Siamo tornati a
chiedere lumi a Machiavelli sulla crisi dei 5 stelle e il contrasto Conte-Grillo:
ce l’ha gentilmente concesso.
Cosa
ne pensa della vicenda Conte e del Movimento 5 Stelle?
Il Conte non era
un politico ma un privato onde “Coloro e quali solamente per fortuna diventano di privati principi, con poca
fatica diventano, ma assai si mantengono; e non hanno alcuna difficultà fra
via, perché vi volano: ma tutte le
difficultà nascono quando e’ sono posti”.
Infatti una
volta insediato, a comandare è stato qualcun altro: Conte al massimo pesava per
metà. Perchè questi governanti si
reggono “sulla volontà e fortuna di chi
lo ha concesso loro, che sono dua cose volubilissime et instabili, e non
sanno e non possono tenere quello grado: non sanno: perché, s’e’ non è un uomo
di grande ingegno e virtù, non è
ragionevole che, sendo vissuto sempre in privata fortuna, sappia comandare; non
possono perché non hanno forze che gli possino essere amiche e fedeli”. Con
buona pace dell’ “uno vale uno” (vale quando voti, non quando governi).
Quindi
la caduta del governo Conte 1…
È la conseguenza
di quanto ho appena ripetuto. Conte era la “testa di legno” di Salvini e Grillo.
Durava finché lo volevano entrambi.
Ma
c’è un sistema per consolidarsi, o almeno conservare il potere conseguito “per
arme altrui”?
Conte sapeva di
non avere i voti, che sono per voi quello che per me erano i soldati.
Dato che non l’aveva,
doveva procurarsene di propri, perché coloro che “così di repente sono
diventati principi”, per conservare il potere debbono creare, una volta
insediati al potere “quelli fondamenti” cioè ai tempi vostri, voti. Ma quando
stava al governo, sia con la Lega che con il PD, poco ha potuto fare.
Ora che è fuori
dal governo è assai difficile.
Scrissi che è
meglio preparare i “fondamenti”, ossia i mezzi e condizioni per esercitare il
potere, prima; nel caso di nomina per fortuna, almeno quando il governante s’è
insediato; ma quando l’ha perso non l’ho considerato, perché raro anzi
rarissimo.
Quindi
fuori dal governo?
Può promettere
ma poco, a meno che non trovi tanti sprovveduti, dei Messer Nicia, per capirci.
Con i quali si può essere “larghi a promettere ma nell’attender corti”. Invece
i suoi possibili seguaci, anche se digiuni di Stato (e di politica) quanto agli
affari propri, sono dei Licurghi. Capiscono subito che può mantenere poco, e
quindi poco (al massimo) manterrà. Ancor più per aver ridotto il numero dei
parlamentari. Come scrissi al principe nuovo occorre assicurarsi dai nemici,
procurarsi amici, punire i traditori, farsi amare e temere dal popolo: il tutto
presuppone di stare al potere. E Conte ora non ci sta.
Ma
potrebbe avere ancora il consenso degli elettori?
Che non aveva
quando fu nominato al potere. E perché? Quando se l’è guadagnato? Se lo ottiene
sarà sempre poco per tornare al posto di prima. Se invece lo consegue per “arme
altrui” - cosa tanto rara, di tornare al comando sempre per volontà degli
stessi – il problema si ripropone comunque. Guarda un po cosa successe al vostro
Monti: perse il governo, conseguendo poi alle elezioni europee con la propria
lista, meno dell’1%: chi lo aveva designato pochi anni prima l’ha lasciato in
naftalina, a scrivere articoli. Non crediate che saranno più generosi col
Conte. In politica la gratitudine, anche se talvolta opportuna, è merce rara.
Nessun commento:
Posta un commento