giovedì 24 febbraio 2011

Corrispondenza da una Lettrice: 3. La rivolta araba in diretta no stop su PressTv

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Ricevo dalla nostra Lettrice una corrispondenza che traduce in italiano ciò che segue in lingua inglese in PressTv che trasmette notizie sulla rivolta araba 24 ore al giorno, in una no-stop. Il file è stato da me ricevuto questa mattina e comporta un tempo supplementare di lavoro per l’editing proprio di “Civium Libertas”. Eventuali mie riflessioni saranno aggiunte in questo spazio dopo che avrà terminato la lettura e la pubblicazione del testo che segue. Si legge sotto il giudizio, fondato, di Chomsky, secondo cui gli americani di Geddafi farebbero volentieri a meno. Non hanno fatto nulla per salvarlo, come invece hanno tentato per Mubarak. Vorrei aggiungere io che la stessa sorte è riservata a Berlusconi, per quanto possa dipendere dagli americani. In Italia, già da molti anni è pronta la sponda su cui fondare l’operazione Gattopardo. Per adesso, qui i nostri media si preoccupano del problema degli sbarchi di profughi. Io che sono e mi chiamo Nessuno mi chiedo cosa la gente aspetta a ribellarsi: la nostra situazione è solo in apparenza migliore di quella dei disgraziati che vediamo morire uccisi nelle piazze nordafricane. Stiamo a vedere. E grazie alla nostra Corrispondente da Presstv!

AC

PressTv Racconta la Rivolta Araba
in diretta non-stop 24h/24

Entro breve riprenderò il filo interrotto sulla questione dell’Egitto e scriverò La Rivolta Dell’Egitto - Parte2. Attualmente, tuttavia, è in corso una catastrofe umanitaria in Libia, un massacro talmente brutale da fare impallidire la gravità della repressione altrove nel mondo arabo in rivolta.

Ho il televisore sintonizzato ormai in modo permanente sul canale PressTv che racconta la rivolta araba non-stop con filmati, commenti in studio, collegamenti con gli inviati e con gli esperti in Europa, USA e Medio Oriente. Anche mentre scrivo, o mentre leggo nel web anglo-sassone gli articoli dei giornalisti ed esperti in analisi politica, ho accanto a me questa finestra sintonizzata sul Medio Oriente. Vedo e ascolto ciò che viene raccontato, in ogni momento, quando sono in casa.

E’ l’una e mezzo di notte e fra poco spegnerò il computer perché dalle 2:00 in poi inizieranno i collegamenti con gli esperti dagli Stati Uniti in collegamento con PressTv per le analisi del giorno in merito al Medio Oriente. Devo ascoltare bene, perché sono analisi sempre di grande utilità: vengono raccontati da uomini e donne che hanno accesso a informazioni su ciò che succede dietro le quinte nella Casa Bianca, in Israele, nel Pentagono, nel Mossad.

Per ora faccio un breve riepilogo delle notizie del giorno che il canale ha raccontato.

O meglio, lo faccio tra poco, perché è già in collegamento Noam Chomsky che dice questo: (traduco in diretta) – la domanda del giornalista verte sulla Libia e sulla rivolta araba in generale.

“Seguo da vicino le vicende della Libia. Vedo che l’Est della Libia sta passando gradualmente sotto il controllo della popolazione. Ciò che invece succede a Tripoli è terribile. Eppure, nonostante gli appelli per un intervento esterno militare, sono dell’avviso che questo sarebbe un disastro. La Libia passerebbe di fatto nelle mani delle forze imperialiste occidentali. L’occidente è fortemente preoccupato per un eventuale sviluppo verso forme di governo democratiche nel Medio Oriente, nonostante la ventilata “Guerra al Terrore” abbia lo scopo ufficiale di “portare la democrazia” ai popoli islamici. L’Impero perderebbe il controllo sulle risorse, specie del petrolio e del gas, garantito finora dai dittatori della regione.

“L’Impero si trova di fronte a un dilemma: deve scegliere tra democrazia e controllo. E lo deve fare sotto gli occhi del mondo.

“L’occidente vuole che sia garantita la “stabilità”, ma un tipo di stabilità che significa “obbedienza all’occidente”. Come aveva fatto Kissinger in Cile, ad esempio. Kissinger e la CIA avevano fatto instaurare un “regime stabile”, asservito all’America. E’ questa la forma di stabilità che vogliono le forze imperialiste.

“Per quanto riguarda Gheddafi: mentre gli altri dittatori arabi garantivano una collaborazione che favoriva stabilità e controllo, Gheddafi è invece una spina nel fianco: un megalomane troppo imprevedibile. E quando un dittatore diventa scomodo, gli USA, la CIA, (e il Mossad, aggiungo io) trovano sempre un modo per disfarsene. Di Gheddafi farebbero volentieri a meno, per questo ora non lo appoggiano, mentre hanno cercato di salvare Mubarak.

“L’Egitto gioca un ruolo fondamentale in tutta la questione mediorientale. Gli Stati Uniti e i loro alleati in Europa sono preoccupati. La popolazione è favorevole all’Iran e applaude quella rivoluzione (che risale al ’79 con la cacciata dello scià di Persia Reza Palewi). Come gli iraniani, gli egiziani sono contro il regime sionista di Israele e contro il controllo americano del loro paese. L’America farà di tutto per impedire che l’Egitto si trasformi in una democrazia, visto che metterebbe a rischio la roccaforte del patto di pace con Israele e favorirebbe una conseguente rivolta dei palestinesi. Sono preoccupati che le risorse di gas e petrolio possano diventare accessibili al popolo, invece di fluire (a basso costo) verso l’Occidente. L’America dietro l’ostentazione della lotta al terrorismo in realtà preferirebbe per l’Egitto un regime islamico fondamentalista – che non è ciò che vuole il popolo in rivolta. I popoli arabi vogliono liberarsi del giogo israelo-americano. Vogliono riprendere in mano le proprie vite, le proprie risorse, riavere la dignità, liberarsi dell’umiliazione.

Chomsky ha detto molto altro. Qualora domani trovassi il video del suo intervento su PressTV o YouTube, tradurrò altre parti interessanti. Purtroppo PressTV è un canale satellitare analogico e non è presente sulla piattaforma Sky, quindi non posso registrare sul decoder come faccio di notte con i programmi politici di CNN e analoghi.

Riepilogo delle notizie di oggi.

Solo un’ora fa PressTV è riuscita a parlare con un giornalista della Libia che ha raccontato l’orrore degli ultimi giorni. Mentre il giornalista faceva quel racconto macabro, venivano mandate in onda le immagini terribili di alcuni filmati inviati dai cittadini della Libia per mezzo del servizio U-Report a disposizione sul sito web. Negli ultimi giorni i media non avevano ricevuto immagini dalla Libia: le emittenti erano in fuga, c’è il divieto di filmare.

Diceva il giornalista dalla Libia – (sembrava via Skype):

“ho assistito a scene infernali. L’esercito di mercenari pagati dal regime ha sparato sulla popolazione con le mitragliatrici della contraerea – quelle che sparano sugli aerei, pensate.

“Ho visto gruppi interi di uomini cadere a terra tagliati in due dai proiettili delle mitragliatrici. Ho visto i soldati dell’esercito intervenire per difendere i cittadini. Molti sono stati catturati e fatti a pezzi dai mercenari. (mentre lo diceva, passavano le immagini dei filmati amatoriali che mostravano file e file di cadaveri di soldati, a volte a terra con le mani legate dietro la schiena, a volte mezzi insanguinati e mezzi carbonizzati – e le immagini di decine se non centinaia di cadaveri di cittadini libici sdraiati accanto a fosse che venivano scavate vicino a quello che sembrava una spiaggia).

“Ho visto gli aerei caccia volare basso e sparare sulla folla. Ho visto cadere donne con bambini, ho visto i mercenari trascinare dalle case persone terrorizzate che venivano brutalizzate e uccise di fronte ai familiari”. Non si conosce il numero di morti e feriti.

Altra notizia del giorno. Gaza. Israele ha eseguito diverse incursioni aeree oggi, su Gaza e Kahn Yunis. Niente morti ma molti feriti, anche bambini. Due sono in condizioni critiche. Il messaggio di Israele è forte e chiaro: Ce ne infischiamo della rivolta araba. Siamo noi i padroni e facciamo di voi quello che vogliamo.

Altra notizia. Egitto. Voci non confermate parlano di un attentato alla vita del feroce Omar Suleiman, il successore di Mubarak, il feroce capo della polizia segreta egiziana, da 15 anni a capo dei servizi segreti, l’uomo chiamato “il servo di Israele”, l’uomo che ha istituito la Guantanamo egiziana di cui si serve la CIA per le “special renditions”, le operazioni di prelievo illegale di cittadini ovunque nel mondo che vengono consegnate all’ “industria della tortura” istituita in Egitto. Non si sa quante centinaia o forse migliaia di prigionieri si trovano in quelle galere medievali. L’uomo che sta facendo costruire la barriera in acciaio sotto la frontiera Egitto/Gaza per impedire la fuga agli abitanti di Gaza. L’uomo attualmente in controllo dell’Egitto, anche se non ufficialmente. Commentava ieri Ralph Shoenman (accademico e autore ebreo americano anti-sionista): L’Egitto è nelle mani dei Colonnelli egiziani che in pratica hanno fatto un colpo di stato, in accordo con il Pentagono che fa di tutto per mantenere il Vecchio Ordine nel Medio Oriente.

Altra notizia. Un aereo della famiglia di Gheddafi ha provato ad atterrare a Malta, ma l’atterraggio è stato negato. A bordo una figlia di Gheddafi.

Altra notizia. In Libano è stato negato l’atterraggio ad un altro aereo della famiglia Gheddafi (ma quanti ne ha la famiglia?) con a bordo la moglie del figlio di Gheddafi Hannibal, se ricordo bene.

Notizia dagli Stati Uniti. I lavoratori dell’area industriale nel Nord degli Stati Uniti sono in rivolta: era iniziata qualche giorno fa nel Minnesota – a Detroit un tempo esisteva la fiorente industria automobilistica della Chrysler, oggi in declino. Era un’area talmente prosperosa, da diventare teatro dell’ascesa della classe media e medio-alta afro-americana negli anni ’50, ’60. Ha dato vita al centro di produzione della mitica casa discografica Motown, che ha prodotto tanti artisti di colore a noi noti. Oggi tutto questo non c’è più.

La rivolta dei lavoratori si è ora allargata agli Stati confinanti con il Minnesota, l’Indiana, l’Illinois, l’Ohio, dove fiorivano le industrie metallurgiche che un tempo rifornivano di materie prime le industrie automobilistiche di Detroit. Oggi ad esempio la cittadina di Gary, Indiana, (patria del Nobel per l’Economia Joseph Stiglitz), un tempo centro industriale metallurgico, è semi-deserta, i pochi abitanti lavorano per un’azienda cinese per la quale gli operai fanno lavori di assemblaggio dei prodotti importati dalla Cina. Curioso come le realtà si invertano. La rivolta degli operai sta assumendo proporzioni bibliche. Ci sono venti di rivolta nel Nord degli Stati Uniti.

Altra Notizia. Venti di rivolta anche in Grecia. C’era una vera e propria guerriglia urbana oggi in Atene. Si manifestava contro il regime di austerità. Si teme un allargamento della sommossa in altre parti dell’Europa a regime di austerità.

Brevemente in merito a PressTV.

E’ un canale davvero prezioso. Tutti gli autori ed esperti che scrivono sul web anglo-sassone su questioni relative alle politiche estere americane e la questione palestinese, che da anni leggo nella blogosfera, li ho ritrovati prima o poi su PressTV, in qualità di commentatori politici o anche come autori di programmi. E’ l’unico canale di news a diffusione mondiale che racconta la verità sulla politica internazionale.

Anche Al Jazeera English è interessante, ma non sempre: fa delle distinzioni in merito alle verità da raccontare, evidenziando forti pregiudizi nei confronti di alcuni paesi islamici, come l’Iran, ma anche il Libano. I giornalisti sono gli stessi che un tempo vedevo sulla BBC International (soprannominata nella blogosfera anglo-sassone “Bush & Blair Corporation”). Al Jazeera English si discosta in questo senso dall’emittente ammiraglia, Al Jazeera Araba, molto più vicina alle strade arabe.

PressTv è unica nel suo genere: ne parlerò in altro scritto per presentare le sue credenziali davvero notevoli. Mi limito a dire che sta fungendo da trait-d’union per tutti coloro che vogliono collaborare per combattere l’oppressione – in genere quella esercitata dalle potenze occidentali sul mondo islamico e sull’Africa, o anche dai Nord del Mondo sui Sud. Con “tutti coloro” intendo: giornalisti di inchiesta, attivisti, politici onesti, semplici cittadini, ecc.

Molte Organizzazioni e Associazioni internazionali e Movimenti di attivismo politico si sono conosciute via PressTv in tutto il mondo, tanto da essersi formata una comunità internazionale di persone di buona volontà, tra cui anche figure politiche (non pensavo ce ne fossero con "buona volontà"), che ora sono in contatto l’uno con l’altro in qualche forma. Molti di loro intervengono regolarmente nelle varie rubriche, forum e approfondimenti giornalieri e settimanali su PressTv - e sono gli stessi giornalisti di inchiesta che in precedenza avevamo conosciuto mediante i loro articoli sul web. Bello vederli ora intervenire in diretta in Tv.

Anche l’organizzazione “Viva Palestina” per i convogli umanitari diretti a Gaza, è nata per mezzo del contatto che George Galloway ha con il pubblico di PressTV durante la sua rubrica settimanale COMMENT, in cui risponde agli spettatori che chiamano per telefono in diretta.

La nascita del canale è avvenuta nel periodo iniziale dell’ultima campagna elettorale americana per la presidenza alla Casa Bianca, che ha visto vincitore Barack Obama.

Come ne sono venuta a conoscenza? Mediante la fantastica e molto utile comunità della blogosfera anti-sionista, anti-imperialista di lingua inglese, e cioè, le persone che postano i COMMENT online sotto gli articoli degli autori che scrivono sul web anglosassone - spesso i Comment superano in utilità gli articoli stessi.

All’inizio della campagna per le primarie, la comunità della blogosfera cominciava a informare sulla nascita del canale PressTv e a raccomandarne la visione.

In quel periodo i commenti agli articoli sulle politiche americane erano in prevalenza incentrati sull’argomento: Obama vs. Hillary Clinton. I più ingenui facevano il tifo per Obama, mentre i meglio informati ci mettevano in guardia: Obama sembrava essere il più promettente, in quanto sapeva incantare la gente con la sua retorica carismatica, ed era quindi il candidato favorito da parte dei finanziatori delle campagne elettorali: l’industria militare bellica, la classe finanziaria (Wall Street), le multinazionali farmaceutiche e assicurative, e la lobby più potente di tutte: la micidiale Lobby Sionista Giudaico/Cristiana fondamentalista pro Israele “AIPAC” che ha sempre l’ultima parola su chi deve essere eletto. Di AIPAC scriverò in seguito.

Per i finanziatori delle campagne presidenziali americane non fa alcuna differenza se il candidato più promettente sia di destra o di sinistra, democratico o repubblicano. L’importante è che la scelta cada sul candidato con caratteristiche che al meglio sappiano sfruttare la credulità popolare e convincere i cittadini ad accettare anche le proposte più spregiudicate. Sanno perfettamente che, una volta eletto, il Presidente si dovrà piegare alla volontà delle lobby più potenti. E’ per questo che i due Partiti – Repubblicano e Democratico - si differenziano magari in linguaggio, ma non in scelte politiche – specie quelle estere.

Ricordiamo tutti Obama durante i comizi nella campagna presidenziale, quella contro McCain, convincere non solo i cittadini americani ma il mondo intero sulla necessità di rinforzare il fronte Afgano: quella guerra, a suo dire, era assolutamente necessaria per sconfiggere Al Qaeda. Obama era proprio il “salesman” (venditore) che faceva al caso dei finanziatori: sapeva conferire alle guerre americane quella legittimità che alle politiche del meno affascinante Bush non era mai stata riconosciuta.

Le cose di cui parla PressTv, in molte parti del Medio Oriente sono ben note mediante i media locali. Intendo dire, che nelle regioni orientali esistono canali analoghi ma non di lingua inglese.

PressTv trasmette da Londra, Washington, New York, Beiruth - sede principale Tehran.

Adesso sta intervenendo Allen Roland, filosofo, autore, blogger, di cui nella prossima.

(Segue)

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