Sono davvero molto grato a “Come Don Chisciotte” per la traduzione di questo nuovo articolo di Gilad Atzmon, che tratta di come i colonizzatori ebrei abbia fatto rifiorire il deserto. Intanto, sradicando 700 mila ulivi secolari, come ebbe a scrivere Ronne Kasrils, sono stati distrutti dagli che è stato ministro delle Risorse Idriche e delle Foreste del Sudafrica, il 30 novembre 2002: «Circa 700.000 ulivi e aranci sono stati distrutti dagli israeliani. Questo è un atto di vero e proprio vandalismo da parte di uno Stato che rivendica la conservazione dell’ambiente. Che sgomento e che vergogna». Questa citazione si trova in epigrafe a pag. 269 del libro di Ilan Pappe, La pulizia etnica della Palestina
(Fazi Editore, 2008), che a pagina 271 narra anche come la natura stessa si sia ribellata al tentativo di trasformare la Palestina in un
paese europeo e di cancellare ogni precedente memoria: «...Recentemente i parenti di alcuni abitanti del villaggio originario di Mujaydil hanno rivelato che alcuni pini si sono praticamente spaccati in due e in mezzo al trocno sono spuntati degli ulivi come una sfida a una flora aliena piantata lì sopra cinquantasei anni fa». In pratica, si sono volute cancellare con una nuova vegetazione le tracce di oltre 400 villaggi palestinesi (su 800) distrutti dai nuovo abitanti venuti dal mare e dall'Europa orientale. Gilad Atzmon e Ilan Pappe sono entrambi ebrei nati in Israele, e ambedue emigrati in Inghilterra, ma con storie diverse. Gilad, che definisce se stesso un ex-ebreo, è un musicista e un filosofo. A lui si deve la migliore trattazione delle problematiche connesse alla identità ebraica. Lasciò Israele all'età di 30 anni, ritenendo che quella fosse una terra sottratta ingiustamente ai Palestinesi. Ilan Pappe andò pure via da Israele, ma non volontariamente, bensì costretto da violenze e minacce a seguito della sua attività di storico, che narrava agli stessi israeliani una verità ben diversa dalla narrativa ufficiale, anche se - dice Atzmon - quella stessa verità era nota da sempre a ogni bambino palestinese. Sugli incendi in Israele, in questa stessa data odierna, il più fanatico organo della propaganda israeliana in lingua italiana riporta i fatti i maniera del tutto diversa. Sono convinti che la verità possa essere coperta allo stesso modo in cui si può sradicare ulivi secolari per piantarci sopra una flora straniera, esportando la Svizzera in Palestina.
AC
Perché brucia Israele?
DI GILAD ATZMON
Il paesaggio rurale di Israele è saturo di alberi di pino. Questi alberi sono una novità per la regione. Quegli alberi di pino vennero introdotti nel paesaggio palestinese nei primi anni ‘30 dal Fondo Nazionale Ebraico (JNF) nel tentativo di “rivendicare quella terra”. Nel 1935, il JNF aveva piantato 1,7 milioni di alberi su una superficie totale di 1.750 acri. In oltre cinquanta anni, il JNF ha piantato oltre 260 milioni di alberi in massima parte su terre palestinesi confiscate. Ha fatto tutto in un disperato tentativo di nascondere le rovine dei villaggi palestinesi etnicamente ripuliti e cancellarne la storia.
Nel corso degli anni il JNF ha attuato un rozzo tentativo di eliminare la civiltà palestinese e il suo passato, ma ha anche cercato di rendere la Palestina simile all’Europa. Le foreste naturali palestinesi sono state sradicate. Allo stesso modo sono stati sradicati gli ulivi. E i pini hanno preso il loro posto. Nella parte meridionale del Monte Carmelo gli israeliani hanno denominato un settore la “Piccola Svizzera”. Ma ormai, non c’è rimasto molto della “Piccola Svizzera”.
Tuttavia, la realtà sul territorio è stata alquanto devastante per il JNF. Il pino non si è adattato al clima di Israele tanto quanto gli israeliani non sono riusciti ad adattarsi al Medio Oriente. Secondo le statistiche del JNF, sei su dieci degli alberelli piantati non sono sopravvissuti. Quei pochi alberi che si sono salvati hanno creato nient’altro che un trappola di fuoco. Entro la fine di ogni estate israeliana ognuna di quelle pinete è diventata una potenziale zona di morte.
Nonostante la sua capacità nucleare, il suo esercito criminale, l’occupazione, il Mossad e la sua lobby ovunque nel mondo, Israele sembra essere vulnerabile. È devastantemente aliena nella terra che afferma di possedere e gestire. Come il pino, il sionismo, Israele e gli israeliani sono estranei a quella regione.
Gilad Atzmon
Fonte: www.gilad.co.uk Link: http://www.gilad.co.uk/writings/2016/11/25/why-israel-is-burning. 25.11.2016 Scelto e tradotto per www.comedonchiusciotte.org da OLDHUNTER.
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