giovedì 5 febbraio 2009

Il Vaticano fra Eluana e Angela. Un nuovo processo a Galilei.


Sono molte le cose che mi si affollano nella testa e vorrei dirle tutte di un fiato, anche perché un piccolo gruppo di amici mi chiede cosa ne penso in merito alle ultime notizie portate dalla Fama. Il quadro mi riesce abbastanza chiaro. Più difficile metterlo in forma. Intanto è stato per me uno spettacolo penoso ed avvilente vedere ieri sera il portavoce del Vaticano Federico Lombardi in un autentico stato di panico: furfugliava, balbettava. Avevo avuto finora un’immagine dignitosa della chiesa cattolica, dello stato pontificio, della sua gerarchia, del suo apparato organizzativo addirittura millenario. Ed invece questa rappresentazione è crollata in pochi secondi. Tanto il terrore di fronte una Angela Merkel, donna della massoneria ebraica che si pronuncia peraltro dopo che in Germania qualche alto prelato cattolico ha osato addirittura chiedere al papa di dimettersi! Se occorreva un esempio di dove sia giunta l’ebraizzazione della società e perfino della chiesa cattolica non si poteva trovare di meglio. A questo punto a cosa si riduce la chiesa cattolica o se si preferisce il cattolicesimo tout cour: ad un patrimonio immobiliare e a un regime di privilegi ed esenzioni fiscali nei paesi con i quali la Santa Sede ha regolari rapporti diplomatici. Ad oltre un secolo dalla fine del potere temporale dei papi, salvo il minuscolo stato Vaticano concesso da Mussolini, sembra che la gerarchia cattolica non sappia vivere della sola parola di Cristo. Per secoli ha addirittura preteso di essere l’erede dell’imperatore Costantino. Anche allora ci si basava su un falso che non si poteva contestare: la falsa donazione di Costantino. Per secoli il Papa aveva preteso di essere al di sopra dell’Imperatore.

Eluana Englaro, dunque. Chi è costei? Un cadavere vivente! Ma contro un cadavere la Chiesa cattolica ha usato tutta la sua forza, servendosi dei carabinieri e dei suoi politici da sacrestia per affliggere ancor più quelle persone che certamente hanno più a cuore la sorte dei resti umani di Eluana. Non voglio però qui assumere posizione in una questione di bioetica, che potrebbe trovare di un diverso avviso non pochi amici cattolici. Intendo soltanto demandare la questione al tribunale interno della coscienza, dove magari un cattolico osservante può essere libero in piena autonomia di rimettersi alla sua coscienza ispirata e sorretta dalla sua Fede, verso la quale un terzo non può che avere rispetto. Altro è dover sottostare a politici ipocriti come quelli che partecipano ai Family Day e poi da uomini sposato e sacramentati si lasciano sorprendere con prostitute in lussuosi alberghi. Colmo dell’impudenza e della tracotanza pretendono poi anche una “indennità famiglia” in quanto lasciando la moglie a casa per onorare il mandato parlamentare nella capitale sono più facili alle tentazioni. La chiesa ha potuto contare e può contare sull’appoggio di questa classe politica perché tanto si tratta di sparare su un cadavere, sul corpo di una Eluana o su tanti spermatozoi che mai avranno vita umana. Gli esseri umani, quelli che vengono massacrati in Gaza o in Iraq, interessano molto meno agli ideologi vaticani.

Ed infatti vengono regolarmente massacrati con il plauso dei politici baciapile della Santa Sede: insieme con il papa contro Eluana, ma invece con Israele e contro il papa quando si tratta di massacrare i palestinesi, vera Shoah, o di dare addosso ad un vescovo che ha inteso dire la verità non già su questioni di fede, ma su ciò che a lui sembra verità storica evidente. In un certo senso è come se stesse inscenando un nuovo processo a Galileo Galilei. Si pretende un’abiura non già su questioni attinenti al corpo dottrinale della fede cattolica, ma su una questione di carattere prettamente storico. Che ciò non sia evidente a cattolici che abbiano un minimo di cultura religiosa di una fede che dicono esser la loro, è cosa quanto mai sconcertante. Immaginando che esistano ancora cattolici che abbiano consapevolezza storica del percorso del cristianesimo in 2000 anni, non si tratta per loro di essere riconosciuti dalla gerarchia cattolica (conferenze episcopali, alti prelati, organigrammi vari) ma di poter loro riconoscere una gerarchia cattolica che sembra aver perso cognizione dei fondamenti del cristianesimo stesso. Possono ben cutodire gli edifici, spesso sontuosi, affidati al loro uso e consumo, possono escluderne dalla frequentazione il povero Williamson, ma si dimostrano in tal modo meri possessori di beni, di roba, la sola cosa che forse stia loro a cuore.

Il Concilio Vaticano II appare di fatto come un’apertura incondizionata al mondo ebraico, come un riconoscimento del “fratello maggiore” che proprio per questo pretende di poter dare ordini in casa del fratello minore o meglio infimo. Storicamente, il cristianesimo non è concepibile se non come opposizione all’ebraismo. L’antisemitismo è ben altra cosa e su questa cosa si sta speculando in modo ignobile. Viene da chiedersi se stiamo assistendo al crollo di un’istituzione bimillennaria: la Chiesa Cattolica, ossia l’ultimo lascito dell’Impero Romano, la sua ultima “ruina”, di interesse puramente archeologico. La gerarchia cattolica si accanisce contro un cadavere, il povero corpo di Eluana, ma sacrifica alle potenti lobbies ebraiche la vita e la dignità di un suo fedele sacerdote, il vescovo Williamson, colpevole di aver detto in cuor suo una verità in ambito profano. Metaforicamente è come se il Sinedrio vaticano avesse di nuovo consegnato Cristo ai suoi carnefici per una nuova crocifissione. È giunta forse quell’epoca dell’Anticristo di cui parla il più oscuro dei testi neotestamentati, cioè l’Apocalisse. Tutto ciò non ha proprio nulla a che fare con la religione civile di cui parla Gian Enrico Rusconi e l’antigiudaismo non è religiosamente parlando un crimine, ma l’atto stesso di nascita del cristianesimo che è un superamento dell’antiumanesimo del giudaismo antico e moderno. Negare il dialogo interreligioso previsto dal concilio vaticano II non significa ignorare le altre fedi, ma escludere che principi di altre fedi religiose possa condizionare la propria. In effetti, con l’apertura conciliare al mondo ebraico si sono consegnate all’ebraismo le chiavi del cattolicesimo. Le vicende di questi giorni dimostrano come l’ebraismo comandi il cattolicesimo.


Fin dal 1870 il papa ha perso il suo Stato della Chiesa, ossia quel potere temporale che dai tempi di Costantino era sempre stato il più sicuro baluardo dell’evangelizzazione e della diffusione del cristianesimo nel mondo. Ad avere acquistato un nuovo potere temporale è invece lo Stato ebraico, che nasce e si caratterizza come ebraico. Ha a suo disposizione il più potente esercito mediorientale, dispone di un arsenale atomico, è una formidabile potenza finanziaria, tiene in scacco la più grande potenza del mondo che è al suo servizio, dispone in posizione di assoluto privilegio di lobbies ebraiche dislocate in ogni paese. La sua moderna religio è la Shoah, che in pratica significa: tutto il mondo è colpevole verso di noi, tutto il mondo è debitore verso di noi. Il tabù della Shoah non può essere in nessun modo scalfito con pretese scientiste di indagare i fatti o di pretendere che vengano suffragati da documenti. Se il cristianesimo nella sua rottura con l’ebraismo recava in sé un’etica universalista ed un messaggio di liberazione, l’ebraismo non ha nessuno pretesa di proselitismo: da una parte c’è il popolo eletto, al quale è stata promessa la Terra, dall’altra parte ci sono i goym, tutti idolatri e come tale massa damnationis. Ha il potere e lo usa. Ciò che non si capisce, o è difficile da capire, è la viltà e l’ottusità di quanti ben potrebbero alzare la testa e la schiena.

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