Ero seduto per terra accanto a Giovanardi e Malan, che erano venuti a manifestare per la "libertà di pensiero” messa in pericolo dai tentativi di sconvolgere il matrimonio e la famiglia come l'abbiamo sempre conosciuta, fondata sull'unione di uomo e donna e sulla filiazione. I “cattolici” non si sentono ormai abbastanza forti per appellarsi semplicemente ai valori che hanno professato nel corso dei secoli e che abbiamo appreso nei corsi di catechismo. Con tutta la cautela che è necessario avere sempre con queste persone mi ero avvicinato al biondino Galan, per chiedergli sommessamente se non riteneva di essere in contraddizione flagrante nel farsi paladino della “libertà di pensiero” (proprio lui!) nel contrasto alle leggi sul matrimonio omosessuale e nell'essere stato firmatario del ddl Amati, che vuol punire con pesanti anni di carcere (e poi pretendono di svuotare le carceri che riempiono in questo modo, per questi “reati”) per delle questioni meramente storiografiche, ogni anno sempre più remote, di cui è giusto che si occupino gli storici e gli addetti ai lavori.
Provocatoriamente, gli ho chiesto di fronte a tanta sicumera e certezza se per caso era presente agli eventi del 1943-45, per esserne così certo. Ha risposto di sì, che era presente, pur non essendo ancora nato, come tutti quei sopravvissuti, a migliaia, di cui si è letto nei media, ma non troppo, i quali “sopravvissuti” erano nati dopo il 1945, ma percepivano una pensione o indennità dal governo tedesco, per essere “sopravvissuti” ai campi di concentramento. Una "truffa” alla quale non mi pare che il governo tedesco abbia adeguatamente reagito. Poiché non voglio essere inesatto chiedo ai miei Cinque Lettori di andare a pescare il fatto di cronaca e di correggere ogni mia inesattezza. Qui mi preme di sviluppare, anzi no abbozzare, un ragionamento sui principi e sulla spiegazione che si possa dare di comportamenti così insensati, illogici, irrazionali, per davvero irritanti.
Provocatoriamente, gli ho chiesto di fronte a tanta sicumera e certezza se per caso era presente agli eventi del 1943-45, per esserne così certo. Ha risposto di sì, che era presente, pur non essendo ancora nato, come tutti quei sopravvissuti, a migliaia, di cui si è letto nei media, ma non troppo, i quali “sopravvissuti” erano nati dopo il 1945, ma percepivano una pensione o indennità dal governo tedesco, per essere “sopravvissuti” ai campi di concentramento. Una "truffa” alla quale non mi pare che il governo tedesco abbia adeguatamente reagito. Poiché non voglio essere inesatto chiedo ai miei Cinque Lettori di andare a pescare il fatto di cronaca e di correggere ogni mia inesattezza. Qui mi preme di sviluppare, anzi no abbozzare, un ragionamento sui principi e sulla spiegazione che si possa dare di comportamenti così insensati, illogici, irrazionali, per davvero irritanti.
In realtà, sia Giovanardi sia Malan provengono ch'io sappia dal sottobosco cattolico, da dove attingono i loro voti. E quindi erano presenti alla manifestazione (con il bavaglio in bocca) solo per salvare i loro voti cattolici, ma non senza strizzare l'occhio al mondo ebraico, della cui natura molto vi sarebbe da discutere, se ce lo consentissero: si tratta di una "religione” o di un “popolo”? Non mi addentro nella spinosa questione, ma spero mi si consenta di dire che io riconosco carattaere religioso agli sparuti gruppi di "Neturei Karta” e non più alle varie “comunità ebraica” dislocate anche nel nostro paese e le cui preoccupazioni sono direi tutte di natura "politica” e per nulla religiosa. En passant, in un punto che mi riservo di verificare, dando poi puntuale citazione o rettifica – scrivendo ora a memoria – osservo come taluni gruppi religiosi citati, di Neturei Karta o affini, ebbero a sostenere che la Shoah vi è effettivamente stata, ma si trattata di una giusta punizione per le “colpe” di cui gli ebrei si erano macchiati. Qui non si tratta più di “negazionismo” – termine che io ho già più volte definito come estraneo alla scienza storica e partorito per finalità diffamatorie e “delatorie” – ma di un ben diverso “affermazionismo”, dove si afferma che è stata una cosa “giusta” e voluta da Dio. Ebbene, in questi casi cosa verrà a prevedere la legge?
Poiché anche io sono stato vittima di tanta follia liberticida, colgo occasione per dire che in quanto filososo non mi sconvolge o interessa tanto il Se ma il Perché del Fatto in questione. Ricordo ancora il libro arcinoto di Norman G. Finkelstein, dove non si indaga sulla questione storiografica ma si constata l'esistenza di una «Industria dell’Olocausto», dove i vantaggi perseguiti non sono solo di natura economica, ma forse ancor più di natura politica e geopolitica. E qui mi avvio ad una prima conclusione, per poi seguire nei prossimi giorni il dibattito che certamente si andrà a sollevare, non so con quale risultato: la Lobby è potente e ne vediamo qui la sua manifestazione. Lor Signori escono allo scoperto e non sfuggiranno alla nostra attenzione come fu al tempo della legge Mancino-Taradash-Modigliani, quando ad altre faccende eravamo personalmente affaccendati, allo stesso modo di tutti gli italiani, parte dei quali sono in carcere per quella legge altamente ipocrita che pretende di sanzionare l‘«odio», quando la legge stessa è prodotta dall'Odio e da una infinita Ipocrisia, contro le quali a nulla valgono le parole di Cristo contro quelli che vanno a raccogliere i loro voti in Sacrestia e in Sinagoga.
Sui famosi Giudici di Norimberga ricordo la faccenda di Katyn, cioè lo sterminio di tutti gli ufficiali polacchi attribuito ai tedeschi e poi finalmente riconosciuto come opera dei sovietici di Stalin. Non credo che si riflettuto a dovere sul valore dei giudici del Tribunale di Norimberga, che tutto perseguivano meno che la giustizia, l'umanità, la pietà, la pace. Ma vieniamo al perché dell'espessione «antifascismo fascista».
I movimenti partigiani che aggregandosi agli Alleati Invasori avevano finalmente abbattuto l'«odiato» fascismo e nazismo cosa volevano? Chiaramente, volevano il governo dei paesi dove erano sparute minoranze, dedite per lo più a fare attentati terroristici e propaganda denigratoria dall'estero, per lo più dalla Francia. Sulle leggi razziali del 1938 in Italia è uscito postumo un libro di 700 pagine, fitto di nomi, documenti, date, un libro di Alberto B. Mariantoni, dove si legge che nella guerra civile spagnola - detta dai cattolici spagnoli “cruzada”– la componente ebraica arrivava secondo taluni stime al 25 % di quanti erano schierati dal fonte contrapposto a quello dei legionari italiani e fascisti che combattevano in Spagna. Fu questo fatto e nessun altro a far rivedere al fascismo la legislazione assai benevola che avevano sempre avuto verso gli ebrei italiani, che erano anche largamente fascisti.
Finita la guerra ed avuto servito il potere dagli Alleati, i signori Partigiani dovevano delegittimare al massimo il governo abbattuto con le armi straniere per poter legittimare se stessi. Ho appreso casualmente che la famosa canzone “bella ciao” è di origine ebraica. Quale migliore occasione che l'attribuire tutte le nefandezze possibili e immaginabili, non importa se vere o false, tanto verranno “vere” per legge, al regime abbattuto, nelle cui poltrone rimaste vuote ci si sarebbe andati ad insediare? Ci sono gli ebrei che hanno la Shoah da far valere? Benissimo, ottima occasione per prendere a prestito un capo di imputazione fornito da un Terzo. Il ragionamento mi sembra chiaramente enunciato, anche se resta tutto da articolare. Vi è stata una oggettiva convergenza di interessi che ha caratterizzato tutta la cultura dal dopoguerra ad oggi e che io definisco con un termine sintetico: «antifascismo fascista», che è una traduzione concettuale, non linguistica o grammatica, di un concetto analogo elaborato dal mio “amico” Gilad Atzmon, quando parla e descrive l’«antisionismo sionista» in un libro che getta finalmente luce sulla natura della “identità ebraica”.
Non so come finirà la legge in Senato e chi prevarrà e quali saranno le forze in campo, quanto vi sarà di buona fede e quanta di malafede. Poiché anche io sono stato parte in causa, avendo dovuto sostenere un procedimento amministrato per “sospetto negazionismo” ed essendo in causa con il quotidiano che aveva architettato la manovra, ribadisco ancora una volta che il mio mestiere non è quello dello “storico” che si occupa professionalmente di “campi di concentramento” (con annessi e connessi) ma del “filosofo del diritto” che ha giusto titolo per interessarsi della “libertà di pensiero, di espressione, di ricerca, di insegnamento”, un bene prezioso che appartiene a tutti i cittadini e che proprio in Senato sta per essere cancellato.
(testo in bozza, da correggere e rivedere)
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