Con questo titolo «Contro il giorno della memoria» esce un libro di Elena Loewenthal, persona spiritualmente e concettualmente a me estranea, un libro che andrò a comprare e che leggerò insieme ad altri dello stesso genere. Non credo proprio che ciò che leggerò in questo libro corrisponda alla mie stesse ragioni per le quali sono “contro” una imposizione inaudita che fa pensare alle conversioni religiose forzate e di massa in epoche che pensavamo remote e irripetibili. Non sono letture piacevoli e rasserenanti, ma occorre leggere con particolare attenzione i libri che non si condividono, che appartengono all'altro campo. E non per fare con essi polemiche, ma per capire le ragioni dell'altro - se ve ne sono - confrontandole con le proprie, che non bisogna mai sostenere in modo dogmatico, fanatico, ideologico. La capacità del contraddittorio e del confronto è la via della scienza, una via che di fatto hanno voluto chiudere quanti hanno inteso imporre per legge a 60 milioni di italiani una verità settaria di cui non è difficile scoprire genesi e finalità. Ad averlo scoperto, per tutti cito Norman G. Finkelstein. Il discorso sarebbe però qui lungo da fare. È stato da me già fatto in altri interventi. Questo mio post non è il Corriere della Sera o Repubblica o la Televisione a reti unificate, ma un semplice blog personale con pochissimi lettori, un blog personale che ha però sperimentato tutta la furia e l'ostilità del media del Pensiero Unico che non ammette voci dissenzienti. E dunque riprenderò in altri momenti il discorso. Aggiungo soltanto che quanto più questi signori insistono nell'imporre proprio a me la Loro Memoria, tanto più sento imperioroso il bisogno di scavare nella mia Memoria occultata da 150 di unificazione italiana. Penso al fenomeno bollato nei libri ufficiali di storia, degli storici ufficiali di regime, bollato come “Brigantaggio”. Son certo che indagando in quei remoti fatti di 150 anni fa possono trovare la spiegazione di oltre 150 di sofferenza, angherie, discriminazione, sterminio fisico e culturale della mia gente, dico della “mia” gente, che non ha mai avuto nulla a che fare - nel bene o nel male - con la gente alla quale mi si vuole a forza assimilare, e così i miei figli ed i figli dei miei figli.
Detto fatto. Ho comprato il libro della Lowenthal e devo dire che mi è dispiaciuto aver speso quei soldi. Nello stesso scaffale di Feltrinelli ho però visto anche un libro di Shlomo Sand, di cui avevo già letto il celeberrimo “Come fu inventato il popolo ebraico” e non avevo sentito parlare del recente “Come ho smesso di essere ebreo”. Avendo a suo tempo letto con molto interesse e profitto il primo libro di Sand, non ho esitato ha comprare quest’altro del quale non mi era giunta la pubblicità, come per quello della Lowenthal. Il libro di Sand costa di più ma non mi è dispiaciuto aver speso i soldi per acquistarlo. Suppongo che tratti il tema della “identità ebraica”, sulla quale è ormai per me definitivo il libro di Gilad Atzmon, di cui mi onoro di essere “amico” e con il quale mi trovo in perfetta comunione di idee. Atzmon è un ebreo nato in Israele, da cui è fuggito riconoscendo quella terra come appartenente ai palestinesi e non agli immigrati ebrei come suo nonno, che era un “terrorista” dell'Irgun e un convinto sionista.
Questo della “identità ebraica” è un tema quanto mai spinoso, difficile e rischioso da trattare, meglio non parlarne. La gente comune pensa agli “ebrei” per quanto se ne diceva nei Vangeli, ossia un fatto legato alla religione. Ma qui di religioso non vi è proprio nulla. E non mi addentro: rinvio a quanto ho già citato. Con una ulteriore e finale considerazione. Se io dico di essere calabrese, genovese, esquimese... È una fatto privato che riguarda soltanto la mia persona e non pesa in nessun modo sugli altri, che in genere rispettano la mia appartenza dichiarata come io rispetto la loro. Nel caso di specie non è la stessa cosa. Un “identità esagitata” invade e terrorizza l'identità altrui, ahimé con il supporto di una normazione legislativa, prodotta da una stessa Lobby che non si può neppure nominare. In questi giorni i media riportano due fatti di cronaca riguardanti entrambi gli ebrei e sulla cui tempistica nutro forti sospetti: uno, in particolare. per una faccenda di tre teste di... maiale, recapitati a tre diversi recapiti simbolici, di cui uno è l’Ambasciata israeliana in Roma. I fatti sono riportato in modo che io non commento. Ma credo che nessuno o quasi sappia che negli anni del primo dopoguerra fu recapitato ben altro pacco, con ben altro contenuto alla sede romana dell’Ambasciata britannica. Si trattava di un attentato ad opera dei “terroristi dell’Irgun” che squarciarono terribilmente l'edificio dell’Ambasciata. Poiché tanto si parla di Memoria sarebbe forse il caso di andare a recuperare quella Memoria, le cui foto si trovano in internet, che ai fini di questa verità occultata è come dice Papa Francesco davvero «un dono di dio».
Detto fatto. Ho comprato il libro della Lowenthal e devo dire che mi è dispiaciuto aver speso quei soldi. Nello stesso scaffale di Feltrinelli ho però visto anche un libro di Shlomo Sand, di cui avevo già letto il celeberrimo “Come fu inventato il popolo ebraico” e non avevo sentito parlare del recente “Come ho smesso di essere ebreo”. Avendo a suo tempo letto con molto interesse e profitto il primo libro di Sand, non ho esitato ha comprare quest’altro del quale non mi era giunta la pubblicità, come per quello della Lowenthal. Il libro di Sand costa di più ma non mi è dispiaciuto aver speso i soldi per acquistarlo. Suppongo che tratti il tema della “identità ebraica”, sulla quale è ormai per me definitivo il libro di Gilad Atzmon, di cui mi onoro di essere “amico” e con il quale mi trovo in perfetta comunione di idee. Atzmon è un ebreo nato in Israele, da cui è fuggito riconoscendo quella terra come appartenente ai palestinesi e non agli immigrati ebrei come suo nonno, che era un “terrorista” dell'Irgun e un convinto sionista.
Questo della “identità ebraica” è un tema quanto mai spinoso, difficile e rischioso da trattare, meglio non parlarne. La gente comune pensa agli “ebrei” per quanto se ne diceva nei Vangeli, ossia un fatto legato alla religione. Ma qui di religioso non vi è proprio nulla. E non mi addentro: rinvio a quanto ho già citato. Con una ulteriore e finale considerazione. Se io dico di essere calabrese, genovese, esquimese... È una fatto privato che riguarda soltanto la mia persona e non pesa in nessun modo sugli altri, che in genere rispettano la mia appartenza dichiarata come io rispetto la loro. Nel caso di specie non è la stessa cosa. Un “identità esagitata” invade e terrorizza l'identità altrui, ahimé con il supporto di una normazione legislativa, prodotta da una stessa Lobby che non si può neppure nominare. In questi giorni i media riportano due fatti di cronaca riguardanti entrambi gli ebrei e sulla cui tempistica nutro forti sospetti: uno, in particolare. per una faccenda di tre teste di... maiale, recapitati a tre diversi recapiti simbolici, di cui uno è l’Ambasciata israeliana in Roma. I fatti sono riportato in modo che io non commento. Ma credo che nessuno o quasi sappia che negli anni del primo dopoguerra fu recapitato ben altro pacco, con ben altro contenuto alla sede romana dell’Ambasciata britannica. Si trattava di un attentato ad opera dei “terroristi dell’Irgun” che squarciarono terribilmente l'edificio dell’Ambasciata. Poiché tanto si parla di Memoria sarebbe forse il caso di andare a recuperare quella Memoria, le cui foto si trovano in internet, che ai fini di questa verità occultata è come dice Papa Francesco davvero «un dono di dio».