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Testo in prima bozza: ancora da rifinire, ripulire ed elaborare.
Ho spiegato ampiamente altrove perché su di un piano di partecipazione democratica e senza nessuna inclinazione verso forme violente ogni cittadino ha il diritto/dovere di aderire ad un partito politico, di sua libera scelta, per partecipare in modo democratica alla formazione della politica nazionale. Naturalmente ciò presuppone che vi sia stata piena attuazione con una legge specifica del dettato dell’art. 49 della costituzione. Così non è mai stato e così mai sarà. I partiti sono in realtà una camarilla di notabili. Questa legge elettorale ha perfino peggiorata una situazione già orribile. Fu nella illusione convinzione che avessi pieno diritto di dire la mia (e non di battere le mani e di reggere la coda a qualcuno) di aderire ad un qualsiasi partito: la contestazione dell’esistente è stato il mio primo atto di partecipazione al partito che mi ero scelto, non un partitino, ma il partito di maggioranza relativa: allora si chiamava Forza Italia. E non è che non trovassi consensi, alla base. Il guaio che appena si saliva in alto si trovava il vuoto, la latitanza. Fu così che molti quadri della mia regione abbandonarono il partito e passarono ad altri aggregazioni. Qualcuno che mi aveva aggregato uscì e poi rientrò. Altri non rientrarono. Altri rimasero in una concezione prevalentemente elettoralistica del partito: se ti va bene, ti sei sistemato! Io ho spiegato a chi aveva interesse a conoscere la mia posizione le ragioni per le quali non amavo cambiare parrocchia. Il problema – dicevo – non è questo o quel partito, ma il sistema dei partiti nel suo complesso. Ognuno stia pure dove sta, ma faccia tutto quel che gli è possibile per cambiare democraticamente e senza violenza tutto il sistema, che è profondamente marcio. Quando io uscirà dal partito – salvo che non mi caccino formalmente, come ha chiesto Alemanno – io uscirò da tutti i partiti e saprò definivamente che il sistema non è percorribile e che è vano e dannoso sperarvi.
Chiedo scusa ai miei abituali lettori di questa premessa, ma era ancora una volta un modo per rispondere ad alcuni miei critici che mi chiedono perché sto da una parte anziché dall’altra. Io che so di non sapere mi trovo purtroppo spesso accanto a persone che credono di sapere tutto e di poter dare ricette al mondo intero e dire ad ognuno quel che devono fare e quel che è giusto. Se sono in buona fede, costoro sono spesso anche noiosi e stancanti. Venendo a Berlusconi, io mi immagino che l’Uomo, pur con i suoi difetti personali e i suoi limiti, sappia operare un’alleanza con il Popolo per levare di torno tutta la massa di parassiti e prebendari che affamano i più con i loro privilegi più o meno grandi. Devo però constatare che l’Uomo – come lui stesso ci ha detto – non conto un c… rispetto agli Ottimati che lo circondano o alle Lobbies transnazionali.
Avevo già notato come il suo ministro degli Esteri non risponda a lui, ma a qualcun altro e sembra quasi che stia al suo posto per per fare quel che Berlusconi, ossia il Capo, dice e comanda, ma per controllare che faccia lui quel che dall’esterno gli ordinano. Certo, pur passando spesso sotto le finestre del Capo non mi capita di vederlo affaccia alla finestra e magari di essere invitato da Lui a salire per prendere un caffè. Non posso quindi sapere con certezza le cose. Posso solo intuirle dai segnali che mi giungono ed interpretare questi segnali. Non sono poi manco certo di azzeccarci. Ma per fortuna ho una grande capacità di rettifica, di rivedere i miei punti di vista, se dati e informazioni nuove mi offrono un diverso quadro della situazione.
Tornando qui alla faccenda di Gaza, importantissima nella sua esemplarità e per tutto ciò che significa non solo per le povere vittime dell’assedio, la cui sofferenza ed il cui eroismo dovrebbe farci arrossire, paragonandolo con la nostra storia nazionale, ma è importante Gaza anche e soprattutto per la nostra collocazione interna e internazionale. Faccio di seguito una serie di esempi, tre, che sono stati impressi nella mia memoria.
1°) Fu quando si trattava di eleggere il presidente dell’UNESCO. Era dato come favorito un egiziano, di cui non ricordo più il nome, ma solo il fatto che era inviso agli Ebrei – se è lecito farne il nome –, ovvero alla Stato ebraico di Israele, alla Diaspora, all’intricato associazionismo ebraico più o meno segreto. Le previsioni del favorito si basavano su dichiarazioni precedenti, pubbliche dei governi. Fra queste vi era anche quella di Berlusconi che aveva dato la sua parola che avrebbe appoggiato il candidato egiziano. Ma poi sappiamo che le cose andarono diversamente. Ad applicare la volontà di Berlusconi avrebbe dovuto essere il suo Ministro degli Esteri. Con cavolo! Francuccio evidentemente prese altrove le indicazioni di come si doveva comportare.
2°) Pochi giorni fa Berlusconi si è pronunciato pubblicamente a favore dell’inchiesta internazionale sulla strage in mare.
3°) Terzo caso che mi riguarda più direttamente. Ho seguito come ho potuto, da una settimana circa, minuto per minuto, la spedizione della Flotilla. Vi ci si trova il mio amico Fallisi, un anarchico intemerato, con una forte determinazione. Il piano scellerato dei criminali che hanno ucciso almeno dieci persone, di nulla colpevole, prevedeva una sorta di forca caudina, una umiliazione alla quale avrebbero voluto sottoporre tutti i 700 Uomini che armati di nulla se non della loro onestà e del loro senso morale si erano proprosti di rompere un assedio che offende i principi più elementari di umanità. Avrebbero dovuto tutti firmare, per essere ignominiosamente rilasciati per espulsione un documento dove riconoscevano di aver commesso un... reato, viaggiando in acque internazionali e armati di scatole di latte in polvere da portare ai bimbi di Gaza.
Naturalmente mai e poi mai Joe avrebbe firmato una dichiarazione simile che sarebbe stata contraria a tutti i suoi principi. Ma cosa ti leggo ieri fra le pieghe di una dichiarazione che non ho qui a portata di mano, ma che corrisponde perfettamente alla natura e alle obbedienze del ministro Frattini. Si è rammaricato che i 700 e fra essi i 6 Italiani non abbiano firmato la carta che lo Stato ebraico avrebbe voluto far firmare loro. Mi auguro che il cerimoniale non preveda un incontro diretto fra il Ministro e i sei italiani. Non sono io fra di loro e non posso parlare per loro, ma so quanto sarebbe per me difficile una stretta di mano con quello che dovrebbe essere in quanto italiano il mio Ministro degli Esteri. Credo che quella mano Frattini la possa meglio stringere a quei parà israeliani che hanno sparato uccidendo e ferendo.
Berlusconi, e tu che fai? Se proprio non conti nulla, come hai detto, liberaci! Fai una nuova legge elettorale e consenti alle forze sociali di uscire sulla piazza, per creare nuove aggregazioni, con le quali il popolo, pacificamente, possa trovare nuovi leaders e nuove sintesi politiche. Forse questo, se vuoi, lo puoi fare, prima che la cricca che ti attornia ti tolga ogni potere. Con i soldi che certo non ti mancano e basteranno per te e per i tuoi pronipoti non hai il problema di dover sbarcare il lunario, come tanti di noi.
Dovrò dire a Joe Fallisi e a tutti gli altri nostri connazionali, appena potrò abbracciarli, che purtroppo devono ringraziare per la loro liberazione il ministro degli esteri turco, non quello italiano, che li avrebbe lasciati marcire nelle galere israeliane. E mi chiedo tuttora quale sia la sorte di mons. Capucci, che non è cittadino italiano e credo abbia un passaporto marocchino. Frattini “ringrazia” Israele per una liberazione ottenuta dalla Turchia a seguito di una intimazione della NATO. Da studente superai l’esame di diritto internazionale con un bel 30 e lode, ma è passato del tempo da allora e nel programma di esame non mi pare fosse compreso il diritto internazionale bellico, giacchè eravamo in pace. La materia è certamente interessante da un punto di visto tecnico-giuridico, ma ci vogliono dei tempi tecnici per ritrovare negli scaffali i testi di studio appropriati. Nel frattempo, a lume di naso fra il sionista Volli, che io leggo alla tedesca, e l’analista Bertani, ritengo molto più affidabile il secondo.
Esiste un problema generale che è il seguente: quanto siano effettivamente rappresentativi i rappresentanti politici. Trovo “vergognosa” la posizione dell’Italia a Ginevra o anche come è stato detto “miope”. Perfino i più intelligenti e accaniti sostenitori di Israele hanno capito come si sia passato il limite, anche se ciò è gia successo tante volte. Ritengono probabilmente di poterla sfangare anche questa volta. Chi vivrà vedrà. I pochi personaggi politici che difendono una decisione che non è dell’Italia ma di Frattini e di chi occupa pro tempore la diligenza ben esprimono in chi è fortemente di diverso avviso il profondo divorzio fra il Palazzo ed il Popolo. I non so quanto conto numericamente, ma non lo può sapere neppure la Boniver, per fare un esempio preso a caso:
Occorre distinguere fra “concetto” e “posizione”: uno può assumere in un consesso una determinata posizione perché riceve un ordine, una minaccia, un ricatto. Dal punto di vista del diritto una posizione assunta non liberamente non ha validità giuridica alcuna. Di un ricatto abbiamo saputo per esempio nel caso del governo greco cipriota che stranamente ha negato ai naviganti il diritto di salpare, per giunta retrodatando un decreto del 28 maggio alla data del 21 maggio. Si è poi saputo di un esplicito ricatto israeliano sulla questione dello sfruttamento delle risorse metaniferi che si sa trovarsi davanti alla Striscia di Gaza e sulle quali Israele ha già messo le mani. Che la posizione italiana sia condizionata in modo analogo siamo in molti a crederlo. Ma una posizione è in genere anche accompagnata da una “motivazione”, da un “concetto”. Ed è solo su questo che noi possiamo esprimere un giudizio. In questo caso il “concetto” della veneranda signora si regge malamente. E non vale la pena soffermarsi sul merito: tanto vacuo pare che non giova perder tempo. Invece quando si imputa il “pregiudizio” ad una stragande maggioranza che ha ben pensato di assumere altra posizione viene da pensare di rimbalzo alla “presunzione” di chi dice all’universo mondo di non vedere quello che tutti vedono. Le bugie hanno le gambe corte, dice un proverbio. Che il “concetto” boniveriano e non solo faccia acqua da tutte le parti è cosa che ognuno può vedere e rafforza il sospetto che vi sia stato una sorta di condizionamente “greco-cipriota”.
Chiedo scusa ai miei abituali lettori di questa premessa, ma era ancora una volta un modo per rispondere ad alcuni miei critici che mi chiedono perché sto da una parte anziché dall’altra. Io che so di non sapere mi trovo purtroppo spesso accanto a persone che credono di sapere tutto e di poter dare ricette al mondo intero e dire ad ognuno quel che devono fare e quel che è giusto. Se sono in buona fede, costoro sono spesso anche noiosi e stancanti. Venendo a Berlusconi, io mi immagino che l’Uomo, pur con i suoi difetti personali e i suoi limiti, sappia operare un’alleanza con il Popolo per levare di torno tutta la massa di parassiti e prebendari che affamano i più con i loro privilegi più o meno grandi. Devo però constatare che l’Uomo – come lui stesso ci ha detto – non conto un c… rispetto agli Ottimati che lo circondano o alle Lobbies transnazionali.
Avevo già notato come il suo ministro degli Esteri non risponda a lui, ma a qualcun altro e sembra quasi che stia al suo posto per per fare quel che Berlusconi, ossia il Capo, dice e comanda, ma per controllare che faccia lui quel che dall’esterno gli ordinano. Certo, pur passando spesso sotto le finestre del Capo non mi capita di vederlo affaccia alla finestra e magari di essere invitato da Lui a salire per prendere un caffè. Non posso quindi sapere con certezza le cose. Posso solo intuirle dai segnali che mi giungono ed interpretare questi segnali. Non sono poi manco certo di azzeccarci. Ma per fortuna ho una grande capacità di rettifica, di rivedere i miei punti di vista, se dati e informazioni nuove mi offrono un diverso quadro della situazione.
Tornando qui alla faccenda di Gaza, importantissima nella sua esemplarità e per tutto ciò che significa non solo per le povere vittime dell’assedio, la cui sofferenza ed il cui eroismo dovrebbe farci arrossire, paragonandolo con la nostra storia nazionale, ma è importante Gaza anche e soprattutto per la nostra collocazione interna e internazionale. Faccio di seguito una serie di esempi, tre, che sono stati impressi nella mia memoria.
1°) Fu quando si trattava di eleggere il presidente dell’UNESCO. Era dato come favorito un egiziano, di cui non ricordo più il nome, ma solo il fatto che era inviso agli Ebrei – se è lecito farne il nome –, ovvero alla Stato ebraico di Israele, alla Diaspora, all’intricato associazionismo ebraico più o meno segreto. Le previsioni del favorito si basavano su dichiarazioni precedenti, pubbliche dei governi. Fra queste vi era anche quella di Berlusconi che aveva dato la sua parola che avrebbe appoggiato il candidato egiziano. Ma poi sappiamo che le cose andarono diversamente. Ad applicare la volontà di Berlusconi avrebbe dovuto essere il suo Ministro degli Esteri. Con cavolo! Francuccio evidentemente prese altrove le indicazioni di come si doveva comportare.
2°) Pochi giorni fa Berlusconi si è pronunciato pubblicamente a favore dell’inchiesta internazionale sulla strage in mare.
«"Siamo profondamente preoccupati per la vicenda al largo di Gaza, che ha causato numerose vittime civili. Alle loro famiglie esprimiamo le nostre condoglianze".Se è Lui che comanda e detta la politica estera, ci saremmo aspettati che oggi il rappresentante italiano alla Commissione dei diritti umani in Ginevra avrebbe votato in modo conforme ad una volontà del Capo resa pubblica da una sua dichiarazione: o parla sapendo quel che dice o parla a vanvera senza aver potere. Oggi il Capo del Governo è stato per la seconda volta – a mia memoria, ma chissà quante altre volte! – sconfessato da un suo ministro. Che dico? Suo Ministro? No! Di qualcun altro. Chi? ve lo lascio indovinare.
Parla il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che aggiunge: "La dinamica dei fatti dovrà essere oggetto di un’inchiesta completa ed imparziale, come già richiesto dall’Unione Europea e dalle Nazioni Unite. Il Governo - annuncia il premier - è in attività per seguire la sorte dei nostri connazionali, per i quali abbiamo già chiesto un immediato ritorno a casa. Auspichiamo - conclude Berlusconi - che venga evitata ogni azione suscettibile di innalzare ulteriormente la tensione e compromettere il dialogo ed invitiamo Israele a dare un deciso segnale per la soluzione della situazione umanitaria a Gaza.» (Fonte)
3°) Terzo caso che mi riguarda più direttamente. Ho seguito come ho potuto, da una settimana circa, minuto per minuto, la spedizione della Flotilla. Vi ci si trova il mio amico Fallisi, un anarchico intemerato, con una forte determinazione. Il piano scellerato dei criminali che hanno ucciso almeno dieci persone, di nulla colpevole, prevedeva una sorta di forca caudina, una umiliazione alla quale avrebbero voluto sottoporre tutti i 700 Uomini che armati di nulla se non della loro onestà e del loro senso morale si erano proprosti di rompere un assedio che offende i principi più elementari di umanità. Avrebbero dovuto tutti firmare, per essere ignominiosamente rilasciati per espulsione un documento dove riconoscevano di aver commesso un... reato, viaggiando in acque internazionali e armati di scatole di latte in polvere da portare ai bimbi di Gaza.
Naturalmente mai e poi mai Joe avrebbe firmato una dichiarazione simile che sarebbe stata contraria a tutti i suoi principi. Ma cosa ti leggo ieri fra le pieghe di una dichiarazione che non ho qui a portata di mano, ma che corrisponde perfettamente alla natura e alle obbedienze del ministro Frattini. Si è rammaricato che i 700 e fra essi i 6 Italiani non abbiano firmato la carta che lo Stato ebraico avrebbe voluto far firmare loro. Mi auguro che il cerimoniale non preveda un incontro diretto fra il Ministro e i sei italiani. Non sono io fra di loro e non posso parlare per loro, ma so quanto sarebbe per me difficile una stretta di mano con quello che dovrebbe essere in quanto italiano il mio Ministro degli Esteri. Credo che quella mano Frattini la possa meglio stringere a quei parà israeliani che hanno sparato uccidendo e ferendo.
Berlusconi, e tu che fai? Se proprio non conti nulla, come hai detto, liberaci! Fai una nuova legge elettorale e consenti alle forze sociali di uscire sulla piazza, per creare nuove aggregazioni, con le quali il popolo, pacificamente, possa trovare nuovi leaders e nuove sintesi politiche. Forse questo, se vuoi, lo puoi fare, prima che la cricca che ti attornia ti tolga ogni potere. Con i soldi che certo non ti mancano e basteranno per te e per i tuoi pronipoti non hai il problema di dover sbarcare il lunario, come tanti di noi.
Dovrò dire a Joe Fallisi e a tutti gli altri nostri connazionali, appena potrò abbracciarli, che purtroppo devono ringraziare per la loro liberazione il ministro degli esteri turco, non quello italiano, che li avrebbe lasciati marcire nelle galere israeliane. E mi chiedo tuttora quale sia la sorte di mons. Capucci, che non è cittadino italiano e credo abbia un passaporto marocchino. Frattini “ringrazia” Israele per una liberazione ottenuta dalla Turchia a seguito di una intimazione della NATO. Da studente superai l’esame di diritto internazionale con un bel 30 e lode, ma è passato del tempo da allora e nel programma di esame non mi pare fosse compreso il diritto internazionale bellico, giacchè eravamo in pace. La materia è certamente interessante da un punto di visto tecnico-giuridico, ma ci vogliono dei tempi tecnici per ritrovare negli scaffali i testi di studio appropriati. Nel frattempo, a lume di naso fra il sionista Volli, che io leggo alla tedesca, e l’analista Bertani, ritengo molto più affidabile il secondo.
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Esiste un problema generale che è il seguente: quanto siano effettivamente rappresentativi i rappresentanti politici. Trovo “vergognosa” la posizione dell’Italia a Ginevra o anche come è stato detto “miope”. Perfino i più intelligenti e accaniti sostenitori di Israele hanno capito come si sia passato il limite, anche se ciò è gia successo tante volte. Ritengono probabilmente di poterla sfangare anche questa volta. Chi vivrà vedrà. I pochi personaggi politici che difendono una decisione che non è dell’Italia ma di Frattini e di chi occupa pro tempore la diligenza ben esprimono in chi è fortemente di diverso avviso il profondo divorzio fra il Palazzo ed il Popolo. I non so quanto conto numericamente, ma non lo può sapere neppure la Boniver, per fare un esempio preso a caso:
«Onorevole Margherita Boniver, parlamentare Pdl e presidente del Comitato Schengen, perché l’Italia è il solo Paese Ue ad aver votato contro la risoluzione del Consiglio dei diritti umani dell’Onu?Questa graziosa signora teoricamente sarebbe del mio stesso partito e potrebbe dire che io sono un suo elettore e che quindi lei parla a nome mio. Ma non è così! Dissento profondamente da lei e da una Signora Nirenstein che mi sono ritrovata nel PdL solo perché qualcuno l’ha messa in una lista che nessun iscritto al PdL ha mai potuto determinare. E comunque rispetto a chi crede di potersi appellare a numeri nascosti che non contano niente e nessuno può verificare io oppongo sempre il mio: et si ommes ego non. Il che tradotto significa che io elettore (critico) della maggioranza di governo non mi riconosco in nessun modo in questa posizione. Se la signora Boniver, la signora Nirenstein, il signor Ruben mi offrono democraticamente la facoltà di contestarli e smentirli, possono già avere la mia sconfessione per acquisita. Di democrazia tutti ne parlano, cosa sia e dove stia nessuno lo sa! E meno che mai credo che la democrazia la si trovi in Israele. O meglio: anche dei ladroni possono avere qualche regola democratica nel secondo che possono deliberare a maggioranza e minoranza, ma ciò non fonda la loro legittimità a vivere di rapina e magari anche di omicidio.
«Sono molto fiera[io provo solo un senso di pena per questa signora, che dice di essere fiera di ciò che io italiano trovo “vergognoso”; ma chi è fiero della propria vergogna! Almeno il fatto di essere stata l’Italia il “solo” Paese avrebbe dovuto far riflettere la veneranda signora, se veramente le stesse a cuore l’Italia più che un altro paese nella cui vergogna e nei cui crimini veniamo in questo modo trascinato. Si direbbe che la signora sia scesa insieme con in parà israeliani sulla nave dove sei nostri concittadini hanno rischiato di essere uccisi insieme agli altri diciannove contate da un’infermiera.]della decisione italiana: è ferma e chiara, in un momento di confuzone dei Paesi Ue, incapaci di trovare una posizione comune. Il motivo fondamentale del nostro no è un ragionamento limpido:[limpido come le innumerevoli menzogne che hanno costellato i 60 anni dello stato ebraico; limpido come il numero dei morti dichiarati: nove da Israele, almeno 19 da quelli che stavano sulla nave, che parlano anche id corpi gettati in mare]essendo Israele una consolidata e conclamata democrazia[che stupidaggini! Questa retorica delle democrazia israeliana suscita non poche perplessità in una persona da non pochi anni sulla scena politica in posizioni di reponsabilità]dal primo giorno della sua esistenza, sarà perfettamente in grado di fare un’inchiesta approfondita e trasparente sulla dinamica dei fatti che hanno portato alla tragedia della Marmara»[Ma se già si parla da più parti di corpi gettati in mare e dalla parte degli aggrediti si parla di 19 morti anziché 9, quale mentecatto può affidare una richiesta “imparziale” ad una parte che è già accusata di occultare parte dei cadaveri? Qui difetta la più elementare delle logiche e la posizione italiana non può essere altro che il tentativo di copertura ed insabbiamento di un crimine. Sarebbe come se ad una persona sospettata di assassinio si affidasse il compito di svolgere le indagini. I “rappresentanti” ci prendono in giro e si fanno beffe della nostra intelligenza. Una commissione terza, neutrale e indipendente a chi avrebbe dovuto far paura se lo scopo è la ricerca della verità e non il suo occultamento?](Fonte)
Occorre distinguere fra “concetto” e “posizione”: uno può assumere in un consesso una determinata posizione perché riceve un ordine, una minaccia, un ricatto. Dal punto di vista del diritto una posizione assunta non liberamente non ha validità giuridica alcuna. Di un ricatto abbiamo saputo per esempio nel caso del governo greco cipriota che stranamente ha negato ai naviganti il diritto di salpare, per giunta retrodatando un decreto del 28 maggio alla data del 21 maggio. Si è poi saputo di un esplicito ricatto israeliano sulla questione dello sfruttamento delle risorse metaniferi che si sa trovarsi davanti alla Striscia di Gaza e sulle quali Israele ha già messo le mani. Che la posizione italiana sia condizionata in modo analogo siamo in molti a crederlo. Ma una posizione è in genere anche accompagnata da una “motivazione”, da un “concetto”. Ed è solo su questo che noi possiamo esprimere un giudizio. In questo caso il “concetto” della veneranda signora si regge malamente. E non vale la pena soffermarsi sul merito: tanto vacuo pare che non giova perder tempo. Invece quando si imputa il “pregiudizio” ad una stragande maggioranza che ha ben pensato di assumere altra posizione viene da pensare di rimbalzo alla “presunzione” di chi dice all’universo mondo di non vedere quello che tutti vedono. Le bugie hanno le gambe corte, dice un proverbio. Che il “concetto” boniveriano e non solo faccia acqua da tutte le parti è cosa che ognuno può vedere e rafforza il sospetto che vi sia stato una sorta di condizionamente “greco-cipriota”.
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