giovedì 26 febbraio 2009

De profundis per “Disonest Reporting Italia”


Provate ad immaginare di ricevere una sequela di lettere e molestie di ogni genere, anche pesanti e letali, per aver fatto in buona coscienza cose che ritenete di assoluta innocenza, come ad esempio l’uso per fini didattici di una carta geografica della Palestina disegnata nel 1933, quando ancora non esisteva lo stato di Israele, che anche solo per questo non poteva essere disegnato nella carta geografica. Incredibile ma vero! Un insegnante di religione cattolica si è trovato messo alla berlina per una cosa del genere. E basta un nonnulla per suscitare nella assoluta impunità innumerevoli attacchi del genere, riprese dalla catena degli eserciti virtuali di Israele, costituiti da blog, militanti, lapidatori, sionisti sfegatati puri e duri, e così via. Adesso sembra che una delle molteplici iniziative messe in atto dal governo di Israele per influenzare anche la rete non goda più di finanziamenti. E quindi i “Disonest Reporting”, la cui anima è il denaro, devono chiudere bottega:

[Il testo in tondo è l’«ultimo» comunicato di HRI.
Il testo in corsivo fra quadre è il nostro commento]

Reporting Italia finisce qui.
[Forse soppiantata da più efficaci mezzi di guerra informatica, forse da “In difesa di Israele”. Ma la nostra è una mera congettura. Di certo alla Lobby i soldi non mancano. Non crediamo che siano state ristrettezze finanziarie ad aver posto termine a “Disonest Reporting Italia”]
I finanziamenti sono improvvisamente e inspiegabilmente cessati e il server, senza finanziamenti, non invia comunicati.
[Penso a innumerevoli servizi analoghi, di cui non faccio il nome, ma di cui non credo che lavorino gratis, come invece succede per la quasi totalità delle forme di solidarietà verso i palestinesi. Una guerra del denaro contro la povertà!]
Un intero mese di frenetici scambi con Gerusalemme e con New York non ha portato alcun risultato: Honest Reporting internazionale sarebbe ben felice di continuare a garantirci l’uso del nome,
[E che nome!]
ma non il finanziamento.
[A me viene da ridere]
Questo messaggio vi arriva con mezzi di fortuna, reinviandolo una dozzina di volte per raggiungervi tutti, ora che finalmente il server ha acconsentito a fornire almeno la lista dei vostri indirizzi.
[Ahi, ahi! Non si potrebbe secondo la normativa che ogni volta sottoscriviamo negli appositi moduli. Ma costoro, lo sappiamo, sono superiori alle leggi, che invece valgono per i goym.]
E dunque, con infinita tristezza e amarezza, ci salutiamo qui: questa avventura, iniziata per volontà del compianto e rimpianto Shuny Noury
[Mai coperto, come si dice a Roma. E Google non restituisce quasi nulla a questo richiesta]
e proseguita, come gli era stato promesso sul letto di morte, per altri due anni e mezzo dopo la sua scomparsa, oggi si chiude. Un sentito grazie a tutti coloro che hanno fedelmente seguito honest reporting Italia, un grazie speciale a coloro che hanno attivamente collaborato con le loro segnalazioni e le loro lettere ai giornali.
[Delazione, diffamazione, denigrazione: questa la consueta attività di questo genere di servizi]
Ancora un’ultima segnalazione, prima di separarci definitivamente:

http://www.malainformazione.it/

È un nuovo sito, che ci aiuta a smascherare le bufale nell'informazione su Israele.
[A proposito di “bufale” arriva questo segnale da Ilan Pappe: è ora di finirla con il canone storiografico del “conflitto” israelo-palestinese. Non vi è mai stato nessun “conflitto”, ma solo fin dall’inizio un’operazione di “pulizia etnica”, fin dal 1882 all’epoca della prima immigrazione di 25.000 ebrei. I “padri” sionisti hanno avuto sempre in mente la “pulizia etnica” dei territori. L’ultima bufala è la politica dei “due stati”. Una bufala che serve per coprire il completamento del processo, lungo processo non già “di pace”, ma di “pulizia etnica”, al cui compimento è di certo necessaria la manipolazione della cosiddetta opinione pubblica europea. Servizi come “Disonest reporting Italia”, non i soli, concorrono a questo scopo]
Sulla destra troverete l'invito ad iscrivervi alla newsletter: a voi iscrivervi non costa niente, al gestore del sito invece un sufficiente numero di iscrizioni garantirà la prosecuzione del finanziamento
[Interessante! Anche io mi ci sono iscritto con un nome fittizio allo scopo di monitorare la deprecabile attività. Non immaginavo certo di concorrere al finanziamento dell’iniziativa iscrivendomi. Evidentemente, costoro fanno vedere all’erogatore di danari quanta è lunga la lista e su questa base ottengono danari. Non per nulla hanno pratica di finanza. Il denaro è il loro mestiere.]
che gli permetterà di proseguire un lavoro da cui tutti noi
[Tutti voi! Noi siamo poveri goym vostre “vittime”. Qualche ministro ha messo in giro la voce che dovremo tutti sottoporci a circoncisione, essendo “noi” «tutti ebrei».]
potremo trarre indubbia utilità. Quindi vi invito ad iscrivervi e a segnalare a vostra volta il sito alle vostre mailing list e nei vostri blog.
[Si noti qui la conferma dell’esistenza di una “rete sionista”, organizzata dal governo israeliano]
E ora, dunque, addio. O forse – chi può saperlo? – arrivederci. Magari l’anno prossimo a Gerusalemme …
[È un modo rituale con cui gli ebrei si salutano. In concreto, ha significato il piano Dalet, il programma di genocidio e pulizia etnica della Palestina. A tutti i costi vogliono coinvolgerci]

[Hanno risposto all’ultimo appello di HRI i seguenti siti: 1) «Liberali per Israele»; 2)...]
Si badi bene ciò a noi interessa sottolineare, perché è una sorta di confessione. I soldi per l’iniziativa “Disonest reporting Italia” arrivano o da New York o da Gerusalemme. Nel manifesto degli intellettuali pro Gaza si è detto che ormai la propaganda non è più strumento della guerra, ma esso stesso parte della guerra in atto. Ho personalmente sperimentato l’assoluta inutilità di un confronto critico e di un contraddittorio con questa gente: bisogno solo conoscerli quanto basta per evitarli e non averci a che fare mai più.

Nessun commento: