mercoledì 19 novembre 2008

Appello per l’italiano Vittorio Arrigoni, prigioniero di Israele

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Versione 1.2
Status: 25.11.08

Appello per l’italiano Vittorio Arrigoni,
per lo scozzese Andrew Muncie,
per la statunitense Darlene Wallach,
prigionieri di Israele

Vittorio Arrigoni insieme ad altri due attivisti internazionali per l’emergenza umanitaria in Gaza è stato fatto prigioniero dalla marina israeliana. Raccolgo qui, interpretandole e rielaborandole, le notizie disponibili in rete via via che giungono. Gli altri due attivisti internazionali sono lo scozzese Andrew Muncie e la statunitense Darlene Wallach, membri dell’International Solidarity Movement. Unità della marina hanno circondato diversi pescherecci palestinesi a bordo dei quali si trovavano i tre pacifisti stranieri. Un gruppo di marinai israeliani è quindi salito a bordo delle imbarcazioni palestinesi dove ha prelevato i tre attivisti. Da due mesi gli attivisti escono in mare con i pescatori di Gaza per proteggerli con la loro presenza dalle azioni della marina israeliana. I pescatori di Gaza protestano contro il blocco navale israeliano che impedisce loro di poter gettare le reti in acque più pescose. La Marina israeliana bombarda quotidianamente le piccole imbarcazioni dei pescatori usando proiettili veri e cannoni che sparano acqua contaminata da escrementi e pericolose sostanze chimiche. Sono state informate del rapimento le ambasciate della Gran Bretagna, degli Stati Uniti e dell’Italia.

Le ultime notizie provenienti da Luisa Morgantini (sotto n. 2) in data 18.11.08 dicono che Vittorio Arrigoni sarebbe stato accompagnato all’aeroporto Ben Gurion. Neppure l’autorità consolare ha finora potuto visitare Vittorio Arrigoni. Stando alle previsioni, è possibile che le autorità israeliane si orientino verso l’espulsione degli stranieri (Italia, Inghilterra, Usa) la cui detenzione darebbe facilmente luogo a sempre più estesi movimenti di opinione, di sicuro impatto contropropagandistico per Israele. Ma il problema sembra essere che gli arrestati non intendano lasciarsi espellere e vogliono continuare nella loro attività a sostegno dei palestinesi di Gaza, la cui condizione i governi – compreso il nostro - ignorano colpevolmente. Alcune notizie nel tam tam della rete parlano anche di torture con scosse elettriche inflitte ai prigionieri.

Si apprende che «la parlamentare britannica Claire Short, reduce dall’ultimo viaggio a Gaza della nave Dignity, del Free Gaza movement, ha reso noto di aver contattato il ministro degli Esteri della Gran Bretagna, Mark Malloch Brown, e di avergli chiesto di prendere posizione nei confronti di questi arresti». Ed il nostro ministro degli Esteri Franco Frattini che fa? Darà una mano ad Israele contro i cattivi terroristi palestinesi? Cosa ci si può aspettare dall’uomo è facile immaginarlo: ben lo conosciamo! Ma il popolo italiano siamo noi, non lui: destati Italia! Un’altra parlamentare britannica, Jennifer Tonge, anch’essa membro dell’ultima delegazione giunta via mare a Gaza, ha dichiarato: «È giunto il momento in cui la comunità internazionale, e in special modo l’Unione Europea, intraprendano azioni contro le consistenti violazioni della legalità internazionale da parte di Israele. L’accordo di scambio tra la UE e Israele deve essere sospeso finché Israele non rispetterà la legge». Al momento non è dato leggere nessuna dichiarazione del nostro ministri degli esteri o delle nostre Commissioni esservi, dove imperversano Fiamma Nirenstein ed altri sionisti conclamati come Paolo Guzzanti. Dopo l’ultima legge elettorale diventa sempre più difficile credere che i parlamentari eletti si sentano vincolati agli elettori, anche se naturalmente ostentano una rappresentanza incontestabile e non soggetta a verifica democratica, almeno fino alla prossima tornata elettorale, che avverrà con eguale legge. Il fascismo non avrebbe saputo fare di meglio.

Fonti internet:
1. Il pane e le rose: Terrorismo internazionale. Striscia di gaza, la Marina israeliana rapisce attivista italiano insieme a pescatori palestinesi e altri attivisti internazionali (19 novembre 2008).
2. Lettera a Infopal di Luisa Morgantini, dove dalla europarlametare si dicono utili lettere al governo italiano, come quelle già inviate da Joe Fallisi, che ha fatto parte delle due missioni di pacifisti che con navi hanno forzato il blocco marittimo. Questa la sua lettera del 18 novembre 2008, seguita da altre secondo indicazioni fornite:
Ciao,

sono in contatto con l’ufficio consolare di Tel Aviv, in questo momento Andrea Filip dell’Ambasciata Italiana si sta recando all’aereoporto Ben Gurion dove è stato trasferito Vittorio Arrigoni.
Ovviamente le dichiarazioni del Minsitero degli Esteri e dell’Interno israeliani sostengono che la barca sulla quale erano gli attivisti, stava dirigendosi verso le imbarcazioni israeliane per superarle e forzare il blocco.
Ad ogni modo vi farò avere notizie, appena riparlero' con Andrea Felip, che si è recato appunto all’aereoporto ma che non ha ancora la sicurezza di poter incontrare Vittorio, il che naturalmente sarebbe un'ennesima violazione della legalità da parte del governo Israeliano, visto che gli accordi consolari prevedono le visite ai cittadini italiani che vengono detenuti.
Intanto sarebbero utili lettere come quella di Fallisi anche al governo italiano.
Ciao

Luisa Morgantini
Joe Fallisi al Consolato italiano di Gerusalemme e, per conoscenza, al Consolato italiano di Tel Aviv

Mi chiamo Joe Fallisi, sono un tenore italiano. Vi scrivo in merito a un fatto gravissimo che ha avuto luogo questa mattina in acque palestinesi, a 7 miglia nautiche dalle coste di Gaza. Il mio amico Vittorio Arrigoni (nato a Besana Brianza il 4 febbraio 1975), attivista per i diritti umani, insieme con due suoi compagni internazionali e 14 pescatori palestinesi, è stato rapito e sequestrato dai militari dell'entità sionista, che ora lo detengono nella galera di Ashdod. Vittorio, eroicamente, sta aiutando i pescatori di Gaza nel loro lavoro quotidiano, come è noto ostacolato in tutti i modi dai tiranni israeliani. E' solo per la presenza sua e di altri bravi attivisti di Free Gaza che in questi ultimi mesi non si sono ancora verificati assassinii di pescatori da parte dei despoti di Tel Aviv. Oggi è successo quel che si temeva. Vi prego di intervenire e di fare tutto ciò che è in vostro potere per richiedere e ottenere l'immediata liberazione di Vittorio, reo soltanto di avere coraggio e un amore esemplare dell'equità e della dignità. E' di uomini come lui che l'Italia dovrebbe essere orgogliosa.
In fede.
Giuseppe (Joe) Fallisi
Alla lettera di Fallisi è seguita la risposta che riporto di seguito:
il giorno 18/nov/08, alle ore 15:54, consolato.telaviv ha scritto:
Egregio Sig. Fallisi,

la informo che l’Ambasciata sta seguendo il caso con la massima attenzione.

Distinti saluti
Giuseppe Capitanelli
Ambasciata d'Italia
Cancelleria Consolare
Tel Aviv
Da parte mia, ricevendo ieri sul tardi la lettera di Fallisi, mi ero proposto di fare altrettanto questa mattina. Questo mio proposito è stato rafforzato dalla raccomandazione dell'on. Morgantini. Ho perciò provveduto mandando il seguente testo alla nostra rappresentanza in Israele:
Seguo con apprensione le notizie riguardanti le sorti del nostro concittadino Vittorio Arrigoni, di null’altro colpevole che di voler dare aiuto umanitario alla popolazione di Gaza, stretta d’assedio contro ogni diritto umano. Insieme ad altri attivisti umanitari come Andrew Muncie e Darlene Wallach mettono a rischio la loro vita per scuotere il colpevole silenzio dei media nazionali e intenazionali. Deploro che nella Commissione esteri presso la Camera dei Deputati sieda una parlamentare eletta al solo scopo di fare lobbying pro Israele, dove, per quanto è a me noto, vige un regime di apartheid e dal 1948 ad oggi si conduce una pulizia etnica ed un costante genocidio.
Antonio Caracciolo
Riporto di seguito altre lettere inviate autonomamente dai Lettori, di cui si ha notizia in copia:
1) Allego il contenuto inviato ai due indirizzi da Voi segnalati. Cordialità.
Piersabatino Deola

----- Original Message -----
From: piero deola
To: segreteria.gerusalemme@esteri.it
Sent: Wednesday, November 19, 2008 2:45 PM
Subject: sempre più infami.

l’italiano Vittorio Arrigoni,
lo scozzese Andrew Muncie,
la statunitense Darlene Wallach,

Signori nazisti
liberate delle persone oneste che sono indignate per i vostri soprusi. Se avete tanta voglia di fare la guerra, fatela ai delinquenti americani che permettono al vostro governo il genocidio, la pulizia etnica e il razzismo.
Ricordate che il nazismo è durato solo 12 anni e il vostro sionismo (non ebraismo), sta imperversando nel mondo da 60.
Piersabatino Deola
Gli indirizzi sono i seguenti:
segreteria.gerusalemme@esteri.it, consolato.telaviv@esteri.it, ma io suggerisco di scrivere a tutti i singoli componenti delle commissioni esteri di camera e senato. Mando loro questo post, ma è noto che tutti i nostri parlamentari non sono usi neppure leggere la posta loro inviata. Ognuno ne può fare esperienza diretta. Per adesso ho spedito ai rispettivi presidenti, cioè della Camera, dove opera Fiamma Nirenstein i cui legami con Israele sono inconfutabili, l’on. Stefano Stefani della Lega Nord; e per il Senato l’on. Lamberto Dini del PdL. Componenti della Commissione Esteri alla Camera: Presidente: Stefani Stefano (Lega Nord Padani); Vicepresidenti: Narducci Franco - sito (Pd), Nirenstein Fiamma - sito (PdL); Segretari: Biancofiore Michela (PdL), Fedi Marco - sito (Pd); Altri membri: Adornato Ferdinando (UDC), Angeli Giuseppe (Pdl), Antonione Roberto (PdL), Barbi Mario (Pd), Casini Pier Ferdinando (UDC), Boniver Margherita - sito (PdL), Colombo Furio (Pd), Corsini Paolo (Pd), Cota Roberto (Lega Nord Padania), D’Alema Massimo (Pd), De Girolamo Nunzia - sito (PdL), Dozzo Giampaolo (Lega), Evangelisti Fabio (IdV), Fassino Piero - sito (Pd), Guzzanti Paolo - sito (PdL), La Malfa Giorgio - sito (Misto), Lunardi Pietro (PdL), Malgieri Gennaro (PdL), Maran Alessandro - sito (PdL), Mecacci Matteo (Pd), Merlo Ricardo Antonio - sito (Misto), Migliori Riccardo (PdL), Moles Giuseppe (PdL), Napoli Osvaldo - sito (PdL), Nicolucci Massimo (PdL), Orlando Leoluca (IdV), Parisi Arturo Mario Luigi (Pd), Pianetta Enrico (PdL), Picchi Guglielmo - sito (PdL), Pini Gianluca - sito (Lega), Pistelli Lapo (Pd), Porta Fabio - sito (Pd), Repetti Manuela (PdL), Rigoni Andrea (Pd), Ruben Alessandro (PdL), Tempestini Francesco (Pd), Tremaglia Mirko (PdL), Veltroni Walter (Pd), Vernetti Gianni (Pd), Zacchera Marco - sito (PdL). Componenti della Commissione Esteri al Senato: Presidente: Dini Lamberto, PdL; Vicepresidenti: Cabras Antonello (Pd), Divina Sergio (LND); Segretari: Amoruso Francesca Maria (PdL), Micheloni Claudio - sito (PD); Andreotti Giulio (UDC-SVP-Aut), Bettamio Giampaolo (PdL), Bricolo Federico (LNP), Caligiuri Battista (PdL), Compagna Luigi (PdL), Di Girolamo Nicola (PdL), Follini Marco (PD), Livi Bacci Massimo - sito (PD), Marcenaro Pietro (PD), Marinaro Francesca Maria (PD), Marini Franco (PD), Nessa Pasquale (PdL), Palmizio Elio Massimo (PdL), Pedica Stefano (IdV), Pera Massimo - sito (PdL), Perduca Marco (PD), Pisanu Beppe (PdL), Rutelli Francesco (Pd), Scalfaro Oscar Luigi (Misto), Tofani Oreste - sito (PdL), Tonini Giorgio - sito (Pd). Ministro degli Esteri: Franco Frattini. Dopo aver terminato di costruire dei mailto ad ognuno degli indirizzi di deputati e senatori delle Commissioni esteri ho inviato a ciascuno di loro il seguente breve messaggio:
L’italiano Vittorio Arrigoni
prigioniero in Israele inizia uno sciopero della fame


L’italiano Vittorio Arrigoni è tenuto prigioniero in Israele ed ha iniziato uno sciopero della fame insieme ad altri due pacifisti rapiti nelle acque di Gaza. La situazione è da me seguita via internet nel blog “Civium Libertas” in continuo aggiornamento all’indirizzo:

http://civiumlibertas.blogspot.com/2008/11/appello-per-litaliano-vittorio-arrigoni.html

Segnalo il caso alla vostra attenzione. L’italiano Vittorio Arrigoni ha forzato via mare il blocco di Gaza per prestare aiuto umanitario alla popolazione di Gaza. La sua vita è stata messa in pericolo dalle unità militari israeliane. Né Arrigoni né altri erano armati al momento del “rapimento”. I marinai palestinesi erano intenti alla pesca per sopperire alle loro esigenze alimentari. I loro pescherecci necessari per sfamare le loro famiglie sono stati sequestrati. L’emergenza umanitaria in Gaza è nota. Deploro il silenzio sulla condizione di grave pericolo del nostro concittadino da parte delle televisioni e della grandi testate giornalistiche. Il nostro concittadino di nulla può essere reso colpevole se non per aver prestato aiuto umanitario a rischio della sua stessa vita.

Antonio Caracciolo

Questo testo è stato inviato a tutti i componenti delle Commissioni Esteri di Camera e Senato incluso il Ministro degli Esteri Franco Frattini. Il mittente era il mio indirizzo di posta elettronica dell’Università di Roma La Sapienza. Se mai dovesse arrivare una qualche risposta, sarà riportata qui di seguito.

Dopo l’invio al governo verrà recapitato lo stesso testo ai principali organi di informazione, i cui recapiti verranno tutti presi dal sito di «Informazione Corretta», l’agenzia di propaganda israeliana in Italia il cui ultimo numero ben fa capire dove stiano i suoi sentimenti ed i suoi interessi.
3. Infopal: rilascio dei 15 pescatori rapiti (19.11.08 = un’ora fa). «I tre pacifisti - tra cui l’italiano Vittorio Arrigoni -, che si trovavano sulle stesse imbarcazioni attaccate dalla Marina israeliana, sono ancora in mano ai loro sequestratori: ieri sera sono stati trasferiti dal Ben Gurion Airport a Ramle. Anche le barche palestistinesi sono ancora in stato di sequestro».

4. Infopal: Intervista a Vittorio Arrigoni, pacifista rinchiuso nel carcere di Ramle. – Infopal, mercoledi 19, ore 19. Intervista a Vittorio Arrigoni, pacifista rinchiuso nel carcere di Ramle.

Infopal, mercoledì 19 novembre, ore 19.
Abbiamo intervistato Vittorio Arrigoni, attivista dell’International Solidarity Movement, rapito ieri dalle forze israeliane mentre si trovava in mare con i pescatori di Gaza, anch'essi sequestrati e poi liberati questa mattina. Al momento, Vittorio è rinchiuso nel carcere di Ramle. Si sente un gran frastuono: i suoi compagni di cella, rifugiati eritrei fuggiti dalla guerra, stanno guardando una partita.

• Come stai?

• Eh, ora che ho ripreso contatto con il mondo esterno, meglio...La notizia della liberazione dei 15 pescatori mi ha tirato su di morale. Ieri avevamo iniziato uno sciopero della fame, proprio per ottenerne la scarcerazione...

• Ci racconti cos’è successo ieri mattina? Sai, un importante quotidiano italiano, che oggi ha riportato un trafiletto sul vostro sequestro, ha parlato di pescatori e attivisti "prelevati" dai militari israeliani...Per il resto, tg e testate più importanti hanno osservato il silenzio assoluto.

• Altro che "prelevati"! Si è trattato di un rapimento, di un sequestro di persona in piena regola! Eravamo in mare, a 6 miglia nautiche al largo delle coste di Gaza (per il diritto internazionale si tratta di acque gazesi, ndr), con tre pescherecci, quando ci siamo di trovati di fronte una scena incredibile: navi da guerra, e gommoni Zodiac, da cui sono spuntate teste di cuoio, militari incappucciati e armatissimi. Un attacco bellico in piena regola contro pescatori e pacifisti, da non crederci! Due pescherecci sono stati subito bloccati e le persone a bordo sequestrate. Poi, hanno circondato il nostro. Io mi sono arrampicato sul tetto della barca e ho cercato di parlare al capitano: "Che problema vi creano dei pescatori? Problemi di sicurezza? Di che avete paura?", ho chiesto. Ma non ne ho ottenuto risposte. Da dietro le maschere, quegli uomini, giovanissimi, ci guardavano con occhi che sprizzavano odio. Un odio animalesco. Li educano all'odio e al disprezzo verso i palestinesi.

• Poi, com'è andata a finire?

• Sono saltati a bordo, all'arrembaggio. Ho detto loro, mentre mi puntavano le loro armi contro la testa: "Allora, uccidetemi!". Mi hanno sparato contro con una pistola elettrica, la Taser, made in Usa, che scarica scosse elettriche ad alto voltaggio, molto pericolose. Poi, hanno cercato di buttarmi giù dal tetto, temendo di cadere e rompermi la spina dorsale, mi sono gettato in mare e ho iniziato a nuotare verso riva, inseguito dagli spari di proiettili veri. Dopo mezz'ora non avevo più fiato e mi sono arreso. Mi hanno portato insieme agli altri nella prigione di Ashkelon, dove ho assistito a scene allucinanti, da campo di concentramento: i pescatori sono stati costretti a spogliarsi e sono stati ammanettati come criminali e portati via. Dico, dei pescatori! Io sono finito nella prigione dove tre anni fa fui rinchiuso e picchiato dai soldati israeliani. Che brutti ricordi. Ci hanno accolto con pesanti insulti, ingiurie, risate di scherno...Sono stato rinchiuso con un altro in un cesso, sì, in un cesso, un posto schifoso e angusto. Per spregio, ovviamente. E sono stato tenuto incatenato alle caviglie.

• L’ambasciata italiana si sta occupando del tuo caso....

• Sì, ho ricevuto la visita del Console. Pensa che si è rivolto alla direzione carceraria dicendo loro che avevo il diritto di telefonargli, "secondo il diritto internazionale". Ha usato questa espressione, con loro, che del diritto internazionale e umanitario se ne fanno un baffo....

• E ora, ti manderanno via...

• Stiamo aspettando la sentenza di espulsione...Ho lasciato tutto nel mio appartamento di Gaza - passaporto, documenti...E sono molto dispiaciuto per il buon lavoro che stavamo portando avanti con contadini e pescatori, che con la nostra espulsione verrà interrotto.

• Che è esattamente ciò che vogliono...

• Già...Cercano di intimidirci. Sono preoccupato anche per i pescatori, a cui hanno sequestrato le tre barche...Esse danno lavoro e sostentamento a circa 50 famiglie. Ma almeno sono liberi...Altri, prima di loro, hanno passato mesi in carcere, nel Negev...

• Se vi mandano via, tornerete?

• Vorrei tornare con il prossimo viaggio di Dignity, a dicembre. Certo, faranno di tutto per impedircelo.
La superiore civiltà dell’«unica» democrazia del Medio Oriente emerge chiaramente ed inconfutabilmente dalla testimonianza di Vittorio Arrigoni. Vergognoso il silenzio della tv di stato: il solito Claudio Pagliara era qui a tutt’altre cose affaccendato. Se si voleva una prova che il nostro è un regime, ne abbiamo qui una diretta nel nostro ambito.

5. Da Torino addosso di Vittorio Arrigoni prigionierio degli israeliani. – Questa volta i «Corretti Informatori» devono convincere i media italiani a scegliere fra Italia e Israele, scegliendo Israele. Mi astengo dai toni aspri, ma lascio intuire il mio animo di fronte ad un chiaro tradimento della patria. Qui viene al pettina un’ambiguità di fondo, denunciata ad esempio nel libro di Shlomo Sand, cioè il problema della “doppia fedeltà”: i sionisti piemontesi cosa fanno in Italia? La guerra contro l’Italia. Agli italiani che hanno avuto la grave colpa di concedere interviste a Radio Teheran si è rimproverato loro di essere delle quinti colonne pur stando e lavorando in Italia. Ma a Torino, difendendo l’operato indifendibile di Israele, da che parte stanno: con i sionisti o con gli italiani? E cosa pretendono da noi questi “corretti infami”? Che abbandoniamo Vittorio Arrigoni? Che possiamo dimenticare gli oltraggi fatti dagli israeliani ad un italiano? Ci chiedono di «odiare noi stessi»? È difficile conservare la quiete davanti a tanta sfacciata impudenza. Ecco il testo infame:
Il Manifesto Critica
20.11.2008 Per il quotidiano comunista Israele "sequestra" i pacifisti
in realtà, ferma ed espelle chi fa il gioco di Hamas
Testata: Il Manifesto
Data: 20 novembre 2008
Pagina: 10
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «Israele sequestra a Gaza pacifista italiano per espellerlo da Tel Aviv»

"Israele sequestra a Gaza pacifista italiano per espellerlo da Tel Aviv" è il titolo dell'articolo di Michele Giorgio, pubblicato dal MANIFESTO del 20 novembre 2008.
Il pacifista in questione è Vittorio Arrigoni,
[è un italiano verso il quale la comunità italiana può essere fiera di manifestare la sua solidarietà, Arrigoni nn ha commesso crimini, ma ha aiutato i palestinesi assediati e posti sotto blocco da Israele. La condizione di Gaza è denunciata da associazioni internazioni umanitarie. Spiace rilevare come un sito presumibilmente collato in Torino e che pretende di operare in Italia possa pronunciarsi contro un italiano rapito in modo assolutamente illeggitimo dalla marina israeliano, che oltretutto lo ha seviziato ed ha attentato alla sua vita, secondo la testimonianza stessa del concittadino a cui è da credere in via principale]
giunto a Gaza per rompere l'"assedio" israeliano.
[Merita il nostro Arrigoni una patente di eroismo per la sua abnegazione. Certamente, non andava per fare affari, ma spinto di un indubbio interesse umanitario]
Ovviamente, Arrigoni non è stato "sequestrato",
[e che allora? Si può sapere cosa è successo, apprendendolo direttamente dalla viva voce dello stesso Arrigoni. Ciò che da lui si apprende è una netta condanna dei suoi sequestratori, rapitori o come altri si preferisce chiamarli: il fatto non cambio e si giudica da solo. Abbiamo scoperto che i «Corretti Informatori» non hanno nulla a che fare con la solidarietà nazionale con il popolo italiano: loro rappresentano gli interessi di israele in Italia. Noi abbiamo il diritto ed il dovere di interessarci della sorte dei nostri concittadini.]
è stato fermato per essere espulso. La sua azione si oppone a un blocco che non serve ad affamare la popolazione, ma a fermare armi e terroristi.
[Non esistono un milione e mezzo di terroristi in Gaza, ma donne, uomini, bambini ammalati e denutriti che Israele sta uccidendo giorno dopo giorno riducendoli allo stremo. Arrigoni è andato lì, forzando il blocco, per prestare soccorso. In dicembre al valico di eretz il governo israeliano ha impedito alla delegazione Gaza Vive di poter entrrare in Gaza per verificare le condizioni igienico-sanitarie di un milione e mezzo di persone, non di terroristi. Da allora la situazione è peggiorata, come hanno potuto verificare i pacificisti che hanno forzato il blocco e che continueranno a forzarlo esponendo a rischio le loro vite]
Persino l'Autorità palestinese di Abu Mazen
[Abu Mazen è un fantoccio nelle mani di Israele. Se c'è o non c'è penuria ed emergenza umanitaria, è semplice saperlo: basta verificarlo. Ed è appunto ciò che Israele non consente di fare,]
smentisce la propaganda di Hamas e dei "pacifisti" come Arrigoni: a Gaza, ha affermato, non c'è penuria di beni essenziali.
[L’unica propaganda, ed è una propaganda infame, è qui quella degli «Eletti mentotori». In ogni caso Arrigoni deve essere subito liberato. È stata del tutto illegale la sua detenzione. Israele deve per questo ricevere la giusta condanna e riprovazione da parte del popolo italiano che ha visto un suo membro rapito ed offeso. Secondo i «Corretti Informatori», di cui ricordo il loro Appello al presidente Napolitano, questi avrebbe dovuto allora interessarsi del soldato Shalit, mentre non è affar suo la sorte di Vittorio Arrigoni. Dove siamo giunti!]
Per inviare una e-mail alla redazione del Manifesto cliccare sul link sottostante
redazione@ilmanifesto.it
Non riportano il testo del Manifesto, che speriamo di rintracciare altrove.

6. Infopal: Comunicato stampa: 20.11.08 (tre ore fa). – Riporto integralmente il comunicato:
Massiyahu Prison, Lida, Israel (20 November, 2008) - Tre osservatori per i Diritti umani dell'International Solidarity Movement domani inizieranno uno sciopero della fame per protestare contro la loro detenzione illegale da parte di Israele. I tre osservatori, Darlene Wallach, Usa, Vittorio Arrigoni, Italia, e Andrew Muncie, Scozia, martedì sono stati rapiti con la forza dalla Marina israeliana, mentre accompagnavano pescatori palestinesi disarmati al largo delle coste della Striscia di Gaza. Secondo Wallach, "Stavamo pescando a circa 7 miglia al largo di Gaza. I soldati israeliani sono arrivati a bordo di tre navi e di quattro Zodiacs. Uomini-rana sono saliti su ogni peschereccio. Hanno usato una pistola elettrica, taser, contro Vik mentre era ancora sulla barca, poi, hanno cercato di spingerlo all'indietro, contro un pezzo di legno tagliente. Lui si è buttato in mare per evitare di essere ferito ulteriormente ed è rimasto in acqua per un po'. Poi lo hanno raggiunto e costretto a salire sullo Zodiac puntandogli contro i fucili. Lo hanno rapito, insieme a Andrew e a Darlene e a tutti i pescatori palestinesi".

Israele ha sequestrato e poi rilasciato 15 pescatori palestinesi e confiscato le loro imbarcazioni. Gli osservatori rifiutano di essere deportati e rifiutano di mangiare finché i pescherecci non verranno restituiti- intatti- ai loro legittimi proprietari a Gaza. In tribunale, oggi, Andrew Muncie ha chiesto al giudice in base a quale legge sono stati arrestati. Secondo il giudice, la loro detenzione è autorizzata dagli Accordi di Oslo in quanto "la legge militare ti proibisce di pescare a 7 miglia e mezzo dalla costa. Quella non è zona di pesca". Tuttavia, gli Accordi di Oslo garantiscono ai palestinesi il diritto di pescare a 20 miglia al largo dalle coste gazesi. Quando l'avvocato di Andrew ha presentato al giudice una copia dell'Accordo di Oslo relativo a questo argomento, ella non ha fatto commenti. Il 23 agosto del 2008, Wallach, Muncie e Arrigoni erano tra i 44 membri del Free Gaza Movement, a bordo della prima imbarcazione entrata a Gaza via mare in 41 anni, per rompere l'assedio israeliano. Essi sono rimasti a Gaza per partecipare alle attività per i diritti umani dell'International Solidarity Movement. Hanno vissuto e lavorato a Gaza dall'estate, accompagnando i pescatori e i contadini palestinesi, e documentando gli abusi israeliani nella Striscia di Gaza.

I tre inizieranno il digiuno domani mattina finché i pescherecci confiscati non verranno riconsegnati nelle stesse condizioni in cui si trovavano al momento del sequestro da parte degli uomini-rana e finché ogni danno non verrà riparato.

7. Audio di un’intervista telefonica a Vittorio Arrigoni. – Cliccando sul link si ascolta dalla viva voce di Arrigoni la situazione reale al momento dato.

8. Infopal: ultime notizie: sospensione dello sciopero della fame. – «Infopal. Abbiamo parlato al telefono con Vittorio Arrigoni, pacifista del Free Gaza movement e dell'International Solidarity Movement, che ci ha dettato il comunicato stampa pubblicato qui di seguito. Ha appena sospeso lo sciopero della fame perché le autorità carcerarie israeliane gli avevano sottratto il cellulare e gli impedivano di telefonare al Consolato italiano e agli avvocati
"In palese disprezzo di ogni diritto umano e civile e contro ogni legge internazionale, ho trascorso le ultime 6 ore rinchiuso con Andrew (l'altro attivista, ndr) in un lurido gabinetto pieno di pulci e parassiti. Questo, per aver annunciato l'inizio di uno sciopero della fame che ha l'obiettivo di chiedere il dissequestro dei tre pescherecci palestinesi rubati dalle forze israeliane al largo delle coste di Gaza, in acque territoriali palestinesi, il giorno in cui siamo stati rapiti dagli uomini-rana della Marina israeliana.

Ci hanno requisito i telefoni cellulari (che ci erano appena stati consegnati), ma la cosa ancora più grave è la flagrante violazione delle leggi internazionali: c'è stato impedito qualsiasi contatto con i nostri avvocati e con i nostri Consolati, contatto che Andrew e io abbiamo richiesto più volte a gran voce. Per poter denunciare gli incresciosi avvenimenti delle ultime ore ho dovuto sospendere lo sciopero della fame e ottenere la restituzione del mio cellulare, con il quale trasmettere questa denuncia.

Da quanto ho capito prima che ci separassero, Andrew continuerà a rimanere nella cella-gabinetto, in violazione di ogni diritto umano e civile, finché non sospenderà lo sciopero della fame. Sciopero che ha l'obiettivo, lo ribadisco, di veder restituiti, in buone condizioni, i pescherecci rubati ai pescatori durante l'attacco della Marina israeliana.

La nostra odierna detenzione, più che una punizione, si inquadra come una vera e propria tortura. E' più che verosimile che Darlene (la terza prigioniera, ndr), che sta portando avanti il digiuno, stia subendo lo stesso disumano trattamento.

Mi accingo ora a denunciare queste violazioni dei diritti umani al Consolato italiano. Domani spero di poter ricevere cure mediche per le terribili punture di parassiti e insetti che mi stanno causando molta sofferenza.

Vittorio Arrigoni, Israele, 21 novembre, ore 18,30".
Siamo abituati agli scioperi della fame di Marco Pannella, ormai divenuti una nota di colore nel panorama politico italiano. Sarebbe interessante sapere da Pannella – cui invio per conoscenza – se è disposto ad iniziare un nuovo digiuno non per le prebende di stato alla Rai o alla Corte costituzionale, ma in solidarietà dei pacifisti dati in pasto a parassiti e pulci nelle carceri israeliane.

9. Comunicato stampa di Vittorio Arrigoni. – Riporto qui integralmente il seguente comunicato di Vittorio Arrigoni da me ricevuto nella posta di questa mattina domenica 23 novembre 2008:
Comunicato stampa di Vittorio Arrigoni

Ho deciso, contro la mia istintività combattente, razionalmente di non resistere alla deportazione. - 22-11-2008

In queste ore convulse è stato per me difficile prendere la decisione giusta, coerente con quello in cui credo e il più possibile razionale.
Quella razionalità di cui spesso sono sprovvisto essendo l’istinto e la passione la mia naturale bussola.
Ho deciso, contro la mia istintività combattente, razionalmente di non resistere
alla deportazione.
E di farmi imbarcare domattina su un aereo diretto a Roma.
Spero che nessuno dei miei più cari amici da Rafah agli USA mi considerino un codardo per questa scelta.
Ho valutato rischi e benefici.
Nella stessa misura di quando nuotando verso Gaza nel tentativo di resistere alla cattura circondato da otto navi da guerra israeliane, ho visto le mie mani colorate di blu e ho desistito nella fuga.
Forse sarò più utile alla causa fuori da queste mura sbarrate, forse qui dentro sarei addirittura più di danno che di beneficio per le nostre prossime valorose missioni.
Il tempo smentirà o confermerà i miei dubbi e le mie decisioni.
Ringrazio tutti coloro che mi hanno sostenuto e consigliato in questa frenetica giornata fatta di caffè lunghi georgiani, di tè eritrei e sigarette etiopi (gli insetti, invece, gentilmente offerti da Israele).
In particolare ringrazio:

- Huweida dagli USA col suo accento yankee
- Paul, per il consiglio sullo streaptease
- Adam e Sacha dalla West Bank per le ricariche telefoniche e del morale
- Daniela da Al Quds per le sigarette mai pervenute
- Bianca dalla Francia per il vino bianco
- Leila sempre empatica
- Tutti i blogger guerrilleri della rete
- Mahfus e tutti i gazawi (tranne un certo Jamal)
- Fida, Donna, G., OJ (eat, eat!), Eva (sleep, sleep!) e la companera Cohime.

Ragazzi, sono orgoglioso di aver conosciuto e combattuto con esseri umani straordinari come voi, inshallah altre intifade marine nel nostro domani.

Darlene, il migliore vino sta nelle botti piccole.
Andrei, mi devi sempre quella rivincita sul tavolo verde.

E tutti coloro che colpevolmente ho dimenticato e che mi si sono dimostrati vicini in queste ore.

Il vostro mai domo Vik.

Restiamo umani.
Rispetto la decisione di Vittorio Arrigoni, quale che sia. Personalmente non desidero che vi siano “martiri” per ogni giusta causa. Resta la gravità e l’illegalità di ciò che la marina israeliana ha fatto. Aspetto notizie sulla sorte degli altri due attivisti. Continuerò a seguire gli sviluppi del caso.

10. L’Unità: Intervista del 22 novembre 2008. – Non posso rispettare la cronologia delle notizie e le riporto secondo l’ordine con il quale diventano a me note. Riporto integralmente il testo di questa intervista:
Gaza, dalla prigione parla il pacifista italiano agli arresti
di Rachele Gonnelli

Dal carcere israeliano di Ramle, parla Vittorio Arrigoni, il pacifista italiano arrivato a Gaza con la prima nave del movimento Free Gaza ad agosto e rimasto nella Striscia a tutelare i diritti dei palestinesi colpiti dall’embargo israeliano. Vittorio che ha 33 anni ed è di Cantù in Brianza è stato arrestato insieme a Darlene Wallach, americana, e Andrew Muncie, scozzese, tre giorni fa mentre si trovava con gli altri due osservatori internazionali indipendenti a bordo di un peschereccio palestinese a sette miglia dalla costa a largo della Striscia di Gaza.

La sua voce dal carcere israeliano dove si trova arriva debole e piena di eco. Vittorio Arrigoni, Vik per gli amici, non è alla prima detenzione in Israele: è già incappato nelle maglie della sicurezza di Israele in passato facendo lo scudo umano nella West Bank. È più il tempo che passa in Medioriente a difendere i diritti dei palestinesi che quello che passa in patria, a Milano. Una tempra invidiabile, sempre sorridente, ironico. Ora però è un po’ provato. «No, senti, non va benissimo - dice - questo carcere è un posto veramente squallido dove i diritti umani vengono costantemente violati».

• Racconta.
• «Eh, ci sono un centinaio di persone, tutti rifugiati, molti eritrei, sì tutti rifugiati li hanno messi in questo blocco. Le celle sono lercie, piene di insetti di tutti i tipi e il personale calpesta i diritti qui, sai...Ho il corpo completamente coperto di piaghe e punture di insetti. Stamattina una ragazza è arrivata da Gerusalemme per portarmi le sigarette e una pomata per le punture degli insetti, ma non l’hanno fatta passare, non hanno fatto passare niente. Per gli israeliani, hanno detto, questo carcere è pulitissimo e non ci sono problemi, negano tutto. Non lo so. Ho dovuto sospendere lo sciopero della fame sai perché mi avevano tolto il cellulare e non potevo più comunicare neanche con il mio avvocato.»

• Ma leggendo il sito di Infopal vedo che forse vi espellono oggi tutti e tre, forse stai per uscire.
• «Non lo so, per tutto il pomeriggio abbiamo cercato di consultarci con gli altri attivisti negli Stati Uniti, in Francia e in Inghilterra per capire cosa fare. Alla fine credo che per domani - domenica ndr - pomeriggio sia previsto il mio rimpatrio forzato. Ma non finisce qui».

• Come non finisce qui, cosa farete?

• «I nostri legali stanno preparando un ricorso in grande stile contro le autorità israeliane perchè non si tratta di un arresto, siamo stati sequestrati. Non abbiamo commesso alcun crimine. Ma quando abbiamo annunciato lo sciopero della fame a me e Andrew ci hanno sbattuti in un cesso, perché non era una cella, senza acqua potabile, lurido. E ora mi deportano quando a Gaza ho lasciato tutto, compreso passaporto e soldi. L’ambasciata italiana mi ha dovuto fare un documento di accompagnamento e di identità perché altrimenti non avrei neppure potuto imbarcarmi sull’aereo che mi porterà a Roma».

• E agli altri due cosa succederà?

• «L’ambasciata italiana si è mossa subito. Invece quelle della Gran Bretagna e degli Stati Uniti mi risulta che non abbiano ancora approntato questi documenti sostitutivi così per ora non saranno scarcerati. Credo che Darlene abbia anche lei smesso lo sciopero della fame per riavere il suo cellulare. Di Andrew invece non so nulla, nonostante le ripetute richieste ai miei carcerieri di avere notizie, di poterci parlare un attimo. Il suo cellulare non risponde quindi penso che non glielo abbiano ridato».

• Pensi che cercherai di tornare a Gaza?

• «Bè, mi hanno detto con un sms che ho vinto un biglietto gratis per una prossima nave di Free Gaza in partenza da Cipro. Vogliamo mandare una nave al mese a violare il blocco navale intorno alla Striscia che è illegale. Quanto a me, più mi feriscono e più aumentano la mia determinazione. Dal loro punto di vista sarebbe stato meglio lasciarmi libero».

Vittorio Arrigoni, Darlene Wallach e Andrew Muncie avevano iniziato giovedì lo sciopero della fame per protesta contro la loro carcerazione ritenuta illegale. Le autorità israeliane, ha raccontato Wallach tramite un sito, «ci hanno abbordato a sette miglia dalla costa a bordo di tre navi e quattro zodiac. Sono saliti a bordo uomini-rana e hanno fatto indietreggiare Vik usando una pistola elettrica, un taser, che lo ha fatto sbattere contro un ferro tagliente. Vik si è buttato in mare e loro puntandogli i fucili lo hanno preso. Andrew ha chiesto in base a quale legge ci arrestavano. Loro hanno risposto in base agli accordi di Oslo che non consentono ai palestinesi di pescare a sette miglia e mezzo dalla costa. Ma secondo il legale di Andrew negli accordi di Oslo è consentita la pesca ai palestinesi entro le 20 miglia». Perciò i tre attivisti per la pace hanno deciso di digiunare fino a che i pescherecci palestinesi confiscati dai soldati israeliani non verranno restituiti. Ma a quel punto le autorità del carcere hanno inasprito la loro reclusione, hanno denunciato gli attivisti.In particolare Vittorio che ha accettato di sospendere il digiuno per riavere in mano il suo telefono cellulare e il collegamento con il mondo.

Vittorio Arrigoni è anche un blogger e usa Internet per far sapere sempre dei suoi spostamenti. Una protesta per la sua detenzione è stata intanto inoltrata all’ambasciata italiana a Gerusalemme.

22 Nov 2008 © 2008 L’Unità.it
Si tratta di una rilevante eccezione. I maggiori quotidiani e le televisioni non hanno dato neppure una breve su Vittorio Arrigoni.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Leggi qui:
Leggi qui: http://liberaliperisraele.ilcannocchiale.it/2008/11/20/siti_antisemitino_a_pubblicita.html

Anonimo ha detto...

Caro Antonio, leggi anche qui:
http://nichisus.ilcannocchiale.it/2008/11/20/lantisemitismo_non_e_reato.html
Tu che sei esperto di diritto, secondo te riusciranno a fare una legge? Ma non è incostituzionale?

Antonio Caracciolo ha detto...

Se i "naziskin”, di cui nel testo linkato, si fossero un poco documentati, saprebbero che i cosiddetti “negazionisti” negano per l’appunto che il "Zyclon" sia mai servito per le camere a gas. Veniva usato nei lager, ma per normale disinfenstazione, come oggi ancora forse il ddt. Il gioco mi sembra evidente. Si crea artificiosamente un tabù, ad esempio tutto quello che ha a che fare con nazismo e fascismo secondo la vulgata di regime. Quanti poi psicologicamente hanno bisogno di infrangere dei tabù, si scagliano su ciò che viene loro fatto trovare di volta in volta come tabù. A rimetterci siamo tutti con nuove leggi liberticide che colpiscono tutti. I veri “nazisti” sono quelli che se la prendono con dei "goliardi” spesso digiuni di storia oltre che di criterio. Come reagire a ciò? Con la denuncia prendendo di petto per primi proprio quelli che sparano queste imposture, pretendendo di trasformarle in legge. Di cialtroni in parlamento ve ne sono tanti. Bisogna smascherarli.