lunedì 3 maggio 2010

Contro Elie Wiesel per difendere l’Europa e la libertà del pensiero

Vers. 1.4
aggiornata al: 9.5.10

In una stessa seduta di lavoro ho preso cognizione dell’audizione che la sionista Fiamma Nirenstein ha svolto nel parlamanento italiano per togliere ai cittadini italiani la libertà di poter criticare la politica israeliana, tacciando di “antisemitismo” e “negazionismo” ogni legittima manifestazione del pensiero critico ovvero l’altrettanto legittima libertà di opzioni politiche, sostenendo l’una causa dei popoli o l’altra. Il cosiddetto “negazionsimo” non è una dottrina filosofica come l’idealismo, malgrado il comune -ismo, ma è uno strumento polemico e giudiziario forgiato da lobbies sioniste parlamentari con il precipuo scopo di attuare forme legalizzare di: a) diffamazione; b) denigrazione; c) delazione. Nella sola Germania, paese indicato come esemplare, fino ad oggi, dal 1994, sono 200.000 i cittadini che sono stati processati per meri reati di opinione. Se moltiplichiamo queste cifre per i 13 paesi che hanno legislazioni analoghe e per tutti gli altri dove le si vorrebbe introdurre arriviamo alla cifra di milioni di cittadini europei che si troveranno in carcere non per aver rubato, stuprato, ucciso o altro, ma solo per aver osato pensare, osato parlare, osato criticare.

Cittadini tedeschi processati ogni anno per reati di opinione
Anno
Destra
Sinistra
Stranieri
Totale
19945.562
185
235
5.982
19956.6555
256
276
7.087
19967.585
557
818
8.960
199710.257
1.063
1.029
12.349
19989.549
1.141
1.832
12.522
19998.698
1.025
1.525
11.248
2000
13.863
979
525
15.367
2001
8.874
429
353
9.656
2002
9.807
331
467
10.605
2003
9.692
431
1.340
11.463
2004




2005




2006




2007




2008




2009




2010









Totale:
90.395
6.397
8.886
105.678
Mi mancano i dati per gli anni successivi al 2003 ed anche quelli qui dati andrebbero ulteriormente analizzati e possibilmente studiati singolarmente, caso per caso. Stimo che ad oggi i casi ammontino a circa 200.000 nella sola Germania e senza poter calcolare la situazione degli altri 13 paesi europei dove esiste una legislazione analoga. Eccetto pochi casi che fanno notizia sui giornali e sui media, i cittadini non conoscono i dati globali del fenomeno, che resta per lo più segreto. Sarò grato a chi mi aiuterà ad aggiornare i dati, rendendoli il più analitici possibili ed a controllare e verificare le fonti originali, di dati che ho acquisito fortuitamente.

La partita, la stessa partita, si gioca su molteplici piani. Ma pare proprio che la follia sionista sia giunta al capolinea, alla sua implosione, se perfino dall’interno del mondo ebraico si alzano voci sempre più numerose per fermare la mano assassina di chi pensa che l’umanità non ebraica, in specie quella palestinese, possa essere privata di ogni diritto e di ogni ogni dignità. Avverto i pochi o molti frequentatori di questo blog che libertà di pensiero, democrazia e sostegno della causa palestinese, sono esattamente la stessa cosa. Invito i dispersi a compattarsi sempre nel comitato.europeo@gmail.com si possono inviare Adesioni per la costituzione di un “Comitato europeo per la difesa della libertà di pensiero”. Le Adesioni devono essere corredate da nome, cognome, qualifica e ogni altra indicazione utile. I dati sono riservati e verranno utilizzati solo per le finalità associative.

Si propone la formazione di una Delegazione nazionale che si rechi in parlamento e dal presidente della repubblica per protestare contro l’attacco subdolo all’art. 21 della costituzione proprio da parte di parlamentari, il cui compito avrebbe dovuto essere quello di rappresentare il popolo italiano e non di fare gli esclusivi interessi di Israele, per giunta con i soldi del contribuente italiano.

CIVIUM LIBERTAS


CONTRO ELIE WIESEL PER DIFENDERE

L’EUROPA E LA LIBERTA`DI PENSIERO

Critica del sionismo

Sommario: 1. Il testo di Wiesel, con nostra critica interlineare. – 2. Il testo di JCall. – 3. La crema. – 4. I “corretti commenti”. – 5. Uno spaccato sociologico. –


1.

Il testo di Wiesel, con nostra critica interlineare
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Con Elie Wiesel per difendere Gerusalemme
[E dei palestinesi che che facciamo? Chi li difende? Chi li ha mai difesi? Non posso cancellare dai miei occhi le numerosi immagini di palestinesi letteralmente scacciati dalle loro case, in Gerusalemme, e non solo in Gerusalemme, case che ancora avevano un pregio e senza parlare di quelle letteralmente distrutti.]

(Fonte)

« Salviamo la Ragione »
[Di quale ragione stiamo parlando?
Della ragione del carnefice o di quello della vittima? Non sono la stessa cosa.
Qual è la vostra ide di ragione? Esiste ancora una ragione comune per tutti gli uomini?]


Un gruppo di intellettuali e personalità ostentatamente rivendicando la loro ebraicità
[Rabkin è un ebreo o un impostore? Per chi conosce i suoi argomenti, il libro disponibile anche in italiano, qui la questione è chiara e a prova di inganno: la propaganda, l’Hasbara, è ormai arrivata al capolinea. Ci sono sempre più “ebrei” che comprendono meglio dei sionisti come l’ebraismo stia giocando la sua ultima carta. Leggere Burg, per capire. Certo, io qui sono un esterno, ma ho il diritto di osservare, perché qui ne va di mezzo soprattutto la mia libertà. Io non ho nessuna responsabilità di tutte le sofferenze che in oltre un secolo sono state inflitte ai palestinesi. Lo slogan “Israele siamo noi” lo restituisco a chi lo ha coniato: io non sono e non voglio essere Israele ed è mio diritto non esserlo.]
come segno di obiettività ha diffuso un "Appello alla ragione", dandogli la più ampia visibilità. In realtà, il contenuto va contro i suoi obiettivi dichiarati: la democrazia, la moralità, la solidarietà della diaspora, la preoccupazione del destino di Israele.
[Non ripeto cose sopra dette, ma qui si è ormai aperto un fossato sempre più profondo circa il modo di intendere cosa è “moralità”]
La parte politica che lo sostiene è chiara a tutti.

1) L'idea di una pace imposta a Israele sotto attacco, anche l'intervento delle varie potenze, è una negazione della democrazia e del diritto internazionale, con aspetti neo-colonialisti.
[Il sionismo è la forma terminale del colonialismo del XIX e XX secolo. Chi ha redatto questo documento o vuole ingannare se stesso, o non sa quel che dice, o insulta l’intelligenza di una persona appena discretamente informata. Di quale democrazia vogliamo parlare? Dei 750.000 palestinesi espulsi nel 1948 e rimpiazzati da immigrati chiamati da ogni parte del mondo? Quella dei pirati e dei briganti è pure una democrazia se appena deliberano a colpi di maggioranza? O la democrazia dei ladri di Pisa, che la notte vanno a rubare insieme e di giorno litigano? La democrazia è al massimo una forma politica, ma non la misura in se del bene e del male, del giusto e dell’ingiusto. E che? In nome della democrazia vuoi fare il massacro dei palestinesi, o moderni “cananei”? Ma davvero possiamo accettare questo sorta di interpretazione criminale degli antichi testi biblici? Se cosi fosse, l’ebraismo sarebbe morto e sepolto. A meno che costoro non pretendano di sterminare nel mondo 6 miliardi di cananei. I mezzi ce li avrebbero: quell’atomica che negano di avere.]
Essa viola la libera scelta dei cittadini della democrazia israeliana e crea un precedente pericoloso per tutte le altre democrazie.
[È veramente irritante e stucchevole questo tentativo di chiamare il mondo intero a copertura di misfatti e crimini che sono solo israeliani. La democrazia qui non c’entra nulla ed è un miserabile espediente per chiamare a raccolta i caparbi che con la ragione, la giustizia e l’umanità non hanno mai avuto nessun autentico rapporto.]
2) Si basa su un presidente americano che non riesce ad affrontare la sfida mortale dell'Iran
[E non vi bastano il milione ed oltre di vittime civili provocati dalla sola guerra all’Iraq da voi sponsorizzata anche con false informazioni di intelligence date al governo americano? Volete ancora che le nostre mani grondino del sangue anche di milioni di iraniani, colpevoli di non avere quell’atomica che voi invece avete? Può tanto il potere della menzogna che amministrate al mondo con sacerdotale sicumera?]
e dell’ Unione europea che si è globalmente identificata con la causa palestinese.
[Magari fosse così! Se lo fosse solo per una minima parte, sarebbe finalmente cessate le tribolazione di un popolo. Non solo mentite sapendo di mentire, ma sapendo anche che una persona dicretamente informata capisce facilmente la portata propagandistica dell vostra menzogna.]
Israele è sotto la minaccia di sterminio pronunciata da parte della Repubblica islamica dell'Iran e dei suoi satelliti, al nord con Hezbollah, al sud con Hamas nella Striscia di Gaza.
[Di sterminio che progredisce ogni giorno sotto i nostri occhi noi vediamo solo quello palestinese, che stando a ciò riporta Robert Fisk nel suo ultimo libro uscito in italiano, almeno qualche vostro soldatino, avrebbe voluto vedere tutti morti fin dalla “Pace in Galilea”, la “pace delle fosse comuni, quando i corpi fossero ancora rimasti intatti per poterli seppellire. Le menzogne dovrebbe essere più intelligenti per essere credute, ma a voi le menzogne basta dirle e ripeterle come un disco: effetto marketing, dove siete molto bravi.]
3) Mentre questi firmatari attribuiscono la responsabilità della situazione bloccata sul solo Israele, tutte le indagini obiettive dimostrano che né l'Anp né la società palestinese sono realmente interessate ad una pace giusta: 66,7% dei palestinesi rifiutano la creazione di un loro stato sulle frontiere del 1967, il 77,4% ha respinto l'idea che Gerusalemme possa essere la capitale di due stati (aprile 2010, sondaggio da parte dell'Università di Al-Najah di Nablus).
[Ma di quale pace si può parlare a chi è stato cacciato di casa e conserva ancora le chiavi e gli atti di proprietà? Pace di che? Quella del camposanto? Quella di poter riposare in pace come i propri padri, quando manco i cimiteri sono stati risparmiati dal glorioso, giusto e santo eservito di Davide? L’unica pace è quella che può nascere dal perdono della gente a cui avete fatto tanto male.]
La creazione di uno stato palestinese senza la conferma della volontà di pace del mondo arabo, senza eccezioni, esporrebbe il territorio di Israele a una debolezza strategicamente fatale.
[E che volete fare? Voi lo 0,2 % del Medio Oriente volete distruggere e mettere sotto ferro e fuoco il 98,8% del territorio e del mondo che vi circonda? Non potevate starvene dove eravate? Perché siete andati a scacciari i legittimi abitanti dalle loro case? Ve lo ha detto il vostro Dio? Falso! Sentite al riguardo cosa hanno da dirvi quelli di Neturei Karta! Sono non meno ebrei di voi, forse lo sono soltanto loro, e voi non lo siete per nulla.]
4) « Appello alla ragione » soffre di amnesia: gli accordi di Oslo hanno portato ad un'ondata senza precedenti di terrorismo,
[È veramente un abuso infinito questa tiritera del “terrorismo”, dietro la quale vi nascondete per giustificare ogni sorta di nefandezza. Se mai la parola “terrorismo” ha ancora un senso, vi appartiene interamente: nessuno più di voi ha fatto uso più intenso e massiccio del terrorismo, anche ideologico.]
il ritiro dal Libano alla nascita di Hezbollah - e le garanzie del Consiglio di Sicurezza si sono rivelate carta straccia.
[L’ONU vi ha condannato oltre 80 volte e resta sempre valida la risoluzione che riconosce ai profughi palestinesi il diritto al ritorno nelle loro case. L’ONU non è quello, davvero iniquo, che grazie a Stalin ha consentito la nascita della stato di Israele, in violazione di ogni principio di diritto naturale, una dotrina che Stalin non aveva in grande considerazione]
Il disimpegno da Gaza ha portato al colpo di stato da parte di Hamas
[Anche qui il lettore intelligente sa che voi vorreste governi fantocci in tutto il mondo, proni ai vostri volere. Ma tutto il mondo ha potuto osservare come mai vi furono elezioni più democratiche di quelle che hanno dato ad Hamas la legittima rappresentanza del popolo palestinese. Non è affatto vero che Hamas ha fatto un colpo di stato, ma è vero che ha sventato il coklpo di stato che voi volevate fare per togliere di mezzo un governo legittimo che non si piega ai vostri volere, come invece fa il fantoccio Abu Mazen. Ma forse l’epoca dei quisling e dei kapà è finita per sempre.]
e una pioggia di missili nell'arco di parecchi anni.
[Ma quali missili? I sigari? Non vi la benché proprorzione fra i crimini, i massacri, i genocidi che voi avete fatto dal 1948 ad ed un resistenza poco più che simbolica per far sapere ala mondo che l’aggredito, quello che è stato invaso, si vuole difendere e vuole resistere, generazione dopo generazione.]
Domani "Gerusalemme Est" e lo Stato di Palestina, saranno sotto il giogo di Hamas?
[Vi ha già detto il vostro correligionario o connazione Finkelstein che suonavate la stessa musica, lo stesso “odio”, la stessa propaganda quando Hamas non esisteva neppure. Il votro servizio di propaganda ha ormai esaurito tutte le risorse disponibile. Potete contare soltanto sulla totale ignoranza altrui di fatti di per sè evidenti.]
Il rammarico dei firmatari di questo appello non servirà a nulla ...

5) La morale e l’onore, l'impegno per la pace, non sono prerogativa di nessun campo.
[Certamente non sono una vostra prerogativa. rappresentate esattamente il contrario.]
Sono ogni volta in gioco. Per le sue motivazioni parziali e di parte, questa "chiamata alla ragione" contribuisce ai tentativi di boicottaggio e di delegittimazione che minano lo stato d’Israele, e pregiudica gravemente l'esistenza della sua popolazione.
[Ma su cosa potete fondare la vostra legittimazione? Sul diritto di cacciare gli altri dalle loro case, dai loro villaggi, dalla loro patria? Come è possibile tanta follia sulla faccia della terra? Nessuno è legittimato a rubare e uccidere, a prendere le cose altrui e a straziare le sue carne, a trattare gli uomini da bestie.]
6) Davanti alle vere minacce che colpiscono Israele nella sua stessa esistenza
[qui ci interessa l’esistenza dei palestinesi che voi avete fatto di tutto per annientare: avete tolto ai figli i padri e alle madri i loro neonati e li avete fatti bruciare al fosforo come fiammiferi che non si vogliono spegnere: leggere Fisk per la documentazione dei “bambini al fosforo”. Giustificare ciò in nome di un qualsiasi dio è la più grande di tutte le bestemmie]
e che compromettono le probabilità di una pace duratura in Medio Oriente,
[voi avete sempre portato la guerra e la pace è cosa che non vi ha mai interessato. Ciò che volete è una guerra senza fine. Non vedete l’ora di attaccare l’Iran e vorreste la nostra copertura materiale e morale: altro che burqa e veli!]
noi vogliamo costituire un movimento di opinione in seno all'unione europea di cui siamo cittadini
[con quanti passaporti in tasca? E chi ne ha uno solo che deve fare? Deve sottostare a che ne ha più di due?]
e che intende difendere e spiegare la legittimità dello Stato di Israele
[I cittadini europei dovrebbero preoccuparsi dell’unica patria di cui appunto cittadini e non renderela schiava di Israele e delle sue follie che dopo aver offeso ogni elementare senso di umanità mettono in pericolo la pace nel mondo.]
come parte di una vera pace, e la lotta contro l’antisemitismo che sta crescendo pericolosamente.

Chiediamo a tutti di firmare questa dichiarazione.

Firmate e fate firmare l'appello "Salviamo la Ragione"

Per firmare clicca sul seguente link http://www.dialexis.org

Prime firme (raccolte in Francia) :
Jean Pierre Bensimon, professore di Scienze sociali, Raffaello Draï, professore di scienze politiche e di diritto, Judith Gachnochi, psicologo, George Gachnochi, psichiatra e psicoanalista, Nicolas Nahum, architetto, Georges Sarfati Elia, professore delle università, linguista e filosofo, Perrine Simon Nahum, ricercatore al CNRS, storico, Pierre-André Taguieff, direttore di ricerca al CNRS, filosofo, scienziato politico e storico delle idee, Michele Tribalat demografo, Shmuel Trigano, professore di sociologia politica, direttore delle rivista "Controverses."

[Sui nomi delle persone mi astengo in critiche che fatalmente sarebbero bollate come antisemitismo, per fortuna ormai svuotato di ogni senso per l’abuso strumentale che se ne è voluto fare. Ma certo ognuno si assume la sua responsabilità davanti alla propria coscienza, davanti a Dio, davanti agli uomini.]
Anche Bat Ye’or ha aderito, e tanti altri…nel sito www.dialexis.org l'elenco aggiornato delle firme.

In Italia si sta preparando un appello di carattere internazionale, coordinato da Fiamma Nirenstein. IC ne darà notizia al più presto.
È difficile fare la conta di chi sta da una parte e di chi sta dall’altra. La retta coscienza non si sottomette ai conteggi: et si omnes ego non! Le posizioni morali e politiche nascono da un profondo lavorio della coscienza, dove chi più sa e sente si assume alche il penso del concittadino che non sa o è ingannato da che di professione ordisce inganni e fabbrica menzogne.

Notizie aggiuntive si trovano a questo link, dove ormai ci siamo abituati a sorvolare sui patetici commenti che fanno pensare ad una filiazione diretta da qualche organo israeliano di propaganda. Se così fosse, tornerebbero i nostri conti, cioè il giudizio sulla testata e sulla sua funzione. Sarebbe poi di un qualche interesse sapere chi concretamente si nasconde dietro la “redazione” del Foglio, il cui sionismo sembra pure una filiazione diretta da Israele. Ma solo per avere un più circostanziato giudizio. Non certo per adottare i loro stessi metodi, che sono e restano loro. Quanto a Levy e Finkelkraut resto della stessa opinione: non sono colombe! Non lo sono mai state. Non lo diventano adesso. Credo che abbiano soltanto capito che il gioco si è spinto troppo oltre. Rispetto a loro il nostro giudizio critico resta immutato e non dipende dai loro tatticismi.

Sul merito del redazionale veramente fa cascare le braccia la persistenza di tanta ottusità sul nucleare iraniano, che non esiste. È da chiedersi se chi scrive, ci crede davvero. Ne dubito molto, ma se così fosse saremmo sul piano del più ottuso fanatismo che chiude la mente e benda gli occhi. Credo invece che sia il modo tipico di funzionamento della propaganda: ripetere il disco finché materialmente lo strumento non si rompe. Con la stessa tecnica del marketing commerciale, si punta ad un qualche risultato quantitativo statistico nella persuasione subliminale. Ma forse sono soltanto io che leggo il Foglio e simili testate, per farne appunto monitoraggio. Ed in effetti nella cerchia delle mie conoscenze non conosco una sola persona, dico una, che sia un lettore del Foglio. Vive per l’amplificazione che ne fanno alcune rassegne stampa “amiche”.

2.

Il testo di JCall
Fonte
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Per completezza di informazione, e per avere i due testi a confronto, non avendo trovato una traduzione italiana dell’Appello, ne riproduco il testo francese:

L’appel que vous lirez ci-dessous a déjà été signé par des personnalités et des membres d’associations juives européennes, engagées depuis toujours dans le combat pour la paix au Moyen-Orient, dont vous lirez les noms ci-dessous.

Notre objectif est de rendre publiques les positions de juifs européens, trop longtemps silencieux, et de faire entendre une voix juive solidaire de l’État d’Israël et critique quant aux choix actuels de son gouvernement.

Nous appelons toutes celles et tous ceux qui se reconnaissent en ce texte à le signer.

Nous présenterons cet appel à la Raison, lors d’une importante réunion au Parlement européen à Bruxelles le 3 mai 2010.

Pour nous contacter, écrivez à contact@Jcall.eu

N’oubliez pas de signer cet appel si vous le soutenez.
Appel à la raison

Citoyens de pays européens, juifs, nous sommes impliqués dans la vie politique et sociale de nos pays respectifs. Quels que soient nos itinéraires personnels, le lien à l’État d’Israël fait partie de notre identité. L’avenir et la sécurité de cet État auquel nous sommes indéfectiblement attachés nous préoccupent.

Or, nous voyons que l’existence d’Israël est à nouveau en danger. Loin de sous-estimer la menace de ses ennemis extérieurs, nous savons que ce danger se trouve aussi dans l’occupation et la poursuite ininterrompue des implantations en Cisjordanie et dans les quartiers arabes de Jérusalem Est, qui sont une erreur politique et une faute morale. Et qui alimentent, en outre, un processus de délégitimation inacceptable d’Israël en tant qu’État.

C’est pourquoi nous avons décidé de nous mobiliser autour des principes suivants :

1. L’avenir d’Israël passe nécessairement par l’établissement d’une paix avec le peuple palestinien selon le principe « deux Peuples, deux États ». Nous le savons tous, il y a urgence. Bientôt Israël sera confronté à une alternative désastreuse : soit devenir un État où les Juifs seraient minoritaires dans leur propre pays ; soit mettre en place un régime qui déshonorerait Israël et le transformerait en une arène de guerre civile.
2. Il importe donc que l’Union Européenne, comme les États-Unis, fasse pression sur les deux parties et les aide à parvenir à un règlement raisonnable et rapide du conflit israélo-palestinien. L’Europe, par son histoire, a des responsabilités dans cette région du monde.
3. Si la décision ultime appartient au peuple souverain d’Israël, la solidarité des Juifs de la Diaspora leur impose d’œuvrer pour que cette décision soit la bonne. L’alignement systématique sur la politique du gouvernement israélien est dangereux car il va à l’encontre des intérêts véritables de l’État d’Israël.
4. Nous voulons créer un mouvement européen capable de faire entendre la voix de la raison à tous. Ce mouvement se veut au-dessus des clivages partisans. Il a pour ambition d’œuvrer à la survie d’Israël en tant qu’État juif et démocratique, laquelle est conditionnée par la création d’un État palestinien souverain et viable.

C’est dans cet esprit que nous appelons tous ceux qui se reconnaissent dans ces principes à signer et à faire signer cet appel.

Vi è come una sorta di gara tra i due testi fra chi raccoglie più firme. Se fossi un “poliziotto del pensiero”, potrei annotare chi si trova dall’una o dall’altra parte. Ma mi è sempre stato estraneo questo spirito. Il discrimene che mi divide dagli uni e altri firmatari dell’appello, una sorta di “ladri di Pisa”, è la mia convinzione della mancanza di qualsiasi fondamento di legittimità dello stato di Israele, dalla sua fondazione ad oggi. Se qualcuno chiedesse a me come se ne può uscire, rispondo che a mio avviso l’unica soluzione è lo stato unico con rientro di profughi palestinesi, con disarmo totale di Israele e con una forza ONU permanente che assicuri l’ordine pubblico e la pacificazione. So anche che il saldo del flusso migratorio israeliano è negativo: resta chi non può più andarsene. Ad esempio, il milione di ebrei russi che sono stati ceduti da Gorbaciov in cambio, pare, della clausola di nazione più favorita degli USA dell’epoca. In Russia, costoro non sarebbero più graditi. Ed in effetti sono forse questi i più feroci fra tutti i sionisti palestinesi.

Tra i nuovi criteri che mi sono dato – dopo l’alto «onore» che mi hanno concesso, cioè di un attacco feroce su tutti i media, per ciò che in questo blog credevo di scrivere solo per me stesso, come pagine di diario, e quattro lettori che mi seguivano, – vi è quello di una maggiore moderazione e prudenza verbale, senza però cadere nell’autocensura. Mi esprimo perciò globalmente e non individualmente sui personaggi che escono qui alla scoperto in occasione di un’importante divaricazione all’interno dello stesso schieramento sionista. Costoro assumono la posizione che mi aspettavo che assumessero: la più retriva e fanatica possibile. Per Bernardo Levi, al quale non ho dedicato molte pagine, non muto giudizio: è un “sionista” ed annetto a questo termine il disvalore massimo. Nella sua maggiore intelligenza ha semplicemente capito il vicolo cieco dove sta andando non solo Israele, ma tutto l’ebraismo mondiale. Ho riassunto il concetto nella formula secondo cui i sionisti hanno “distrutto” gli ebrei molto di più di quanto avrebbe potuto fare Hitler o si dice abbia fatto Hitler. Dissento da quanti come Viola paventano un ritorno poderoso dell’antisemitismo. A mio avviso, questo pericolo non esiste affatto. Sono gli ebrei sionisti che vorrebbero vi fosse l’antisemitismo per cementare su di esso una nuova unità, una nuova aggregazione. Il presunto “antisemita” comprende benissimo che nelle condizioni della cultura politica della nostra epoca qualsiasi forse di discriminazione verso terzi, qualsiasi negazione dell’umanità altrui, chiunque egli sia – ebreo, arabo, cristiano, musulmano, zingari, zulu... – sarebbe una negazione della propria stessa umanità e quindi un fatto autolesionistico. Il giudizio è semplice negativo a seguito dello svelamento di un inganno ed una truffa durata oltre mezzo secolo. Il “genocidio” palestinese annulla tutto il credito morale che l’ebraismo aveva pensato di poter capitalizzare. Per non parlare poi delle leggi liberticide, del terrorismo ideologico, cui sono costretti gli intellettuali europei che appena appena pensano di voler usare la propria testa e di ragione in modo autonomo. La consapevolezza di ciò ha aperto un fossato che diventa tanto più profondo ed incolmabile quanto più l’ebraismo avanza nella sua linea. Credo che abbia compreso ciò bene un Bernardo Levi, la cui immagine che me ne sono fatta resta sempre quella di sempre.
3.

La crema
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In altra circostanza il riportare i nomi che seguono è stata chiamata lista nera di proscrizione ed è stata imbastita una vera e propria messa alla gogna contro una persona che si era limitato a rendere pubblico un appello pubblico di nomi. Tra questi nomi che compaiono di seguito mi dispiace di riconoscere quello di un mio vecchio amico, con il quale il suo “sionismo” non fu mai oggetto dei nostri colloqui. Quando questo sia nato in lui non so. Mi auguro soltanto che resti l’amicizia e che lui riconosca a me il diritto di essere di tutt’altro avviso senza essere per questo un “criminale”, ma anzi ritenendo che Israele merito quella patente di “Stato criminale” che Karl Jaspers avevo coniato per un altro contesto storico-politico.Prime firme:

Fiamma Nirenstein (giornalista e deputato), Giuliano Ferrara (direttore de Il Foglio), Paolo Mieli (presidente Rcs Libri, ex direttore del Corriere della Sera), Angelo Pezzana (giornalista, informazionecorretta.com e Libero), Ugo Volli (semiologo, Università di Torino), Shmuel Trigano (professore, Universités à Paris X-Nanterre), Giorgio Israel (Università La Sapienza), Giulio Meotti (giornalista, Il Foglio), Gianni Vernetti (deputato, ex Sottosegretario agli Esteri), Susanna Nirenstein (giornalista), Peppino Caldarola (giornalista), Alain Elkann (scrittore, consigliere Ministero Beni Culturali), Carlo Panella (giornalista, Il Foglio), Emanuele Ottolenghi (Senior Fellow, Foundation for the Defense of Democracies), Daniele Scalise (giornalista), Giancarlo Loquenzi (Direttore, l’Occidentale), Edoardo Tabasso (professore, Università di Firenze), Leonardo Tirabassi (presidente Circolo dei Liberi Firenze, Fondazione Magna Carta), Giacomo Kahn (Direttore mensile Shalom), Magdi Allam (parlamentare europeo), Luigi Compagna (senatore), David Cassuto (ex vicesindaco di Gerusalemme), Riccardo Pacifici (presidente Comunità Ebraica di Roma), Anita Friedman (Associazione Appuntamento a Gerusalemme), Leone Paserman (presidente della fondazione Museo della Shoah di Roma), Massimo Polledri (deputato), Enrico Pianetta (deputato, Presidente Associazione parlamentare di amicizia Italia-Israele), Alessandro Pagano (deputato), Renato Farina (deputato), Marco Zacchera (deputato), gennaro malgieri (deputato), Dore Gold (President, Jerusalem Center for Public Affairs, former Ambassador of Israel to the UN), Norman Podhoretz (Writer, Editor-at-Large, Commentary Magazine), Michael Ledeen (Freedom Scholar, Foundation for Defense of Democracies), Barbara Ledeen (senior advisor, The Israel Project), Phyllis Chesler (Emerita Professor of Psychology and Women's Studies, City University of New York), Nina Rosenwald (Editor-in-Chief, www.hudson-ny.org), Harold Rhode (esperto di Medioriente, ex Pentagono) Caroline Glick (editorialista, Jerusalem Post), Rafael Bardaji (Foreign Policy director, FAES Foundation), Raffaele Sassun (Presidente Keren Kayemeth LeIsrael Italia), Max Singer (a founder and Senior Fellow, Hudson Institute), George and Annabelle Weidenfeld (President, Institute for Strategic Dialogue), Anna Borioni, (associazione Appuntamento a Gerusalemme), Efraim Inbar (Director, Begin-Sadat Center for Strategic Studies), Zvi Mazel (former Ambassador of Israel to Egypt and Sweden), George Jochnowitz

"CON ISRAELE, CON LA RAGIONE"

L’aggressione a Israele dei firmatari del documento Jcall è ispirata da una visione miope della storia del conflitto arabo-israeliano, da una mancanza di percezione chiara del pericolo che Israele corre oggi di fronte a un grande attacco fisico e morale. E’ addirittura incredibile che personaggi intelligenti e colti come Alain Finkelkraut e Bernard-Henri Levy, invece di occuparsi dell’Iran che ben presto terrà tutto il mondo nel raggio della minaccia della sua bomba atomica, bamboleggino con l’idea che Benjamin Netanyahu sia il vero ostacolo alla pace, che l’impedimento essenziale per giungere a una risoluzione del conflitto sia un ipotetico, riprovevole atteggiamento israeliano. Sembra che gli intellettuali firmatari ignorino la realtà e inoltre che se ne infischino del contributo che il loro documento darà e sta già dando al movimento di delegittimazione senza precedenti che minaccia concretamente la vita di Israele.

Voler spingere Israele a concessioni territoriali senza contraccambio significa semplicemente consegnarsi nelle mani del nemico senza nessuna garanzia: lo sgombero di Gaza, compiuto senza trattativa, ha portato risultati disastrosi, il territorio lasciato dagli abitanti di Gush Katif è diventato un’unica rampa di lancio per missili e terroristi; la trattativa di Ehud Barak, intesa a cedere a Arafat praticamente tutto quello che chiedeva, portò semplicemente all’orrore della seconda Intifada, con i suoi duemila morti uccisi da attentati suicidi. Lo sgombero della fascia meridionale del Libano nel 2000 ha rafforzato gli Hezbollah, li ha riempiti di missili, ha condotto alla guerra del 2006.

Alain Finkelkraut, Bernard-Henri Levy e i loro amici sostengono di preoccuparsi per il futuro e la sicurezza d’Israele, ma di fatto ignorano l’elemento basilare che ha impedito ai processi di pace di andare in porto, ovvero il rifiuto arabo e palestinese di riconoscere l’esistenza stessa dello Stato d’Israele come dato permanente nell’area. Basterebbe che ogni mattina leggessero la stampa palestinese e araba e se ne renderebbero conto. Nessuna concessione territoriale di quelle che gli intellettuali francesi sembrano desiderare con tanta energia può garantire la pace, ma solo una rivoluzione culturale nel mondo arabo. E nessuno la chiede, nemmeno Obama che invece preme solo su Israele. E’ divenuta la moda di questo tempo.

L’attacco a Netanyahu che si legge nell’appello di Jcall è volto a destrutturare la sua coalizione di destra. Ma la realtà è che non è mai contato nulla che un governo israeliano fosse di destra o di sinistra: i Palestinesi hanno sempre comunque rifiutato ogni proposta di pace.

Ma che Israele diventi ancora più piccolo non servirà a niente finché Abu Mazen non rinuncerà a intitolare le piazze al nome dell’arciterrorista Yehiya Ayash, finché il mondo palestinese non smetterà di distribuire caramelle quando viene ucciso un ragazzo ebreo in qualche ristorante, finché non accetterà la richiesta davvero minimalista di Netanyahu di riconoscere che lo Stato di Israele è lo Stato del popolo ebraico.

Sembrano ignorare questo dato evidente anche gli intellettuali israeliani che hanno firmato un documento addirittura contro il premio Nobel Elie Wiesel che ha scritto una nobilissima lettera in sostegno di Gerusalemme come patria morale e storica del popolo ebraico.

E’ una triste epidemia perbenista, con la quale probabilmente si pensa di fornire un po’ d’ossigeno ai movimenti pacifisti che in questi anni non ha saputo altro che fallire ripetutamente sullo scoglio della cultura dell’odio islamista e contribuire alla diffamazione di Israele. Ma non si arriverà a nessun processo di pace (e le generose offerte di Olmert rifiutate da Abu Mazen ne fanno fede) finché una larga parte del mondo non smetterà di sperare che la distruzione di Israele sia dietro l’angolo, sulla scia della nuova eccitazione islamista dell’Iran e dei suoi amici Siria, Hezbollah, Hamas tutti sempre più armati di armi letali, e non solamente di vane parole, come i firmatari dell’”appello alla ragione”. Ma anche le parole possono uccidere e distruggere.

Non ci sfugge, di fronte a una così evidente ignoranza della politica della mano tesa di Netanyahu con il discorso di Bar Ilan e il congelamento di dieci mesi degli insediamenti, lo sblocco di molti check point e la promozione di importanti misure per agevolare l’economia palestinese, che sia presente nel “documento Finkelkraut” un traino obamista, un perbenismo da salotto buono cui spesso gli intellettuali non sanno dire no. Esso mette i nemici di Israele, e sono più di sempre e più agguerriti, nella condizione di delegittimare e attaccare lo Stato ebraico, dicendo: “Anche molti ebrei sono dalla nostra parte”. Se questo era lo scopo dei firmatari, lo hanno raggiunto.
Leggo di una qualificazione che suona “Università di Roma La Sapienza”. Alla Sapienza io ci sto da studente e docente dal 1970. Hanno tentato di farmi uno “sgambetto” per il fatto che sono di diverso avviso del signore in questione, ma non ci sono riusciti e se dovessero contestare le mie opzione politiche che sono di un segno dovrebbero contestare anche quello di cui sopra. Quanto poi all’ex-direttore del Corriere della Sera si trova perfettamente giustificata la dizione satirica di “Corriere di Sion”, una linea politica che direi si mantenga ancora. E dunque se Gianni Vattimo dice quel dice, se ne può comprendere il senso senza bisogno di tirare in ballo i Protocolli. Non è che se nei falsi Protocolli si trova scritto che il sole sorge all’ora x e tramonta all’ora y, debba essere per questo falsa l’ora dell’alba e del tramonto del sole.

Con esercizio del “diritto di critica politica” osserviamo quanto segue sul manifesto, sperando che a leggere le mie note sia il mio caro amico, che spero di poter conservare malgrado il forte dissenso politico. Non dico il nome dell’amico.

1. Ma quale ragione? Con Israele non esiste né diritto né ragione, ma solo violenza, barbarie, sopraffazione, menzogna sistematica. Non lo dico io, ma la lezione della storia: dal 1882 al 1948; e dal 1948 ad oggi. Sabra e Shatila sono soltanto un episodio della superiore moralità di Israele, con il quale tutti noi («Israele siamo noi») dovremmo identificarci. No, cari signori, parlate per voi. Io non ci sto. Se poi avete in tasca un doppio passaporto, mentre io ne ho uno solo, ebbene potreste approfittarne, assicurando una maggiore pace e serenità in questo martoriato paese, terra di conquista e di servaggio, che è sempre stati l’Italia.

2. Se perfino Bernardo Levi, che si faceva fotograre in divisa militare israeliana accanto ad un carro armato, ha capito che la via del genocidio finale del popolo palestinese è la vera ed effettiva distruzione dell’ebraismo, vuol dire che siete proprio alla frutta. Naturalmente, il mio è un punto di vista del tutto esterno e non mi passa neppure per l’anticamera del cervello di schierarmi dall’una o dall’altra parte. Ma è ormai un fatto che si spunta definitivamente quell’arma dell’antisemitismo con cui i popoli europei sono stati diffamati da oltre mezzo secolo. Se alle stesse conclusioni che da sempre fanno i critici di Israele, arrivano ora gli intellettuali e la parte chiaramente maggioritaria dell’ebraismo europeo oltre che americano, allora – egregi signori – non veniteci più a molestare con le vostre accuse di “antisemitismo”.

3. Esiste un «grande movimento d’opinione», influenzato dal “numero” e dalla “qualità” dei «nostri firmatari» che intenda “difendere” Israele in Europa e nel mondo? Se il mondo è rappresentato no dal “Foglio” di Giuliano Ferrara o dall’«Opinione di Arturo Diaconale», ma dall’ONU, che nella sua Assemblea è venuta via via accogliendo gli stati che uscivano dal colonialismo, allora il mondo ha da tempo condannato Israele, la cui fondazione come stato risale ad una convenienza tattica di Stalin. Il deficit di legittimità dello stato di Israele è in nuce. Una spiegato una volta direttamente allo stesso Fini la differenza fra legalità e legittimità. Non è riuscito a capirla ed annaspava nel vuoto mentale, un vuoto che l’amico Campi si è assunto il compito di riempire. Non so quante firme riuscirà a raccogliere madonna Fiammetta, ma quelle che sono tra le prime, io già mi aspettavo che ci fossero. E non mi sono sbagliato. Quello che forse Fiammetta non capisce – o non gliene importa – è che queste firme anziché unire, scavano un fossato sempre più profondo. Se non siamo alla guerra civile, siamo però ad una grande esacerbazione degli animi che creano sentimenti profondi che restano. Il gioco è pesante quanto sporco. Manca l’amor di patria, dove per patria intendiamo questo disgraziato paese che è l’Italia, ancora una volta teatro di scontro di eserciti stranieri.

4. La miopia di chi? L’appello non mi sembra di grande livello intellettuale se incomincia con insulti. Io potrei dire di essere la più bella del reame, ma può darsi che lo specchio si stanchi di ripetere quello che vorresti sentirti dire. Qui non si tratta di chi vede più lontano, ma di decidere su alternativi politiche e desisioni entrambi possibili: vuoi finire uccidere il palestinese a cui hai tolto casa, patria, dignità? Qui si tratta semplicemente di decidere se ti vuoi continuare a macchiare le mani di sangue: la miopia c’entra poco. È la decisione ciò che conta. O di qua o di là.

5. Iran: una bufala infinita. - Era stata progettata per ingannare i goym, ma non da usare contro gli stessi suoi fabricanti. È davvero stupefacente come tanta stupidità possa circolare e trovar credito. Forse che gli inventori della menzogna sono cadute nella loro stessa rete e credono a ciò che avevano prodotto per ingannare il mondo? La stessa menzogna dei falsi armanenti di Saddam? Tutta qui l’intelligenza ebraica? Evidentemente, Bernardo Levi non è stupido fino a questo punto. Un documento così grossonano non può avere avere un fondamento di verità, ma è soltanto l’indicazione di una linea di inganno mediatico che avrebbe dovuto essere continuata in un disegno di portare in guerra tutto il Medio Oriente come era già successo per l’Europa che ancora porta le stimmate della guerra civile che l’ha dilaniata per trenta lunghi anni dal 1914 al 1945. Da questa immane tragedia è nata Israele. Per sopravvivere ha bisogno di una tragedia maggiore da consumare in Medio Oriente.

6. La brutta bambola. – Lo stile è tutto di donna Fiammetta. Credo che abbia composto lei tutta da sola il testo, privo di senso storico, etico, giuridico. Probabilmente, con un giro di telefonate è stato chiesto agli “amici” di mettere una firma ad un testo, che certamente non onora i firmatari, non già per le opzioni politiche che implicano, ma per la fragilità e la insensatezza del contenuto etico-politico. A che serve un appello? A chi è rivolto? Vi è chi lo firma certamente, ma chi non lo firma è giudica negativamente i firmatari? Per la verità non ho mai capito il senso vero e profondo degli appelli.

7. Ma perché Israele, che ha la bomba atomica, ha il diritto di averla e ad altri, che non hanno, questo diritto dovrebbe essere negato? Anche l’Italia brulica di atomiche. Perché e con quale diritto? Per minacciare chi?

8. Chi è il nemico di chi? E noi, dico noi italiani, non israeliani, cosa c’entriamo in questa storia? Il suo appello madonna Fiammetta non avrebbe fatto meglio a farselo come parlamentare della Knesset anziché del parlamento italiano, dove improvvidamente qualcuno l’ha imbucata, facendo un gravissimo danno all’Italia e al popolo italiano. La vera Liberazione, se ve ne sarà mai una, sarà quella che ci libererà di questo ceto politico italiano, che di italiano ha poco o nulla.

9. Contraccambio di che? Avete rubato, usurpato, massacrato e volete un “contraccambio”? Dovreste avere il giusto castigo divino, se vi fosse un Dio in Cielo. Dovreste pagare per il sangue che avete versato. I morti che avete lasciato insepolti, pasto delle mosche, in Sabra e Shatila aspettano ancora giustizia. I morti di “Piombo Fuso” ci pongono davanti alle nostre responsabilità di uomini di questa generazione, non di quella di Auschwitz, quando non eravamo neppure nati. Ogni generazioni ha le responsabilità della propria epoca, non di quelle passate. E voi in nome di un passato che è trascorso pretendete che dobbiamo accettare i vostri crimini? Le nostre mani sono monde del sangue che noi non abbiamo versato. Saremmo complici dei vostri delitti, se coprissimo le vostre responsabilità. Non potete più ingannarci. Pentitevi e ravvedetevi, dice il dio cristiano, che non è dio di vendetta, ma dio di perdono. Chiedete perdono a chi avete fatto del male e vivete in pace con loro, rendendo loro il maltolto. Sarà forse questa l’unica via della pace e della salvezza.

9. L’esistenza di Israele? E che vuol dire? La legittimazione della rapina, della Nakba, di Sabra e Shatila, della violenza e della negazione del diritto eretta a sistema e principio regolativo del diritto internazionale? Che vuol dire stato “ebraico”? Che si devono cacciare dalle loro case i legittimi abitanti e metterci dentro immigrati e avventurieri riuniti da ogni parte del mondo? Gente che anziché partire per l’America o l’Autralia a trovare lavoro, onesto lavoro, accettano un contratto in Palestina a danno dei legittimi abitanti? Ma questa è associazione a delinquere e lo stato che è basato su un contratto del genere è uno stato “criminale” più di qualunque altro possa esser mai esistito nella storia.

10. Hezbollah. – E certo vi è andata male. Le vostre vittime, le vittime dei vostri agguati, non sono sempre disarmate. Hanno capito quale sia la vostra superiore civiltà: portate morte e distruzione ovunque andiate. La difesa è un diritto sempre legittimo. L’aggressione e la sopraffazione non lo è. Gli aggressori non possono invocare nessun diritto alla difesa.

11. Sicurezza, sicurezza, sicurezza. – Ma perché? Nel 1948 i 750.ooo palestinesi, pari al 50% della popolazione, non avevano diritto alla sicurezza nelle loro case? I profughi che vivono sparsi per il mondo non hanno diritto alla sicurezza? Quella sicurezza e dignità che voi avete loro tolto. Voi in realtà volete la sicurezza del maltolto, della violenza che avete commesso, del sangue che avete sparso. Ma questa sicurezza nessuno può darvela e meno che mai è tenuta a darvela il popolo italiano, che non ha colpa per i vostri crimini.

12. La saccenza di madonna Fiammetta. – Onestamente, pur non avendo nessuna simpatia per tutta la banda, se dovessi fare una valutazione accademica fra madonna Fiammetta e lo stesso Bernardo Levi, o Avraham Burg, non avrei nessuno difficoltà a rilevare quelle differenze che sono poste dalla natura e che rendono gli ineguali sotto il piano morale, intellettuale, senza poi parlare delle differenze poste dalla sorte. Stupisce come siffatte elementi personalistici vengano inseriti nel testo di un appello pubblico per il quale si chiede il più largo consenso di firmatari. Devono proprio essere allo sbando. Forse è giunta l’«implosione» di cui ha parlato Ahmadinejad, che è uomo di buon senso. Si sono sforzati inutilmente di diffamarlo.

13. Sentitela! - Si trova nel parlamento italiano – sappiamo come e perché – ma non ha nessun pudore a comportarsi come se fosse alla Knesset. Per lei Netanyahu è molto più familiare di un Berlusconi, che fra le tante colpe che possono essergli imputate, certamente non è delle più piccole averci inflitto una madonna Fiammetta. Povero popolo italiano! Le tue disgrazie sono infinite ed il peggio deve ancora venire.

14. Che pena! – Provo quasi pena per i firmatari di un testo così stupido. Lo dirò al mio amico: ma dove ti sei cacciato? Dove sei finito? Chi te l’ha fatta fare? Cosa mi hai nascosto? Cosa non mi ha mai detto? Eppure, tu sei intelligente. Come puoi aver messo la tua firma ad un testo simile? Montecitorio ti ha dato alla testa. Certo, si guadagna. Si fanno i soldi e sci i assicura la propria vecchiaia. Ma sono fatti tuoi e nel posto che stati dovreste non i fatti tuoi, bensì i fatti nostri, e mi pare che così li stai facendo proprio male. Non dire che sono cattivo, ma se il tuo mestiere fosse quello del salumiere, non avrei nessun diritto di interloquire. Sai bene, che se dovessimo credere a ciò che sta scritto nella carta costituzionale, tu rappresenti addirittura tutto il popolo italiano con divieto di mandato imperativo. A me mi pare che voi stiate alla Knesset, o forse che abbiata scambiato il parlamento italiano, per una sottocommisione della Knesset. Grazie a madonna Fiammetta e per nostra disgrazia.

4.

I “corretti commenti”
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Certamente, è questo un momento critico per il sistema della propaganda sionista in Europa ed in Italia. Le posizioni diventano più nette e chiara. Chi ama agire nell’ombra, secondo i metodi propri delle lobbies, esce allo scoperto. Per chi osserva dall’esterno ed è distante tanto dall’uno quanto dall’altra fazione, forse la novità più importante è la totale vanificazione di un’arma classica della propaganda sionista: l’accusa di antisemitismo ad ogni avversario. Si badi bene un’accusa per nulla gratuita. La Lobby è riuscita a trasformare questa accusa in un titolo penale, messo in mano ad ogni organizzazione ufficiale ebraica. Basta che parta un’accusa da una una fonte “autentica” e cominciano guai giudiziari per il malcapitato. Questa accusa fa il paio con il “terroristi, terroristi, terroristi”, che è servito finora per il totale disconoscimento del palestinese e per il suo sterminio: Sabra e Shatila è una esemplificazione di un fenomeno costante.

La telenovela continua qui con interviste ai sionisti che operano in Italia. Per evitare una esasperazione da guerra civile ci asteniamo da più puntuali osservazioni e ci limitiamo a riflessioni di carattere generale e astratto, senza riferimenti precisi a singole persone. La parte più retriva la si trova nelle organizzazioni ufficiali. Non è difficile spiegare il perché. Basta leggere il libro di Finkelstein, “L’industria dell’Olocausto”, dove è espressamente indicata tutta una selva di organizzazioni che ha materialmente fatto danaro sulla creazione e l’alimentazione di un “mito”, di un “tabù”. Che il tabù sia minacciato dalla ragione, dal discorso analitico e razionale, è un fatto che non richiede grandi spiegazioni. Speriamo da questa “implosione” di poter recupare tutti quanti quella libertà di giudizio e di ragionamento che ci è stata tolta.

Sentir parlare di “democrazia” da parte di non ne ha la più pallida idea è cosa che mette a dura prova il sistema nervoso. Del resto, la parola “democrazia”, di cui tutti si prendono la briga di parlare, è come la famosa araba fenice: che ci sia ognuno lo dice, dove sia nessuno lo sa. Ma sembra che la paranoia dell’Iran e di Hamas facciano sempre meno presa. Mi ha molto sorpreso vedere all’ONU Mubarak –il presidente egiziano, da sempre ligio agli ordine israelo-americano, dopo il trattato di sottomissione detto trattato di pace, il costruttore su commissione del muro di ferro intorno a Gaza – denunciare l’atomica israeliana. Il mondo araba si accorge che non ha senso pretendere la rinuncia all’atomica che non esiste, quella dell’Iran, e fare finta che non esistano le testate israeliane. Come riconoscere ad Israele un diritto talmudico ad avere armi puntate sui suoi vicini con i quali non si capisce quale pace si voglia. Quella con l’Egitto è assai impropriamente una “pace”: è un trattato di soggezione, basato sulla minaccia militare di un superiore armamento israeliano e di un ricatto economico da parte degli Usa. L’Egitto fu messo in ginocchio con i famosi accordi di pace. Su questo modello Israele, per la sua cosiddetta sicurezza, vorrebbe l’assogettamento di tutto il Medio Oriente. Ma è bastata una scrollata di spalla di Obama perché tutti gli stati clienti, fra cui anche l’Egitto, si sentano autorizzati ad aprire bocca e cercare per lo meno di fare i propri interessi di stato.

La mancanza di pudore non ha il senso della misura. La Lobby esiste per esercitare pressioni occulte. Ha sempre fatto questo. Che adesso altri chiedano la stessa costa ma in una diversa direzione fa alzare alti lai in nome della democrazia. Se Gesù Cristo predicasse ancora per le nostre strade e nelle piazze avrebbe facile gioco a parlare di ipocrisia. Non scendiamo in dettagli uleriori. In una societa vichiana di ladroni essere il 5% di non ladroni non è cosa da poco. In realtà, non possono impiegarsi i normali concetti di democrazia per una società che certamente per la gran parte, in maggioranza, è costituita da un’immigrazione di tipo coloniale. Se nel Sud Africa di prima dell’apartheid la popolazione bianca fosse stata una “maggioranza” rispetto a quella di colore, avrebbe senso parlare di democrazia per il solo fatto che esiste una “maggioranza democratica” che ha sancito l’apartheid?

A me poco interessa che la maggioranza dei ebrei europei abbia “una posizione di appoggio ad Israele”. Torna a loro vergogna, non a loro merito, ed è un grosso problema per l’ebraismo europeo, se per davvero è come dice Jakob Rabkin: che il giudaismo sia il contrario del sionismo. Raul Hilberg ha scritto la principale opera della storiografica olocaustica: La distruzione degli Ebrei d’Europa. Mutatis mutandis, possiamo dire che il sionismo ha finito di distruggere distrutto quel che era rimasto dell’ebraismo europeo. In fondo, con la sua analisi, Avraham Burg dice proprio questo. E non si può far finta che anche Burg sia un Signor Nessuno. È stato il numero Uno dell’ebraismo mondiale. Non si può non riflettere su un Burg assume determinate posizioni.

Dove vogliono andare a parare quelli che hanno ancora un poco di testa lo si capisce benissimo. A non voler capire nulla sono quelli che hanno puntato tutte le loro carte sulla “soluzione finale” del popolo palestinese. È anche vero che è ormai tardiva la soluzione “due popoli due stati”. Non resta altro che la soluzione dello Stato Unico binazionale, che non può né “ebraico” né fondato sull’apartheid, che dico su qualcosa di peggio di quello che è stato l’apartheid sudafricano. I “compromessi” dilatori non risolvono i problemi, ma li esasperano. L’espressione “processo di pace” è diventata fra le più risibili di quelle in uso nel linguaggio politico, fatto di parole prive di senso.

Bufala delle bufale: i venti secoli di esilio! Non vale neppure la pena di soffermasi su questi stantii muduli propagandistici ai quale nessuna persona colta e discretamente intelligente ha mai prestato credito ed in ultima ne fa giustizia proprio un ebreo israeliano del 5%, cioè Slomo Sand, che ha dimostrato come gli attuali ebrei di Palestina siano russi, polacchi, europei, etc., una massa di immigrati fatti venire nel miraggio di vantaggio e trattamenti preferenziali a scapito della popolazione autotoctona espropriata, come già fu per gli indiani d’America. Ma è passato qualche secolo. E se vogliono un nuovo genocidio degli indiani, devono proprio farselo tutto da soli: Israele non siamo “noi”, ma sono “loro”! Se per colpa dei nostri governi, corrotti e venduti, non possiamo impedirlo loro, almeno possiamo astenerci dal crimine di cui vorrebbero farci correi. Credo che lo abbiamo capito una parte degli ebrei europei, piuttosto tardi, appunto quelli di Jcall.

Fa veramente uscire dalla grazia di dio sentir paventare della “distruzione dello Stato ebraico”, quando abbiamo assistito finora alla continua distruzione di un popolo pacifico, in casa propria. quello palestinese, appunto. Ma ben venga la distruzione di quella mostruosità che è chiamato lo “Stato ebraico”, una formula priva di senso se il senso è altro da Stato “razzista”. Già, Freud! Era uno della congrega. Forse da qui hanno tirato la formula dell’«ebreo che odia se stesso». Ma ormai anche Freud ha fatto il suo tempo e, come già diceva Gramsci, ogni persona di sana cultura classica può fare a meno di simili strizzacervelli. Se poi proprio vogliamo restare in ambito tutto freudiano, beh’ siamo in casa. Ma dice un certo proverbio: i panni sporchi meglio laverseli in casa, nella vostra casa. Quale pace ha mai voluto Israele? Quella delle fosse comuni di Sabra e Shatila, quella del “vorrei vedere i palestinesi tutti morti” di cui parla il tenente israeliano intervista da Robert Fisk nel 1982? Quella è stata da sempre la politica costante del sionismo.

E che vuol dire il carattere “ebraico’ di Gerusalemme? Il diritto di cacciare di casa che in Gerusalemme ci stava prima ed a maggior titolo dell’immigrato russo venduto da Gorbaciov al prezzo della clausola di nazione più favorita? Ogni volta che sento il nome Wiesel penso alla sua mancata risposta a chi contesta la sua identità. Non prendo posizione al riguardo, ma vorrei sentire una controargomentazione. Che adesso scenda pure in campo per rivendicare il carattere “ebraico” di Gerusalemme suscita in me maggiori interrogativi sulle identità individuali e collettive. Non potrà mai dimenticare il filmato con un’anziana signora che in Gerusalemme guarda dall’esterno la casa che era suoi ed i nuovi occupanti che invece la guardano come una estranea: chi sarà mai costei? Altro che carattere “ebraico” di Gerusalemme! Non potete continuare a prenderci per i fondelli: chi si vuol lasciare infinocchiare, se lo prenda! Ma faccia e parli per se!

Toh, in ultimo arriva lui! Difficile trovare in costui una riga che non sia un peana di Israele o al contrario una demonizzazione di chiunque non beve di questa propaganda. Abbiamo con costui un piccolo conto in sospeso perché deve spiegarci da dove ha tirato fuori i nomi di blogs e siti che però non si leggono negli atti parlamentari. Ce li ha messi di suo? Vedremo.

5.

Uno spaccato sociologico
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Un odierno “corretto commento” oppone ad un’analisi economica attribuita alla Livni il giudizio secondo cui Israele sarebbe l’unico stato al mondo che non sta soffrendo la crisi economica. La cosa fa riflettere perché richiama l’attenzione sulla natura dell’economia israeliana: un flusso ininterrotto di danari che viene dall’estero per ragioni che con l’economia non ha nulla a che vedere. Ed è così dall’inizio della colonizzazione sionista. Anche in Roma il Fondo raccoglie danari che poi vanno agli insediamenti nei territori occupati, cioè vanno a costruire la pace. Il nosstro monitoraggio si muove su tutti i livelli possibile. La raccolta di firme promossa dalla Nirenstein si rivolge alla parte più retriva ed oltranzista del movimento sionista, dal quale è vano aspettarsi una qualche ragionevolezza. Appunto, ci sembra una spia interessante, per capire il tipo di ideologia, il testo di commenti che si accompagnano alle firme. Non indicheremo i nomi dei firmatari ma solo il testo, italiano, che hanno lasciato, eventualmente accompagnato dal numero per non far pensare che il testo stesso sia magari una nostra invenzione.

Si inizia con un testo dal chiaro contenuto razzista: «Israele, ultimo avamposto della civiltà occidentale di fronte all’orda arabo islamica» (n. 26). Si noti: “orda” a fronte della pretesa affatto gratuita di un Israele “avamposto di civiltà” (!). Basta ricordare Sabra e Shatila e la guerra del Libano del 1982, quando cioè per una volta la propaganda israeliana non riuscì a controllare tutta l’informazione che di solito veniva distribuita ai media occidentali, abituati da sempre a coprire il genocidio palestinese. “Civiltà” ed “orda”: si tratta di capire dove stia per davvero la civiltà e dove l’orda. Al numero 31 si insiste: «Un atto di civiltà». Al 37 viene invocato Dio: «Dio salvi Israele». Se interrogassimo quelli di Neturei Karta, ci direbbero che il sionismo è il contrario del giudaismo e che pertanto l’ebraismo confluito nell’avventura coloniale in Palestina avrebbe certamente bisogno di essere “salvato”.

C’è chi vuole «garanzie» (71). E di cosa? del maltolto? garanzie di impunità davanti alla pulizia etnica e ai crimini di “Piombo Fuso” denunciati dall’ebreo sionista Richard Goldstone? Mah! «Israele è il nostro baluardo»: di chi? A fronte di cosa? Contro chi? Contro quelli che hanno ancora le chiavi delle case dalle quali sono stati cacciati nel 1948, come narra l’ebreo israeliano Ilan Pappe nel suo libro “La pulizia etnica della Palestina”, un dato storico ormai inconfutabile. Esilarante il n. 109: «Mai arrendersi davanti ad un diritto sacrosanto. Al contrario di aprirebbe la strada all’ingiustizia». Appunto! Le chiavi palestinesi simbolo del diritto al ritorno dei profughi, sancito da una risoluzione ONU, è un diritto sacrosanto, rinunciare al quale equivarebbe a riconoscere all’ingiustizia il governo del mondo. Chiaramente, il firmatario intende il suo diritto “sacrosanto” alla violenza, al furto, al genocidio dei moderni cananei. È formidabile come il testo biblico veterotestamentario sia stato trasformato nella più criminale e razzista delle ideologie contemporanee.

Il 131 ci schiappa dentro di tutto: «contro la disinformazione e le farneticazioni negazioniste, antisemite e antisioniste». Tutto fa brodo, «sempre e comunque» (n. 157), «senza se e senza ma» (n. 160). Più elaborato e dotto il 163: «Quale è la definizione di un “ebreo progressista”: Uno che sostiene che gli immigranti illegali extra communitari hanno il diritto di insediarsi in qualsiasi città europea, mentre si schierano per il divieto agli ebrei di vivere nei quartieri antichi di Jerusalem. In passato solo i nemici antisemiti sostenevano che certe parti del mondo erano meglio JUDEREIN. Oggi questo virus ha colpito anche Gad Lerner e compagni». Per fortuna, gli immigrati clandestini in Italia e in Europa vengono appunto a cercare fortuna, ma per fortuna non sono ancora giunta al punto di scannarci e cacciarci dalle nostre case per prenderne possesso ed espellerci addirittura fuori dai confini dello stato e della patria. È quello che è successo e succede in Palestina/Israele dal 1882-1948 e dal 1948-2010. I coloni coerententemente e tenacemente seguono da sempre una politica arabenfrei e per giunta vogliono il nostro plauso. Una così totale mancanza di spirito critico pone il serio interrogativo circa non solo la superiore eticità ebraica, ma anche sulla superiore intelligenza: in ultimo hanno tirato fuori che saremmo “invidiosi” davanti a tanto ben di dio!

(segue)


2 commenti:

Andrea Carancini ha detto...

d'accordo per la proposta di una delegazione nazionale. mi domando: ma non è illegale compilare liste di proscrizione, come quella presentata da stefano gatti in parlamento?

Antonio Caracciolo ha detto...

Siamo su un piano politico e chi pone in essere queste operazioni non si cura certo della legalità. Dice spesso Pannella: il fascismo aveva una sua legalità che rispettava. Questa repubblica non rispetta la sua stessa legalità.

Qualche esempio? Un parlamentare chiede che si debbano almeno ascoltare le persone per le quali è stata predisposta addirittura una... «Indagine conoscitiva»: non sono mica latitanti! Pacifici risponde che non bisogna concedere loro tanto “onore”... In realtà non è capace e teme di reggere un confronto critico ed un contradditorio! Siamo ritornati alla Santa Inquisizione.

Tralascio l’«onore» di Pacifici, ma basterebbe che si leggesse l’art. 3 cost., sul principio di eguaglianza, pari dignità, non discriminazione: questo articolo è il più importante della costituzione italiana, come ben sanno i miei studenti.

Buffo, assai buffo, che proprio un ebreo (!) si metta a discriminare altri cittadini della repubblica italiana.

Nella relazione manca qualsiasi definizione oggettiva di “antisemitismo”. Sono andati a chiedere alla gente se gli ebrei sono o non sono... “simpatici”. Come a dire: io sono ebreo e se tu mi stai antipatico io ti accuso come “antisemita”.

Per quanto mi riguarda, vedo che il mio nome non compare affatto. Ma dovevo essere io il principale capro espiatorio su cui far passare la legge che hanno in mente.

Lor Signori sanno benissimo che sono stato prosciolto dalle loro accuse con formula ampia, non esistendo né il fatto né il diritto. Lo sanno, ma non vogliono che si faccia pubblicità della mia assoluzione e della mia causa a “Repubblica”, che ha violato la legge sulla stampa riguardo il diritto di smentita. Altro che legalità! Solo se conviene a loro!

Si erano inventati di sana pianta che io facevo lezioni all’università, in ottobre, sull’Olocausto, «negandone la veridicità storica». In ottobre io proprio non facevo lezione, tantomeno sull’Olocausto...

La bufala era talmente gigantesca che è caduta, anche se la macchinazione era stata ordita in modo assai insidioso e subdolo con tutte le complicità istituzionali: da Marrazzo (che mi voleva guardare negli occhi, salvo a nascondersi lui la faccia a nemmeno 24 ore) ad Alemanno (che fino a ieri sosteneva lui concezioni che non sono mai state mie! Negli ambienti dell’ex MSI è nota ad ognuno la biografia di Gianni, da me disgraziatamente votato come sindaco).

Chi va dicendo che il mio proscioglimento era "prevedibile”, mi diffama ancora una volta! In realtà, era prevedibile il contrario: che mi avrebbero messo nel sacco e fatto la festa.

Solo una difesa estremamente efficace e puntuale ha sbaraccato tutta la Banda Bassotti, che lavorava nell’ombra da almeno tre anni. Il post sulla “leggenda” era stato scritto tre anni prima ed era già stato utilizzato per tentare di “cacciarmi” da Forza Italia, di cui si sapeva essere io coordinatore provinciale. Non hanno trovato di meglio di quel testo, di cui hanno letto falsificandolo solo il titolo, ignorando ciò che stava scritto sotto il titolo.

Legalmente, politicamente e logicamente non credo che una Commissione di «indagine» possa rifiutarsi di ascoltare le persone interessate sulle quali si vuole “indagare”: la Commissione è stata istituita proprio per questo! Se uno è querelato, deve ricevere per legge un avviso di garanzia. Ma qui ti diffamano senza neppure volerti ascoltare!

Ognuno dovrà contattare il parlamentare del proprio Collegio. Egli rappresenta singolarmente TUTTA la nazione e non il solo signor Pacifici. Occorre bussare alla porta del parlamentare del proprio Collegio e richiamarlo alle sue responsabilità, ricordandogli il divieto di mandato imperativo: lui è il rappresentante di tutti noi, signor Nessuno, anche se non li abbiamo votati, e non del signor Pacifici, che crede di essere Qualcuno e che questo paese stia ai suoi piedi come uno zerbino.

In aggiunta si può redigere un documento di confutazione delle deposizioni rese dai sedicenti “esperti” sulle opinioni altrui: giacché ci spiano, saremo almeno certi che lo leggeranno.