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I. Introduzione. - II. Osservazioni di carattere generale: 1 - 2 - 3. – III. Osservazioni sul primo volume. – IV. La mancanza di documenti su una politica di annientamento degli ebrei e sue conseguenze per gli storici ortodossi: 1 - 2 - 3: a. b. c. d. e. f. – V. I massacri sul fronte orientale: 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8. – VI. Le deportazioni: 1 - 2 - 3 - 4 - 5. – VII. I centri di annientamento: 1 - 2 - 3: a. b. c. d. – 4: a. b. 5: a. b. c. d. e. – VIII. Statistica delle vittime in Hilberg: anatomia di una truffa. 1 - 2 - 3 - 4 - 5. – IX. Sconfitta di Hilberg nel processo Zündel. – X. Conclusioni.
Rinvii: Mattogno -
È fuor di dubbio che la gran parte del materiale offerto da Hilberg si basa su fonti affidabili. Questo vale soprattutto per le molte centinaia di pagine, dove egli descrive la persecuzione degli ebrei, cioè quella prodotta dalle leggi e da provvedimenti antiebraici adottati dalla Germania e dai suoi alleati. Tuttavia, l’opera non si intitola La persecuzione degli Ebrei d’Europa, ma La distruzione degli Ebrei d’Europa, e con questo titolo non si giustifica per nulla. Chi in ogni caso si è fatto strada lungo le 283 pagine del primo volume non è tuttavia ancora approdato a quel tema, con il quale Hilberg ha intitolato il suo opus. Le prime 123 pagine del secondo volume, cioè le pagine da 287 a 410, sono dedicate alle «operazioni mobili di massacro» [pp. 293-430 ed. it.]; si tratta qui delle uccisioni di massa sul fronte orientale. Non meno di 515 pagine (da p. 411 a 926 [431-473 ed. it.] trattano le deportazioni di ebrei dai diversi paesi controllati dalla Germania o con essi alleati. Riguardo a queste deportazioni i fatti sono indiscussi nella maggior parte dei casi.
Ciò che rende così perculiarmente spettacolare e bestiale l’«Olocausto» nell’immaginazione popolare, ossia la mattanza industriale in campi di sterminio, viene alle luci della ribalta solo a partire dalla pagina 927 [975 ed. it.]. Qui comincia il capitolo su «I centri di sterminio».
Tuttavia, il lettore deve pazientare ancora per ulteriori cento pagine, affinché il discorso cada infine sulle «operazioni di sterminio»; nei cinque sottocapitoli precedenti sono discussi «origini», «organizzazione, personale e gestione», «utilizzo della manodopera», «sperimentazioni mediche», come pure in ultimo «Le confische» nei «centri di sterminio». Stranamente il sottocapitolo «Le operazioni di sterminio» abbraccia in tutto diciannove (!!!) pagine; a p. 1046 [1077 ed. it.] si giunge già alla «liquidazione dei centri di sterminio» e alla «fine del processo di distruzione».
Il terzo volume lungo 290 pagime è dedicato nella sua interezza alle «Conclusioni», alle «Riflessioni», alle «Conseguenze», alle «Implicazioni», prima che l’Appendice concluda l’opera; in ultimo si trovano le indicazioni di Hilberg sulle perdite ebree di uomini. Riassumendo osserviamo:
– 123 pagine su 1351 dell’«opera di riferimento sull’Olocausto» trattano le uccisioni sul fronte orientale, alle quali si attribusce un’importanza subordinata tanto nella letteratura scientifica quanto in quella popolare sullo sterminio degli ebrei. e che, se si parte dal numero di vittime dato da Hilberg, è numericamente assai meno importante dell’asserita uccisione di massa nei campi di sterminio.
– 19 pagine in tutto fra 1351 sono dedicate all’elemento cardine dell’«Olocausto», allo svolgimento dell’asserito sterminio sterminio di massa nelle camere a gas (vi si aggiungono ancora 11 pagine sulla connessa questione della «liquidazione dei centri di sterminio»).
– L’intera prima e più ampia parte de secondo volume (in particolare le 515 pagine sulle deportazioni) non si trovano in nessuna diretta connessione con il tema con il quale Hilberg ha intitolato la sua opera, cioè La distruzione degli Ebrei d’Europa. Nel terzo volume sono importanti per il nostro tema solo le statistiche della popolazione.
Già a questo preciso momento si può stabilire che il contenuto dell’opus di Hilberg non mantiene ciò che il titolo promette. Se ciò certamente alleggerisce al critico il suo compito in misura assai rilevante, gli permette pure di concentrarsi nella sua analisi su una parte estensivamente piccola della gigantesca opera e di accontentarsi di alcune osservazioni per i restanti capitoli.
Ciò che rende così perculiarmente spettacolare e bestiale l’«Olocausto» nell’immaginazione popolare, ossia la mattanza industriale in campi di sterminio, viene alle luci della ribalta solo a partire dalla pagina 927 [975 ed. it.]. Qui comincia il capitolo su «I centri di sterminio».
Tuttavia, il lettore deve pazientare ancora per ulteriori cento pagine, affinché il discorso cada infine sulle «operazioni di sterminio»; nei cinque sottocapitoli precedenti sono discussi «origini», «organizzazione, personale e gestione», «utilizzo della manodopera», «sperimentazioni mediche», come pure in ultimo «Le confische» nei «centri di sterminio». Stranamente il sottocapitolo «Le operazioni di sterminio» abbraccia in tutto diciannove (!!!) pagine; a p. 1046 [1077 ed. it.] si giunge già alla «liquidazione dei centri di sterminio» e alla «fine del processo di distruzione».
Il terzo volume lungo 290 pagime è dedicato nella sua interezza alle «Conclusioni», alle «Riflessioni», alle «Conseguenze», alle «Implicazioni», prima che l’Appendice concluda l’opera; in ultimo si trovano le indicazioni di Hilberg sulle perdite ebree di uomini. Riassumendo osserviamo:
– 123 pagine su 1351 dell’«opera di riferimento sull’Olocausto» trattano le uccisioni sul fronte orientale, alle quali si attribusce un’importanza subordinata tanto nella letteratura scientifica quanto in quella popolare sullo sterminio degli ebrei. e che, se si parte dal numero di vittime dato da Hilberg, è numericamente assai meno importante dell’asserita uccisione di massa nei campi di sterminio.
– 19 pagine in tutto fra 1351 sono dedicate all’elemento cardine dell’«Olocausto», allo svolgimento dell’asserito sterminio sterminio di massa nelle camere a gas (vi si aggiungono ancora 11 pagine sulla connessa questione della «liquidazione dei centri di sterminio»).
– L’intera prima e più ampia parte de secondo volume (in particolare le 515 pagine sulle deportazioni) non si trovano in nessuna diretta connessione con il tema con il quale Hilberg ha intitolato la sua opera, cioè La distruzione degli Ebrei d’Europa. Nel terzo volume sono importanti per il nostro tema solo le statistiche della popolazione.
Già a questo preciso momento si può stabilire che il contenuto dell’opus di Hilberg non mantiene ciò che il titolo promette. Se ciò certamente alleggerisce al critico il suo compito in misura assai rilevante, gli permette pure di concentrarsi nella sua analisi su una parte estensivamente piccola della gigantesca opera e di accontentarsi di alcune osservazioni per i restanti capitoli.
(seguito)
2 commenti:
LA DIGOS OSCURA 2 BLOG MA NON LE COPIE CACHE
http://tricchetraccheballacche.ilcannocchiale.it/2009/05/30/digos_oscura_2_blogma_non_le_c.html
Grazie per la segnalazione. Sono andato al link ed ho copiato il post riportandolo sul mio post dove avevo iniziato a raccogliere la documentazione su Erwin:
http://civiumlibertas.blogspot.com/2009/04/chiusura-di-un-sito-thule-toscana.html
di cui non ho notizie da qualche mese. Non si tratta di mio disinteresse ma di economia di energie disponibili: non posso seguire tutto e da solo. Urge a questo punto un’organizzazione come Gruppo. Invito quante più persone possibili ad aggregarsi nella Societas “Civium Libertas” per concertare una linea di azione e reazione. Ciò che mi preoccupa particolarmente è che si tratta di una piattaforma blogspot che appartiene alla Google. Sperava che almeno non toccassero questo colosso. Ma vedo che non è così. Con le motivazioni date a questo punto io stesso mi sento minacciato e devo aspettarmi un analogo intervento censorio.
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