Antonino Galloni L’altra
moneta
Womanesimo e Natura (dall’avere
all’essere), Ed. Arianna 2019, pp. 159 € 15,00
È inconsueto
leggere nel “proemio” del libro che “Al liceo e all’Università mi hanno
insegnato che la guerra è la continuazione della politica, con altri mezzi;
adesso insegno che l’economia può essere la continuazione della guerra, con
vari mezzi”. Il che significa: a) che la politica – e il politico – è
determinante; b) che l’economia riproduce – e spesso serve – le stesse distinzioni
e finalità del politico. Cioè crea (e supporta) inimicizia ed amicizia,
situazioni di comando ed obbedienza. Cosa ovviamente nota al pensiero moderno
da Marx a Weber, Schmitt o Wittvogel, ma dimenticata da quello contemporaneo
per cui l’economia (lo sviluppo economico) dovrebbe avere come effetto di eliminare
il dominio, pacificare, e così subordinare il politico.
L’esprit de commerce limita l’esprit de comquete: che la considerazione di Constant non fosse una regolarità, ma solo una possibilità, più
probabile dopo la rivoluzione francese che qualche secolo prima, lo provano,
dopo la morte del pensatore di Losanna, le guerre imperialistiche che hanno
connotato – in parte – il XIX e XX secolo. Nello stesso periodo, il
raggruppamento amico/nemico è stato, almeno fino al collasso del comunismo,
determinato (per lo più) da una scriminante economica: la proprietà o meno dei
mezzi di produzione.
In tale
prospettiva è chiaro che servirsi sempre di moneta a debito – com’è quella che
l’istituto d’emissione presta allo Stato – può non essere opportuno, specie in
situazioni di crisi. Ricorda Galloni “durante la Prima Guerra Mondiale il
Ministro del Tesoro del Regno Unito, trovandosi in difficoltà, scelse di
emettere sterline non a debito (non fornite dalla Banca d’Inghilterra), così
risolvendo un enorme problema per il suo Paese (e non si può negare che ciò
abbia contribuito alla conclusione positiva delle belligeranze per il suo Paese
… eppure funzionò” e potrebbe ancora funzionare.
Onde l’economista
propone di emettere moneta a sola circolazione nazionale, non convertibile,
come mezzo per uscire dalla crisi. Mesi fa, polemizzando con Draghi il quale
aveva sostenuto - mal applicando l’albero di Porfirio (la c.d. “divisione
esauriente”) e riferendosi ai mini-Bot proposti dalla Lega che questi o sono
illegali o generano ulteriore debito - che non era vero né l’uno né l’altro.
Infatti perché fossero illegali occorrerebbe che fossero vietati da una legge o
un Trattato: ma il Trattato di Lisbona non li vieta. Che aumentino lo stock di
debito non è neanche vero, nella proposta leghista, perché da un lato sono
liberamente accettati dal creditore, il quale lo fa perché opta di essere
pagato subito con quelli e non anni dopo con l’euro. D’altra parte se il
creditore li gira in pagamento a qualche (proprio) creditore, anche in tal caso
il terzo può liberamente accettarli o meno. Il tutto fu (ampiamente) sperimentato
in Germania negli anni ’30 con un mezzo simile: le cambiali MEFO (garantite
dallo Stato). Scriveva Schacht, il quale tale sistema aveva ideato e realizzato,
che data la garanzia del Reich e il buon saggio d’interesse, gran parte delle
cambiali finirono per essere girate a terzi o detenute in attesa della scadenza,
piuttosto che presentate per lo sconto alla Reichsbank.
L’effetto (anche)
delle cambiali Mefo fu di finanziare gli enormi investimenti pubblici del Terzo
Reich (compreso il riarmo). Anche in tal caso “funzionò”. Ma contro tali
strumenti alternativi si ricorre ad
ogni genere di esorcismo anche a quello della logica.
Dimenticando
quello che l’Europa (tanto amata) ci ricorda sempre, da ultimo con la sentenza
della Corte UE del 28 gennaio: che i debiti vanno pagati. e alla scadenza.
L’inverso di quanto praticato dalla finanza (piddina soprattutto) della seconda
repubblica.
Peraltro
nascondendo che di tali – o simili – mezzi alternativi d’estinzione delle
obbligazioni si era fatto uso con risultati positivi. Dato però che l’assetto
di potere economico oggi prevalente è diverso, occorre non intaccarlo. E con
buona pace dell’ “ottimo” economico, torniamo così al rapporto di dominio.
Teodoro
Klitsche de la Grange
Nessun commento:
Posta un commento