidesse di farcelo vedere. Mi auguro che questo filmato che si può acquistare, come pure il libro, circoli in tutte le sale d’Italia. Ed infatti leggo che è in programma un’analoga presentazione a Bracciano il prossimo 30 maggio. Non posso raccontare il dvd, ma posso dire che le immagine, vere, non fiction, bastano da sole a zittire i nostro propagandisti di regime, i membri della Israel lobby. Le immagini sono accompagnate da ampie e approfondite interviste alle vittime e ai sopravvissuti. Compare anche Vittorio Arrigoni, che spiega ciò che noi non abbiamo mai saputo dalle fonti di regime. Il filmato è da rivedere più volte per la sua intensità. Per chi non ha mai messo piede in Gaza ed in quei luoghi il filmato offre un valido sostituto. Il libro serve poi da intergrazione del filmato, che è l’anima ed il senso di tutto questo meritorio lavoro di Fulvio Grimaldi, che era in marzo con la delegazione che ha forzato il valico di Rafah per poter entrare nella striscia. Considerati i presumibili tempi tecnici, si può dire che libro e filmato giungono tempestivi mentre gli eventi sono ancora in corso. È stata confermata la notizia che avevo già sentito come probabile da Arrigoni, e cioò che è passata ieri in Israele una legge che punisce fino a tre anni di carcere i palestinesi che commemorano la Nakba. In un libro certo non recente, di Karl Jaspers, Dove va la Repubblica federale, si sosteneva il discutibile concetto che lo Stato nazista fosse uno «Stato criminale» secondo una tipologia che i manuali di diritto costituzionale comparato non hanno mai riportato. Più correttemente e fondatamente Karl Jasper potrebbe oggi sostenere che lo stato di Israele è lo stato criminale per antomasia. Davvero “unico” nel suo genere.
Il libro è da leggere, ma direi che il pezzo forte è il filmato che lo accompagna. Le immagini di Gaza sconquassata parla da sole. Ad esempio, mentre nel nostro tg fra i graffiti sui muri sventrati di Gaza scritti dai soldati israeliani, autentici criminali di guerra, ho potuto leggere solo “Israel for ever” nel filmato di Grimaldi si poteva leggere ben altro. Evidentemente troppo impresentabile perchè l’ineffabile Pagliara decidesse di farcelo vedere. Mi auguro che questo filmato che si può acquistare, come pure il libro, circoli in tutte le sale d’Italia. Ed infatti leggo che è in programma un’analoga presentazione a Bracciano il prossimo 30 maggio. Non posso raccontare il dvd, ma posso dire che le immagine, vere, non fiction, bastano da sole a zittire i nostro propagandisti di regime, i membri della Israel lobby. Le immagini sono accompagnate da ampie e approfondite interviste alle vittime e ai sopravvissuti. Compare anche Vittorio Arrigoni, che spiega ciò che noi non abbiamo mai saputo dalle fonti di regime. Il filmato è da rivedere più volte per la sua intensità. Per chi non ha mai messo piede in Gaza ed in quei luoghi il filmato offre un valido sostituto. Il libro serve poi da intergrazione del filmato, che è l’anima ed il senso di tutto questo meritorio lavoro di Fulvio Grimaldi, che era in marzo con la delegazione che ha forzato il valico di Rafah per poter entrare nella striscia. Considerati i presumibili tempi tecnici, si può dire che libro e filmato giungono tempestivi mentre gli eventi sono ancora in corso. È stata confermata la notizia che avevo già sentito come probabile da Arrigoni, e cioò che è passata ieri in Israele una legge che punisce fino a tre anni di carcere i palestinesi che commemorano la Nakba. In un libro certo non recente, di Karl Jaspers, Dove va la Repubblica federale, si sosteneva il discutibile concetto che lo Stato nazista fosse uno «Stato criminale» secondo una tipologia che i manuali di diritto costituzionale comparato non hanno mai riportato. Più correttemente e fondatamente Karl Jasper potrebbe oggi sostenere che lo stato di Israele è lo stato criminale per antomasia. Davvero “unico” nel suo genere.
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