domenica 24 giugno 2018

Fernando Rossi: Prefazione al libro di Nikos Klistikas: ‘Dio ti protegga, o Siria’

Fonte.
Prefazione al libro di Nikos Klistikas: ‘Dio ti protegga, o Siria’
 
Ciò che è avvenuto in Siria dal 2010 ad oggi è ormai tutto chiaro e documentato, ma è risaputo che se un giornalista o un politico hanno avuto l’input di fingere di dormire, non ci sono grida che possano svegliarlo.

Solo un’incrollabile fiducia nella possibilità di redenzione della specie umana può giustificare gli sforzi di quanti cercano di fare in modo che, come i salmoni, le verità possano vincere la grande corrente d’opinione creata dai media e partiti della lobby dei globalizzatori della grande finanza e arrivare ai cittadini che ora la ignorano.

Innanzitutto va chiarito che gli attacchi al Governo di Assad sono cominciati ben prima delle ‘rivolte primaverili’, organizzate nel 2011 nei centri abitati vicini a Israele, Giordania e Turchia, con le modalità messe a punto anni fa dai servizi USA e rivelateci anche da Jesse Ventura, ex governatore del Minnesota nel suo libro.
(https://www.newtoncompton.com/libro/il-libro-che-nessun-governo-ti-farebbe-mai-leggere:
tali modalità consistono nell’infiltrarsi in gruppi politici di opposizione ai governi che si intendono rovesciare, finanziarne e guidarne l’espansione, preparare il clima mediatico con la diffusione di false notizie e, giunti al giusto livello di ebollizione socio-politica, far organizzare una grande e costosa manifestazione, durante la quale propri militari sotto copertura o uomini dei locali servizi già corrotti, avranno il compito di aprire il fuoco sui manifestanti. Di ciò verrà accusato il ‘regime’ o il Presidente da rovesciare e durante la successiva manifestazione di protesta basterà far sparare su manifestanti e sulla polizia per innescare lo scontro sociale e politico in cui anche le componenti di opposizione più moderate siano costrette a schierarsi con i rivoltosi guidati dai servizi. La campagna mediatica globale scatta e la guerra civile può in iniziare. Così è stato in Cecenia, nei Balcani, in Libia, in Siria, e più recentemente in Venezuela).
Considerando tutti gli elementi, sociali, politici, economici, militari e geopolitici che componevano il quadro entro cui USA/Nato, Israele, Arabia Saudita, Qatar e Turchia hanno deciso di rovesciare Assad, si può comprendere la loro rabbia attuale nel vederlo non solo resistere ma addirittura vincere militarmente e politicamente dopo anni di sfrenata corruzione, attentati terroristici, sabotaggi e blocco economico.

L’appoggio politico e militare della Russia, che ha una sua base militare a Tartus, nonché quello degli Hezbollah libanesi, hanno avuto un ruolo importante, ma non sarebbe certo bastato a salvare la Siria e Bashar el Assad se si fossero rivelate giuste le analisi degli aggressori e le loro previsioni sulla precarietà e fragilità della sua presidenza e della coesione sociale e religiosa della sua nazione.

Bashar el Assad diviene Presidente suo malgrado, interrompendo studi e carriera medica in Europa, a causa della morte del fratello Bassel, che il padre aveva scelto come erede. Non tardano a presentarsi scontri e frizioni con le componenti più conservatrici del partito Baath (un loro slogan era : “Bashar ha la sua clinica, Maher el Assad – suo fratello cadetto – al potere!”), in particolare quelle sunnite con simpatie saudite.

L’ex vicepresidente Abdel Halim Khaddam, dopo aver inutilmente tentato di ridurre l’influenza di Assad dentro al congresso del Baath, nel 2005 fugge in Francia, si manifesta legato ai Saud e accusa Assad dell’assassinio dell’ex premier libanese Rafic Hariri, cosa sempre negata da Assad, anche se molte voci dell’epoca indicavano come mandanti gli apparati di sicurezza siriani guidati da alawiti critici con le aperture politico-economiche di Assad e della moglie Asmāʾ Akhras (sunnita,  di nazionalità inglese), ritenute eccessive.

Ma Assad ha saputo guadagnare consenso e nel contempo riformare partito e governo; nel giugno 2014, nonostante il terrorismo, il blocco economico e i miliardi spesi per corrompere militari e funzionari apicali, che avrebbero dovuto rovesciarlo, egli viene rieletto con l’88,7% dei voti in occasione della prima elezione multipartitica della Siria, mentre solo 5 generali su 1200 hanno fatto defezione.

Per superare la resistenza popolare e dei ceti medi siriani, ad un prevalere delle organizzazioni terroristiche sostenute dalla Arabia Saudita, USA, Unione Europea e paesi Nato finanziarono, addestrarono e armarono di tutto punto un fantomatico Esercito Libero Siriano, formato da qualche migliaio di disertori, tanti mercenari stranieri e decine di ‘istruttori’ USA/Nato. Dopo il primo anno questo esercito era del tutto ininfluente e gran parte delle sue armi (USA-Nato) era passato in mano a ISIS, Al Qaeda, Al Nusra e le altre bande salafite, a volte con scontri fratricidi per armi e bottini di guerra.

L’operazione politico-mediatica più importante per mettere in piedi una opposizione credibile e non in mano a Sauditi e Fratelli Musulmani fu la Conferenza di Antalya, promossa da Usāma al-Munağğid, siriano esiliato a Londra, membro del Movimento per la Giustizia e lo Sviluppo ed attivista dell’opposizione al regime. Su questo personaggio Wikileaks ha diffuso documenti diplomatici americani che attestano il suo finanziamento da parte degli USA tra il 2006 e il 2009. Tali fondi dovevano sostenere le opposizioni e le defezioni dal regime di Assad e la nascita di una tv indipendente siriana: Barada Tv, nata nell’aprile 2009 e strettamente collegata con il Movimento di al-Munağğid. Mentre la copertura mediatica e nei social globali è stata assicurata dall’ Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, installato nel Regno Unito. Questo strano ‘Osservatorio’ è formato da una sola persona, Rami Abdulrahman che risiede a Coventry, finanziato e gestito dai servizi inglesi, e le sue veline sono le fonti per le notizie sulla Siria da parte di tutti i media di proprietà della grande finanza globale.

Questo pressing di USA, petro-monarchie del Golfo Persico, Israele e paesi Nato, tra cui Italia, Grecia e Turchia, che nei loro programmi doveva essere una passeggiata modello Libia, è fallito, ma è costato alla Siria centinaia di migliaia di morti e milioni di migranti. L’ultimo sussulto di rabbia e impotenza è stata l’invenzione dell’uso dei gas tossici da parte dell’Esercito Siriano, messa in scena dai ‘Caschi Bianchi’, ONG a gestione Saudita, creata per affiancare l’attività dei terroristi.

Aereo israeliano intervenuto a sostegno dei terroristi,
 abbattuto dalla contraerea siriana.


La Siria ha vinto ed ha sconfitto i terroristi, anche quelli che venivano definiti ‘buoni’ perché gestiti da ‘istruttori’ di USA/Francia e Inghilterra e riconquistato gran parte del suo territorio, ma non sono finite le manovre politiche e geo-politiche sulla Siria e sul suo Presidente.

Israele continua a operare bombardamenti in territorio siriano per ottenere una reazione che possa essere usata per costringere USA, Nato e suoi alleati del Golfo ad una guerra aperta contro la Siria, ma lo fa da quasi 10 anni senza successo ed è prevedibile che Siria e Russia non cadranno nella trappola,  mentre governi e media europei tacciono su queste folli e criminali violazioni del diritto internazionale (provate ad immaginare cosa farebbero e direbbero se la Russia bombardasse qualche base militare USA o Nato in un paese UE).

Gli USA hanno promesso un po’ di Siria ai leader curdi, da loro armati e ‘consigliati’ se combatteranno contro il Governo Assad, ma questo ha messo in crisi i loro rapporti con Erdogan, fino al fallito tentativo di golpe in Turchia, le cui reazioni e conseguenze politico-strategiche avranno un peso significativo in quell’area.

La Mogherini, Vice Presidente della Commissione e Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, che parla sempre a nome degli USA/Nato, ha detto che Assad non deve illudersi che la sua vittoria sul campo significhi che l’Europa abbandonerà gli oppositori militarmente sconfitti.

Occorrerà continuare a vigilare, controllando i comportamenti dei nostri governi e informando il maggior numero di cittadini, ma la vittoria di Assad e di chi l’ha coerentemente sostenuto contro gli aggressori ci consente di fare alcune considerazioni.

    Fortunatamente, migliaia di terroristi e salafiti andati a combattere il governo siriano su input degli imam reclutatori sparsi dai Saud in mezzo mondo sono stati eliminati, ma purtroppo i sopravvissuti,  che stanno tornando negli stati in cui risiedevano, o che vengono fatti entrare in Europa come clandestini, sono stati militarmente addestrati e resteranno legati ai loro capi  jihadisti, costituendo un serio pericolo per le nostre comunità.

    La forza di Assad e del suo governo è senza dubbio stata la coesione sociale e nazionale del suo popolo e l’eroismo dei suoi combattenti, ma un peso importante l’ha avuto anche l’abilità diplomatica ereditata dal padre, con cui ha saputo garantirsi l’appoggio diplomatico di Cina e Russia all’Onu e quello militare di Russia, Iran ed Hezbollah libanesi.

    Nonostante gli onori e le onorificenze (compresa quello di Napolitano nel 2010) che gli tributavano nei vari paesi USA/Nato, a differenza della Libia, il livello politico culturale della ‘classe dirigente’ siriana ha consentito di leggere la natura profonda del capitalismo finanziario che non può fare a meno di cercare di soffocare la sovranità dei popoli per estendere il proprio potere globale. E’ questa lucidità d’analisi che li ha indotti a prepararsi, riuscendo anche a vedere subito la regia che stava dietro ai disordini simultaneamente scoppiati nelle zone di confine con Israele, Libano, Turchia e Giordania.

    Dalle vicende siriane, i popoli europei dovrebbero trarre l’insegnamento di non credere più a quei media e a quei partiti che per tutti questi anni ci hanno raccontato menzogne, a loro richieste da finanziatori e/o proprietari dei media, destinate a coprire il criminale sostegno al terrorismo e preparare l’ingiusto blocco commerciale verso la Siria, per fiaccarne la resistenza. Facendo di questa lezione un patrimonio collettivo dei nostri popoli eviteremmo di farci scodellare/nuove guerre e nuovi crimini dei globalizzatori della grande finanza, che i loro media e i loro partiti sono già pronti a travestire da ‘difesa dei diritti umani’.

Fernando Rossi

Nessun commento: