domenica 6 giugno 2010

Verso Gaza 12: Corrie rapita. – La mancanza di ogni diritto ed il regime di autoesenzione del Tanden USA-Israele.

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Quali uomini della strada e cittadini senza potere tentiamo di comprendere il mondo che ci circonda, ma cerchiamo di comprendonio con il nostro raziocinio. Non possiamo infatti dare il benché minimo credito alla grande catena dei mezzi di informazione e soprattutto ai discorsi e alle dichiarazione dei politici ed in special modo di quelle dei nostri governanti, il cui interesse per il potere che detengono è in dispregio di ogni principio di giustizia, umanità, diritto. Consci della loro forza si fanno beffe dell’intelligenza dei cittadini che non hanno potere ed ai quali ogni quattro o cinque anni consegnano una scheda dove votare una lista prefissata di nomi. Un ex-parlamentare ha acutamente osservato su quale sarà la prossima riforma istituzionale: l’abolizione anche formale – dopo quella sostanziale – del diritto di voto e di ogni sia pur formale principio democratico di determinazione della politica.

Ma questo è solo un quadro generale dove vogliamo collocare alcune riflessione specifiche sulle vicende di questi giorni al largo della costa di Gaza, dove veri e propri non già di pirateria ma di guerra contro un paese NATO sono stati compiuti senza che i responsabili politici italiani ne sappiano trarre le conseguenze. Tocca a noi cittadini farlo. Intanto una prima notizia che urta la mia intelligenza è l’«espulsione» degli attivisti umanitari che navigavano verso Gaza. Sono stati abbordati e trasferiti con la violenza (tale è, anche se non ci sono fortunatamente altri morti) in un porto israeliano. Quindi da qui graziosamente... “espulsi”. Ma chi ci voleva andare in Israele? E dunque che senso ha una “espulsione” di persone “sequestrate” e “rapite”? Non sappiamo ancora se possiami dire anche “rapinate”: non ho ancora notizie aggiornate sul carico della nave, contenente aiuti umanitari ed urgenti destinati alla popolazione stremata di Gaza.

Sto leggendo e riflettendo su un libro di Noam Chomsky tradotto in italiano: Stati falliti. Abuso di potere e assalto alla democrazia in America. Se gli stati uniti sono uno stati “fallito”, noi che da oltre mezzo secolo siamo avvilito nell’estremo servaggio di uno Stato “fallito” e di una democrazia alquanto dubbia, ci troviamo combinati ancora peggio. Ma il concetto centrale sul quale sto orientando le mie riflessione il principio statunitense-israeliano di autoesenzione dal rispetto di ogni principio universale del diritto, secondo i noti assiomi kantiani che nella “universalità” fanno consistere i fondamenti della morale e del diritto. In parole, povere il Tandem USA- Israele fa quel che vuole in barba al mondo intero, che deve soltanto accodarsi ed obbedire.

Hanno elaborato una serie di principi ideologici che non potrebbero essere più stupidi ed offensivi della comune intelligenza: il concetto di “stato canaglia” a cui forse non a caso Chomsky oppone quello di “stato fallito”; compilano liste arbitrarie di organizzazioni “terroriste”, dove ci infilano tutti quelli che non aggradano loro e pretendono di metterci davanti la parola “terrorista” come se fosse la stoffa rossa con cui si fa infuriare il toro nell’arena; dànno loro stessi ripetute dimostrazioni di “terrorismo di stato”, violando i più elementari principi giuridici acquisiti in secoli di civiltà giuridica, vanificando tutto il lavorio della trattatistica internazionale; producono sempre più sofisticati strumenti di morte ed accusano altri di detenere armi di sterminio di massa. La lista delle incoerenze potrebbe essere lunghissima.

Sul piano storico e su quello formativo-pedagogico le generazioni successive alla seconda guerra mondiale sono state educate nella demonizzazione più assoluta dei governi precedenti il 1945, in pratica dei popoli europei “vinti”, e non già “liberati”, come vuole una becera propaganda di regime cui nessuna persona seria può più credere. Quel che è peggio è che alla prova dei fatti sono stati superati nel dopoguerra dal 1945 in poi i peggiori crimini che sono stati attribuiti ai regimi sconfitti e debellati. Purtroppo, nella libertà che ci hanno regalato non è incluso il diritto di poter condurre libere ricerche storiche e la libertà di poter pensare e interpretare il recente passato. Le comparazioni fra cose diverse o sono in astratto totalmente impossibile, perché ogni cosa è unica e irripetibile; oppure se si vuol fare comparazione occorre trovare criteri di comparazione.

Ebbene, se si vuol comparare i “crimini” del passato (prima del del 7 maggio 1945) con quelli successivi non si può prescindere: a) dalla durata temporale del crimine; b) dalla sua oggettiva gravità e intensità; c) dalla intenzionalità dei soggetti variamente responsabili. Sono certo che i miei Lettori hanno intuito ciò che intendo dire e lascio a loro liberamente lo sviluppo di questa parte del mio discorso, che invece vuole tornare a “Rachel Corrie” nella sua duplice evocazione simbolica: la giovine che è stata barbaramente assassinata senza nessuna attenuazione di colpa per i suoi assassini; alla nave che reca il suo nome e si stava dirigendo in Gaza, quando è stata assalita da gente che ritiene di avere il “diritto” di fare quel che fa in barba al mondo intero e ad ogni diversa concezione su ciò che è diritto e giustizia. E si badi bene: il mondo intero ha condannato e continua a condannare Israele. Ma questi pazzi scatenati, forniti loro di bombe atomiche, pretendono che abbia torto il mondo intero e ragione solo loro. Anche il nostro governo si accoda, dall’alto della sua dirittura morale, alla condanna del mondo, colpevole di aver riconosciuto già a Durban I nel sionismo l’equivalente moderno del razzismo.

Un perla con la quale concludo queste riflessioni mi è capitata di leggerla ieri. Al momento in cui scrivo non so quale sarà il destino del carico che era sulla nave abbordata e sequestrata da autentici pirati e criminali di stato. Ma la pretesa sarebbe stata la seguente: vi diamo il carico se ci consentite – attraverso la Croce Rossa! – di visitare il nostro soldatino Shalit sul quale è stata fatta una indecente campagna mediatica di propaganda, mentre tacciono che di prigionieri amministrativi in Iraele ve ne siano almeno “8000”, il cui numero era su una delle navi sequestrate. Senza poi parlare dei cittadini che il Tandem rapisce continuamente in qualsiasi parte del mondo, violando il diritto e la sovranità degli stati vassalli, per poi farli sparire senza che di loro si abbia più notizia. E ci parlano di Shalit! L’assurdo ed il colmo del servaggio lo ha compiuto il sindaco Alemanno, che ha dato la cittadinanza “onoraria” a Shalit in assenza di qualsiasi sensata motivazione mentre avrebbe avuto senso darla a Mordechai Vanunu, che proprio a Roma fu rapito dal Mossad, con grave offesa per la città di Roma e le leggi italiane.

Ma ciò che appare più grottesco e ci fa inorridire per la barbarie giuridica nella quale siamo precipitati è la pretesa di fare un baratto con beni che non appartengono allo stesso stato di Israele: i beni della nave Rachel Corrie vengono barattati con una “visita” al soldatino! In totale disprezzo per chi ha la proprietà giuridica di quei beni e ne aveva già stabilito la destinazione gratuita senza oneri per il beneficiario. Questa bestialità giuridica si accompagna con il video, poi ritirato dal governo, con il quale si faceva la beffa degli oltre e mezzo di internati. Due errori in così poco tempo fanno sistema e dimostrano senza ombra di dubbio con chi abbiamo a che fare ed in quale mani si trova il mondo.

(segue)

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