martedì 27 aprile 2010

L’implosione ebraica dello stato di Israele: è forse giunto il momento o quanto meno se ne delinea l’immagine.



Non sono un analista e non ho la sfera di cristallo, ma mi sembra che stia succedendo qualcosa. Mi servo di questa pagina per annotare eventi in corso. Provo a riassumere schematicamente. Partiamo da Ahmadinejad. In realtà, lui non ha mai parlato di “distruzione” di Israele, magari a seguito di una testata atomica che non possiede e di cui le prime vittime sarebbero proprio i palestinesi, che non dispongono certo di rifugi atomici. Io dubito che vi sia stata persona seria ed equilibrata che abbia mai ipotizzato come realistico uno scenario del genere. Gli attacchi ad Ahmadinejad e all’Iran sono una forma irresponsabile del tanto peggio tanto meglio: un Medio Oriente tutto nelle fiamme della guerra conviene (così pensano) ad Israele, cha avrà poi le chiavi dei paesi “liberati” e potrà disporre di territori “addomesticati”, come quelli europei. La vergogna della “pace” con l’Egitto è un triste capitolo della lunga storia dell’umiliazione dei popoli.

In verità, Ahmadinejad ha solo parlato di “implosione” di una situazione assurda che è lo stato ebraico di Israele. Ma non dice cose diverse da quelle dette da un Avraham Burg ed ora - udite udite – addirittura da un Enrico Bernardo Levi o da un Finkelkraut, sfegatati sionisti da sempre, ch’io sappia. Costoro, per i quali mai ho avuto simpatia, capiscono la naturale evoluzione della politica finora seguita da Israele: una “soluzione finale” del problema palestinese, ma una “soluzione finale” sotto gli occhi del mondo, che potrà certamente verificare quello che succede al giorno d’oggi! C’è internet ed anche se i grandi media restano saldamente in mani, diciamo sioniste, non per questo si può nascondere al mondo ciò che è successo durante “Piombo Fuso”. Tanto più che a dirlo è l’ebreo sionista Richard Goldstone: quanto più il governo sionista di Tel Aviv tenterà di rendere non credibile il tiepido rapporto Goldstone tanto più avrà reso non credibile se stesso.

La bufala dell’Iran che vuole distruggere Israele dopo la bufala acclarata dei falsi armamenti di Saddam può ingannare solo chi vuol lasciarsi ingannare. Di certo, non chi si dia appena una po’ di pena per documentarsi, se la sua condizione esistenziale gli consente di guardare un poco lo scenario internazionale. Ecco dunque che quel disegno genocida che è stato lungamente incubato in Palestina dal 1882 al 1948 e messo in fase esecutiva dal 1948 a Piombo Fuso e ad oggi, viene al pettine: o li ammazzi tutti, questi palestinesi, massa immonda di goym, o ti accorgi che sono essere umani che hanno sofferto molto di più di quello che gli ebrei dicono di aver sofferto durante alcuni anni dello scorso secolo: i millenni precedenti sono altra storia!

Dei sionisti di cui abbiamo letto non pochi articoli e prese di posizione e che certamente non hanno mai amato i palestinesi, capiscono probabilmente che sgozzarli proprio tutti non si può. Se non altro, per una questione di immagine. Che diamine! Se la cosa avesse potuto passare alla chetichella, senza che nessuno se ne accorgesse, forse forse, ma davanti agli occhi di tutti gli altri goym, non palestinesi, ma utili da spennare, diventa una faccenda troppo rischiosa. Ed ecco dunque, che razionalisticamente occorre accettare il male minore. Quale?

Beh! Una rete di riserve indiane! Che ci serve un Abu Mazen? A che pro lo abbiamo foraggiato fino ad oggi? È da qualche giorno che stavo riflettendo, per un’altra rubrica, su questo brano, guarda caso, di uno dei firmatari del Controppello sionista puro e duro. Merita riportarlo:
«…Notiziola numero 3. Sempre più truppe e militanti dell'Autorità Palestinese passano ad Hamas, incluse quelle addestrate dagli americani tanto da far temere un crollo dall'interno […]. Solo la presenza dell'esercito israeliano impedisce già oggi in Cisgiordania un ribaltone stile Gaza. Abu Mazen e i suoi sanno benissimo che non durerebbero un giorno dopo un ritiro israeliano. Altra ragione del blocco in atto…» (Fonte).
Che Abu Mazen fosse un fantoccio, lo sapevamo. Adesso lo si ammette perfino da parte sionista, intendiamo da parte della propaganda che ci viene ammannita in lingua italo-levantina.

Il problema è che neppure questa soluzione estrema dei due stati è ormai più possibile: troppo tardi! L’ingordigia e l’«odio razzista e genocida», l’ottusità morale, l’offesa al senso comune del pudore è andata troppo avanti. Ho detto che non sono un analista, non è il mio mestiere. Poniamo però che si possa tentare la soluzione della “riserva indiana”, magari in attesa di tempi migliori, al riparo dagli occhi indiscreti del mondo. Ma l’«unica» democrazia, su base razziale, esistente al mondo non vuole questo: sono democratici come può esserlo una banda di briganti che spartisce equamente al suo interno il bottino ed il maltolto. È questa la vera essenza della domocrazia israeliana: “unica,” per fortuna, in Medio Oriente! Il milione e passa di coloni immigrati che a suo tempo Gorbaciov aveva commerciato con gli USA non ammettono neppure per un istante di perdere lo status di coloni privilegiati in una terra non loro. E dunque razionalisticamente e realisticamente non è praticabile altro che lo stato “unico” e “binazionale” dove ebrei e palestinesi, gli odiati goym, possano tornare alle terre e ai villaggi da dove sono stati scacciati dal 1948 in poi, ed all’interno del quale sotto vigilanza internazionale e togliendo le armi ad ognuno debbano entrambi, ebrei e palestinesi, scordarsi il passato ed imparare a vivere pacificamente nel rispetto reciproco.

Un Avraham Burg ha capito quale in concreto poteva essere l’«unica» soluzione praticabile: l’uso del passaporto francese! Ma per il milione e passa di russi che sono stati, a suo tempo, contrattati e scaricati da Gorbaciov il ritorno in Russia, diventerebbe forse problematico. Sento dire che ogni anno sono sempre più gli ebrei che lasciano Israele rispetto a quello che “tornano” nella Terra Promessa, o meglio regalata a spese di terzi. E qui mi fermo, perché non amo l’arte della divinazione e perché la materia pare scottante. Spengo il televisore, che non mi aiuta a capire, e cerco di interpretare le notizie via via che arrivano dalla rete… E ne arrivano. Qui, ad esempio, ma non abbiamo né il tempo di commentare la vergogna che non ha vergogna, a mo di contralltare del topos dell’«ebreo che odia se stesso», ma che è invece consapevole dell‘abisso nel quale il sionismo ha precipitato irrimediabilmente l’ebraismo. Per parafrasare Avraham Burg Hitler non è stato vinto, ma ha vinto su tutta la linea. Per capire il senso di ciò che dico rinvio alla lettura del libro di Burg. Qui mi pongo il solo problema: come possiamo difenderci da costoro?

Lo stesso evento di un dissenso interno al mondo ebraico-sionista si va sviluppando o quanto meno ce ne giungono notizie. La lotta si fa più aspra e subdola. Finché quelli del parlamento ci lasciano riflettere in privato ed in pubblico cerchiamo di farlo. Quando non sarà più possibile pensare, parlare e comunicare pubblicamente, andremo a studiare come facevano i carbonari nella prima metà del XIX secolo. Intanto cerchiamo di fare il punto. Se si va ad ascoltare tutta la registrazione della Commissione Nirenstein di indagine parlamentare, si trova conferarmata ancora una volta quella che è stato il lavoro della propaganda sionista, praticamente da sempre. E cioè: fondere l’idea stessa di ciò che è ebraico con l’idea stessa del sionismo, quindi sionismo = ebraismo e viceversa ebraismo = sionismo. Ciò che non vuole stare nell’equazione, viene bollato come l’«ebreo che odia se stesso», l’«ebreo antisemita», ma dopo che “antisemitismo” non ha più nessun significato oggettivo che ognuno possa arguire. Il senso è solo “dichiarativo”: è antisemita ciò che le varie associazioni ebraico-sionista dicono essere tale. È in pratica una licenza ad uccidere rilasciata in bianco. Se mi voglio liberare di un avversario politico, di un critico pungente e inaffondabile, basta dichiararlo “antisemita” e poi passare la pratica al boia. È triste, ma è esattamente così. In Germania, terra infelice più di ogni altra, ce lo ricordano 200.000 processati dal 1994 ad oggi. Il modello tedesco lo si è chiesto anche per l’Italia e la lobby parlamentare ci sta provando.

Torniamo agli intellettuali ebrei (Levi, Burg...) che in questi giorni si sono accorti che forse la corda è stata tirata troppo. Per citare il solo rapporto Goldstone – redatto da un “ebreo” e da un “sionista” –, evidentemente per un Bernardo Levi incomincia a chiedersi cosa ne dobbiamo fare di questi palestinesi che più ne ammazzi e più fanno figli: una volontà di vivere e sopravvire come popolo di cui non conosco eguale. Nel loro pur sfegatato sionismo non hanno perso costoro tutta la loro lucidità ed hanno compreso che vi sono scarsi margini di manovra: o li ammazzi tutti ( i palestinesi), o devi lasciarsi vivere, non come “moltitudine” dispersa, ma come il “popolo” che sempre più si unisce quanto più li massacri: è la classica identica che sorge dalla contrapposizione amico/nemico. Chi conosce un poco Carl Schmitt sa di cosa parlo. Dalla raccolta delle firme che si sono potute osservare sembra che il dibattuto sia soprattutto francese. Gli italioti sembrano sparuti ma anche quelli di più ristrette vedute. Vedremo cosa ci riserveranno i giorni a venire. Ne terremo nota sempre in questa stessa pagina: non vorremmo crearne di altre.

Quale ragione?
Ne hanno mai avuta una?

A fronte della perfidia con cui tendono le loro trappole, volte proprio a togliere il fondamento stesso di quella democrazia di cui si riempiono la bocca per meglio togliercela, cioè a fronte del tentativo in atto di togliere libertà di pensiero e di parola, dobbiamo reagire con un uso sempre più intenso della ragione e dell’arma della critica. Analizziamo pertanto l’Appello pro Wiesel, il cui personaggio è tutto dire. Eccone il testo:
Con Elie Wiesel per difendere Gerusalemme
[E dei palestinesi che che facciamo? Chi li difende? Chi li ha mai difesi? Non posso cancellare dai miei occhi le numerosi immagini di palestinesi letteralmente scacciati dalle loro case, in Gerusalemme, e non solo in Gerusalemme, case che ancora avevano un pregio e senza parlare di quelle letteralmente distrutti.]

(Fonte)

« Salviamo la Ragione »
[Di quale ragione stiamo parlando?
Della ragione del carnefice o di quello della vittima? Non sono la stessa cosa.
Qual è la vostra ide di ragione? Esiste ancora una ragione comune per tutti gli uomini?]


Un gruppo di intellettuali e personalità ostentatamente rivendicando la loro ebraicità
[Rabkin è un ebreo o un impostore? Per chi conosce i suoi argomenti, il libro disponibile anche in italiano, qui la questione è chiara e a prova di inganno: la propaganda, l’Hasbara, è ormai arrivata al capolinea. Ci sono sempre più “ebrei” che comprendono meglio dei sionisti come l’ebraismo stia giocando la sua ultima carta. Leggere Burg, per capire. Certo, io qui sono un esterno, ma ho il diritto di osservare, perché qui ne va di mezzo soprattutto la mia libertà. Io non ho nessuna responsabilità di tutte le sofferenze che in oltre un secolo sono state inflitte ai palestinesi. Lo slogan “Israele siamo noi” lo restituisco a chi lo ha coniato: io non sono e non voglio essere Israele ed è mio diritto non esserlo.]
come segno di obiettività ha diffuso un "Appello alla ragione", dandogli la più ampia visibilità. In realtà, il contenuto va contro i suoi obiettivi dichiarati: la democrazia, la moralità, la solidarietà della diaspora, la preoccupazione del destino di Israele.
[Non ripeto cose sopra dette, ma qui si è ormai aperto un fossato sempre più profondo circa il modo di intendere cosa è “moralità”]
La parte politica che lo sostiene è chiara a tutti.

1) L'idea di una pace imposta a Israele sotto attacco, anche l'intervento delle varie potenze, è una negazione della democrazia e del diritto internazionale, con aspetti neo-colonialisti.
[Il sionismo è la forma terminale del colonialismo del XIX e XX secolo. Chi ha redatto questo documento o vuole ingannare se stesso, o non sa quel che dice, o insulta l’intelligenza di una persona appena discretamente informata. Di quale democrazia vogliamo parlare? Dei 750.000 palestinesi espulsi nel 1948 e rimpiazzati da immigrati chiamati da ogni parte del mondo? Quella dei pirati e dei briganti è pure una democrazia se appena deliberano a colpi di maggioranza? O la democrazia dei ladri di Pisa, che la notte vanno a rubare insieme e di giorno litigano? La democrazia è al massimo una forma politica, ma non la misura in se del bene e del male, del giusto e dell’ingiusto. E che? In nome della democrazia vuoi fare il massacro dei palestinesi, o moderni “cananei”? Ma davvero possiamo accettare questo sorta di interpretazione criminale degli antichi testi biblici? Se cosi fosse, l’ebraismo sarebbe morto e sepolto. A meno che costoro non pretendano di sterminare nel mondo 6 miliardi di cananei. I mezzi ce li avrebbero: quell’atomica che negano di avere.]
Essa viola la libera scelta dei cittadini della democrazia israeliana e crea un precedente pericoloso per tutte le altre democrazie.
[È veramente irritante e stucchevole questo tentativo di chiamare il mondo intero a copertura di misfatti e crimini che sono solo israeliani. La democrazia qui non c’entra nulla ed è un miserabile espediente per chiamare a raccolta i caparbi che con la ragione, la giustizia e l’umanità non hanno mai avuto nessun autentico rapporto.]
2) Si basa su un presidente americano che non riesce ad affrontare la sfida mortale dell'Iran
[E non vi bastano il milione ed oltre di vittime civili provocati dalla sola guerra all’Iraq da voi sponsorizzata anche con false informazioni di intelligence date al governo americano? Volete ancora che le nostre mani grondino del sangue anche di milioni di iraniani, colpevoli di non avere quell’atomica che voi invece avete? Può tanto il potere della menzogna che amministrate al mondo con sacerdotale sicumera?]
e dell’ Unione europea che si è globalmente identificata con la causa palestinese.
[Magari fosse così! Se lo fosse solo per una minima parte, sarebbe finalmente cessate le tribolazione di un popolo. Non solo mentite sapendo di mentire, ma sapendo anche che una persona dicretamente informata capisce facilmente la portata propagandistica dell vostra menzogna.]
Israele è sotto la minaccia di sterminio pronunciata da parte della Repubblica islamica dell'Iran e dei suoi satelliti, al nord con Hezbollah, al sud con Hamas nella Striscia di Gaza.
[Di sterminio che progredisce ogni giorno sotto i nostri occhi noi vediamo solo quello palestinese, che stando a ciò riporta Robert Fisk nel suo ultimo libro uscito in italiano, almeno qualche vostro soldatino, avrebbe voluto vedere tutti morti fin dalla “Pace in Galilea”, la “pace delle fosse comuni, quando i corpi fossero ancora rimasti intatti per poterli seppellire. Le menzogne dovrebbe essere più intelligenti per essere credute, ma a voi le menzogne basta dirle e ripeterle come un disco: effetto marketing, dove siete molto bravi.]
3) Mentre questi firmatari attribuiscono la responsabilità della situazione bloccata sul solo Israele, tutte le indagini obiettive dimostrano che né l'Anp né la società palestinese sono realmente interessate ad una pace giusta: 66,7% dei palestinesi rifiutano la creazione di un loro stato sulle frontiere del 1967, il 77,4% ha respinto l'idea che Gerusalemme possa essere la capitale di due stati (aprile 2010, sondaggio da parte dell'Università di Al-Najah di Nablus).
[Ma di quale pace si può parlare a chi è stato cacciato di casa e conserva ancora le chiavi e gli atti di proprietà? Pace di che? Quella del camposanto? Quella di poter riposare in pace come i propri padri, quando manco i cimiteri sono stati risparmiati dal glorioso, giusto e santo eservito di Davide? L’unica pace è quella che può nascere dal perdono della gente a cui avete fatto tanto male.]
La creazione di uno stato palestinese senza la conferma della volontà di pace del mondo arabo, senza eccezioni, esporrebbe il territorio di Israele a una debolezza strategicamente fatale.
[E che volete fare? Voi lo 0,2 % del Medio Oriente volete distruggere e mettere sotto ferro e fuoco il 98,8% del territorio e del mondo che vi circonda? Non potevate starvene dove eravate? Perché siete andati a scacciari i legittimi abitanti dalle loro case? Ve lo ha detto il vostro Dio? Falso! Sentite al riguardo cosa hanno da dirvi quelli di Neturei Karta! Sono non meno ebrei di voi, forse lo sono soltanto loro, e voi non lo siete per nulla.]
4) « Appello alla ragione » soffre di amnesia: gli accordi di Oslo hanno portato ad un'ondata senza precedenti di terrorismo,
[È veramente un abuso infinito questa tiritera del “terrorismo”, dietro la quale vi nascondete per giustificare ogni sorta di nefandezza. Se mai la parola “terrorismo” ha ancora un senso, vi appartiene interamente: nessuno più di voi ha fatto uso più intenso e massiccio del terrorismo, anche ideologico.]
il ritiro dal Libano alla nascita di Hezbollah - e le garanzie del Consiglio di Sicurezza si sono rivelate carta straccia.
[L’ONU vi ha condannato oltre 80 volte e resta sempre valida la risoluzione che riconosce ai profughi palestinesi il diritto al ritorno nelle loro case. L’ONU non è quello, davvero iniquo, che grazie a Stalin ha consentito la nascita della stato di Israele, in violazione di ogni principio di diritto naturale, una dotrina che Stalin non aveva in grande considerazione]
Il disimpegno da Gaza ha portato al colpo di stato da parte di Hamas
[Anche qui il lettore intelligente sa che voi vorreste governi fantocci in tutto il mondo, proni ai vostri volere. Ma tutto il mondo ha potuto osservare come mai vi furono elezioni più democratiche di quelle che hanno dato ad Hamas la legittima rappresentanza del popolo palestinese. Non è affatto vero che Hamas ha fatto un colpo di stato, ma è vero che ha sventato il coklpo di stato che voi volevate fare per togliere di mezzo un governo legittimo che non si piega ai vostri volere, come invece fa il fantoccio Abu Mazen. Ma forse l’epoca dei quisling e dei kapà è finita per sempre.]
e una pioggia di missili nell'arco di parecchi anni.
[Ma quali missili? I sigari? Non vi la benché proprorzione fra i crimini, i massacri, i genocidi che voi avete fatto dal 1948 ad ed un resistenza poco più che simbolica per far sapere ala mondo che l’aggredito, quello che è stato invaso, si vuole difendere e vuole resistere, generazione dopo generazione.]
Domani "Gerusalemme Est" e lo Stato di Palestina, saranno sotto il giogo di Hamas?
[Vi ha già detto il vostro correligionario o connazione Finkelstein che suonavate la stessa musica, lo stesso “odio”, la stessa propaganda quando Hamas non esisteva neppure. Il votro servizio di propaganda ha ormai esaurito tutte le risorse disponibile. Potete contare soltanto sulla totale ignoranza altrui di fatti di per sè evidenti.]
Il rammarico dei firmatari di questo appello non servirà a nulla ...

5) La morale e l’onore, l'impegno per la pace, non sono prerogativa di nessun campo.
[Certamente non sono una vostra prerogativa. rappresentate esattamente il contrario.]
Sono ogni volta in gioco. Per le sue motivazioni parziali e di parte, questa "chiamata alla ragione" contribuisce ai tentativi di boicottaggio e di delegittimazione che minano lo stato d’Israele, e pregiudica gravemente l'esistenza della sua popolazione.
[Ma su cosa potete fondare la vostra legittimazione? Sul diritto di cacciare gli altri dalle loro case, dai loro villaggi, dalla loro patria? Come è possibile tanta follia sulla faccia della terra? Nessuno è legittimato a rubare e uccidere, a prendere le cose altrui e a straziare le sue carne, a trattare gli uomini da bestie.]
6) Davanti alle vere minacce che colpiscono Israele nella sua stessa esistenza
[qui ci interessa l’esistenza dei palestinesi che voi avete fatto di tutto per annientare: avete tolto ai figli i padri e alle madri i loro neonati e li avete fatti bruciare al fosforo come fiammiferi che non si vogliono spegnere: leggere Fisk per la documentazione dei “bambini al fosforo”. Giustificare ciò in nome di un qualsiasi dio è la più grande di tutte le bestemmie]
e che compromettono le probabilità di una pace duratura in Medio Oriente,
[voi avete sempre portato la guerra e la pace è cosa che non vi ha mai interessato. Ciò che volete è una guerra senza fine. Non vedete l’ora di attaccare l’Iran e vorreste la nostra copertura materiale e morale: altro che burqa e veli!]
noi vogliamo costituire un movimento di opinione in seno all'unione europea di cui siamo cittadini
[con quanti passaporti in tasca? E chi ne ha uno solo che deve fare? Deve sottostare a che ne ha più di due?]
e che intende difendere e spiegare la legittimità dello Stato di Israele
[I cittadini europei dovrebbero preoccuparsi dell’unica patria di cui appunto cittadini e non renderela schiava di Israele e delle sue follie che dopo aver offeso ogni elementare senso di umanità mettono in pericolo la pace nel mondo.]
come parte di una vera pace, e la lotta contro l’antisemitismo che sta crescendo pericolosamente.

Chiediamo a tutti di firmare questa dichiarazione.

Firmate e fate firmare l'appello "Salviamo la Ragione"

Per firmare clicca sul seguente link http://www.dialexis.org

Prime firme (raccolte in Francia) :
Jean Pierre Bensimon, professore di Scienze sociali, Raffaello Draï, professore di scienze politiche e di diritto, Judith Gachnochi, psicologo, George Gachnochi, psichiatra e psicoanalista, Nicolas Nahum, architetto, Georges Sarfati Elia, professore delle università, linguista e filosofo, Perrine Simon Nahum, ricercatore al CNRS, storico, Pierre-André Taguieff, direttore di ricerca al CNRS, filosofo, scienziato politico e storico delle idee, Michele Tribalat demografo, Shmuel Trigano, professore di sociologia politica, direttore delle rivista "Controverses."

[Sui nomi delle persone mi astengo in critiche che fatalmente sarebbero bollate come antisemitismo, per fortuna ormai svuotato di ogni senso per l’abuso strumentale che se ne è voluto fare. Ma certo ognuno si assume la sua responsabilità davanti alla propria coscienza, davanti a Dio, davanti agli uomini.]
Anche Bat Ye’or ha aderito, e tanti altri…nel sito www.dialexis.org l'elenco aggiornato delle firme.

In Italia si sta preparando un appello di carattere internazionale, coordinato da Fiamma Nirenstein. IC ne darà notizia al più presto.
È difficile fare la conta di chi sta da una parte e di chi sta dall’altra. La retta coscienza non si sottomette ai conteggi: et si omnes ego non! Le posizioni morali e politiche nascono da un profondo lavorio della coscienza, dove chi più sa e sente si assume alche il penso del concittadino che non sa o è ingannato da che di professione ordisce inganni e fabbrica menzogne.

1 commento:

Giorgio Vitali ha detto...

NEL CONFERMARE CHE NON HO NULLA DI PARTICOLARE DA CONTESTARE A QUESTE CONSIDERAZIONI,AGGIUNGO CHE....
< Il problema dovrebbe essere visto nei suoi aspetti di complessità.> IN primis occorre ricordare che il RITORNO alla terra dei padri è un MITO, tanto più forte quanto più falso. Se è vero che io, romagnolo, posso dire di sentire nel mio sangue scorrere particelle di sangue erulo, ciò ha sicuramente elementi di verità. NON li ha nel senso più assoluto se dico che un tale, essendo ebreo,vuole ritornare alla terra dei padri. I suoi padri NON HANNO MAI ABITATO QUELLA TERRA! Quindi la forza del MITo consiste nella sua IRRAZIONALITà e nel sostegno che il sionismo amerikanocentrico elargisce graziosamente ad Israele. ( Le ragioni geopolitiche della presenza di sionisti amerikani, tanto ebrei quanto cristiani, lasciamole ad ulteriori indagini.)[ C'è un libro che val la pena di leggere: SION IN AMERICA, di Giuliana Iurlano, Università di Lecce. Ed Le Lettere, 2004 ] Vi si dimostra che il sionismo nasce in USA ( non ancora tali) nel 1654. Poi ci sono quelli che sono stati sradicati dalle loro terre, come i russi, che non credo abbiano molta voglia di ritornare. Ne parlavo circa 30 anni fa con un medico ebreo polacco, con studio a Grottaferrata, incaricato dall'Ambascita di Israele di visitare gli ebrei russi di passaggio a Roma per la Palestina.Si chiamava Paies. Mi diceva che la situazione per chi lascia la Russia non è facile, perchè la popolazione russa non ne vuol più spere di loro. Qundi questi "coloni" che non hanno mai zappato un orto, si trovano nei guai dappertutto. Meno che in Amerika, dove vorrebbero andare, ma dove NON li vogliono. UNA SITUAZIONE esistenziale veramente precaria. D'altronde, e qui sta il busillis...nessun paese vuole indietro gli ebrei che stanno in Palestina. E' vero che sono in molti che se ne ritornano, ma lo fanno alla spicciolata, e forti del doppio passaporto. Una vera evasione di massa è inammissibile. Quindi la situazione è destinata a rimanere così. E soprattutto, Israele non ha la capacità di affrontare la riprovazione del mondo con un nuovo atto di forza. Malgrado la sua presupponenza. Ricordiamo che, per generale ammissione, la strage di GAZA è stata organizzata per recuperare dopo la sconfitta del Libano. QUINDI...da sconfitta a sconfitta! Giorgio Vitali