Versione 1.1
Leggo con vivissimo allarme la notizia qui riportata, secondo cui un esercito di poliziotti anziché sgominare mafia camorra ndrangheta, che ammazzano e fanno affari, arrestano... fantomatici neonazisti. Non sono preoccupato perché mi sia mai professato tale o sia mai stato iscritto ad associazioni neonaziste, di cui fino a questo momento ignoravo perfino l’esistenza, ma perché considero l’episodio una fonte di pericolo per chiunque. Ho già detto numerose volte che per me nazismo e fascismo sono fenomeni storici del tutto conclusi e finiti nel 1945. Basta tuttavia che un funzionario di polizia o un delatore accusi qualcuno di “neonazismo” o di voler predicare la discriminazione razziale ed altre simili chimere perché venga accompagnato nelle patrie galere o divenga lui stesso oggetto di discriminazione. Non avendo tempo a disposizione mi spiego con un esempio di cui sono stato testimone e protagonista.
In un autobus assai affollato noi passeggeri stipati ad una estremità del mezzo di trasporto riusciamo a sventare un borseggio ai danni di una signora che neppure se ne era accorta. Un poco di trambusto. Una certa vivacità. I cittadini che diventano carabinieri di fatto ma non di diritto. Dall’altra parte dell’autobus un passeggero che aveva capito cosa era successo, pur stando lontano, si mette a gridare disperato: “Hitler!”, ma avrebbe anche potuto invocare la madonna di Loreto o Baffone. Semplice sfogo e disperazione. Niente di più. Eravamo davanti alle Botteghe Oscure con un esercito di poliziotti a far lì da piantoni. Scendiamo per chiedere ad uno dei poliziotti di prendere in consegna i due furfanti colti sul fatto. Occorreva andare al più vicino commissariato per redigere gli appositi verbali. Per questo contrattempo la signora vittima del borseggio era disperata. Mi offro di accompagnarla e di testimoniare insieme ad altri. A questo punto, quando le cose sembravano mettersi male per i due, un Tizio con la barba, forse il tipico intellettuale di sinistra o almeno di un certo permissivismo sociale, se ne esce: “E no! Se arrestate questi due, dovete arrestare anche quel passeggero laggiù perché ha gridato Hitler!” Al che io dal profondo del cuore e con tutta la forza dei miei polmoni gridai al barbuto: «Imbecille!» Il poliziotto se la prese con me mandandomi via e non volle che io accompagnassi la signora al Commissariato affinché testimoniassi sulla flagranza di reato. Eccolo il neonazismo!
Leggo con vivissimo allarme la notizia qui riportata, secondo cui un esercito di poliziotti anziché sgominare mafia camorra ndrangheta, che ammazzano e fanno affari, arrestano... fantomatici neonazisti. Non sono preoccupato perché mi sia mai professato tale o sia mai stato iscritto ad associazioni neonaziste, di cui fino a questo momento ignoravo perfino l’esistenza, ma perché considero l’episodio una fonte di pericolo per chiunque. Ho già detto numerose volte che per me nazismo e fascismo sono fenomeni storici del tutto conclusi e finiti nel 1945. Basta tuttavia che un funzionario di polizia o un delatore accusi qualcuno di “neonazismo” o di voler predicare la discriminazione razziale ed altre simili chimere perché venga accompagnato nelle patrie galere o divenga lui stesso oggetto di discriminazione. Non avendo tempo a disposizione mi spiego con un esempio di cui sono stato testimone e protagonista.
In un autobus assai affollato noi passeggeri stipati ad una estremità del mezzo di trasporto riusciamo a sventare un borseggio ai danni di una signora che neppure se ne era accorta. Un poco di trambusto. Una certa vivacità. I cittadini che diventano carabinieri di fatto ma non di diritto. Dall’altra parte dell’autobus un passeggero che aveva capito cosa era successo, pur stando lontano, si mette a gridare disperato: “Hitler!”, ma avrebbe anche potuto invocare la madonna di Loreto o Baffone. Semplice sfogo e disperazione. Niente di più. Eravamo davanti alle Botteghe Oscure con un esercito di poliziotti a far lì da piantoni. Scendiamo per chiedere ad uno dei poliziotti di prendere in consegna i due furfanti colti sul fatto. Occorreva andare al più vicino commissariato per redigere gli appositi verbali. Per questo contrattempo la signora vittima del borseggio era disperata. Mi offro di accompagnarla e di testimoniare insieme ad altri. A questo punto, quando le cose sembravano mettersi male per i due, un Tizio con la barba, forse il tipico intellettuale di sinistra o almeno di un certo permissivismo sociale, se ne esce: “E no! Se arrestate questi due, dovete arrestare anche quel passeggero laggiù perché ha gridato Hitler!” Al che io dal profondo del cuore e con tutta la forza dei miei polmoni gridai al barbuto: «Imbecille!» Il poliziotto se la prese con me mandandomi via e non volle che io accompagnassi la signora al Commissariato affinché testimoniassi sulla flagranza di reato. Eccolo il neonazismo!
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