mercoledì 10 agosto 2011

Osservatorio sulla libertà di pensiero negata. Parte Prima: Gli Stati. Cap. XVI - Romania (2011).

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L’ordine di successione dei capitoli è casuale e condizionato da notizie che troviamo sulla rete e dalle quali ci sembra possa delinearsi un problema di libertà di pensiero, di espressione, di ricerca e di insegnamento. La nostra attenzione nel caso della Romania è stata attirata da un dizionario di lingua romena, i cui autori hanno ritenuto di dover e poter dare un significato definitorio ad un termine del lessico rumeno. Incredibilmente, è insorta la solita associazione ebraica – presente in ogni paese – per protestare contro la definizione del termine, a loro avviso censurabile. Non conosco la lingua rumena e non posso intervenire sulla questione linguistica, ma di censura a nostro avviso si può parlare solo per l’ingerenza di un’associazione ebraica addirittura nella redazione delle voci di un dizionario ufficiale delle lingua rumena. Da questo episodio, del tutto casuale e piuttosto marginale, prendiamo avvio per una scheda di monitoraggio sulla situazione della libertà di pensiero e di espressione in Romania.

SOMMARIO: 1. Neppure i vocabolari possono stare in pace. –

1. Neppure i vocabolari possono stare in pace. – Un linguista che redige un vocabolario non deve preoccuparsi in genere di altro che di registrare l’uso linguistico di un termine, la sua etimologia, fraseologia e quanto altro la scienza linguistica moderna consente di sapere sul significato delle parole. Direi che è difficile immaginare qualcosa di più obiettivo e neutro. Invece, l’associazionismo ebraico, o forse è meglio dire “sionista”, interviene perfino sulla redazione della voci di dizionario, pretendendo di dettare la stesura delle singole voci. La nostra ignoranza della lingua romena ci impedisce di entrare nel merito. Il fatto è comunque segnalato con toni allarmistici e demonizzanti da un apposito bollettino, specializzato in questo genere di attenzioni, il CICAD al suo n° 1463, che addirittura lancia un «Appel à modifier la définition d’un terme antisémite du dictionnaire», ripreso da un sito francese: Ouestfrance.fr - Di questo passo ci saranno anche sedie e tavoli antisemiti, vestiti antisemiti, e così via. Una gabbia di matti. Quello che si evince è che questi signori non amano l’uso libero di internet, che sembra non riescano a controllare e condizionare con la stessa facilità con sui si impongono sui media, televisivi e della carta stampata.

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