mercoledì 3 dicembre 2008

Un altro disonesto rapporto di “Honest Reporting Italia”: sulla Orient House e contro un giornalista che ne fa la cronaca

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Versione 1.1
Status: 4.12.08
Reports intercettati: 1. Attacco alla didattica: contro l’uso di cartine geografiche non aggiornate. – 2. Orient House: no alla sua riapertura! – 3. Neppure i bambini vengono risparmiati nei “disonesti rapporti” della Israel lobby. –

Nella mia posta di questa mattina ricevo un secondo invio di “Honest Reporting Italia”. Chiaramente non si sono ancora accorti di aver scritto all’indirizzo sbagliato. Il secondo invio è per me sufficiente ad individuare una serie. Il precedente era un ignobile ed assurdo attacco ad un docente cattolico di religione, il cui gravissimo torto era di aver usato per fini didattici una carta geografica del 1933 dove ancora non esisteva lo stato di Israele. Questa volta invece il bersaglio è un articolo di Francesco Battistini, che porta a conoscenza di lettori, come me spesso ignari, dell’esistenza in Gerusalemme di una “Orient House” che sembra adesso si voglia riaprire. Non sapevo nulla di questa “House” e ne apprendo solo in seguito all’articolo di Battistini, già del resto era già stato segnalato dall’altro gruppo lobbistico-squadristico di «Informazione Corretta». Quando si parla dell’odierna città di Gerusalemme le mie associazioni mentali sono ben altre. In un toccante filmato di controinformazione ho potuto vedere come gli arabi che abitavano in Gerusalemme sono stati letteralmente cacciati dalle loro case, espropriati. Le loro case sono state prese dai “conquistatori” israeliani che tacciano tutti gli altri con un insulto che si sono coniati per l’occasione: terroristi! Quasi che non fossero loro i principali e più spregevoli terroristi del mondo. Ebbene, la signora arabo-israliana, scacciata ed espropriata dalla sua casa, non può resistere alla nostalgia di guardare dall’esterno, dalla strada, quella che era stata la sua bella casa, dove sono rimasti tutti i suoi ricordi ed i suoi affetti, dai quali è stata espropriata dagli appartenenti ad “popolo eletto” di un ben strano Divino Signore, Dio degli Eserciti, che ha fatto la guerra alleandosi con Israele in dispregio della parte araba maledetta. La scena del filmato ha il suo momento più toccante quando i nuovi inquilini dell’abitazione derubata ritornano a casa, probabilmente uscendo da un ristorante di quelli frequentati da Michael Sfaradi, e guardano incuriositi l’anziana signora ferma davanti al cancello della “loro”. Si saranno chiesti: ma chi è questa? Cosa vuole? Appunto! Anche noi ci chiediamo cosa vorrà mai! Diamo però di seguito tutto il “comunicato” della disonestissima lobby che infesta il nostro Paese e che ci rende complici delle loro infamie. Per difendersi da loro è utile ed istruttivo capire come è fatta la loro testa, come funziona il loro cervello, quali sono le loro categorie concettuali, il loro sistema di valori. Poiché nel post precedente di questa nuova serie qualche lettore ha confuso fra il mio testo ed il testo riportato, avverto che i miei interventi redazionali saranno qui sempre in corsivo.
Antonio Caracciolo

* * *
Inizio testo alieno

Vorrei ricordarvi che l’efficacia della nostra iniziativa è strettamente legata al numero delle lettere inviate ai media. Vi invito pertanto personalmente ad un’attiva partecipazione, tramite le vostre lettere, ogni qualvolta riceverete il comunicato.

Comunicato Honest Reporting Italia 3 dicembre 2008

Carenza di informazioni sul Corriere della Sera

Fa acqua da tutte le parti, sul piano della correttezza e della completezza dell'informazione,
[Tutti costoro mancano della minima briciola di spirito critico. Tacciano gli altri di “acquatiche scorrettezze” senza lontanamente chiedersi se con ben maggiore fondamente le stesse critiche non possano essere loro ritorte contro. Qui si tratta o della più sfacciata propaganda che mente e sa di mentire o di una paranoia di tutto l’universo olocaustico che ha in pratica riformato il noto comandamento biblico trasformandolo nel seguente: “fai agli altri tutto quello che non vorresti fosse fatto a te”. Per quanti non fanno parte dell’universo sionista, non ne sono complici e conniventi, è ormai di solare evidenza come tutto ciò che da Israele (o come altrimenti si voglia chiamare questo mostro) ha bruciato il “credito” che in modo certamente discutibile è stato costruito su Auschwitz]
questo articolo di Francesco Battistini intitolato L'UE: « Riaprite l'Orient House dei palestinesi» No di Israele pubblicato a pag. 17 del Corriere della Sera di martedì 2 dicembre 2008. Qui di seguito il testo completo dell'articolo con, tra le righe, alcune nostre annotazioni.

GERUSALEMME — Tre cani. Due gatti. Gli arbusti secchi e le palme. La bandiera palestinese. Una catena che avvolge il cancello come un rampicante. E un vecchio che s'è stancato di combattere, non di chiacchierare: «Posso fargliela vedere, non fotografare », dice Abu Firaz Husseini, 62 anni, l'unico che ci abita ancora. L'Orient House è il castello incantato di Gerusalemme Est. Abu Firaz, il fantasma d'una storia infinita: queste pietre bianche fecero da soggiorno al Kaiser Guglielmo II e all'imperatore Hailé Selassié, ospitarono l'Onu e un albergo di lusso, finché non arrivarono la Guerra dei Sei giorni,
Vogliamo sprecare due parole per ricordare che la Guerra dei Sei giorni, qui considerata responsabile, a quanto pare, della decadenza di questo "castello incantato", è stata voluta dagli stati arabi allo scopo dichiarato di distruggere Israele?
[È il solito ritornello che noi qui prendiamo per buono, demolendolo dall’interno. Se per esempio sostituissimo “Israele” con “Terzo Reich”, non riterremmo lecita qualsiasi resistenza e reazione verso essa. Lo stato di Israele è piovuto dal cielo? Ha una sua data di inizio? Esiste una massiccia immigrazione coloniale in terre pochi anni prima abitate da palestinesi che con la guerra sono stati scacciati dai loro villaggi e dalle loro case, come la signora di Gerusalemme di cui ho detto all’inizio? Con queste argomentazioni stupide del ladro che ha fatto il colpo e si vuol tenere ben stretto il maltolto chi credono di infinocchiare i “disonesti” reporter? Forse loro stessi, non certo terzi estranei e capaci di giudizio equanime. Quanto poi a “sprecare parole” ahimé ne sappiamo noi qualcosa.]

la decadenza e negli anni '80 una parte venne affittata dall'Autorità palestinese, che le trasformò in una specie di ministero degli Esteri. Ci stesero in segreto gli accordi di Oslo, qui dentro.
E ne fecero un covo del terrorismo. Dettaglio ben mascherato da queste sapienti pennellate di colore.

S'organizzò l'intifada.
Termine fortemente improprio per una guerra terroristica accuratamente preparata per anni
[Citando per tutti l’attentato israeliano al King David Hotel e tutti gli omicidi del Mossad, pudicamente chiamati esecuzioni mirati con margini di errore, cosa sono se non terrorismo senza legittimità e “strage di Stato”. Tutte le reazioni dei palestinesi, vittime di occupazione ed esprorpio violento, possono essere solo chiamate legittima difesa e resistenza. In realtà, l’uso del termine “terrorista” è una tecnica “terrorista” in uso da parte del Mossad e dei media che ne seguono le direttive nonché da complici e conniventi.]
Ci venivano ministri, cardinali, giornalisti. Ci stava l'ultimo leader autorevole d'una Palestina in costruzione, Faisal Husseini,
Qui qualche utile notizia sul personaggio in questione
[? deve essere una istruzione per i sionistici reporter e lapidatori che devono scrivere al Corriere della Sera, fingendosi passanti]
e una volta c'era anche una meravigliosa biblioteca, 25mila volumi di storia araba. Oggi, c'è solo Abu Firaz. Che ascolta l'ultima novità — «vogliono riaprire l'Orient House» —, beve una Coca, si lascia andare sulla poltrona, proprio sotto la foto del celebre cugino Faisal: «La storia di questa casa è come la storia della mia famiglia. Troppo pesante. Sono sfinito...». Il nuovo capitolo sta in un documento riservato del governo francese, titolo «Strategie d'azione della Ue per la pace in Medio Oriente», pronto per la prossima riunione dei 27 ministri europei degli Esteri.
Già, il governo francese: quello che, oltre a dare generosa ospitalità ai terroristi italiani, ha fatto i salti mortali per impedire che Hamas venisse qualificata come organizzazione terroristica - giusto per amore della pace, beninteso.
[Già, il governo francese che insieme a quello inglese nel 1956 aveva fatto una delle ultime guerre coloniali per assicurarsi il possesso e il controllo del canale di Suez. Già il governo francese che in due secoli si è macchiato di tutti i crimini del colonialismo, senza mai dover risponderne ad un Tribunale, imbastito per i vinti della seconda guerra mondiale. Già, il governo francese che è responsabile davanti al mondo per aver iniziato a fornire ai pazzi scatenati di Sion ordigni atomici pienamente congeniali alla cultura israeliana dell’«Olocasuto». Altro che terrorismo! Questi, quando saranno messi allo stremo dalle nude mani degli oppressi, offriranno a Jahvè in olocausto il sangue dei Cananei! L’ADL fa periodici “reports” sui luoghi comuni delle osterie europee, ma non ne fa nessuno in Israele, dove a sentire A. Burg l’arabo buono è solo un arabo morto. La pace di cui qui parlano i nostri disonesti Reporter è la pace dei cimiteri, beninteso di aborigeni palestinesi. Hamas? È la rappresentanza democraticamente eletta dai palestinesi, mentre Abu Mazen è un quisling creato dagli occupanti israeliani, esattamente come i nazisti avevano fatto con il Quisling storico.]
È una Road Map con tappe prevedibili, lo stop agli insediamenti e la lotta al terrorismo, ma con un bivio che Israele già vuole sia modificato: «Una parte fondamentale nella costruzione d'uno Stato palestinese — scrivono a Parigi — deve risolvere la questione dello status di Gerusalemme come capitale di due Stati».
A noi sembrerebbe che alla base di tutto dovrebbe esserci la certezza che un eventuale stato di Palestina non sia uno stato terrorista, ma "a Parigi", come abbiamo appena notato, il terrorismo - per lo meno quello degli altri - non sembra essere una priorità assoluta: decisamente delle ottime credenziali per ergersi a giudici di ciò che è meglio per risolvere una questione come quella del conflitto arabo-israeliano.
[A noi ormai sembra chiaro, dopo non poco tempo sprecato a monitorare la propaganda e l’ideoligia sionista, che non vi sarà nessun “stato di Palestina”. A leggere la stessa propaganda lo stato che ne viene disegnato sarebbe al massimo una sorta di riserva indiana, del tutto dipendente dal buon cuore e dai buoni sentimenti degli occupanti. Puerile, ed in effeti sono ragazzi anche in senso anagrafico, il voler volgere l’attenzione sulla politica interna francese, quando la fabula di altro narra, e cioè della Palestina, dove secondo un’analisi condivisa e fatta propria dagli “Ebrei contro l’occupazione” l’unica ipotesi realistica benché difficilissima da attuare è lo Stato unico binazionale, cosa che che lo stato razziale e razzista di Israele teme come la morte del sionismo. Un lavoro secolare di appropriazione di terre altrui finirebbe nel nulla quando si dovesse accettare un regime “democratico” di parità giuridica fra colonialisti occupanti e indigeni occupati. Appunto questo stato non sarà mai. Nel frattempo però le chiacchiere sullo Stato palestinese servono a prender tempo sulla via dei nuovi insediamenti, della pulizia etnica, degli omicidi mirati o rituali ovvero delle esecuzioni mirati con margini di errori sui quali esprimere rammarico. I nostri disonesti reporter sono proprio privi di spirito critico: loro si ergono perfino a “giudici” di come un ignaro insegnante di religione cattolica nelle scuole italiane possa o non possa organizzare la sua didattica, destinato non a bambini ebrei, ma a bambini cattolici – vedi numero precedente –, ma poi rimproverano ai francesi e agli europei di volersi ergere a “giudici di ciò che è penglio per risolvere una questione come quella del conflitto arabo.israeliano”, che è evidentemente un affare interno israeliano, salvo poi a dettare a noi italiani ed europei quello che possiamo o non possiamo fare, dobbiamo o non dobbiamo fare. Probabilmente, non saremo in grado di salvare i palestinesi dalle fauci israeliane, ma forse riusciremo a resistere e respingere gli assalti dei “disonesti” reporter.]
E poi: «L'Unione europea lavorerà attivamente perché vengano riaperte tutte le istituzioni palestinesi, compresa l'Orient House». Una casa considerata un covo: l'Autorità palestinese sfrattata all'inizio della prima intifada, riammessa dopo Oslo, sloggiata definitivamente nell'agosto 2001, quando un kamikaze di Hamas si fece saltare dentro la pizzeria Sbarro, 15 morti e 130 feriti nel cuore di Gerusalemme.
E sapendo questo, e sapendo che, come ha scritto più sopra, è qui che "s'organizzò l'intifada", il signor Battistini trova ragionevole affermare che la casa era considerata un covo? E a quale titolo, poi, l'Unione europea pretende di riaprire tutte quelle istituzioni che Israele ha fatto chiudere perché covi di terrorismo?
[Per uno che vive a Roma e non a Gerusalemme è difficle entrare nella testa sionista dei disonesti reporter. La “Orient House” per quel che se ne può capire è un edificio storico, non un’arsenale atomico come quello che gli israeliano hanno a Dimona. Cosa dentro ci si faccia, è cosa che potrebbe perfino rientrare nel diritto di ognuno alla sua privacy. Lascia di stucco l’impudenza con la quale degli occupanti, ladri di case altrui, pretendano di dettare legge sulle case ancora non espropriate. Io non sono vissuto ai tempi del fascismo e del nazismo, di cui posso solo sapere le narrazioni che ne vengono fatte, ma almeno per il fascismo sono certo che Mussolini aveva un senso di equità maggiore di quello degli odierni governanti israeliani nonché dei loro agenti in Italia.]
Bayt al-Sharq, come i vecchi arabi preferiscono chiamare l'Orient House, era l'ultimo, importante palazzo che faceva sventolare il tricolore palestinese
a voler essere proprio proprio pignoli, di colori la bandiera palestinese ne avrebbe quattro ...
[A voler essere pignoli si tratta qui della necessaria conoscenza delle roprie vittime. E. Said ha ben illustrato come due secoli di “Orientalismo” non avesse altro scopo che di poter organizzare meglio il dominio coloniale, che nel periodo fra il 1915 e il 1914 teneva sotto il suo tallone l’85% delle terre emerse. Il processo di decolonizzazione negli anni cinquanta del XX secolo è stato alquanto rapido. Unica anacronistica eccezione è lo stato di Israele, che però si mantiene grazie agli interessi petroliferi e geopolitci degli Usa. Speriamo che con Obama le cose possano cambiare un poco, ma non è lecito nessun ottimismo. Evidentemente Battistini non ha interessi coloniali in MO, cosa che non gli rende necessaria una solida scienza orientalistica.]
nella città eterna: «Gente inferocita arrivò di notte a lanciarci le pietre — ricorda Abu Firaz —. Poi vennero i soldati israeliani. Ci misero in fila, mani in alto. Avevamo paura, ma nemmeno mia figlia che piangeva sempre diede loro la soddisfazione d'una lacrima. Perquisirono le stanze. Chiusero tutto. Da allora, qui siamo rimasti io, mia moglie e mio figlio maschio. Abbiamo le chiavi di questa porticina sul retro, al pianoterra. Possiamo restare solo in queste stanze. Nient'altro. E dobbiamo controllare che nessuno entri nel resto del palazzo».
La notte, qualche auto sgomma. Qualcuno ha graffitato sul muro www.orienthouse.org, ovvero: leggetevi la nostra storia. «Dal 1975, ho lasciato questa casa solo una volta»: Abu Firaz ha portato nel tinello le reliquie di famiglia. Un ritratto a olio d'un antenato, la firma italiana di Gennaro Iannelli, e una galleria di foto felici: «La mia festa di matrimonio fu al piano di sopra, nel salone grande». Ogni sei mesi, Abu Firaz si presenta al posto di polizia, firma un foglio: «È l'ordine di sequestro. La prossima scadenza è a febbraio. Lo so: in questa casa vuota, io ci morirò».
Un bel pezzo di colore, con toni accorati e patetici che, come troppo spesso accade quando si tratta di Israele-Palestina, tratta da vittime degli efferati e spietati terroristi e da carnefici coloro che dal terrorismo si difendono.
[Sentili i patetici dell’«Olocausto», quelli che ripetono come una formula di rito “grande emozione” quanto ci ammaniscono l’ennesima fiction su una Shoah, il cui mito è abbondantemente foraggiato mentre è penalizzata in tutti i modi qualsiasi seria ricerca storica demistificanti. Tra la fiction e la realtà odierna che tutti possiamo conoscere. È fiction la nave Exodus, ma è realtà di questo preciso momento la nave libica con aiuti in medicine e cibo per gli abitanti di Gaza. La marina israliana vuole la morte per affamento e malattia di un milione e mezzo di palestinesi rinchiusi nel Lager di Gaza. Questa è realtà che ognuno può osservare con i suoi occhi se riesce a forzare il blocco, come ha fatto l’italiano Vittorio Arrigoni, per questo catturato e richiuso in un cesso israeliano, in pasto a pulci e parassiti, mentre il nostro Presidente Napolitano si recava in visita dai suoi amici sionisti. Da una parte la fiction, dall’altra la realtà, che ovviamente non smuove i sionisti sentimenti di pietà dei nostri disonesti Reporter. Non so quali rapporti essi abbiano con il Dio Talmudico, ma sarebbe un Dio monoteistico di serie B o C se neppure chiedesse conto ai suoi primogeniti del sangue di Abele versato in Gaza e delle sua progenie ridotta in schiavitù nei numerosi campi profughi. La nuova religio riformata recita infatti: “Fai agli altri tutto quello che non vorresti fosse fatto a te».]

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HonestReportingItalia vi invita inoltre a proporci eventuali critiche ai media per una possibile inclusione nei futuri comunicati. Assicuratevi di includere l'URL dell'articolo in questione o l'articolo stesso e invialo a: HR-Italia@honestreporting.com

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[Si noti infine la sionistica furbizia. Con tecniche simili hanno spossessato gli aborigeni palestinesi e continuano oggi ad espropriare i beduini del deserto che nella loro secolare storia non si sono mai curati di andare al Ufficio sionista del Catasto per registrare i loro possedimenti]
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Honestreporting è stato fondato da un gruppo di persone che non appartengono né alla destra, né alla sinistra e non è affiliato ad alcuna organizzazione politica. Il nostro unico interesse è quello di assicurare che le notizie riguardanti Israele siano presentate in modo corretto nei media. Noi esaminiamo i media; quando troviamo esempi di evidente parzialità informiamo i nostri iscritti sugli articoli scorretti, chiedendo di protestare direttamente presso le testate interessate.

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Fine testo alieno
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Qualche osservazione va fatta sul bilancio finanziario di questa attività lobbistica. Non possiedo dati e credo sia difficile averne, ma sono più che mai convinto che un fiume di denaro e di risorse sia dirottato verso il controllo dei media in tutte le forme possibili, compreso la formazione degli insegnanti nelle scuole, ormai irregimentati attraverso le “Giornate delle Memoria”, dovute a Furio Colombo. La “Guerra dei Sei Giorni” prima ancora di essere vinta nella sabbia del deserto è stata vinta attraverso la rete delle coperture e delle complicità internazionali. Su di essa si basa la fortuna delle armi israeliane. Il giorno in cui venisse tagliato il flusso di ricchezza che va verso Israele, a senso unico, tutto il sionismo crollerebbe come un Golia dai piedi di argilla. Ahmadinejad vede bene nel futuro. Il 99,8 per cento del mondo arabo che circonda Israele ha una carta vincente: non riconoscere legittimità all’ultimo stato coloniale della storia, basato sul razzismo e l’apartheid, sulla pulizia etnica e sul genocidio, sul sistema dei campi profughi che in nulla si distinguono dal lager nazisti, sulla corruzione di quisling come Abu Mazen, sugli interessi petroliferi degli Usa, ed in ultimo sulla ignobile propaganda di “Honest Reporting Italia”, dove il nome “Italia” è un’offesa per chi si sente e sa di essere italiano senza doppia o tripla fedeltà.

Postilla
Pubblica risposta a Barbarazza

Riporto qui di seguito il testo del quinto Commento, che mi riservo all’occorrenza di ampliare e sviluppare in questa parte del testo. I contatori installati mi consentono di tenere traccia dei visitatori del mio blog. Se non raramente, evito ormai di perdere tempo partecipando alle discussioni di blog altrui, dove in genere chi non è d’accordo con il suo titolare è come se giocasse fuori casa. Da parte mia non seguo questa regola. I miei critici sono benvenuti se portano argomenti e non insulti o contenuti contrari alle regole della netiquette. Perfino Barbarazza avrà qui ospitalità ed incolumità assicurata se saprà opporre argomenti ad argomenti. Fino ad oggi non ho incontrato un sionista in grado di ragionare. Sanno solo sparare o lanciare sassi e gettare fango. Altro non sanno fare. Ed è questo un dato problematico e sconcertante che ci resta ancora da indagare come restano ancora da capire non i dodici anni di antisemitismo nazista ma i 3000 anni in cui tutti i popoli della terra e della storia hanno sempre avuto qualche problema di convivenza con i loro sudditi di religione ebraica. Forse, ma dico forse, perché non lo so con certezza, la peculiarità religiosa del ritenersi un popolo “eletto” in mezzo ad una massa vile e sterminata di “idolatri” può aver suscitato qualche problema di pacifica e civile convivenza con i popoli ospiti e con i popoli vicini. Ma è un dato da approfondire e mi baso come lettura di partenza sul celebre testo di Lazare, di cui mi occupo altrove senza trascurare nessuna lettura utile compatibilmente con gli altri miei interessi scientifici.

Eccoci qui. Mi sembra questo il luogo più adatto per alcuni aggiornamenti, per i quali non voglio impiegare un apposito post. Facciamo qui la conoscenza di una Barbara individuabile con il solo nome: chi sia al secolo non lo possiamo sapere. Potrebbe anche essere un agente uomo del Mossad che si firma BARBARA: ogni congettura è possibile e volendo si potrebbe dire Barbarazza senza che ci sia una persona giuridicamente distinguibile e rintracciabile che possa adombrarsi per il dispregiativo che certamente merita. Io uso il mio nome e cognome: firmo le mie critiche e me ne assumo la responsabilità. Barbarazza spedisce istigazioni al linciaggio mediatico e si nasconde nell’anonimato. Possiamo adesso attribuire pure a lei gli attacchi all’insegnante di religione colpevole di aver usato una cartina del 1933 dove ancora non c’era Israele. Bene. Possiamo conoscere i nostri polli.

Intanto ecco l’indirizzo di Barbarazza tenutaria del blog: http://ilblogdibarbara.ilcannocchiale.it/,
dove addirittura va a disturbare Dante Alighieri, che mi riesce difficile immaginare in veste sionista ed israeliana. Mah! Napolitano ha già provato a sionistizzare Mazzini. È ora la volta di Dante? E poi se la prendono con il revisionismo.

Barbarazza, mi gratifica di “solito”, “ineffabile”, immarcescibile”?
E che vuol dire?
Avrei potuto meglio apprezzare l’inconoscibile Barbarazza se fosse fosse stata capace di entrare nel merito delle mie osservazioni a commento di un testo "segreto” con istruzioni delinquenziali. Ma costoro sanno solo denigrare, diffamare, denunciare quando possono. Per il resto sono dei dischi che ripetono gli ordini ricevuti da Gerusalemme o Tel Aviv, meglio dei Megafoni. Ecco cosa è il sionismo.

Vengo al punto che mi interessa e che aggiunge elementi conoscitivi alla nostra inchiesta. Appena ier sera mi è giunto il disonesto rapporto io ho scritto il testo di cui sopra. L’ho mandato al Corriere della sera, dove naturalmente non ho scritto quello che volevano gli istruttori. E poi a titolo di beffa ho voluto mandare la richiesta copia ad HonestReporting, indirizzo indicato e secondo espressa richiesta. Chi ha pratica di burocrazia sa che quando si trasmette qualcosa vi è una lettera di accompagno.

Qual era la mia lettera di accompagno? Eccola: «Ubbidisco ai comandi dell’Occhio di Sion e vi mando copia del testo debitamente inviato al Corriere della Sera”. Questo testo non era pubblico ed il destinataria avrebbe dovuto essere HonestReportingItalia.

Ebbene questo testo con allusione al famoso Occhio di Tolkien compare adesso nel Blog di Barbara. Dunque Barbara è HonestReportingItalia? Vive in Gerusalemme? È al soldo del Mossad? Se lo scopo del Mossad è la segretezza, la nostra Barbarazza non potendo trattenersi ha violato la regola mossadica del segreto, del camuffamento, fingersi comuni cittadini e passanti, secondo la tecnica del megafono.

Se l’uso delle parole, degli argomenti, della logica discorsiva può essere assimilato all’uso della spada, non ho purtroppo ancora trovato un avversario con cui potermi misurare. Trovo solo insulti e tentativi di colpire quella necessaria autostima che ognuno di noi deve avere. Avendo indicato il mio mestiere, cioè quello di filosofo non levitico, i compari deboriani di Barbarazza si chiedono: un “docente universitario”? Quasi che un docente universitario si debba necessariamente chiamare Ugo Volli o Daniela Santus, abbia tre gambe e quattro mani. Mi chiedo io: È questo l’ebraismo? Questa la sua superiore etica, moralità e civiltà? Perché mai ci dovremmo sentire inferiori ed in colpa eterna per una Shoah imperscrutabile e non indagabile, appunto come Dio stesso?

Nel darti commiato, o Barbarazza, considera – tu che pretendi di non essere “fra i bruti”, ma fra quelli che seguono virtute e conoscenza – quale sia la sorte dei palestinesi nelle sante mani dei figli di David e se a questi esseri umani, figli di dio, non sia stato fatto in Israele assai più male di quanto non ne sia stato fatto agli ebrei dei campi di concentramento della seconda guerra mondiale. Rinviandoti alla lettura del tuo correligionario e connazionale A. Burg, di certo non mio parente o collega, rassegnati al fatto che è ormai finito il tempo del ricatto morale per l’«Olocausto». Avete finito di lucrarci. L’«Olocausto» dei palestinesi arde da un centinaio di anni, il suo fuoco non si è spento e non è certo con le vostre menzogne, con le vistre meschini furbizie, con i puerili sotterfugi, con l’anonimato di chi lacia il sasso e nasconde la mano, che potrete spegnerlo. I suoi bagliori sono visibili da ogni angolo della terra. La vostra mala coscienza ci porta ora a denigrare anche l’ONU che vi condanna ripetutamente, mentre fino all’altro ieri proprio nell’ONU indicavate la vostra principale fonte di legittimazione, del vostro diritto ad esistere, beninteso sulla pelle di quelli che avete scacciato dalle loro terre e dalle loro case: mors tua vita mea.

Un ultimo spunto che tratterò altrove: non è che tutto il livore contro il povero Ariel Toaff, altro ebreo, per le sue allusioni all’omicidio rituale di epoca medievale non sia in fondo una spia freudiana per il presente omicidio rituale dei palestinesi della Nakba, di Gaza e dei campi profughi sparsi qua e la ad imitazione dei lager nazisti? Freud era pure lui un ebreo ed è lui che ci insegna a pescare le verità nell’inconscio. Mi spiego così tutto il disprezzo ebraico per l’arabo, che per voi (sempre da leggere Burg) è buono solo in quanto si decida a morire, possibilmente senza dare nell’occhio. È appunto questa la vostra parte di lavoro: fare in modo che i media occidentali non si accorgano di ciò che succede in Gaza e nei campi profughi. E qui mi fermo, anche se mi viene da pensare a Gianni Vattimo, e a quel che ha detto a proposito dei Protocolli di Sion. Ma lo so quali sono le reazioni programmate a freddo e collaudate nella loro efficacia.

Hic Rodus, hic salta! Prova a rispondere se ne hai il cervello. Fatti pure aiutare dagli Uffici centrali del Mossad, al cui soldo molto probabilmente sei.
In altra parte del mio Monitoraggio un’apposita Sezione, ancora in corso di editing, è stata destinata a raccogliere tutti gli attacchi, denigrazioni, insulti, rivolti alla mia persona. Devo ammettere che all’inizio ne ero un poco turbato. Chi mi conosce in privato sa che la cortesia è la mia regola di vita: sono cortese verso il mio prossimo e mi aspetto che anche il mio prossimo lo sia verso di me. Ahimé questa bella armonia qualche volta si infrange ed allora valgono i principi penali della legittima difesa. I primi ad avermi aggredito sono stati i «Corretti Informatori». Chi fa professione di filosofia in questi casi non va a presentare querela, ma si chiede perché mai si viene attaccati ed insultati. È così nato il mio Monitoraggio di «Informazione Corretta» e lo studio di momenti della storia e di problemi del presente cui prima non dedicavo attenzione. Scopro così molte cose che prima non conoscevo. In un cero senso devo essere grato ai miei denigratori, ahimé quasi sempre anonimi, come anche in ultimo Barbarazza.


6 commenti:

Anonimo ha detto...

Purtroppo contro Honest Reporting Italia non si può fare niente, da quello che so i comunicati(nelle varie lingue) vengono diffusi da un ufficio di Gerusalemme, la differenza tra Honest Reporting Italia ed Informazione Corretta è pratica, mentre quelli di Informazione Corretta mandano una serie di articoli con l'email nella loro mailing-list quotidiana, Honest Reporting Italia sceglie un articolo ogni tanto e lo spedisce alla propria mailing-list, sfruttando l'effetto "bombardamento" contro l'obiettivo prescelto.
Come è successo con i gruppi filo-palestinesi(o anche semplicemente accusati di essere tali)e quelli islamici su Msn Gruppi, se non conosce la storia mi offro volontario di raccontargliela, anche se le procurerà un forte senso di nausea.
Cari saluti

Antonio Caracciolo ha detto...

Me la racconti. Non ne so nulla. La mia debolezza consiste nel fatto che ancora mi ostino a considerare esseri umani quanti stanno dietro a questi ordigni. Non hanno invece nulla di umano. Se mi confermo in questo ordine di idee, allora potrò risparmiarmi un certo logorio di nervi. Spero resti di qualche utilità l’analisi ideologica dei contenuti. Vedo tuttavia che i burocrati che stanno dietro alla faccenda sono privi di fantasia e adoperano sempre gli stessi topoi: il diritto di Israele all’esistenza, l’odio verso Israele, l’odio degli ebrei non sionisti verso se stessi, l’antisemitismo, il mito assoluto della Shoah... Credo ormai di aver individuato TUTTI i loro topoi. Sul piano dottrinale non mi sembra difficile confutarli, ma loro giocano non sul confronto dialettico delle opinioni, bensì sul martellamento dei messaggi continui diffusi a migliaia, sulla diffamazione sistematica, sulla denigrazione, sulla delazione là dove i sistemi giuridici lo consentono. Mi racconti comunque tutto quel che sa. Non mi sembra però inutile fare critiche come quelle che ho fatto e lasciarle sul web, affidandole ai motori di ricerca.

Anonimo ha detto...

Caro Antonio, intanto le segnalo un messaggio che sta facendo circolare la comunità ebraica di Milano, che è il seguente:
Speciale - Commemorazione - Mercoledì 3 Dic. 2008
6 Kislev 5769
La comunità informa
Mercoledì 3 dicembre, ore 18.45,
Auditorium della Scuola del Merkos, via Forze Armate 61

Commemorazione delle vittime dell’attentato al Beit Chabad
di Mumbai:
tra loro il giovane Rav Gavriel Holtzberg e la moglie Rivky,
Shelichim (emissari) del Rebbe e Direttori del Beit Chabad.

Interverranno Rabbini ed esponenti della Comunità.
Verrà mostrato un video sulle attività degli Holtzberg Z”L
e del Beit Chabad di Mumbai.

Lo scopo della serata è di onorare la memoria delle vittime e di infondere incoraggiamento ed ispirazione a tutta la Comunità, per rafforzarci nel nostro ebraismo e nella nostra unità.
L’obiettivo del terrorismo è di stravolgere le nostre vite e di impedirci di condurre una esistenza serena, felice e costruttiva, ma noi, come sempre, reagiremo a questo vile e crudele atto, aumentando i nostri sforzi per diffondere il bene nel mondo e per accelerare il più possibile la venuta del Mashiach, così come il Rebbe ci ha sempre insegnato.

Rav Igal Hazan

Come potrai notare, vengono menzionate soltanto le loro vittime e non si accenna minimamente alla tragedia degli altri centosessanta morti.
La storia dei gruppi Msn è piuttosto complessa, gliela racconterò domani mattina.
Cari saluti

Anonimo ha detto...

Caro Antonio, allora questa è la storia dei gruppi filo-palestinesi(o presunti tali)ed islamici su Msn Gruppi:
A dicembre di qualche anno fa, qualcuno segnala ad Informazione Corretta un messaggio "negazionista" presente nel forum dei Giovani Musulmani d'Italia(non quello dell'associazione, un altro forum che non ha più riaperto), invitando tutti a contattare l'ufficio "che si occupa di chiudere i gruppi Msn" della Msn Groups ( http://groups.msn.com/feedback.msnw ) che riceve tantissime emails, e dopo circa 48 ore il gruppo viene chiuso, dopodichè tocca a quello dei Giovani Musulmani d'Italia(dell'associazione GMI)che viene chiuso dopo circa 72 ore, dopo tocca a Conoscere l'Islam che viene chiuso dopo circa 3 settimane, successivamente tocca ad Islam Sciita che viene chiuso dopo circa un mese e mezzo.
Questi erano i 4 gruppi islamici più frequentati di Msn(e, forse, del web), dovresti trovare queste "segnalazioni dei corretti informatori" nel loro archivio, sotto la categoria "Siti web"...
Cari saluti

Antonio Caracciolo ha detto...

Anche io ho notato il sovradimensionamento dei morti ebrei rispetto al ben più elevato numero delle vittime. Mi è venuto da pensare ad un passo di Mearsheimer e Walt dove si riferisce di qualcuno, credo un vescovo, che si era azzardato a dire che gli ebrei in fondo non hanno il monopolio del dolore. Apriti cielo! La solita accusa di antisemitismo. Se i miei dati sono esatti, gli ebrei in Italia sono circa 40-45 mila, ma la loro importanza ed influenza nella società italiana è incredibilmente sovradimensionata. Poterne dare una spiegazione sarebbe interessante. Una spiegazione credo la si possa trovare nella storia della sinistra comunista. La sinistra ha cercato la sua legittimazione in buona parte nel suo carattere antifascista. Per criminalizzare il nazifascismo gli argomenti principali sono due: a) il nazifascismo ha scatenato la guerra; b) il nazismo ha creato i campi di concentramento e ne è stato di ciò reso corresponsabile il fascismo, che conosceva l’istituto del confino, dove gli oppositori stavano benissimo, meglio della popolazione restante. Ne è venuta fuori un’alleanza ideologica fra antifascismo ed ebraismo. Se poi si va a spulciare vengono fuori altre verità, che i grandi media non dicono e che trattiamo altrove.

Antonio Caracciolo ha detto...

Eccoci qui. Mi sembra questo il luogo più adatto per alcuni aggiornamenti, per i quali non voglio impiegare un apposito post. Facciamo qui la conoscenza di una Barbara individuabile con il solo nome: chi sia al secolo non lo possiamo sapere. Potrebbe anche essere un agente uomo del Mossad che si firma BARBARA: ogni congettura è possibile e volendo si potrebbe dire Barbarazza senza che ci sia una persona giuridicamente distinguibile e rintracciabile che possa adombrarsi per il dispregiativo che certamente merita. Io uso il mio nome e cognome: firmo le mie critiche e me ne assumo la responsabilità. Barbarazza spedisce istigazioni al linciaggio mediatico e si nasconde nell’anonimato. Possiamo adesso attribuire pure a lei gli attacchi all’insegnante di religione colpevole di aver usato una cartina del 1933 dove ancora non c’era Israele. Bene. Possiamo conoscere i nostri polli.

Intanto ecco l’indirizzo di Barbarazza tenutaria del blog: http://ilblogdibarbara.ilcannocchiale.it/,
dove addirittura va a disturbare Dante Alighieri, che mi riesce difficile immaginare in veste sionista ed israeliana. Mah! Napolitano ha già provato a sionistizzare Mazzini. È ora la volta di Dante? E poi se la prendono con il revisionismo.

Barbarazza, mi gratifica di “solito”, “ineffabile”, immarcescibile”?
E che vuol dire?
Avrei potuto meglio apprezzare l’inconoscibile Barbarazza se fosse fosse stata capace di entrare nel merito delle mie osservazioni a commento di un testo "segreto” con istruzioni delinquenziali. Ma costoro sanno solo denigrare, diffamare, denunciare quando possono. Per il resto sono dei dischi che ripetono gli ordini ricevuti da Gerusalemme o Tel Aviv, meglio dei Megafoni. Ecco cosa è il sionismo.

Vengo al punto che mi interessa e che aggiunge elementi conoscitivi alla nostra inchiesta. Appena ier sera mi è giunto il disonesto rapporto io ho scritto il testo di cui sopra. L’ho mandato al Corriere della sera, dove naturalmente non ho scritto quello che volevano gli istruttori. E poi a titolo di beffa ho voluto mandare la richiesta copia ad HonestReporting, indirizzo indicato e secondo espressa richiesta. Chi ha pratica di burocrazia sa che quando si trasmette qualcosa vi è una lettera di accompagno.

Qual era la mia lettera di accompagno? Eccola: «Ubbidisco ai comandi dell’Occhio di Sion e vi mando copia del testo debitamente inviato al Corriere della Sera”. Questo testo non era pubblico ed il destinataria avrebbe dovuto essere HonestReportingItalia.

Ebbene questo testo con allusione al famoso Occhio di Tolkien compare adesso nel Blog di Barbara. Dunque Barbara è HonestReportingItalia? Vive in Gerusalemme? È al soldo del Mossad? Se lo scopo del Mossad è la segretezza, la nostra Barbarazza non potendo trattenersi ha violato la regola mossadica del segreto, del camuffamento, fingersi comuni cittadini e passanti, secondo la tecnica del megafono.

Se l’uso delle parole, degli argomenti, della logica discorsiva può essere assimilato all’uso della spada, non ho purtroppo ancora trovato un avversario con cui potermi misurare. Trovo solo insulti e tentativi di colpire quella necessaria autostima che ognuno di noi deve avere. Avendo indicato il mio mestiere, cioè quello di filosofo non levitico, i compari deboriani di Barbarazza si chiedono: un “docente universitario”? Quasi che un docente universitario si debba necessariamente chiamare Ugo Volli o Daniela Santus, abbia tre gambe e quattro mani. Mi chiedo io: È questo l’ebraismo? Questa la sua superiore etica, moralità e civiltà? Perché mai ci dovremmo sentire inferiori ed in colpa eterna per una Shoah imperscrutabile e non indagabile, appunto come Dio stesso?

Nel darti commiato, o Barbarazza, considera – tu che pretendi di non essere “fra i bruti”, ma fra quelli che seguono virtute e conoscenza – quale sia la sorte dei palestinesi nelle sante mani dei figli di David e se a questi esseri umani, figli di dio, non sia stato fatto in Israele assai più male di quanto non ne sia stato fatto agli ebrei dei campi di concentramento della seconda guerra mondiale. Rinviandoti alla lettura del tuo correligionario e connazionale A. Burg, di certo non mio parente o collega, rassegnati al fatto che è ormai finito il tempo del ricatto morale per l’«Olocausto». Avete finito di lucrarci. L’«Olocausto» dei palestinesi arde da un centinaio di anni, il suo fuoco non si è spento e non è certo con le vostre menzogne, con le vistre meschini furbizie, con i puerili sotterfugi, con l’anonimato di chi lacia il sasso e nasconde la mano, che potrete spegnerlo. I suoi bagliori sono visibili da ogni angolo della terra. La vostra mala coscienza ci porta ora a denigrare anche l’ONU che vi condanna ripetutamente, mentre fino all’altro ieri proprio nell’ONU indicavate la vostra principale fonte di legittimazione, del vostro diritto ad esistere, beninteso sulla pelle di quelli che avete scacciato dalle loro terre e dalle loro case: mors tua vita mea.

Un ultimo spunto che tratterò altrove: non è che tutto il livore contro il povero Ariel Toaff, altro ebreo, per le sue allusioni all’omicidio rituale di epoca medievale non sia in fondo una spia freudiana per il presente omicidio rituale dei palestinesi della Nakba, di Gaza e dei campi profughi sparsi qua e la ad imitazione dei lager nazisti? Freud era pure lui un ebreo ed è lui che ci insegna a pescare le verità nell’inconscio. Mi spiego così tutto il disprezzo ebraico per l’arabo, che per voi (sempre da leggere Burg) è buono solo in quanto si decida a morire, possibilmente senza dare nell’occhio. È appunto questa la vostra parte di lavoro: fare in modo che i media occidentali non si accorgano di ciò che succede in Gaza e nei campi profughi. E qui mi fermo, anche se mi viene da pensare a Gianni Vattimo, e a quel che ha detto a proposito dei Protocolli di Sion. Ma lo so quali sono le reazioni programmate a freddo e collaudate nella loro efficacia.

Hic Rodus, hic salta! Prova a rispondere se ne hai il cervello. Fatti pure aiutare dagli Uffici centrali del Mossad, al cui soldo molto probabilmente sei.