La notizia è di quelle che non viene data in apertura di telegiornale, in prima serata, e non appare nelle prime pagine dei giornali. Abbiamo dovuto apprenderla dal sito italiano dalla Radio iraniana, e la riportiamo tale e quale, riservando a dopo e lasciando a ogni singolo Lettore i commenti del caso. Ricordo che ad oggi non ho ricevuto alcuna smentita, pur avendola sollecitata, alla mia stima secondo cui in Germania dal 1994 ad oggi sarebbero ben 200.000 i casi di persone penalmente perseguite per meri reati di opinione. Non conosco tutta la casistica, ma mi chiedo se lo “spionaggio” qui denunciato non concorra a questa incredibile violazione della libertà dei cittadini tedeschi. Questo modello lo si reclama anche per l’Italia, ed il prossimo 17 ottobre verrà reiterata la richiesta da parte della Comunità ebraica, che si accinge a presentare un «allarmante» rapporto dove risulterebbe che il 44 % degli italiani dichiara non “non avere simpatia” per gli ebrei. Questa mancanza di “simpatia”, la cui statistica non pare sia stata fatta per altre categorie sociali (impresari di pompe funebri, meridionali, padani, abruzzesi, etc.) denoterebbe un pericoloso incremento dell’«antisemitismo», contro il quale si invocano nuove e più severe leggi. È da chiedersi se anche in Italia, da tempo, non ci si serva pure di “cavalli di troia” (sarei tentato a dire un’altra cosa) per indagare la “simpatia” degli italiani verso questo o un altro gruppo sociale, verso politici, banchieri, uomini potenti, verso il governo, etc.
BERLINO - Le autorità della regione della Bavaria hanno ammesso che dal 2009 hanno fatto uso di un trojan, ossia un sistema di controllo nascosto, affinché le autorità di polizia e i servizi segreti potessero controllare i pc di tutti cittadini.
Secondo l’IRIB Le autorità però spiegano di aver operato nel nome dell’interesse nazionale e nel pieno rispetto delle normative. Ma la questione appare ormai fuori controllo almeno a livello comunicativo e la scoperta di un trojan di questo tipo è ormai un boomerang di grave portata per le autorità locali.
La scusa citata per questa grave violazione della privacy, come al solito, era quella di contrastare il terrorismo e la criminalità. Eppure, misure del genere, nella Repubblica federale tedesca, sono state ritenute incostituzionali dal Bundesverfassungsgericht, ossia dalla Consulta tedesca.
Ma il caso non è in alcun modo confinato alla sola Bavaria, anzi: la quasi totalità delle regioni federali ha ammesso di aver fatto uso del trojan. Occorre ricordare come grazie a questo tipo di intercettazione fosse possibile operare sul computer sorvegliato intercettando le chiamate di Skype o archiviando da remoto screenshot dello schermo.
Il caso è emerso con forza anche e soprattutto poiché tale comportamento fa a pugni con la più volte ribadita focalizzazione dell’autorità nazionale tedesca sulla protezione dei dati personali: le autorità dovranno rivedere i protocolli d’azione ed il tutto dovrà essere spiegato ad una cittadinanza che si è sentita tradita. Perché tutto ci si potrebbe attendere, tranne un sotterfugio non dichiarato. Una volta riportata la trasparenza sul problema, ed una volta chiarite le modalità d’azione, la questione potrà probabilmente spegnersi e le intercettazioni potranno presumibilmente continuare, ma ciò soltanto una volta ottenuto il supporto di una policy chiara e pubblica.
Secondo l’IRIB Le autorità però spiegano di aver operato nel nome dell’interesse nazionale e nel pieno rispetto delle normative. Ma la questione appare ormai fuori controllo almeno a livello comunicativo e la scoperta di un trojan di questo tipo è ormai un boomerang di grave portata per le autorità locali.
La scusa citata per questa grave violazione della privacy, come al solito, era quella di contrastare il terrorismo e la criminalità. Eppure, misure del genere, nella Repubblica federale tedesca, sono state ritenute incostituzionali dal Bundesverfassungsgericht, ossia dalla Consulta tedesca.
Ma il caso non è in alcun modo confinato alla sola Bavaria, anzi: la quasi totalità delle regioni federali ha ammesso di aver fatto uso del trojan. Occorre ricordare come grazie a questo tipo di intercettazione fosse possibile operare sul computer sorvegliato intercettando le chiamate di Skype o archiviando da remoto screenshot dello schermo.
Il caso è emerso con forza anche e soprattutto poiché tale comportamento fa a pugni con la più volte ribadita focalizzazione dell’autorità nazionale tedesca sulla protezione dei dati personali: le autorità dovranno rivedere i protocolli d’azione ed il tutto dovrà essere spiegato ad una cittadinanza che si è sentita tradita. Perché tutto ci si potrebbe attendere, tranne un sotterfugio non dichiarato. Una volta riportata la trasparenza sul problema, ed una volta chiarite le modalità d’azione, la questione potrà probabilmente spegnersi e le intercettazioni potranno presumibilmente continuare, ma ciò soltanto una volta ottenuto il supporto di una policy chiara e pubblica.
1 commento:
e di cosa si lamenta ?
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