lunedì 31 gennaio 2022

Augusto Sinagra: Roba da brividi alla schiena.

Sono qui condivisi in
Civium Libertas i testi che Augusto Sinagra pubblica in Telegram, dopo essere stato bloccato in facebook. Appaiono tutti sotto un titolo di rubrica che ne spiega la forma: Radio Fogna. Scritti appassionati di un patriota che soffre per la condizione in cui versa l'Italia. I temi trattati sono sempre di strettissima attualità. Procediamo a ritroso dal post più recente a quello meno recenti, che è però è sempre bene tenere in memoria. Cesare Sacchetti ha una pagina facebook e un sito web: La Cruna dell'Ago, alle quali si può accedere direttamente.
AC
 
Radio Fogna - 28 gennaio 2022

ROBA DA BRIVIDI ALLA SCHIENA

La Procura della Repubblica di Roma ha disposto nei giorni scorsi la perquisizione locale (dell’abitazione) e personale dello stimato giornalista Cesare Sacchetti il quale in uno dei suoi articoli aveva dato notizia, peraltro non dichiarata come certa, che il noto Draghi Mario stesse male in salute.
Questo ha determinato la perquisizione e il sequestro degli strumenti telematici di comunicazione in possesso del giornalista.
Per avere il giornalista ipotizzato un non buono stato di salute del bancario e crocerista sul “Britannia”, egli è ora indagato per i reati di vilipendio del Capo del governo e diffusione di notizie tendenziose atte a turbare “l’ordine pubblico”.
Dunque, dire che il Capo del governo pare che stia male significa vilipenderlo? Ipotizzare che il Capo del governo abbia, per esempio, una crisi diarroica, provoca sommosse di piazza? (cioè turbi l’ordine pubblico).
Ognuno tragga le sue conclusioni specificamente con riguardo al punto della motivazione del provvedimento della Procura di Roma nel quale si dice che ipotizzare “precarie condizioni di salute” di Draghi Mario, potrebbe costituire “conseguente, prevedibile istigazione nel contesto eversivo anti-governativo no vax”.
Dunque, a parte la plateale gaffe della Procura della Repubblica che in tal modo ha reso intellegibili le reali finalità del provvedimento di mettere a tacere una fonte informativa libera, intimidendola, il Dott. Cesare Sacchetti sarebbe un eversore o un istigatore di eversori.
Anche qui ricorre la saggezza popolare: il bue che dice cornuto all’asino.
Le conclusioni di questa vicenda che costituisce una pagina non bella della magistratura italiana, sono due:
1. il “democratico” governo in carica è chiaramente in preda al panico;

2. questa è la magistratura, per fortuna solo in parte.

AUGUSTO SINAGRA

domenica 30 gennaio 2022

Augusto Sinagra: La coerenza e la vergogna

Inizio a divulgare e condividere in Civium Libertas i testi che Augusto Sinagra pubblica in Telegram, dopo essere stato bloccato in facebook. Appaiono tutti sotto un titolo che ne spiega la forma: Radio Fogna. Scritti appassionati di un patriota che soffre per la condizione in cui versa l'Italia. L'ultima elezione presidenziale esprime il grado estremo di degrado della vita politica. Abbiamo da una parte un ceto politico parlamentare costituitosi in casta. Di null'altro si occupa e si preoccupa che di conservare i propri privilegi. Quanto poi al marinaio del Britannia nei più si incomincia già a riconoscere il suo vero ruolo: la completa messa in liquidazione dell'Italia. A fronte dell'estraneità di chi ci governa, questo è l'appello che Sinagra lancia: «Ricordiamoci che l'Italia siamo noi, solo noi!!!»

AC 

Radio Fogna / 30.1.2022

LA COERENZA E LA VERGOGNA

Il figlio di Bernardo Mattarella resta presidente della Repubblica. Il bancario del Britannia resta al governo con i suoi accoliti. Il “Dottor Sottile” è il nuovo Presidente della Corte costituzionale. Il Parlamento continua ad autosputtanarsi, e così tutti i Partiti.
È vero che per il figlio di Barnardo ci sarà la soluzione “Napolitano”, due anni e poi a casa.
È vero che il “Dottor Sottile” resterà in carica pochi mesi per sopravvenuta scadenza del mandato novennale.
È vero che nel 2023 la gran maggioranza dei Parlamentari in carica tornerà alla disoccupazione o all’agricoltura, come è vero che l’uomo del “Britannia” potrebbe lasciare per ragioni di salute o di convenienza, un attimo prima del totale fallimento e disgregazione della Nazione (e ci siamo molto vicini), ma tutto questo niente toglie al fatto che la situazione presente consiglia di implorare protezione e salvezza alla Madonna di Montevergine.
Quel che più indigna, però, non è tanto il cioccolataio della Lega o il pur irrilevante puttaniere di Arcore, quanto soprattutto la Giovanna d’Arco della porchetta, quella che pur potendolo fare non fece cadere il secondo governo del Conte Tacchia e ora sostiene il governo attuale perché “ho stima di Draghi”; quella che è corsa festante a far parte dell’Aspen Institute, che votò la fiducia a Monti e votò la legge “Fornero”, il pareggio di bilancio ed altre consimili amenità.
Ebbene, la donzella in questione, per avere il suo Partito votato come Capo dello Stato Carlo Nordio (che per favorire l’accordo con la Signora Meloni ha da ultimo sostenuto la costituzionalità dell’obbligatorietà dei vaccini) e non il figlio di Bernardo e di Maria, ha la sfacciataggine di dire che il suo è l’“Unico Partito coerente e contro i giochi di Palazzo”.
Questo inverosimile personaggio ignora la differenza tra la coerenza e la vergogna: la prima le è estranea e la seconda non l’ha mai avuta.

AUGUSTO SINAGRA

Augusto Sinagra: «Da Telegram, per censura facebook: “Una richiesta di aiuto”»

Il Prof. Augusto Sinagra aveva dapprima una seguitissima Pagina Facebook, bloccata, quindi anche il suo altrettanto seguito Profilo Facebook, che in poco tempo ha raggiunto il numero massimo di 5000 iscritti, è stata nuovamente bloccata. I testi del prof. Sinagra sono pregevoli analisi giuridico-istituzionali della attualità politica che superano di gran lunga analoghi testi che appaiono nei mainstream. Ormai è guerra aperta fra siti web (social, blog, siti e quanto altro) e il main streal, l'«informazione professionale», sempre più scopertamente di regime, e notoriamente finanziata per la propaganda pandemica. Abbiamo perciò deciso di ospitare sul nostro ormai ventennale “Civium Libertas” gli articoli e le note di Augusto Sinagra, dando ogni volta la data e la fonte da cui sono ripresi. Per il pregresso faremo una selezione, a seconda della perdurante attualità dei testi. Diamo avvio prendendo spunto da una specifica richiesta di aiuto, rivolta agli amici del web. Ma non sarà qualcosa di episodico, bensè di sistemativo. 

Civium Libertas

                                           UNA RICHIESTA DI AIUTO

Prego tutti gli Amici di Telegram, presenti anche su Facebook, di voler pubblicare sulla loro “pagina” di Facebook o pagine di amici, la seguente mia lettera al “Barone brigante”, avvertendo tutti che d’ora in poi pubblicherò solo su Telegram e non più su Facebook:
 
“Egregio Zuckerberg,
 
in questo mese di gennaio si sono susseguiti ben tre provvedimenti interdittivi nei miei confronti per un totale di 60 giorni o forse di più (non ho capito bene) con la solita e mendace scusa della violazione delle regole della “Community”.
 
La sua azione è rivolta a tacitare una “voce” scomoda per i laidi interessi e progetti che le stanno a cuore, non solo a beneficio di ciniche Case farmaceutiche ma soprattutto per consentire – con la volgare scusa del Covid – la disarticolazione della democrazia negli Stati del mondo, annichilendo irrinunciabili diritti e libertà della persona.
 
Capisco che non le sono simpatico anche per le “legnate” giudiziarie da me a lei inflitte ed è anche per questo che non ho alcun sentimento di ostilità nei suoi confronti se non il mio ribrezzo per lei sul piano morale.
 
Lei, Zuckerberg, è solamente un piccolo ometto infelice e, pur essendo molto ricco, non basterebbero tutti i soldi del mondo a mutare la sua piccolezza e a dare pace alla sua coscienza per il male che fa e per l’odio che diffonde. Perché è lei che istiga all’odio.
 
Non perda più il suo tempo tentando di far tacere me e i nemici dei suoi padroni.
 
Ci sono ben altri e migliori Social dove non vengono commesse le abituali porcherie di Facebook sul quale non scriverò più per una mia esigenza di pulizia morale.
 
Viva tormentandosi nel suo odio verso la vita e continui ad accumulare quello sterco del demonio a lei così caro.
 
Spero che quando morirà si vergognerà di come ha vissuto.
 
Augusto Sinagra”.

giovedì 20 gennaio 2022

Teodoro Klitsche de la Grange: "L'ultimo spenga la luce"


 

Le recenti lezioni suppletive del seggio alla Camera lasciato libero dal neo eletto Sindaco di Roma on.le Gualtieri ha raggiunto un record di astensione elettorale: ha votato poco più di un decimo degli elettori (l’11% e frazioni). Dei votanti, un po’ meno del 60% ha plebiscitato (per così dire) la eletta on.le D’Elia (del PD). La quale ha occupato un seggio forte del consenso di poco più del 6% degli elettori.

Il tutto pone dei problemi che in una democrazia – anzi in ogni regime politico – sono considerati primari se non decisivi. Non ripetiamo i nomi  di coloro che se ne sono occupati, ma solo i profili più importanti.

In primo luogo il rapporto tra potere (dei governanti) e consenso (dei governati): perché un regime politico sia vitale (nel senso anche della durata) occorre che potere e consenso convergano, di guisa che il comando della classe dirigente trovi la minore resistenza possibile: la quale è tale se i governati credono al diritto a governare nonché all’utilità del potere dei governanti. Se tale convinzione non c’è o è scarsa, il potere si esercita essenzialmente attraverso la coazione – esercitata dall’apparato (Donoso Cortès).

Ma un potere del genere è, di norma, transeunte (come, ad esempio, quello dell’occupazione militare) e di breve durata. Se riesce ad essere più duraturo è un potere dispotico, cioè fondato (in prevalenza) sulla paura (Montesquieu). Quando si leggono disposizioni accompagnate da sanzioni spropositate, si può star sicuri che, quanto è più eccessiva la sanzione irroganda tanto più è diffusa la disobbedienza al governo.

Resta il fatto che un regime basato in gran parte sulla coazione è, concettualmente l’inverso della funzione (e del pregio) della democrazia, quello di far “coincidere” comando e obbedienza, onde la volontà generale (cioè del tutto)  sia “posta da tutti per applicarsi a tutti” (Rousseau).

In secondo luogo ogni regime politico si fonda sull’integrazione. Questo è il processo d’unificazione sociale che crea una polis armoniosa “basata su un ordine sentito come tale dai suoi membri” (Duverger). Per realizzarla occorre un’unione reale di volontà (Smend); a tale unione concorrono dei fattori d’integrazione (personale, funzionale o materiale). Non esiste un gruppo sociale che “non implichi partecipanti attivi, dirigenti e passivi”. In particolare l’integrazione funzionale si realizza in processi “il cui senso è una sintesi sociale” tra i quali “elezioni e votazioni… voto e principio di maggioranza sono forme d’integrazione più semplici ed originarie” (Smend), perché uno dei presupposti dell’effetto integrativo è “la partecipazione interna di tutti ad essa” (cioè alla vita istituzionale). In caso di elezioni, all’elettorato attivo il quale tra i fattori d’integrazione funzionale riveste un ruolo primario (anche se non esclusivo). Ma che succede se degli   integrandi va a votare un’esigue minoranza?

Sono possibili due soluzioni.

Secondo la prima, condivisa attualmente dalla grande maggioranza della comunicazione mainstream, non succede nulla di rilevante.

Il rappresentante eletto, anche se alle elezioni hanno partecipato tre elettori ed abbia riportato due voti, è comunque legalmente abilitato a legiferare, e governare lato sensu. Tesi dovuta al combinarsi di due ragioni, concorrenti, ancorché in misura differente: la prima che l’elezione è avvenuta secondo le regole legali ed è quindi legale; la seconda che comunque, un governo è necessario e non ci si può “prendere una vacanza”. È inutile dire che la prima è quella preferita dalla maggioranza degli intellos di centrosinistra.

L’altra, realista, è che tutti i regimi politici conoscono una parabola, al termine della quale vengono sostituiti da un regime diverso. E tale sostituzione, quasi sempre non avviene rispettando le forme legali, stabilite dal regime senescente. Non è nelle possibilità umane creare una legalità eterna o comunque durevole per secoli e millenni, come dimostra la storia. Della quale qualche decennio fa era annunciata la fine, che la storia si è subito premurata di smentire.

Ancor più se tale legalità si basa su presupposti, attori, situazioni del tutto diverse da quelle del suo nascere. Non è l’illegalità – o la non legalità – che fa si che un regime sia vitale (e quindi efficace):è, come scriveva Smend, che, anche in uno Stato parlamentare, il popolo ha “una sua esistenza come popolo politico, come unione sovrana di volontà… in una sintesi politica in cui soltanto giunga sempre di nuovo ad esistere in generale come realtà statale”.

Esistenza, popolo, politico, sintesi, unione sovrana di volontà: già la terminologia usata dal giurista tedesco è idonea a suscitare la consueta raffica di anatemi ed esorcismi del pensiero mainstream.

Popolo? Sovrano? esistenza? Sintesi? È l’armamentario lessicale e concettuale dei sovranisti odierni da Orban a Salvini, passando per la Meloni; e quindi da esorcizzare. Inutilmente se non per taluni (molto pochi), perché le trasformazioni sociali avvengono con o senza legalità: è il fatto che crea il diritto. Per cui l’alternativa non è – sul piano fattuale – tra legalità e non legalità, ma tra cicli politici: prolungare il vecchio significa soltanto allungare la decadenza. E allontanare così l’aurora di un nuovo ciclo. Se in Italia assistiamo da circa 30 anni alla progressiva riduzione del numero dei votanti, la conseguenza non è di intonare peana se un deputato è eletto col 6% dei voti, ma solo sperare che l’ultimo degli eletti si premuri di spegnere la luce. In tempo di caro-bollette farebbe qualcosa di utile.