martedì 25 maggio 2010

Verso Gaza 2: Video dell’operazioni di carico della navi con rifornimenti per la popolazione assediata.

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Ho ricevuto ieri da Joe Fallisi il video della navi in partenza per rompere l’assedio di Gaza e portare viveri e rifornimenti ad una popolazione stremata da anni di assedio. Le navi in procinto di partire sono in tutto nove. Qui se ne vedono due, di cui la seconda è un cargo (“Mediterraneo libero”), già partito, pieno di case prefabbricate, cemento e carrozzelle elettriche [a Gaza sono molti i mutilati, 600 causati dall’aggressione del 2008-2009], per disabili. La prima nave si chiama “8000" ed è ben visibile il suo nome: questo strano nome è stato scelto per ricordare il numero dei palestinesi prigionieri di Israele! Per uno Shalit vi sono ben 8000 prigionieri palestinesi! Su 800 persone che partecipano all’epica impresa umanitaria gli italiani sono sei, di cui uno è Joe Fallisi, con il quale saremo in contatto costante durante tutta la spedizione. Gli altri sono Angela Lano, giornalista di Infopal, che in questi giorni è stata vittima insieme ad altri blogger di una campagna per imbavagliare la sua informazione controcorrente ed ogni altra informazione che non sia direttamente gestita e controllata dai sionisti.

Vi è poi il senatore Nando Rossi insieme con la presidentessa di “Per il Bene Comune”, Monia Benini, che aveva già partecipato ad altre campagne. Entrami sabato 15 maggio 2010 hanno organizzato in Roma la “Giornata Mondiale della Nakba”. Vi sono poi altre due persone, italiane, di cui non ho compreso il nome, ma credo siano operatori, forse gli autori del video, che ho in pratica ricevuto con preghiera di diffusione. Questo è in assoluto il primo video che viene caricato nelle rete dei miei trenta blogs tematici. Mentre scrivo ed il video è qui in caricamento ho operato anche una connessione con You Tube, di cui avevo dimenticato di avere un account, finora mai utilizzato. Non so al momento, mentre scrivo queste righe, se la duplice operazione di caricamento in corso avrà successo.

The European Campaign to end the Siege on Gaza



Nella spedizione vi sono molte personalità di alto profilo e ci si si chiede fin dove arriverà l’ardire della marina israeliana. Ha già affondato alcune delle navi delle precedenti spedizioni di Free Gaza, bombardando perfino il porto di Gaza, ora riadattato per consentire lo sbarco delle navi, previsto per venerdì alle sette di mattina. La marina militare turca scorterà le navi civili fin nelle acque internazionali. Tutti i partecipanti sono determinati a resistere ad oltranza alla marina israeliana, che nelle precedenti spedizioni si è data a veri e propri atti di pirateria, quali noi vediamo solo nei film dei corsari all’arrembaggio delle navi da assalire e depredare. In questo caso sono davvero ingenti i beni e le risorse destinata alla popolazione stremata di Gaza. Sarebbe una assai grave iattura, se non arrivassero a destinazione.

Se tutto andrà bene, e ce lo auguriamo di cuore, le navi dovrebbero riprendere la via del ritorno il prossimo lunedi, per poi – presumo – preparare egolari spedizioni di rifornimento viveri, medicinali, materiali da costruzione e tutto ciò che può essere necessario ad un milione e mezzo di persone imprigionate in un vero e proprio lager a cielo aperto. Tanto più che il governo egiziano, in pratica sotto il tallone di Israele e degli USA, ha ceduto alle pressioni e sta costruendo un incredibile, assurdo e mostruoso muro di ferro al pravo scopo di impedire rifornimenti finora assicurati attraverso una rete di tunnel. In questo modo si raddoppiano i costi di quanto viene così inoltrato. Molte persone hanno perso la vita nell’attività di escavazioni dei tunnel, necessari per mantenere in vita gli internati. Se i tunnel dovessero essere chiusi definitivamente, ciò significherebbe un ancora più stringente assedio per fame, cui va aggiunta una subdola contaminazione ambientale. Una stretta ulteriore vorrebbe significare la definitiva messa in ginocchio di un popolo, la cui capacità di resistenza e di eroismo noi non abbiamo mai visto in tutta la nostra storia, fatta spesso di tradimenti e opportunismi. È perciò chiaro come sia essenziale il rifornimento via mare: è l’unico modo per evitare il totale strangolamento.

Personalmente stento a capire questa storia dei tunnel. La realtà supera qui in orrore la peggiore fiction televisiva. I media e i nostri politici, sempre pronti a sbracciarsi per i diritti umani ed a varare leggi contro l’«odio razziale», anziché inorridire ed opporsi davanti ad un genocidio che si compie oggi davanti ai loro occhi plaudono e varano leggi a custodia di una Memoria di Regime, che a tutt’oggi nella sola Germania, dal 1994, conta una lager aggiuntivo di 200.000 persone perseguite per reati di opinione. Sono 200.000 persone che idealmente si possono aggiungere al 1.500.000 che si trovano in Gaza ed nei numerosi campi profughi che dal 1948, anno della Nakba e della pulizia etnica del popolo palestinese, una “pulizia etnica” che è stata equiparata ad un vero e proprio genocidio dalla normativa riconosciuta per la ex-Iugoslavia.

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