mercoledì 9 giugno 2010

Verso Gaza 15: Nota di cronaca in margine alla Manifestazione romana del 4 giugno 2010.

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Ricevo per posta privata il testo che allego, ma che si trova già pubblicato con commenti in corso sul sito da dove il testo originale proviene ed al quale si rinvio. Qui voglio dare un’appendice di informazione. Ero anche io presente alla manifestazione di cui si parla e di cui avevo letto che avrebbe dovuto essere una manifestazione nazionale, che sarebbe partita da Piazza della Repubblica per confluire a Piazza del Popolo. Mi aspettavo una manifestazione analoga a quella del 17 gennaio 2009, quando l’operazione “Piombo Fuso” non era ufficialmente ancora terminata: in realtà, non è mai terminata. Mi sembra invece che in realtà si trattava di una manifestazione soltanto “romana” con molte bandiere rosse e falci e martello. Ho riconosciuto quelli di “Forum Palestina” con i quali non ho più nulla a che fare. Decido lo stesso di unirmi alla manifestazione anche in nome e per solidarietà all’italiano Joe Fallisi, che era sulla nave “8000” e che fa parte dei 6 italiani catturati, picchiati e derubati dagli israeliani. Senza nessun cartello o altro percorro la manifestazione più volta dalla testa alla coda. Una manifestazione assolutamente pacifica e ordinata. Una manifestazione si esprime attraverso i suoi slogan e i suoi cartelli, spesso assai significativi e azzeccati, come quello “media = fabbrica del falso”. Non ho portato con me nessuna macchina fotografica, preferendo vedere con i miei propri occhi. Ho seguito tutta la manifestazione fino quasi alla sua conclusione in Trinità dei Monti. Me ne sono andato un po’ prima, perché non mi sentivo bene. Avevo uno strano mal di pancia, mai avuto prima e per fortuna poi passato a casa senza conseguenze. Ma per ritornare ho fatto credo le stesse strade che sono menzionate nel racconto che segue: da via dei Condotti a via del Corso dove ho preso un autobus. Nessuno avrebbe potuto farmi il trattamento di seguito descritto, perché di fatto indistinguibile dai comuni passanti, a meno che non avessi avuto qualcuno alle costole. Ma ecco l’incredibile racconto, al quale aggiungerò di seguito alcune considerazioni valide per il futuro:
«Mentre stanno strillando che "gli ebrei" sarebbero stati insultati durante il corteo per la Palestina, ecco una testimonianza di cosa è successo quel giorno:


http://roma.indymedia.org/node/21217

Noi, pestati dalle Mini SS di Roma

Lun, 07/06/2010 - 09:53

Dodici ore dopo, ancora non ci credo. Ancora quel senso di frustrazione, rabbia. Saranno i 3 mesi di corso sulla non violenza, la comunicazione orizzontale e tutte le belle parole che poi ti chiedi a cosa sono servite.

Eravamo alla manifestazione di venerdì. Poche bandiere, qualche slogan,mamme velate con bambini nel passeggino, qualcuno vende fischietti, qualcun altro una kefiah, più una rimpatriata di amici che altro. Una bella atmosfera. Dopo un’oretta di chiacchiere, il corteo si muove, direzione piazza del Popolo. Da piazza della Repubblica risaliamo via Orlando, poi scendiamo a piazza Barberini, due chiacchiere, una birra. A Trinità dei Monti ormai ci siamo tutti sciolti. Dietro di noi, un’armata di carabinieri in assetto antisommossa - «e che deve succedere??» -. Ci fanno quasi pure ridere.

Dai, sono le sette e mezzo, io e Sergio decidiamo di rincamminarci verso la stazione. Prendiamo la metro? No dai, è bello, facciamo due passi per Roma.

Risaliamo via di Quattro Fontane, poi svoltiamo per tornare in piazza S. Susanna. Sempre in chiacchiera. Nessun distintivo, nessuna bandiera. Siamo due passanti come tanti altri, l’idea nemmeno mi sfiora il cervello.

All’incrocio con la piazza, quattro pischelli in motorino, polo col colletto rialzato, casco a “scodella”, ci chiedono, senzanemmeno troppo fingere di fare gli attori, se «le strade erano libere, la manifestazione è passata, è finita, mavoi venite da lì?». Non ci torna, malì per lì non ci pensiamo. Certo, salta agli occhi che mai avrebbero pensato di unirsi alla manifestazione. Io, ingenuamente, penso che forse «volevano solo evitarci» a noi zecche comuniste che manifestiamoper quel popolo ancora più zecca e comunista dei palestinesi.

Proseguiamo, arriviamo in piazza S. Susanna, svoltiamo a destra per via Orlando. Succede inun attimo.
Il ragazzetto dal colletto rialzato si avvicina da dietro, finge una telefonata al cellulare. Sergio lo vede con la coda dell’occhio, io sento soloun botto, il botto del casco sulla testa di Sergio. Agguanta Sergio da dietro e inizia a colpirlo violentemente con il casco. Lo stringe, lo butta a terra sul marciapiede e continua a picchiarlo con il casco, gli tira dei calci in petto. È un pestaggio in piena regola.

Io inizio ad urlare. Nonmi viene in mente di strapparlo, di tirargli un calcio, nonostante tiri calci per sei ore alla settimana, ma urlo come una pazza, lo inseguo in quei tre metri tra marciapiede, macchine parcheggiate e strada. Accanto, in strada, gli altri tre lo aspettano in motorino. Lui, finita la sua bravata, urla un «Forza Israele» che suona più fuori luogo che mai, montain sella e scappano. Dieci secondi di terrore. Di rabbia, di un’aggressione più inutile e gratuita che mai.

Rimaniamo lì, nella folla dei passanti, increduli, mentre spiego al 113 che sì siamo stati aggrediti, no non ci siamo fatti male, sì ho preso la targa «però non so se è giusta». «È giusta o no?!», mi fa il poliziotto al telefono, ma che ne sooooo gli vorrei urlare, dov’eravate voi, quando fino a 5 minuti fa eravamo circondati dai carabinieri e nemmeno una scorta al corteo che si scioglie. Aspettiamo inutilmente una fantomatica volante che «è in arrivo». Dopo un’ora decidiamo di andarcene, ormai non c’è più nessuno.

Una bravata del cavolo, un’azione finto-dimostrativa di pischelli che non sanno nemmeno di cosa parlano, ma che non hanno niente di meglio da fare durante il giorno probabilmente. Non i fasci di Casa Pound, non gli scontri in piazza con il Forum Palestina, no. Quattro sedicenni dalla testa bacata, occhi neri di odio «de che non se sa», che per fare i fighetti del pomeriggio e avere qualcosa da raccontare agli amichetti di Ponte Milvio il sabato sera, decidono di improvvisarsi piccole SS e di colpire un ragazzo e una ragazza. Isolati. Poveri scemi, mica vanno a colpire il corteo, mica vanno a rompere le scatole agli organizzatori, mica scelgono i cristoni bardati di kefieh. No. Scelgono due così. Che se non eravamo noi, sarebbe stato qualcun altro dopo di noi.

Fa incazzare, ma fa anche paura. Attenti, stiamo attenti d’ora in poi, che qui, zecche, froci e tutti quanti, siamo a rischio “punizione” gratuita. Che qui c’è una parte della società che si sente autorizzata, intoccabile, impunita, ad andare in giro a picchiare chi “devia”, mossi da un’ignoranza che spaventa, da un odio montato a tavolino che fa impressione. Sarebbero ridicoli, se non andassero in giro a fare male.
È questo il desolante panorama di questo paese. Stiamo attenti.»
Già, stiamo attenti! Un amico, di grande esperienza, che mi mette in guardia dai miei toni a volte accesi, ha il seguente ritornello: «questi sparano alle spalle!» Certamente, ho potuto constatare come siamo gente “senza onore” mentre parlano di onore. La menzogna, l’inganno ed ogni sorta di artifizi sono i loro mezzi abituali. Agiscono nella persuasione di godere di una iena impunità. Bisogna persuadersene e prepararsi di conseguenza.

Appendice
Il Portico d’Ottavia zona extraterritoriale
Fonte

Dalla stessa fonte epistolare ricevo la notizia che segue. Aggiungo in via autonoma che mi era già capitato di osservare come nel Portico di Ottavia si svolgano molte delle manifestazioni pro-israeliane o ebraiche. Non abito in Roma molto distante da lì, ma ho sempre considerato quella zona a ridosso del teatro di Marcello ed altri luoghi che frequento abitualmente come zona interamente ed esclusiva cittadina, non come un quartiere di Tel Aviv. Non avevo finora mai svolto questa mia riflessione per iscritto, ma la notizia che segue mi conferma che le mie impressioni non erano campate in aria. La notizie ha la sua fonte originaria in Forum Palestina, ma credo che sia solo per caso già il “turista” non ha nessuna relazione organica con i comunisti del Forum e se lo desidera può comunicare direttamene con “Civium Libertas” e la sua “Societas” di liberi cittadini, appartenenti a tutti gli schieramente politici e religiosi o a nessun schieramento politico.
A Roma non sono accettabili zone di extraterritorialità.
Una nuova denuncia e il Sindaco fa finta di niente.


La lettera denuncia di un turista intimidito per le strade del Portico D'Ottavia. Dopo le botte a due manifestanti filopalestinesi a Largo Santa Susanna i gruppi ultrà della comunità ebraica si rendono protagonisti di un altro episodio inquietante. La comunità ebraica e il Sindaco di Roma prendano pubblicamente le distanze da questi gruppi.

Mi chiamo Antonio Salvati, sono di un paese della provincia di Caserta ma da 6 mesi vivo a Roma per lavoro! oggi, essendo il mio giorno libero ho deciso di recarmi al quartiere ebraico di Roma, dove non sono mai stato ESCLUSIVAMENTE spinto dall’interesse nel visitare una zona mai vista prima e che comunque appartiene alla storia della città dove si trovava il ghetto ebraico!!
[Il signor Salvati era nel pieno dei suoi diritto costituzionali: quello di potersi muovere liberamente, per diporto, nella città in cui risiede e lavora da sei mesi, come ci dice. Roma vive in buona parte di turismo. Vengono da tutto il mondo per visitare la città e fotografarla liberamente]
Ho gironzolato per circa 2ore in piena tranquillità, guardando,
osservando, curiosando, scattando foto, consumato in un bar e un panificio, quindi estremamente tranquillo direi! intorno le 17e15 appena uscito dal bar in prossimità di via del portico d’ottavia e via del tempio, lì dove si trova la piazzetta, ho notato un gruppo di persone raggruppate intorno a un palo mentre cercavano di appenderci su una bandiera israeliana!
[Qui il problema non è tanto se il signor Salvini avesse o non avesse il diritto di scattare una fotografia in luogo pubblico su un obiettivo pubblico, il palo, ma se un gruppo di perssone avesse il diritto di fissare su quel palo una bandiera israeliana, neppure italiana. Chi ha dato quel permesso? Il Sindaco Alemanno? E se per ipotesi avesse dato preventiva autorizzazione a issare bandiera israeliana su suolo italiano, si doveva anche intendere un corrispettivo divieto di fotografare quella bandiera e gli individui che la issavano? Chi ha qui infranto il diritto, ammesso che vi siano state norme di cui gli uni si siano avvalso e che altri avrebbe violato.]
al chè incuriosito dalla situazione ho provato, sottolineo provato, a fare una foto ma esclusivamente x documentare e non x altro!! mentre ho la fotocamera tra le mani una signora anziana urla alla folla
[urlava che? cosa voleva impedire? la violazione di un diritto di issare la bandiera israeliana in una piazza romana e italiana o voleva incitare al linciaggio di chi stava per documentare un illecito innanzamento di bandiera straniera in suolo italiano? E quale era il significato giuridico di simile innalzamento di bandiera? Che il Portico di Ottavia è zona exterritoriale israeliana anziché italiana? Ce lo dica il signor Sindaco che viaggia spesso in Israele e che concede in piena guerra cittadinanze onorarie a soldati israeliani]
che stò facendo delle foto, al chè prima un tipaccio alto 2 metri mi si avvicina con fare minaccioso e subito dopo 1 gruppo di bulletti si dirigono verso di me accerchiandomi!
[Il “fare minaccioso” è reato da codice penale, che un avvocato dovrebbe qui valutare. È da chiedersi poi con quale diritto l’energumeno si sia avvicinato ad un libero cittadino. La “costrizione” di cui si parla subito dopo è chiaramente una violenza privata.]
mi costringono a riporre in tasca la fotocamera e poi onde evitare problemi di qualsiasi genere con fare davvero molto amichevole mi invitano ad allontanarmi!
[Ancora più evidente la violazione del nostro sistema giuridico: nessun in una pubblica piazza, cioè in luogo pubblico, può invitare un altro ad allontanarsi. Si può certamente invitare ad uscire dal proprio privato domicilio un ospite non piùù gradito, ma non si può invitare in una pubblica piazza altri ad allontanarsi.]
colto da razionalità e buon senso accolgo il loro invito dato che ho subito notato che la folla radunata qualche metro più indietro non solo stava aumentando ma comunque osservavano la situazione prima di fare qualcosa, alchè mi sono allontanato come “gentilmente”mi è stato chiesto!

Mentre sono alla fine di questa strada dietro mi si parano i bulletti che poco prima mi avevano accerchiato nella piazza, da notare la loro codarderia, hanno dovuto fare il giro in 4 di loro anziché venirmi di fronte per parlare con me che tra l’altro ero pure da solo!

Mi invitano a spiegarmi e a chiarire
[Il signor Salvati non doveva spiegare e chiarire assolutamente nulla e i quattro tizi non avevano nessun diritto di accerchiare una singola persona, pacifica, non armata, e chiedere a lui spiegazioni di un comportamente assolutamente lecito. Se avessero notato una qualsiasi illegalità da parte del signor Salvini, avrebbero ben potuto rivolgersi ai numerosi carabinieri che 24 su 24 a spese dei contribuenti stazionano nella piazza o a pochi metri distanti, a fare la guardia alla Sinagoga.]
il tutto sempre con questa loro aria parecchio amichevole e piacevole, talmente amichevole che uno di loro ha il suo ginocchio attaccato al mio e il viso a 2 centimetri dal mio,
[comportamento assolutamente minaccioso e chiaro che non ha nulla a che vedere con le fantasticherie con le quali gli stessi personaggio, ovvero la parte politica cui appartengono, millantano per fini propagandistici minacce che loro nessuno ha mai fatto. Qui si trova un nuovo esempio del principio di autoesenzione dalle norme: si invocano contro altri l’applicazione di norme che costoro stessi si ritengono esentati a rispettare]
mi chiedono cosa ci facevo, perché scattavo foto, io ho risposto innanzitutto che quello non è il modo di comportarsi
[La scena del dover spiegazioni non dovute e chi neppure ha titolo a chiederle è altamente umiliante e grida vendetta al cospetto di Dio, degli Uomini e del Sindaco in particolare]
e trattare una persona che era capitata li esclusivamente per osservare e non ne per manifestare ne per prendere posizione, chiarito ciò ho spiegato che mi trovavo solo per fare 1 giro per visitare la zona a me sconosciuta e che si avevo fatto foto ma non alla loro situazione!

Mi hanno chiesto se ero al corrente di ciò che era successo qualche giorno fa e che non era il caso che io continuavo a restare in zona!
[un vero e proprio interrogatorio, forse da parte di un servizio di polizia israeliano, di un Mossad in servizio su suolo italiano: la nostro Digos, anziché interessarsi di questo e di altri blogs, dovrebbe andare ad indagare cosa è successo e sulla base di quale diritto si è potuto verificare.]
hanno voluto vedere foto che avevo fatto
[Incredibile! È una gravissima violazione! È barbarie che avanza! Dal neopresidente della Regione e a tutti i politici che vanno ospiti al Porticod’Ottavia si aspetta una spiegazione della natura giuridica della piazza: suolo italano o zone extraterritoriale di pertinenza del governo israeliano?]
per essere certi che dicevo il vero, ed accertato ciò mi hanno stretto la mano e sono andati via! sono rimasto qualche altro minuto li in fondo alla stradina al telefono sperando che col passare dei minuti la situazione si era del tutto chiarita, macchè! mentre mi dirigo verso la piazza che si trovo appena prima della strada dove ho parcheggiato il motorino, noto ancora tutta la gente parcheggiata in fondo e che appena mi vede mi si para davanti impedendomi di continuare!
[Violenza di gruppo! reato associativo! Dov’erano carabinieri, poliziotti, esercito! È questa la “sicurezza” che Alemanno ci ha promesso in campagna elettorale?]
iniziano frasi dette a gran voce tra cui te ne devi andare, non puoi stare qui!! non essendo d’accordo alzo il tono della mia voce sperando di essere ascoltato e per provare a spiegare loro che me ne voglio solo andare ma mi si avvicina 1 vecchio molto arrogante e infastidito che mi OBBLIGA ad andare via dandomi anche delle manate su una spalla!
[ o Non più minaccia di violenza, ma violenza consumata. Poco importa che non siano i 4 colpi alla testa e 1 al petto, sparati a bruciapelo al 19enne che era sulla nave turca. Poichè non vi sono limiti al peggio, non possiamo escludere che si arrivi a ciò. Ma appunto per questo le nostre autorità pubbliche ci devono far sapere per tempo, se sono autorità italiane o israeliane.]
non ci ho più visto, ho iniziato ad urlare e a tentare di farmi strada ma mi è stato impedito da alcune persone che mi hanno allontanato e che continuavano a dire che non era il caso che restavo lì!

ho fatto tutto il giro dell’isolato per tornare al mio motorino e mentre mi dirigevo là mi sono accorto di essere seguito, quando ho girato l’angolo mi sono nascosto e ho avuto la conferma che seguivano proprio me, perché si sono fermati per guardarsi intorno! sono spuntato fuori io dicendo che se mi cercavano ero la e che la dovevano smettere di seguirmi perché mi stavo esclusivamente recando al mio motorino!

hanno insistito anche loro col fatto che me ne dovevo andare e accertato che andavo verso la sinagoga sono andati via! ho trovato 1 pattuglia dei carabinieri e ho raccontato loro tutto ciò che ho scritto su, e solo in quel momento ho appreso che stava per cominciare una manifestazione pro-israele e che loro erano li appositamente!
[Il fatto che iniziasse una manifestazione pro-Israele non significa che i luoghi devono essere svuotati da ogni presenza non gradita. Le piazze pubbliche restano piazze pubbliche ed ognuno può accedervi. Non sono certo autorizzati gli scontri di piazza o le aggressioni. Ma il signor Salvini era solo, ignaro, pacifico e non aveva molestato assolutamente nessuno né disturbato o impedito alcuna manifestazione. Se l’issamento della bandiera isrealiana faceva parte della manifestazione, si suppone autorizzata, allora il signor Salvini aveva assoluto diritto di poter fotografare una manifestazione pubblico, così come sono state fotografate e filmate le numerose bandierie palestinesi che hanno sfilato nella manifestazione da Piazza della Repubblica a Rrinità dei Monti. A proposito della quale posso affermare come testimonare oculare che eran poche 2000 persone (e certamente erano poché rispetto alle 200.000 di un anno prima) le manifestazioni pro-israeliane a stento toccano le 100 persone. A detta di un poliziotto presente in piazza Montecitorio, non erano più di 400 le persone che madonna Fiammetta è riuscita a mettere in piazza durante l’operazione Piombo Fuso. Alcuni venivano direttamente da Israele. Tra questi un rabbino con barba che pretendeva da me rispondessi in ebraico alla sua richiesta di informazioni. Ero sulla piazza, ordinatamente, ad ascoltare ciò che i parlamantari, fra cui Cicchitto, dicevano per appogguare e coprire quello che Goldstone nel suo rapporto ha definito un “crimine”. Erano più i parlamentari presenti che non i cittadinini che in virtù del loro mandato, avrebbero dovuto rappresentare: 100 deputati a parlare e neppure 400 cittadini italiani ad ascoltarli!]
ho spiegato che ero li solo per turismo e non altro e 1 agente mi ha detto che se volevo tornare in piazza mi avrebbe scortato lui!!! ma vi rendete conto? la cosa orrenda di questa storia è che hanno calpestato la mia libertà, quando le mie uniche “armi” erano 1 macchina fotografica e la mia voglia di visitare!

Vi scrivo per cercare di trasmettervi il mio dissenso a queste persone che appartengono a questo popolo e che se tutto ciò che vi ho scritto vi possa essere d’aiuto o che altro, io sono qui!

Spero mi contatterete anche per 1 incontro magari ma non parlare della mia storia perché non è nulla ma solo per aggiungere 1 voce alle vostre!!!

Non so come contattare qualche organizzazione di roma, sento l’esigenza di rendermi utile!!!

Antonio Salvati


È in effetti giunto il momento di dire: basta! Se sono esatte le statistiche, per le quali in Roma non si contano più di 10 o 15 mila “ebrei” (?), di cui un terzo libici, a fronte di una comunità non organizzata di 400.000 calabresi fra prima, seconda e terza generazione, non vi è nessun motivo perché questa piccola, minuscola comunità debba avere un peso sovradimensionato alla loro consistenza. Roma non è una citta ebraica, non è un sobborgo di Tel Aviv o se preferiscono di Gerusalemme. Roma è Roma ed appartiene a tutti i suoi 3 milioni di abitanti ed ogni turista o visitare che ogni anno visita Roma è il benvenuto ed è un ospite “sacro” non già secondo le radici “giudaico-cristiane”, ma secondo la religione che fu dei romani antichi prima ancora che a Roma comparissero ebrei o cristiani. Noi qui di «Civium Libertas» (= non a caso in lingua latina a significare “Libertà dei cittadini”) ci appelliamo a queste radici “pagane” e non “giudaico-cristiane”.

Consiglio al signor Signor Salvati, se ama la sua e la nostra libertà, di sporgere querela per tutti gli articoli del codice penale che gli energumeni hanno manifestatamente violato. Non sarà difficile individuarli e riconoscerli. Non sarà solo, perché è stato violata la libertà di noi tutti: quella di poter circolare liberamente nelle vie della città, della “nostra” città! Che Alemanno lo sappia!

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