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Leggo adesso la prima notizia dell’arrivo a Istanbul dei nostri connazionali. Stavo completando il post precedente, quando mi sono imbattutto in questa notizia che richiede una pagina a se stante. Ma continuo qui il ragionamento che stavo facendo sugli aspetti tecnico-giuridici di tutta la faccenda. In breve, andando alle conclusioni, sono dell’avviso che sia stato un “atto di guerra” contro un paese NATO quello compiuto da navi battenti bandiera israeliana in acque internazionali in piena notte, verso le tre e le quattro, quando presumibilmente i passeggeri dormivano e venivano colti nel sonno da un attacco di guerra. Il Trattato della NATO prevede che quando uno dei paesi membri è aggredito da uno stato terzo debbono scattare tutti i meccanismi difensivi previsti. In realtà, la NATO è la forma militare con la quale gli Stati Uniti esercitano il loro dominio sui paesi vassalli. In un libro di Chomsky che sto leggendo è ben descritto il principio di autoesenzione che gli USA praticano verso se stessi: tutte le norme di diritto internazionale valgono per gli altri, quando e se gli USA lo vogliono, ma non valgono mai per gli stessi USA che come potenza imperiale dominante si ritiene esente da ogni vincolo.
Ma torniamo a noi e ai nostri amici appena liberati. Saggiamente, la Turchia ha chiesto l’immediata convocazione del Consiglio Atlantico. Non eravamo lì e non abbiamo letto nessun resoconto stenografico della riunione, ma immagino che la prima cosa che abbiano dovuto esaminare è se a norma del Trattato, per quel che le norme valgono, vi sia stato o no “atto di guerra” contro un paese membro, cioè la Turchia, da parte di un paese non membro, cioè Israele, ringraziato dall’Italia per aver liberato prigionari italiani sequestrati a bordo di una nave civile battente la bandiera di un paese alleato, cioè la Turchia.
Quel che sappiamo è che il programma israeliano prevedeva una grande umiliazione di tutti i 700 pacifisti. Avrebbero dovuto firmare una dichiarazione dove riconoscevano di aver commesso un “reato”. Se non lo avessero fatto vi sarebbe stato un iter giudiziario con imprigionamento. Questi i piani israeliani. È però subito venuta l’intimazione della NATO perché subito liberati i prigionieri, che sono tornati a Istanbul, non a Roma. Il nostro ministero degli Esteri ha fatto sapere che una volta ad Istanbul i nostri concittadini erano liberi di andare dove volevano e noi sappiamo dove Frattini vorrebbe che andassero. Se la Turchia è un paese alleato dell’Italia, è veramente il colmo di quella “cupidigia di servilismo” di cui parlava Vittorio Emanuele Orlando subito dopo la firma del Trattato di Pace ovvero di Sudditanza Perpetua. Tanto più che i nostri connazionali, appena giunti a Istanbul ci dicono di essere stati rapiti, picchiati e derubati:
È da ricordare che Angela Lano, in quanto direttrice di Infopal, è stata fatto oggetto da madonna Fiammetta Nirenstein di un’indagine parlamentare a pagamento, dove Angelo insieme ad altri vengono accusati di “antisemitismo” ex legge Mancino. In realtà, sia la Lano sia gli altri sono colpevoli di essere “antipatici” alla stessa Fiammetta, che per essere stata messa in lista in buona posizione e dunque nominata crede di poter fare i suoi comodi nel parlamento italiano: tanto comandano loro!
Dunque, “rapiti”, “picchiati”, “derubati”! E Frattini ringrazia, mentre Feltri in un «Giornale» che dovrebbe essere di proprietà di Berlusconi dice che “hanno fatto bene”. Esiste sui banconi delle librerie qualche libro con titolo “morte della patria”, che non ci prenderemo la briga di leggere, ma qui noi pensiamo sempre più spesso ad un’altra fattispecie: “tradimento della patria”.
Sto leggendo le pagine online che mi vengono segnalate e che riferiscono le prime dichiariazioni dei prigionieri liberati. Riporto di seguito le dichiazione di Joe Fallisi, facendo poi seguire un mio breve commento:
Ma torniamo a noi e ai nostri amici appena liberati. Saggiamente, la Turchia ha chiesto l’immediata convocazione del Consiglio Atlantico. Non eravamo lì e non abbiamo letto nessun resoconto stenografico della riunione, ma immagino che la prima cosa che abbiano dovuto esaminare è se a norma del Trattato, per quel che le norme valgono, vi sia stato o no “atto di guerra” contro un paese membro, cioè la Turchia, da parte di un paese non membro, cioè Israele, ringraziato dall’Italia per aver liberato prigionari italiani sequestrati a bordo di una nave civile battente la bandiera di un paese alleato, cioè la Turchia.
Quel che sappiamo è che il programma israeliano prevedeva una grande umiliazione di tutti i 700 pacifisti. Avrebbero dovuto firmare una dichiarazione dove riconoscevano di aver commesso un “reato”. Se non lo avessero fatto vi sarebbe stato un iter giudiziario con imprigionamento. Questi i piani israeliani. È però subito venuta l’intimazione della NATO perché subito liberati i prigionieri, che sono tornati a Istanbul, non a Roma. Il nostro ministero degli Esteri ha fatto sapere che una volta ad Istanbul i nostri concittadini erano liberi di andare dove volevano e noi sappiamo dove Frattini vorrebbe che andassero. Se la Turchia è un paese alleato dell’Italia, è veramente il colmo di quella “cupidigia di servilismo” di cui parlava Vittorio Emanuele Orlando subito dopo la firma del Trattato di Pace ovvero di Sudditanza Perpetua. Tanto più che i nostri connazionali, appena giunti a Istanbul ci dicono di essere stati rapiti, picchiati e derubati:
«ISTANBUL - Un sacchetto per il vomito di quelli che ti danno sugli aerei, una bandana blu, due pacchetti di sigarette vuoti, due batterie per la telecamera, ma senza telecamera. E' tutto quello che e' rimasto a Manuel Zani, videomaker di 30 anni, dopo il blitz israeliano contro il convoglio di attivisti filo-palestinesi diretti a Gaza. Al suo arrivo a Istanbul questa notte, insieme con gli altri cinque attivisti italiani - Angela Lano, Giuseppe Fallisi, Ismail Abdel Rahim Qaraqe Awin e Marcello Faracci - Zani, il piu' giovane del gruppo, e' piu' arrabbiato che provato: ''Avevo con me 10mila euro di attrezzature - racconta all'ANSA - le hanno sequestrate, chissa' se le riavro' mai indietro''» (Fonte)Dunque, il nostro ministero degli esteri non ha fatto assolutamente nulla per la liberazione dei nostri connazionali e fosse per lui sarebbe rimasto nelle prigioni israeliani. Al massimo Frattini avrebbe chiesto un poco di clemenza, quanto per salvare la faccia di ministo “italiano”. Tanto più che nel giro di poche ore arriva una sconfessione plateale di ciò che Berlusconi ha detto pubblicamente, aderendo all’idea di una inchiesta internazionale. Insomma, quando noi diciamo che non abbiamo un ministre degli esteri italiano, ma un sottosegretario agli esteri israeliano siamo confermati da fatti conseguenti. L’Italia con ministro degli Esteri Frattini è l’unico stato europeo che a Ginevra ha votato contro la richiesta del Consiglio di Sicurezza per una inchiesta internazionale: a chi ubbidisce Frattini?
È da ricordare che Angela Lano, in quanto direttrice di Infopal, è stata fatto oggetto da madonna Fiammetta Nirenstein di un’indagine parlamentare a pagamento, dove Angelo insieme ad altri vengono accusati di “antisemitismo” ex legge Mancino. In realtà, sia la Lano sia gli altri sono colpevoli di essere “antipatici” alla stessa Fiammetta, che per essere stata messa in lista in buona posizione e dunque nominata crede di poter fare i suoi comodi nel parlamento italiano: tanto comandano loro!
Dunque, “rapiti”, “picchiati”, “derubati”! E Frattini ringrazia, mentre Feltri in un «Giornale» che dovrebbe essere di proprietà di Berlusconi dice che “hanno fatto bene”. Esiste sui banconi delle librerie qualche libro con titolo “morte della patria”, che non ci prenderemo la briga di leggere, ma qui noi pensiamo sempre più spesso ad un’altra fattispecie: “tradimento della patria”.
Sto leggendo le pagine online che mi vengono segnalate e che riferiscono le prime dichiariazioni dei prigionieri liberati. Riporto di seguito le dichiazione di Joe Fallisi, facendo poi seguire un mio breve commento:
«Sollevato, ma visibilmente più stanco, è il tenore Giuseppe Fallisi, 50 anni. Nei suoi occhi, ancora un velo di paura e incredulità per ciò che ha visto e sentito sulla sua pelle: «Siamo stati picchiati dalla polizia, prima sulla nave dai militari e poi ancora poco fa all’aeroporto di Tel Aviv», racconta. «Ci picchiavano ad esempio se non ci sedevamo, e dopo averci picchiati mandavano i medici a visitarci»» (Fonte).Capite? Prima li picchiano gratuitamente e poi mandano il medico a farli visitare. Siamo stati bombardati anche noi con un numero incalcolabile di bytes per sentirci dire che l’esercito israeliano è il più morale del mondo, quello con il più alto indice di moralità. Ne abbiamo qui un esempio di siffatta “moralità”: prima ti picchiano e magari ti torturano, poi ti mandano il medico per assicurarsi che non sei morto o per farti ricucire. Una simile “moralità” ci era già nota dai racconti evangelici, dalla continue polemiche di Gesù Cristo con i Farisei: si chiamava “ipocrisia”. E possiamo dire che se per davvero gli odierni “ebrei” che vivono in Israele sono i discendenti genetici di quelli che vivevano ai tempi di Cristo, allora senza dubbio sono discendenti dei “Farisei”, mentre gli odierni palestinesi sono i discendenti di quelle folle che seguivano Gesù. Poi con il tempo sono diventati musulmani, ma certamente sono loro i più certi e probabili discendenti delle popolazioni autoctone.
1 commento:
Non scrivo poesie, ma, ad ogni modo, le poesie non sono poesie.
Molto tempo fa, mi è stato fatto capire che la Palestina non era la Palestina.
Sono stato anche informato che i Palestinesi non erano Palestinesi.
Mi hanno anche spiegato che la pulizia etnica non era pulizia etnica.
E dove il mio vecchio io ingenuo vedeva dei combattenti per la libertà,
mi fecero pazientemente capire che costoro non erano combattenti per la libertà, e che la resistenza non era resistenza.
E quando stupidamente notavo l'arroganza, l'oppressione e l'umiliazione,
loro mi illuminarono benevolmente, in modo che potessi capire
che l'arroganza non era arroganza, l'oppressione non era oppressione e l'umiliazione non era umiliazione.
Vidi miseria, razzismo, disumanità, e un campo di concentramento.
Ma loro mi dissero che loro erano esperti in miseria, razzismo, disumanità e campi di concentramento, e io mi sono fidato della loro parola:
questa non era miseria, questo non era razzismo, non era disumanità, e non erano campi di concentramento.
Con il passare degli anni mi hanno insegnato così tante cose!
L'invasione non era un'invasione, l'occupazione non era occupazione, il colonialismo non era colonialismo, e l'apartheid non era apartheid!
Hanno aperto la mia mente semplice a verità ancora più difficili e complesse, che il mio povero cervello da solo non avrebbe potuto elaborare, come per esempio:
"avere armi atomiche" non significava "avere armi atomiche",
e invece "non possedere armi di distruzione di massa" significava "possedere armi di distruzione di massa".
E, la democrazia, nella Striscia di Gaza, non era democrazia.
Invece avere cittadini di serie B (in Israele), era democrazia.
Perciò, mi scuserete se non mi sorprendo di imparare, oggi, che c'erano ancora altre cose che io pensavo fossero evidenti, e che invece non lo sono:
I pacifisti non sono pacifisti, la pirateria non è pirateria, e il massacro di gente disarmata non è il massacro di gente disarmata.
Ho un cervello così limitato, e la mia ignoranza è infinita.
E loro, cazzo, sono così intelligenti! Davvero.
Ghassan Hage
Professor of anthropology and social theory at the University of Melbourne.
http://fuocopuro.blogspot.com
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