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La nostra disistima della stampa e delle televisioni italiane è ormai senza ritorno: una notizia che giunge da loro è quasi lo stesso che non sapere nulla o peggio ancora, dovendo poi faticare non poco a distingur eil vero dal falso. Evito di attingere da loro informazioni, sempre mendaci e manipolate. Anche quando sembrano assumere un tono oggettivo e neutro, basta un inciso, un aggettivo, per far capire ad un occhio esperto come tentano di formare la cosiddetta opinione pubblica, che è in realtà solo l’opinione “pubblicata” di chi redige la notizia. Quanto per intendenderci: i “territori occupati” diventano semplicemente “territori” ed in un passaggio successivo “territori contesi”. Il Muro della Vergogna e dell’Oppressione diventa “barriera difensiva”. Tutta la resistenza contro Israele è fatta da “terroristi” ed è “terrorismo”, che quando è fatto da Israele diventa “difesa” e “autodifesa”... Gli esempi di pervertimento spudorato del linguaggio sono innumerevoli ed un linguista ne potrebbe trarre materia per un grosso volume. Tutto ciò accade perché nei giornali italiani e mondiali Israele ha reclutato migliaia di pennivendoli. Per i politici vale il motto: “meglio investire nell’acquisto di un politico anziché in un carro armato”. Se potessimo avere la prova di quello di cui siamo intimante convinti ed è logico pensare, non sarebbe difficile dare una lunga lista di nome. Ma non è necessario.
La nostra disistima della stampa e delle televisioni italiane è ormai senza ritorno: una notizia che giunge da loro è quasi lo stesso che non sapere nulla o peggio ancora, dovendo poi faticare non poco a distingur eil vero dal falso. Evito di attingere da loro informazioni, sempre mendaci e manipolate. Anche quando sembrano assumere un tono oggettivo e neutro, basta un inciso, un aggettivo, per far capire ad un occhio esperto come tentano di formare la cosiddetta opinione pubblica, che è in realtà solo l’opinione “pubblicata” di chi redige la notizia. Quanto per intendenderci: i “territori occupati” diventano semplicemente “territori” ed in un passaggio successivo “territori contesi”. Il Muro della Vergogna e dell’Oppressione diventa “barriera difensiva”. Tutta la resistenza contro Israele è fatta da “terroristi” ed è “terrorismo”, che quando è fatto da Israele diventa “difesa” e “autodifesa”... Gli esempi di pervertimento spudorato del linguaggio sono innumerevoli ed un linguista ne potrebbe trarre materia per un grosso volume. Tutto ciò accade perché nei giornali italiani e mondiali Israele ha reclutato migliaia di pennivendoli. Per i politici vale il motto: “meglio investire nell’acquisto di un politico anziché in un carro armato”. Se potessimo avere la prova di quello di cui siamo intimante convinti ed è logico pensare, non sarebbe difficile dare una lunga lista di nome. Ma non è necessario.
Il post precedente di Egeria è basato su notizie in diretta, da press-tv, ed altre fonti attinte durante la notte. Egeria non ha fatto un lavoro diverso o di qualità inferiore a quello dei giornalisti nostrani che ieri non erano certo nelle strade del Cairo. Attingono da agenzie e orientano la percezione del fatto presso i loro lettori-bue o che immaginano tali. Così il Corriere di Sion riporta la notizia, che la “morte” (per cause naturali? Polmonite? Infarto?) dei cinque poliziotti egiziani – allegramente uccisi da Israele – è avvenuta dopo «una serie di attentati compiuti il 18 agosto a Eilat...», come a dire che quando Israele ammazza qualcuno vi è sempre una valida e fondata ragione. Quindi non può che essere criminale la reazione del popolo egiziano avvenuta questa notte davanti all’Ambasciata israeliana... E dunque il pupazzo Obama fa bene ad aprire la sua bocca da pappagalo... Una informazione vomitevole, che non ci sembra di dover illustrare oltre. Si tratta del maggior quotidiano italiano. Figuriamoci il resto.
E «La Repubblica»? Esordisce con una dichiarazione del pappagallo Obama che invita l’Egitto «al rispetto delle leggi internazionali». Ma quali? Quelle che Israele e gli Usa hanno sempre violato con sommo disprezzo? Ormai, anche uno scolaretto può vedere come costoro chiamano il loro assoluto arbitrio la Legge. E non pretendono di essere il «popolo della Legge»? Mah! Altro vomito che si aggiunge al precedente. Vomito dopo vomito si può leggere sul “Sole 24 Ore” la frase del ministro Barak, secondo cui si sarebbe trattato di «proteggere l’ambasciata dai manifestanti». In realtà, si tratta di proteggere i cittadini egiziani da decenni di angherie israeliane. Il fatto che per tutto questo tempo il “ricco” quanto “predone” Israele abbia avuto forniture del gas egiziano ad in terzo del prezzo di mercato costituisce un sostanziale tributo di guerra in conseguenza di quello che impropriamente viene chiamato il Trattato di Pace israelo-egiziano. Certo, se vanno addensando scenari di guerra, da Israele sempre agognati, ma è anche vero che i popoli possono perdere la pazienza.
«Ma quale “disastro”?!», si potrebbe obiettare a tutti gli embedded che danno fiato alle dichiarazioni israeliane, sul peggio che sarebbe stato scongiurato, grazie alla Sublime Intelligenza dei Servizi, quelli che sparano ed ammazzano, poco curandosi di incresciosi effetti collaterali e considerando un oltraggio la pretesa di scuse per i morti ammazzati. Il disastro, purtroppo, è quello permanente, in cui si trovano i popoli arabi dopo l’inganno britannico per ottenere la rivolta contro l’Impero ottomano. Da allora la loro situazione non è per nulla migliorata ed ancora oggi stanno pagando gli inganni della perfida Albione. Israele è soltanto l’esattore dei tributi... In altre parole, se si vuol capire ciò che è appena successo ieri sera e durante la notte, cosa che ci si aspetterà invano dagli Embedded, occorre essere capaci di prospettiva storica e di analisi geopolitica.
Il popolo egiziano derubricato a «folla». - Il “Giornale” è una delle testate sioniste più sfegatate e non era per nulla difficile aspettarsi un pezzo. Il senso del tutto lo si può cogliere in una paroletta: “folla”. Così viene chiamata il popolo egiziano che rivendica il suo diritto sovrano al potere costituente, che è ancora detenuto dalla stessa casta militare di cui Mubarak era espressione e di cui qualcuno dall’esterno ha deciso che era divenuto ingombrante. Bisognava sostituirlo mantenendo l’impianto, che ha la sua vera e propria carta costituzionale nel trattato cosiddetto di pace con Israele. Si tratta in realtà di un trattato di asservimento e di umiliazione dell’Egitto, dal quale legittimamente il popolo egiziano intende sollevarsi. Neppure i bambini più ingenui possono dare credibilità ad un regime di militari che è lo stesso di ieri e che ne dà prova ristabilendo la legge d’emergenza, al solo scopo di servire uno stato straniero, Israele, che già riscuote pesanti tributi di guerra: il pagamento del gas naturale ad un terzo del suo prezzo di mercato. Cosa dunque se non il classico tributo cui erano tenuti gli stati vassalli? Ed i cosiddetti governanti che fanno? Opprimono il loro popolo per servire lo straniero. Che ci guadagnano? Il privilegio ed il vantaggio di comandare chi è costretto ad obbedire sotto la minaccia delle armi, della prigione, della tortura. Inutile andare a cercare nella nostra democrazia “esportata” un qualsiasi serio fondamento alla “rappresentanza politica”. Si tratta sempre di classi politiche fantoccio, cui si danno privilegi relativi per mantenere in soggezione i popoli che dovrebbero rappresentare. Anche nel nostro paese è ormai una presa per i fondelli sempre più manifesta quella del popolo elettore, che con il suo pezzo di carta può al massimo scegliere chi lo andrà ad asservire meglio ai vincitori del 1945, che già in Yalta avevano dettato i contenuti di una carta costituzionale, il cui art. 11 (divieto di condurre guerre) si è potuto derogare per imperiale dispensa.
Un giorno di riscatto per l’Egitto, non di «vergogna», come vorrebbe la propaganda sionista. – Di fronte a certi testi, come quelli della stampa sionista che controlla e condiziona in modo capillare tutto il sistema mediatico italiano, e non solo, non si sa bene se dare sfogo a moti di indignazione e rigetto oppure tentare di restare sul piano della fredda analisi razionale. Ma cosa vi è da analizzare in testi che sono davvero un «mondo alla rovescia», da un punto di vista morale, intellettuale, etico, politico? Ed è sconcertante notare come taluni personaggi non vedano o non sentano come il “rovescio” siano proprio loro, con la loro testa ed il loro proprio universo morale, e non invece il mondo che essi dipingono con i loro colori, ma che tutti noi altri (= il resto del mondo) percepiamo in modo del tutto diverso, come perfino loro sanno. Mah! Non vogliamo scendere in volgarità: ben sappiamo che è proprio ciò che vorrebbero per tirare fuori il loro consueto armamentario. E dunque passiamo avanti, sia pure con sommo disgusto. Non è necessaria una laurea o una cattedra universitaria per capire cosa significa essere cacciati da casa propria: è quanto succede in Palestina dal 1882 ad oggi. Se l’inganno e la prepotenza possono prevalere per una certa durata di tempo, non è detto che altri debbano applaudire e rendersi complici e che le vittime non abbiano il sacrosanto diritto di reagire e difendersi. Vorrebbero costoro una mondo lobotomizzato dal sistema murdochiano al punto da rendere felici la vittima sotto la tortura che il carnefici gli infligge. Davvero un mondo rovesciato ed all’estremo della perversione morale.
Parlavamo appunto di “mondo alla rovescia” e giunge una puntuale ulteriore conferma, per la quale dovremmo rinviare alla nostra documentazione su “La questione sionista e il Vicino Oriente”. Riassumiamo al massimo la questione storiografica. Esisteva l’Impero ottomano sotto i quali la storia successiva insegna che gli arabi, ed in particolare i palestinesi, vivevano più felici di quanto non si possa dire oggi. Ma la perfida Albione non si fece mai scupoli di sorta nel tessere inganni, promettendo nello stesso tempo cose contraddittorie ai soggetti allora indotti ad insorgere contro il Sultano. Chi intendeva ritagliarsi una fetta del territorio ottomano, non certo per maggiore felicità dei popoli, ma per tornaconto personale non aveva nessuna remora a concludere loschi accordi. Fu così che fu stipulato un patto scellerato fra Feisal di Giordania e i sionisti di allora a tutto danno degli ignari e innocenti palestinesi, che avrebbero dovuto fare le spesse dell’accordo criminale. Ancora nel dopoguerra ed oggi la politica sionista-israeliana ha sempre proceduto alla corruzione dei leaders nel più totale disprezzo dei popoli. Di Bel Alì sappiamo che era addirittura un agente della CIA. Lo si è detto anche di Sarkò in quanto agente del Mossad. La nostra fantasia è autorizzata ai peggiori sospetti. Ebbene l’articolista del pezzo ha l’incredibile bronzea faccia di proporre come un “modello” ancora oggi valido il patto criminale quanto segreto fra Feisal e i sionisti del 1919. È da aggiungere, se non andiamo errati, che lo stesso articolista, onusto di anni, partecipò nel 1948 anche a quella che l’ebreo israeliano Ilan Pappe chiamò “La pulizia etnica della Palestina”, mentre per questi incredibili personaggi con un cervello tutto loro è invece la loro “guerra di indipendenza”. E da chi? e da che? Mah! Inutile tentare un dialogo ed un contraddittorio: ci abbiamo rinunciato. Ragionano così. Son fatti così. Ma pretendono che ragioniamo come ragionano loro ed addirittura che diventiamo loro stessi. Sono invasori e predoni, oltre che assassini, ma pretendono di essere i “Liberatori” dei popoli arabi e pretendono il loro applauso! Avendo la totale disponibilità dei mezzi di informazione fanno di tutto per alterare le coscienze, formare le opinioni, falsare la realtà dei fatti. Oggi più che mai si rivela la natura criminale del sionismo, tale per essenza e non per mero accidente sanabile. Quando uno viene a cacciarti di casa, ad ammazzare i tuoi cari, a prenderti tutto, ed a rendere precaria la tua vita residua e ultima resistenza, e ciò si chiama “sionismo”, come non attribuire ad esso una natura “criminale per essenza”? O no? Forse ce lo spiegherà il nostro presidente della repubblica ovvero il suo Consulente, guarda caso sionista pre lui. Hic Rodus hic salta.
E «La Repubblica»? Esordisce con una dichiarazione del pappagallo Obama che invita l’Egitto «al rispetto delle leggi internazionali». Ma quali? Quelle che Israele e gli Usa hanno sempre violato con sommo disprezzo? Ormai, anche uno scolaretto può vedere come costoro chiamano il loro assoluto arbitrio la Legge. E non pretendono di essere il «popolo della Legge»? Mah! Altro vomito che si aggiunge al precedente. Vomito dopo vomito si può leggere sul “Sole 24 Ore” la frase del ministro Barak, secondo cui si sarebbe trattato di «proteggere l’ambasciata dai manifestanti». In realtà, si tratta di proteggere i cittadini egiziani da decenni di angherie israeliane. Il fatto che per tutto questo tempo il “ricco” quanto “predone” Israele abbia avuto forniture del gas egiziano ad in terzo del prezzo di mercato costituisce un sostanziale tributo di guerra in conseguenza di quello che impropriamente viene chiamato il Trattato di Pace israelo-egiziano. Certo, se vanno addensando scenari di guerra, da Israele sempre agognati, ma è anche vero che i popoli possono perdere la pazienza.
«Ma quale “disastro”?!», si potrebbe obiettare a tutti gli embedded che danno fiato alle dichiarazioni israeliane, sul peggio che sarebbe stato scongiurato, grazie alla Sublime Intelligenza dei Servizi, quelli che sparano ed ammazzano, poco curandosi di incresciosi effetti collaterali e considerando un oltraggio la pretesa di scuse per i morti ammazzati. Il disastro, purtroppo, è quello permanente, in cui si trovano i popoli arabi dopo l’inganno britannico per ottenere la rivolta contro l’Impero ottomano. Da allora la loro situazione non è per nulla migliorata ed ancora oggi stanno pagando gli inganni della perfida Albione. Israele è soltanto l’esattore dei tributi... In altre parole, se si vuol capire ciò che è appena successo ieri sera e durante la notte, cosa che ci si aspetterà invano dagli Embedded, occorre essere capaci di prospettiva storica e di analisi geopolitica.
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«Scalmanati a chi?» - Quello di “scalmanato” è l’insulto al popolo egiziano, che si può leggere su un lancio del Sole 24 Ore, aggregato da Google News. Evidentemente, non si considera neppure la possibilità di un lettore fornita di intelligenza critica che ribalti il contenuto della velina. Questo aspetto non credo interessi neppure a chi imbastisce l’informazione. Ma proviamo a ragionare. Abbiamo visto come in Libia degli autentici tagliagole sia stati letteralmente assoldati per abbattere un governo legittimo, la cui unica e vera colpa era di non volersi sottomettere alla prepotenza Us-Israel. I tagliagole sono stati sostenuti, armati e finanziati dall’«Occidente» per uccidere e massacrare civili libici. Nel corso di questa “ribellione” telecomandata, se ben ricordo, è stata anche invasa e danneggiata l’ambasciata del Venuezuela, che a Geddafi non aveva girato le spalle. Obama non ha fatto le stesse dichiarazioni per quel che riguarda l’inviolabilità delle sedi diplomatica, dichiarazioni che ha invece fatto contro il popolo egiziano sceso in piazza per chiedere una cosa molto chiara e semplice: la rottura delle relazioni diplomatiche con Israele. Si apprende dal pezzo solare che addirittura i pupari avevano deciso di finanziare la primavera araba con 38 miliardi, ma l’assalto all’ambasciata israeliana li ha fatto ricredere. Insomma, abbiamo qui ancora una prova di come costoro pensano di cambiare i governi di un paese allo stesso modo in cui si cambia una camicia. La sicurezza dei diplomatici israeliani? Ma è facile da ottenere. Basta che se ne vadano dall’Egitto e non vi mettano più piede. È esattamente quello che chiedeva e chiede il popolo egiziano, molto più autentico e rappresentativo dei tagliagole libici al soldo di chi sappiamo. Non sono una banda di “scalmanati” ed una stampa che fa credere questo è a sua volta una stampa “embedded” e complice di oltre un secolo di oppressione e di angherie sulla pelle, la vita, le speranze dei popoli arabi.*
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Un giorno di riscatto per l’Egitto, non di «vergogna», come vorrebbe la propaganda sionista. – Di fronte a certi testi, come quelli della stampa sionista che controlla e condiziona in modo capillare tutto il sistema mediatico italiano, e non solo, non si sa bene se dare sfogo a moti di indignazione e rigetto oppure tentare di restare sul piano della fredda analisi razionale. Ma cosa vi è da analizzare in testi che sono davvero un «mondo alla rovescia», da un punto di vista morale, intellettuale, etico, politico? Ed è sconcertante notare come taluni personaggi non vedano o non sentano come il “rovescio” siano proprio loro, con la loro testa ed il loro proprio universo morale, e non invece il mondo che essi dipingono con i loro colori, ma che tutti noi altri (= il resto del mondo) percepiamo in modo del tutto diverso, come perfino loro sanno. Mah! Non vogliamo scendere in volgarità: ben sappiamo che è proprio ciò che vorrebbero per tirare fuori il loro consueto armamentario. E dunque passiamo avanti, sia pure con sommo disgusto. Non è necessaria una laurea o una cattedra universitaria per capire cosa significa essere cacciati da casa propria: è quanto succede in Palestina dal 1882 ad oggi. Se l’inganno e la prepotenza possono prevalere per una certa durata di tempo, non è detto che altri debbano applaudire e rendersi complici e che le vittime non abbiano il sacrosanto diritto di reagire e difendersi. Vorrebbero costoro una mondo lobotomizzato dal sistema murdochiano al punto da rendere felici la vittima sotto la tortura che il carnefici gli infligge. Davvero un mondo rovesciato ed all’estremo della perversione morale.
Parlavamo appunto di “mondo alla rovescia” e giunge una puntuale ulteriore conferma, per la quale dovremmo rinviare alla nostra documentazione su “La questione sionista e il Vicino Oriente”. Riassumiamo al massimo la questione storiografica. Esisteva l’Impero ottomano sotto i quali la storia successiva insegna che gli arabi, ed in particolare i palestinesi, vivevano più felici di quanto non si possa dire oggi. Ma la perfida Albione non si fece mai scupoli di sorta nel tessere inganni, promettendo nello stesso tempo cose contraddittorie ai soggetti allora indotti ad insorgere contro il Sultano. Chi intendeva ritagliarsi una fetta del territorio ottomano, non certo per maggiore felicità dei popoli, ma per tornaconto personale non aveva nessuna remora a concludere loschi accordi. Fu così che fu stipulato un patto scellerato fra Feisal di Giordania e i sionisti di allora a tutto danno degli ignari e innocenti palestinesi, che avrebbero dovuto fare le spesse dell’accordo criminale. Ancora nel dopoguerra ed oggi la politica sionista-israeliana ha sempre proceduto alla corruzione dei leaders nel più totale disprezzo dei popoli. Di Bel Alì sappiamo che era addirittura un agente della CIA. Lo si è detto anche di Sarkò in quanto agente del Mossad. La nostra fantasia è autorizzata ai peggiori sospetti. Ebbene l’articolista del pezzo ha l’incredibile bronzea faccia di proporre come un “modello” ancora oggi valido il patto criminale quanto segreto fra Feisal e i sionisti del 1919. È da aggiungere, se non andiamo errati, che lo stesso articolista, onusto di anni, partecipò nel 1948 anche a quella che l’ebreo israeliano Ilan Pappe chiamò “La pulizia etnica della Palestina”, mentre per questi incredibili personaggi con un cervello tutto loro è invece la loro “guerra di indipendenza”. E da chi? e da che? Mah! Inutile tentare un dialogo ed un contraddittorio: ci abbiamo rinunciato. Ragionano così. Son fatti così. Ma pretendono che ragioniamo come ragionano loro ed addirittura che diventiamo loro stessi. Sono invasori e predoni, oltre che assassini, ma pretendono di essere i “Liberatori” dei popoli arabi e pretendono il loro applauso! Avendo la totale disponibilità dei mezzi di informazione fanno di tutto per alterare le coscienze, formare le opinioni, falsare la realtà dei fatti. Oggi più che mai si rivela la natura criminale del sionismo, tale per essenza e non per mero accidente sanabile. Quando uno viene a cacciarti di casa, ad ammazzare i tuoi cari, a prenderti tutto, ed a rendere precaria la tua vita residua e ultima resistenza, e ciò si chiama “sionismo”, come non attribuire ad esso una natura “criminale per essenza”? O no? Forse ce lo spiegherà il nostro presidente della repubblica ovvero il suo Consulente, guarda caso sionista pre lui. Hic Rodus hic salta.
(seguirà un monitoraggio a campione della stampa embedded)
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