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Di Paola Caridi ho comprato un libro su Hamas, che sto leggendo con interesse, anche se lo trovo un poco difficile. È ormai abbastanza semplice comprendere il funzionamento dalla Armata internettiana promossa e probabilmente finzanziata da Israele. Vengono date una serie di parole d’ordine: parlate sempre e male contro l’Iran, la Libia, ovvero i loro governanti presentati in opposizione ai loro popoli, che chiaramente possono confidare sulla grande amicizia di Israele, che sa cosa consigliar loro, chiaramente per il loro bene. Quanto ai fantastici piani atomici dell’Iran non si trova mai una risposta ad un facile quesito posto dal senso comune: ma perché Israele non incomincia a disarmare la sua atomica? Per quale divino diritto Israele deve possedere l’atomica ed i suoi vicini assolutamente non possono? Inutile cercare argomentazioni raffinate negli organi dello squadrismo sionista. È utile e sufficiente prendere nota delle direzione delle loro invettive, delle loro denigrazioni, delle loro diffamazioni. Uno di questi bersagli costanti è Paola Caridi, che proprio per questo diventa per noi una persona interessante ed un assai probabile fonte di verità in questo nostro regno hobbesiano delle tenebre.
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Sommario: 1. La faccenda è semplice. – 2. Il filosofo con i sandali. – 3. Hamas, Fatah e l’ottusità infinita dei sionisti nostrani. – 4. Si attaccano al velo. –
1. La faccenda è semplice. – I politici israeliani, ovvero i coloni sionisti, non solo in Palestina, ma in ogni parte del mondo dove la Lobby può farsi sentire ed far valere la sua influenza o il suo potere diretto mirano a produrre ceti dirigenti asserviti. Un caso eclatante è l’Egitto, che dopo la “pace” vive in un regime a sovranità limitata. In Italia, con Frattini, uomo di Israele, non stiamo meglio. Nelle analisi di Paola Caridi mi sembra che affiorino queste verità elementari ed antiche quanto il mondo.
2. Il filosofo con i sandali. – Si tratta di una bella recensione dell’autobiografia di Sari Nusseibeh, appunto il filosofo con i sandali, discendente della più importante famiglia palestinese con 1300 anni di storia alle spalle. Il libro è annunciato in traduzione italiana presso il Saggiatore. Mi incuriosisce e lo andrò a comprare per leggerlo alla faccia dei “Corretti Denigratori” in preda alla consueta isteria, ripetendo stancamente le solite corbellerie che non riescono più neppure ad indignarmi: sono ripetute con lo stampino, forse direttamente da una macchina, o da un idiota delegato. Al contrario, non spenderò neppure cinque centesimi per il Tel Aviv della Elena Loewenthal che non riserva sorprese e non credo occorra leggerne i libri. Diversa cosa è la Gerusalemme che mi aspetto di trovare nell’Autobiografia del filosofo con i sandali, che mi fa vagamente pensare ai gymnosofisti. La produzione e collocazione di fango fetido si conferma ancora una volta come l’attività professionale dei “Corretti Informatori”.
3. Hamas, Fatah e l’ottusità infinita dei sionisti nostrani. – Trovo l’articolo di Paola Caridi, cui si accede dal link, più agevole del libro di Hamas. È invece di una stucchevole ottusità il commento denigratorio, non formato, di chi all’articolo fa precedente un commento redazionale, dove il suo estensore in modo preconcetto non vuole intendere la sostanziale, irrimediabile carenza di legittimità dell’impresa sionista i cui orrori e le cui nefandezze superano i momenti più del secolo passato fino ai nostri giorni, fino a “Piombo fuso” e ora appena un poco raffreddato. Nessuno può avere dubbi su Abu Mazen: è un fantoccio allevato dagli israeliani per servire ad uno scopo ben determinato. Si vuole portare a compimento l’operazione di pulizia etnica e la cancellazione di ogni residuo di dignità di un popolo, quello palestinese, che ci dà invece ogni giorno lezioni di eroismo e di resistenza tenace di fronte alla più grande potenza di questa terra, cioè gli Usa posti sotto il giogo della Lobby. Dovrebbe dirla lunga il fatto che dei palestinesi tengano prigionieri altri palestinesi. È noto, ma poco divulgato, il tentativo da parte di Fatah di conquistare il potere con le armi, ma il complotto è stato prontamente sventato. Da allora torrenti sonori per tacciare Hamas di terrorismo. Come si acquista la patente di terroristi? Quattro compari, in appartate stanze del potere, decidono di compilare una “lista” di persone da definire “terroristi”, come a dire la totale delegittimazione umana e morale. Quindi si passa la lista ai media di regime e ai politicanti “amici”. Se appena ci si prende la briga di approfondire i concetti, si apprende che in un senso più proprio sono criminali e terroristi proprio i redattori di siffatte liste nonchè i loro propagandisti.
4. Si attaccano al velo. – Tutti gli espedienti per farci odiare gli islamici e farci sentire tutt’uno con Israele (“Israele siamo noi!”) sono buoni. Perché da cento anni ed oltre gli occupanti coloniali sionisti vessano in tutti gli indigeni? Perché le loro donne portano il velo! Bisogna farglielo togliere, e magari non solo il velo! Per questo vale la pena di fare guerre sanguinosi con milioni e milioni di morti, molti di più dei mitici “sei milioni”. Giustamente, Paola Caridi irride su tanta ipocrisia e tanta idiozia. A proposito, ricordo dalla mia infanzia che mia madre e tante donne calabresi portavano il velo, senza per questo essere meno madri e meno donne.
Di Paola Caridi ho comprato un libro su Hamas, che sto leggendo con interesse, anche se lo trovo un poco difficile. È ormai abbastanza semplice comprendere il funzionamento dalla Armata internettiana promossa e probabilmente finzanziata da Israele. Vengono date una serie di parole d’ordine: parlate sempre e male contro l’Iran, la Libia, ovvero i loro governanti presentati in opposizione ai loro popoli, che chiaramente possono confidare sulla grande amicizia di Israele, che sa cosa consigliar loro, chiaramente per il loro bene. Quanto ai fantastici piani atomici dell’Iran non si trova mai una risposta ad un facile quesito posto dal senso comune: ma perché Israele non incomincia a disarmare la sua atomica? Per quale divino diritto Israele deve possedere l’atomica ed i suoi vicini assolutamente non possono? Inutile cercare argomentazioni raffinate negli organi dello squadrismo sionista. È utile e sufficiente prendere nota delle direzione delle loro invettive, delle loro denigrazioni, delle loro diffamazioni. Uno di questi bersagli costanti è Paola Caridi, che proprio per questo diventa per noi una persona interessante ed un assai probabile fonte di verità in questo nostro regno hobbesiano delle tenebre.
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Sommario: 1. La faccenda è semplice. – 2. Il filosofo con i sandali. – 3. Hamas, Fatah e l’ottusità infinita dei sionisti nostrani. – 4. Si attaccano al velo. –
1. La faccenda è semplice. – I politici israeliani, ovvero i coloni sionisti, non solo in Palestina, ma in ogni parte del mondo dove la Lobby può farsi sentire ed far valere la sua influenza o il suo potere diretto mirano a produrre ceti dirigenti asserviti. Un caso eclatante è l’Egitto, che dopo la “pace” vive in un regime a sovranità limitata. In Italia, con Frattini, uomo di Israele, non stiamo meglio. Nelle analisi di Paola Caridi mi sembra che affiorino queste verità elementari ed antiche quanto il mondo.
2. Il filosofo con i sandali. – Si tratta di una bella recensione dell’autobiografia di Sari Nusseibeh, appunto il filosofo con i sandali, discendente della più importante famiglia palestinese con 1300 anni di storia alle spalle. Il libro è annunciato in traduzione italiana presso il Saggiatore. Mi incuriosisce e lo andrò a comprare per leggerlo alla faccia dei “Corretti Denigratori” in preda alla consueta isteria, ripetendo stancamente le solite corbellerie che non riescono più neppure ad indignarmi: sono ripetute con lo stampino, forse direttamente da una macchina, o da un idiota delegato. Al contrario, non spenderò neppure cinque centesimi per il Tel Aviv della Elena Loewenthal che non riserva sorprese e non credo occorra leggerne i libri. Diversa cosa è la Gerusalemme che mi aspetto di trovare nell’Autobiografia del filosofo con i sandali, che mi fa vagamente pensare ai gymnosofisti. La produzione e collocazione di fango fetido si conferma ancora una volta come l’attività professionale dei “Corretti Informatori”.
3. Hamas, Fatah e l’ottusità infinita dei sionisti nostrani. – Trovo l’articolo di Paola Caridi, cui si accede dal link, più agevole del libro di Hamas. È invece di una stucchevole ottusità il commento denigratorio, non formato, di chi all’articolo fa precedente un commento redazionale, dove il suo estensore in modo preconcetto non vuole intendere la sostanziale, irrimediabile carenza di legittimità dell’impresa sionista i cui orrori e le cui nefandezze superano i momenti più del secolo passato fino ai nostri giorni, fino a “Piombo fuso” e ora appena un poco raffreddato. Nessuno può avere dubbi su Abu Mazen: è un fantoccio allevato dagli israeliani per servire ad uno scopo ben determinato. Si vuole portare a compimento l’operazione di pulizia etnica e la cancellazione di ogni residuo di dignità di un popolo, quello palestinese, che ci dà invece ogni giorno lezioni di eroismo e di resistenza tenace di fronte alla più grande potenza di questa terra, cioè gli Usa posti sotto il giogo della Lobby. Dovrebbe dirla lunga il fatto che dei palestinesi tengano prigionieri altri palestinesi. È noto, ma poco divulgato, il tentativo da parte di Fatah di conquistare il potere con le armi, ma il complotto è stato prontamente sventato. Da allora torrenti sonori per tacciare Hamas di terrorismo. Come si acquista la patente di terroristi? Quattro compari, in appartate stanze del potere, decidono di compilare una “lista” di persone da definire “terroristi”, come a dire la totale delegittimazione umana e morale. Quindi si passa la lista ai media di regime e ai politicanti “amici”. Se appena ci si prende la briga di approfondire i concetti, si apprende che in un senso più proprio sono criminali e terroristi proprio i redattori di siffatte liste nonchè i loro propagandisti.
4. Si attaccano al velo. – Tutti gli espedienti per farci odiare gli islamici e farci sentire tutt’uno con Israele (“Israele siamo noi!”) sono buoni. Perché da cento anni ed oltre gli occupanti coloniali sionisti vessano in tutti gli indigeni? Perché le loro donne portano il velo! Bisogna farglielo togliere, e magari non solo il velo! Per questo vale la pena di fare guerre sanguinosi con milioni e milioni di morti, molti di più dei mitici “sei milioni”. Giustamente, Paola Caridi irride su tanta ipocrisia e tanta idiozia. A proposito, ricordo dalla mia infanzia che mia madre e tante donne calabresi portavano il velo, senza per questo essere meno madri e meno donne.