Giustizia Giusta
Redazione: Viale Giulio Cesare n.59
00192 Roma
Redazione: Viale Giulio Cesare n.59
00192 Roma
COMUNICATO STAMPA
OPERAZIONE “MILITIA”
Stato di Polizia e Prove di Oscuramento
Stato di Polizia e Prove di Oscuramento
L’operazione messa a punto il 20 maggio nei confronti di quattro militanti di Militia, ancor prima che essere stata mirata non a caso alla vigilia della riunione dei quadri dell’Associazione, assume i caratteri di una prova di nuova repressione coincidente con quanto va preparandosi con legge dello Stato contro i siti antagonisti prendendo a pretesto il reato di “antisemitismo”. Abbiamo già più volte denunciato le manovre che su indicazione imperativa della parlamentare del PdL e rappresentante del Knesset Fiamma Nirenstein vanno, con cadenze avvolgenti, a colpire quanti si rifiutano di accettare le logiche imperialiste Usa/Israel e di considerare in positivo la valenza politica che vede la Colonia Italia succube del sionismo internazionale. Insomma, chiunque osi in termini culturali e geopolitici combattere il potere usurocratico mondialista e globalizzante è reo di “lesa democrazia” e va quindi cancellato a livello di opposizione sistemica. Siamo al “Bavaglio delle Idee” costruito dalla “Polizia del Pensiero”:
Nel caso indicativo e specifico dell’operazione “Militia” abbiamo dovuto assistere alla spettacolarizzazione mediatica riferita a trasgressori abituali razzisti ed apologeti del Fascismo (come dispone la libertaria normativa della Legge Scelba e della Legge Modigliani-Mancino) che avrebbero – e non entriamo nel merito – compiuto reati a dir poco risibili se solo consideriamo quanto verificatosi storicamente ad opera dei militanti della Comunità ebraica romana che sono passati penalmente indenni attraverso le maglie della giustizia democratica.
E tanto per ricordare ai dimentichi professionali ed ai neo-circoncisi alemannidi riproponiamo la denuncia apparsa sul numero maggio-giugno dell’anno 2007 di Giustizia Giusta in occasione dei “fatti di Teramo”.
Accanto ai giudici, casta protetta cui tutto è consentito, esiste un’altra categoria di intoccabili istituzionali: quelli del “pianto che paga”. Loro tutto possono, a loro tutto è consentito, a loro nessuno può fare nulla. Legibus soluti, insomma. Se, poi, “loro” appartengono alla comunità degli ebrei romani è bene che gli altri, tutti gli altri, si mettano l’animo in pace e stiano lì pronti a prendere sberle. Se gli dice bene. Circolano troppi racconti sui “fatti di Teramo” firmati da anonimi. Alla tracotanza griffata degli uni si contrappongono l’anonimato e le preghiere di chi “tiene famiglia”… Ben fa, allora, dal suo punto di vista, quel corpulento gentiluomo che risponde al nome di Riccardo Pacifici a ricordare con arrogante compiacimento che a Teramo il rettore ha chiuso l’università, il ministro Mussi ha approvato e il questore ha vietato la conferenza di Faurisson e di Moffa. E poi i giovani “educatori” ebrei “hanno dato solo quattro ‘cinquine’, quattro manate, non avevano né pistole né manganelli”. E fa ancora bene lui, con quel volto esteticamente inguardabile, a suggerire al seboso Mussi di mandare a casa il prof. Claudio Moffa. Tanto a lui tutto è permesso.
Ed a proposito di quattro “cinquine” e niente pistole vogliamo ricordare a coloro che scoprono soltanto oggi chi sono i personaggi con cui si ha a che fare che costoro, guidati da Pacifici, il 3 novembre 1992 misero a ferro e fuoco un quartiere romano per “chiudere” la sede in Via Domodossola del Movimento Politico Occidentale. Danneggiarono decine di autovetture, ferirono a colpi di spranga dei giovani che erano nei locali della sezione e spararono, a scopo non soltanto intimidatorio, numerosi colpi di pistola. Naturalmente i soliti noti non subirono nulla, neanche un fermo di qualche ora nelle celle dell’amica Questura.
Gli stessi personaggi l’1 agosto 1996, sulla base di un piano preordinato, alla lettura della sentenza con cui il Tribunale militare di Roma dichiarava la non punibilità per prescrizione di Erich Priebke, misero a subbuglio l’aula di “giustizia”, aggredirono ferendoli i carabinieri presenti e tennero di fatto sotto sequestro Priebke, i suoi legali e gli stessi giudici. Dall’Isola D’Elba il rabbino capo della comunità ebraica romana rimase in costante contatto telefonico con Riccardo Pacifici fornendo il suo sostegno ai “ragazzi”. L’assedio durò sino a quando il guardasigilli Flick, convocato insieme al sottosegretario alla difesa Massimo Brutti, non decise in accordo con i rappresentanti della comunità ebraica, con il procuratore generale della corte d’appello militare e con il procuratore aggiunto Italo Ormanni (sì proprio quello delle “cimici”!) di “riarrestare” Priebke. E mentre Rutelli faceva oscurare Roma si compiva una violazione senza eguali della legge da parte degli uomini della legge. Eppure l’impagabile Maria Giovanni Flick ebbe a dichiarare il 3 agosto che “la protesta popolare di giovedì sera è stata la prova di una emancipazione e di una crescita democratica degli italiani”.
Sarebbe pleonastico ricordare come per una serie impressionante di reati commessi in diretta tv nessuno dei soliti noti abbia nulla pagato.
Vale sottolineare ancora una volta come nei tempi in cui assistiamo allo sfaldamento dei sedicenti “Corpi dello Stato” che operano a regia sotto protezione politica sulla pelle dei cittadini che a tal punto servono come strumenti del malaffare delle guardie per ricavare benefici, denaro e visibilità, niente può più meravigliare.
Basta guardare ai Ros ed al loro capo, generale Ganzer, per rendersi conto di come procedono le cose: guardie e ladri a ruoli invertiti. A costoro è consentito di continuare a delinquere in nome proprio e per conto del loro “stato”, prendendosi oltretutto le loro vendette nei confronti dei trasgressori dell’ “ordine democratico”.
Alla Palestra “Primo Carnera” l’operazione è stata compiuta dai carabinieri del Ros di Roma.
Siamo allo Stato di Polizia marcato Narcos.
Nel caso indicativo e specifico dell’operazione “Militia” abbiamo dovuto assistere alla spettacolarizzazione mediatica riferita a trasgressori abituali razzisti ed apologeti del Fascismo (come dispone la libertaria normativa della Legge Scelba e della Legge Modigliani-Mancino) che avrebbero – e non entriamo nel merito – compiuto reati a dir poco risibili se solo consideriamo quanto verificatosi storicamente ad opera dei militanti della Comunità ebraica romana che sono passati penalmente indenni attraverso le maglie della giustizia democratica.
E tanto per ricordare ai dimentichi professionali ed ai neo-circoncisi alemannidi riproponiamo la denuncia apparsa sul numero maggio-giugno dell’anno 2007 di Giustizia Giusta in occasione dei “fatti di Teramo”.
GLI INTOCCABILI
Accanto ai giudici, casta protetta cui tutto è consentito, esiste un’altra categoria di intoccabili istituzionali: quelli del “pianto che paga”. Loro tutto possono, a loro tutto è consentito, a loro nessuno può fare nulla. Legibus soluti, insomma. Se, poi, “loro” appartengono alla comunità degli ebrei romani è bene che gli altri, tutti gli altri, si mettano l’animo in pace e stiano lì pronti a prendere sberle. Se gli dice bene. Circolano troppi racconti sui “fatti di Teramo” firmati da anonimi. Alla tracotanza griffata degli uni si contrappongono l’anonimato e le preghiere di chi “tiene famiglia”… Ben fa, allora, dal suo punto di vista, quel corpulento gentiluomo che risponde al nome di Riccardo Pacifici a ricordare con arrogante compiacimento che a Teramo il rettore ha chiuso l’università, il ministro Mussi ha approvato e il questore ha vietato la conferenza di Faurisson e di Moffa. E poi i giovani “educatori” ebrei “hanno dato solo quattro ‘cinquine’, quattro manate, non avevano né pistole né manganelli”. E fa ancora bene lui, con quel volto esteticamente inguardabile, a suggerire al seboso Mussi di mandare a casa il prof. Claudio Moffa. Tanto a lui tutto è permesso.
Ed a proposito di quattro “cinquine” e niente pistole vogliamo ricordare a coloro che scoprono soltanto oggi chi sono i personaggi con cui si ha a che fare che costoro, guidati da Pacifici, il 3 novembre 1992 misero a ferro e fuoco un quartiere romano per “chiudere” la sede in Via Domodossola del Movimento Politico Occidentale. Danneggiarono decine di autovetture, ferirono a colpi di spranga dei giovani che erano nei locali della sezione e spararono, a scopo non soltanto intimidatorio, numerosi colpi di pistola. Naturalmente i soliti noti non subirono nulla, neanche un fermo di qualche ora nelle celle dell’amica Questura.
Gli stessi personaggi l’1 agosto 1996, sulla base di un piano preordinato, alla lettura della sentenza con cui il Tribunale militare di Roma dichiarava la non punibilità per prescrizione di Erich Priebke, misero a subbuglio l’aula di “giustizia”, aggredirono ferendoli i carabinieri presenti e tennero di fatto sotto sequestro Priebke, i suoi legali e gli stessi giudici. Dall’Isola D’Elba il rabbino capo della comunità ebraica romana rimase in costante contatto telefonico con Riccardo Pacifici fornendo il suo sostegno ai “ragazzi”. L’assedio durò sino a quando il guardasigilli Flick, convocato insieme al sottosegretario alla difesa Massimo Brutti, non decise in accordo con i rappresentanti della comunità ebraica, con il procuratore generale della corte d’appello militare e con il procuratore aggiunto Italo Ormanni (sì proprio quello delle “cimici”!) di “riarrestare” Priebke. E mentre Rutelli faceva oscurare Roma si compiva una violazione senza eguali della legge da parte degli uomini della legge. Eppure l’impagabile Maria Giovanni Flick ebbe a dichiarare il 3 agosto che “la protesta popolare di giovedì sera è stata la prova di una emancipazione e di una crescita democratica degli italiani”.
Sarebbe pleonastico ricordare come per una serie impressionante di reati commessi in diretta tv nessuno dei soliti noti abbia nulla pagato.
I CORPI SANI DELLO STATO
Vale sottolineare ancora una volta come nei tempi in cui assistiamo allo sfaldamento dei sedicenti “Corpi dello Stato” che operano a regia sotto protezione politica sulla pelle dei cittadini che a tal punto servono come strumenti del malaffare delle guardie per ricavare benefici, denaro e visibilità, niente può più meravigliare.
Basta guardare ai Ros ed al loro capo, generale Ganzer, per rendersi conto di come procedono le cose: guardie e ladri a ruoli invertiti. A costoro è consentito di continuare a delinquere in nome proprio e per conto del loro “stato”, prendendosi oltretutto le loro vendette nei confronti dei trasgressori dell’ “ordine democratico”.
Alla Palestra “Primo Carnera” l’operazione è stata compiuta dai carabinieri del Ros di Roma.
Siamo allo Stato di Polizia marcato Narcos.
Paolo Signorelli
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